“Culla di note” di Emilia Cerri all’evento per i 5 anni di di Neo-N

Condividi sulla tua pagina social

img031_copiaNOVARA – Durante l’evento per i 5 anni di Neo-n, tenutosi sabato 21 novembre 2015 (qui il nostro incontro con altri collaborati di Neo-N), era in programma anche l’intervento della musico terapista Emilia Cerri che ha presentato il suo libro “Culla di note” (edizioni Cosmopolis) frutto delle sue ricerche sull’uso della musicoterapia nel trattamento dei bambini nati pre-termine.

Noi l’abbiamo incontrata pochi minuti prima dell’inizio dell’evento e abbiamo parlato del suo libro.

“Ciao Emilia, grazie di essere qui con noi di www.cittadinovara.com. Vuoi parlarci del tuo libro “Culle di note”?”

“Grazie a voi. “Culla di note” è nato appena dopo il mio diploma di musicoterapia come naturale prosecuzione della tesi stessa. Inizialmente io volevo lavorare nell’ambito della gravidanza, forse perché essendo donna sono molto interessata all’ambito, però ho notato che l’ambito della prematurità (anche per me sconosciuto all’inizio) era poco trattato dalla musicoterapia qui in Italia, mentre era molto trattato all’estero dove ci sono degli studi scientifici sugli effetti della musica sui bambini nati pre-termine, sui benefici che poteva dare sia ai neonati sia ai genitori dei nati pre-termine. Di conseguenza, dopo la tesi, ho iniziato la stesura di questo libro confrontandomi con fonti soprattutto statunitensi, ma anche europee e ho avuto anche modo di fare esperienza presso l’ospedale di lecco, dove la musicoterapia viene utilizzata già dal 2006. È stato molto importante per me e ho scritto questo libro con molto piacere perché a parte qualche resoconto è l’unico libro in italiano che racchiude in po’ in maniera organica tutte le esperienze più importanti sia italiane che estere.”

 

locandina“Che effetto può avere la musica sui bambini nati prematuri?”

“È stato fatto uno studio molto importante a Milano due anni fa che ci consente di dire – se non con la certezza, ma con buone probabilità – che noi nasciamo già con le strutture cerebrali adatte ad ascoltare la musica e a codificarla: i neonati di pochi giorni sanno già distinguere la dissonanza dalla consonanza, anche perché con tecniche di neuroimaging hanno notato le differenze di irrorazione sanguigna in diverse parti del cervello, quindi vuol dire che i bambini si accorgono già della differenza. Anche la nascita è un evento assolutamente sonoro, in gravidanza già al quarto mese i bambini iniziano a sviluppare l’apparato uditivo, anche se ancora per conduzione ossea e non ancora aerea il suono della voce della mamma, i rumori intestinali., i rumori respiratori e poi più avanti nella gravidanza anche i rumori esterni fanno parte già delle conoscenze del feto, conoscenze che poi aiuteranno ad orientarsi meglio nella realtà esterna. Con la nascita pre-termine c’è una rottura di questa esperienza sensoriale, un distacco e soprattutto la voce materna non viene più udita, quindi la musica sicuramente può fare molto per i nati pre-termine, è un suono molto più prevedibile, molto più gradevole dei suoni che sono costretti a subire all’interno dell’incubatrice, all’interno del reparto, ma soprattutto la voce materna è la musica più importante per questi neonati che fa sì che il neonato si senta meno perso o comunque la voce materna dà conforto in un momento che il bambino è sconvolto dalle problematiche di salute, dalla routine medica, da un ambiente sconosciuto… e fa sentire più vicino a quello che era il grembo materno e aiuta anche la madre a sentirsi molto più utile, a poter fare veramente qualcosa per il proprio bambino.”

 

“La psicologia in genere dice che è molto importante che la madre in gravidanza comunichi con il bambino. Tanti studi per esempio sottolineano l’importanza di leggere delle fiabe al bambino anche durante i mesi di gravidanza. È la stessa cosa anche per quel che riguarda la musica o è comunque qualcosa di diverso?”

“No, per quel che riguarda la comunicazione mamma-bambino anche una fiaba letta durante la gravidanza può essere riproposta anche dopo perché il bambino la riconosce (ci sono degli studi che lo dimostrano) diciamo che il fatto della musica, della ninna-nanna, è un cullare, riproposto dalla parte musicale e ha un trasporto delle emozioni diverso rispetto alla semplice lingua parlata.”

“Quindi sono importanti anche i suoni che ritornano tipici della ninna-nanna?”

“Assolutamente. La ninna-nanna è ottima sia per la comunicazione mamma-bambino sia come strumento di integrazione delle emozioni della mamma.”

 

“Vedo qui nel libro che parli dell’impatto emotivo che una nascita pre-termine può avere sui genitori”

“Infatti l ninna-nanna già storicamente è nata per la mamma per far addormentare il bambino ma più che altro di sfogo per la mamma dei suoi sentimenti. Moltissime ninne-nanne hanno dei testi che si vanno a vedere sono abbastanza spaventosi ad esempio “Ti darò all’uomo nero che ti tiene un anno intero”. Ci sono delle tecniche di sound ratings di semplici ninne-nanne che possono aiutare le mamme ad integrare questo momento difficile, anche di sentimenti ambivalenti nei confronti del proprio bambino. Sentimenti di amore, ma anche paura del lutto, tendenza al distacco, senso di impotenza… tutta una serie di emozioni che sono difficili da gestire.”

 

“Queste emozioni se non gestite bene possono anche dare poi problemi nello sviluppo della personalità del bambino.”

“Assolutamente. E’ un modo per aiutare a parlare di qualcosa che all’inizio è difficile esternare, è difficile anche solo di pensarle, invece di poterle trasmettere in una ninna-nanna, quindi in una piccola forma d’arte, consente anche a loro cominciare ad accettare la realtà così com’è e di avere anche un qualcosa di personale da poter cantare al proprio bambino. Hanno questa doppia funzione importante.”

 

“C’è qualche studio che hai condotto tu nel libro?”

“Studi che in particolare ho condotto io no, ma c’è nel libro la seconda parte relativa alle tecniche pratiche utilizzate in reparto che secondo me sono molto interessanti. Ci sono laboratori dedicati alle madri per renderle pronte ad accogliere veramente e della prematurità a fare spazio al proprio bambino e quindi a superare il trauma della prematurità e ci sono tantissimi e interessanti interventi fatti  per i neonati in reparto. Non sono interventi sempre facili da attuare, ci vuole comunque anche un’età adeguata, almeno dalla trentesima settimana, o comunque che i bambini presentino una stabilità medica adeguata. Sono molto interessanti perché aiutano il bambino a percepire i rumori del reparto come meno invasivi, a far sì che il bambino si senta meno solo e meno passivo. Soprattutto interessanti sono degli interventi svolti in patologie neo-natali quindi con neonati che non sono nati pre-termine ma hanno patologie gravi ma che sono comunque pronti ad interagire con il mondo e non lo possono fare per varie situazioni problematiche e il musico terapeuta li aiuta a potersi esprimere, magari legandogli un sonaglino così che muovendosi il bambino può comunicare. È importante conoscere questi studi e queste tecniche perché possono integrare ulteriormente quello che già i medici fanno.”

 

“C’è un genere di musica da prediligere?”

“Negli studi che vengono fati viene utilizzata la musica classica, ma per i neonati è sempre meglio utilizzare della musica molto semplice: con pochi suoni, un registro medio, degli intervalli limitati. La struttura della ninna-nanna è quella perfetta perché aiuta il bambino ad imparare anche il linguaggio, ma ci sono anche degli intervalli limitati, dei tempi molto semplici… anche per non affaticare ulteriormente il bambino, c’è da ricordare che un nato pre-termine ha ancora un sistema nervoso immaturo quindi meglio evitare di sovraccaricarlo ulteriormente”

Ringraziamo Emilia Cerri (musicoterapista e insegnate di pianoforte) per questa chiacchierata e per averci insegnato come anche in un ambito così delicato, come la nascita prematura, la musica possa svolgere un compito importante ed essere d’aiuto.