Sandro Ciuffetelli, capitano e difensore con il vizio del gol

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di Simone Balocco

Negli sport di squadra, il capitano è il giocatore più esperto, il più dotato di leadership e carisma, quello che ci mette sempre la faccia e che mette sempre davanti la squadra a sé stesso, quello cui verrebbe da dare sempre del “lei”. Nel gioco del calcio la figura del capitano non cambia, se non per il fatto che il giocatore indossa una fascia colorata sul braccio sinistro, quello del lato del cuore.

Attualmente il capitano del Novara è Daniele Buzzegoli, da gennaio 2019 con la fascia al braccio. Nell’anno della Serie A, il capitano della squadra era Raffaele Rubino ed i suoi vice- hanno indossato la fascia nella prima e nell’ultima giornata di campionato: Carlalberto Ludi a Verona contro il Chievo l’11 settembre 2011 e Matteo Centurioni il 13 maggio 2012 a San Siro contro il Milan. L’ex difensore centrale veneziano è, a oggi, l’ultimo capitano della squadra in Serie A ed i tifosi sperano che non debbano passare altri 47 anni prima di vedere la squadra giocare nuovamente in massima serie.

Centurioni aveva giocato in prestito nel Novara tra il gennaio ed il giugno 2008 proveniente dal Ravenna, allora in Serie B, e dal 30 giugno 2008 divenne definitivamente un giocatore azzurro. Centurioni era arrivato definitivamente a Novara per sostituire proprio l’allora capitano del Novara, un giocatore che nelle precedenti sette stagioni era stato un pilastro della squadra nonché colui cui vengono consegnati i “galloni” della fascia sul braccio sinistro, passato proprio al Ravenna: Sandro Ciuffetelli. E ancora oggi, se si entra allo stadio “Piola” (Covid-19 permettendo) e si chiede a qualunque tifoso chi era il “Ciuffo”, sicuramente spenderebbe tante buone parole per questo ex giocatore azzurro.

Classe 1977, Sandro Ciuffetelli approdò in maglia azzurra nell’estate 2001, un anno (calcistico) molto importante per le sorti del club gaudenziano che nel dicembre successivo avrebbe compiuto 93 anni e che si stava “consolidando” da anni nei panni della nobile decaduta calcistica, poiché negli ultimi vent’anni, aveva fatto capolino qualche settimana in Interregionale (salvo poi essere ripescata in Serie C2) e a parte una fugace apparizione in Serie C1 (stagione 1996/1997), aveva sempre militato in Serie C2, il quarto livello professionistico calcistico nazionale. Per non parlare del fatto che nelle tre stagioni precedenti (1998/1999, 1999/2000, 2000/2001) si era salvato sempre e solo ai play out, facendo venire un infarto (sportivo) ai suoi tifosi.

Il 2001 era stato anche l’anno del passaggio di consegne alla presidenza della società: dopo due anni lasciava Claudio Achilli ed al suo posto diventarono proprietari del Novara i fratelli Riccardo e Stefano Mastagni che avevano puntato su Novara per portare la locale squadra di calcio finalmente non solo in Serie C1, ma anche nei piani nobili del calcio nazionale. Direttore sportivo allora del Novara era l’”uomo di Soncino”, Sergio Borgo: non solo un dirigente, ma un padre (sportivo) ed un consigliere per tutti.

E Sandro Ciuffetelli fu il primo acquisto della nuova dirigenza: approdava in Serie C2 dopo sette stagioni trascorse, tra Serie C2 e Serie D, nel Baracca Lugo, storica ed iconica squadra di Lugo di Romagna, in Provincia di Ravenna. Oltre a lui, la dirigenza azzurra diede a mister Stefano Civeriati, diversi giocatori, tra cui Massimiliano Palombo, Raffaele Rubino e Christian Bini, già portiere della promozione in Serie C1 del 1996.

I tifosi non erano molto entusiasti degli acquisti, pressoché sconosciuti. Ed invece a fine stagione la squadra, guidata da gennaio a fino a fine stagione da Stefano di Chiara, arrivò terza in classifica e uscì sconfitta nei play off contro la Pro Patria.

Come si comportò Ciuffetelli? 30 presenze ed un gol contro il Montevarchi. E proprio quel giocatore “sconosciuto”, che arrivava da una squadra piazzatasi la stagione precedente decima in Serie D, si fece apprezzare tra i suoi nuovi tifosi e divenne il difensore inamovibile delle successive sei stagioni. Soprattutto nella stagione successiva: dopo aver dominato fino a fine inverno il campionato, il Novara si vide superare dal Pavia di mister Torresani e gli azzurri si piazzarono al secondo posto in classifica, una posizione che in C2 la squadra non vedeva da anni e nei play off Ciuffetelli e compagni eliminarono, con  quattro pareggi, Pro Sesto (0-0, 1-1) e Sud Tirol (0-0, 0-0), tornando in Serie C1 dopo sette stagioni.

La piazza era in delirio ed il “Ciuffo”, con i compagni di reparto Bini, Polenghi, Cioffi e Colombini aveva creato una filastrocca in stile Italia ’82 (dopo Zoffcabrinigentilescirea, ecco Binipolenghiciofficiuffetellicolombini). Lui amava la piazza, la piazza amava lui: una luna di miele infinita.

Il “Ciuffo” nel Novara si trasformò anche in goleador, diventando il best scorer della squadra nella  stagione 2006/2007 con ben nove reti segnate. Molti furono calci di rigore, ma i rigori vanno segnati e non solo concessi. E tra il 2006 ed il 2008 divenne capitano della squadra, ereditando la fascia dal conterraneo Ciccio Braiati.

Poi nell’estate 2008, l’addio: dopo sette stagioni da baluardo della difesa, Sandro Ciuffetelli prese armi e bagagli, si fece 350 km in direzione “Romagna” ed approdò al Ravenna, storica compagine giallorossa allora militante anche lei, come il Novara, in Serie C1 ma in un altro girone (A gli azzurri, B i ragazzi allora allenati da Gianluca Atzori). Per il “Ciuffo”, il ritorno a casa.

Ciuffetelli aveva debuttato, in campionato, in azzurro il 2 settembre 2001 a Firenze contro il Rondinella, mentre la sua ultima partita in azzurro fu contro la Pro Sesto il 13 aprile 2008: in sette stagioni, Sandro Ciuffetelli giocò 192 partite, segnando ben 15 reti e ancora oggi è uno dei difensori più prolifici della storia del Novara.

Restò nel Ravenna tre anni, sempre in Serie C1, lasciando la squadra al termine della stagione 2010/2011. quella successiva al ritorno del Novara in Serie B dopo 33 anni e proprio la stagione del ritorno in Serie A dopo cinquantacinque vincendo i play off promozione.

Se la storia (calcistica) del Novara ha toccato cime mai toccate prima tra il 2009 ed il 2012, la vita (calcistica) di Ciuffetelli è stata diametralmente all’opposto: prima il Ravenna fu coinvolto nel “calcio-scommesse”, ebbe problemi economici e dovette partire dalla Serie D per poi fallire l’estate 2013 e ripartire dalla Promozione ravennate. Ciuffetelli aveva già messo in cantiere, il sogno un giorno di poter allenare.

Nel 2012 lascia ancora la sua Ravenna e gli venne affidata la panchina del Riccione, allora in Serie D, ma l’esperienza fu negativa (e non per colpa sua). Dopo pochi mesi lasciò la squadra e se ne tornò dalle sue parti, optando per Alfonsine e Russi, due squadre allora in Eccellenza dove si divise tra campo e panchina.

Tra il 2013 ed il 2017, Ciuffetelli accettò l’offerta della Polisportiva Porto Fuori Calcio, squadra di una frazione di Ravenna, tra Terza categoria e Seconda, i livelli più bassi del calcio italiano. Di questa polisportiva, il “Ciuffo” ne è stato anche presidente tra il 2013 ed il 2016 ed allenatore nella stagione 2015/2016. Per lui non contava la categoria, contava essere sul pezzo.

Oggi Sandro Ciuffetelli da Ravenna ha 43 anni e sogna un giorno di fare il grande salto ed allenare a livelli più alti di quelli di oggi. E, perché no?, arrivare anche a sfidare in panchina la squadra che lo ha consacrato a mito e a giocatore imprescindibile, il Novara.

Del resto, parliamo di un difensore centrale che in carriera ha avuto un certo feeling con il gol segnato in tutti i modi: dal tap in alla rovesciata, dal colpo di testa al tiro al volo dalla distanza.

Dopo l’addio di Ciuffetelli, il Novara ha avuto la fortuna di contare sempre su degli ottimi difensori centrali (da Ludi a Lisuzzo, da Centurioni a Poli, da Troest a Sbraga fino ai giovani del vivaio Bove e Bellich), ma il “Ciuffo” rimarrà sempre e solo il “Ciuffo”.

Peccato che non sia rimasto in azzurro: avrebbe vissuto la cavalcata dalla Lega Pro fino alla Serie A. Se lo sarebbe meritato, ma nel 2008 Sandro Ciuffetelli voleva tornare a casa dove mancava da sette anni. E al cuore, come sempre, non si comanda mai.

 

immagine in evidenza tratta da www.tuttocalciatori.it