di Simone Balocco
Domenica 13 settembre 2009, quarta giornata di campionato di Lega Pro. Il Novara di Attilio Tesser affronta al “Piola” il Monza. Il risultato finale è 1-1 con gli azzurri che dopo tre vittorie consecutive (fuori casa con Figline e Como, in casa contro il Sorrento) hanno trovato il pareggio: 10 punti in classifica per Rubino e compagni e la convinzione di essere sulla buona strada.
I marcatori dell’incontro sono stati capitan Iacopino per i biancorossi mentre il Novara ha riacciuffato il pareggio, al minuto 88, uno dei nuovi arrivi della sontuosa campagna acquisti estiva della squadra. Il giocatore azzurro che ha segnato a Sander Westerveld era un argentino alto, magro, dinoccolato alla terza presenza in campionato da subentrato. Un argentino nato a Tandil di cui nessuno sapeva nulla se nonché avesse un fratello maggiore di nome Mariano, già calciatore qua in Italia e che aveva vinto con la Nazionale albiceleste olimpica, guidata da Marcelo “el loco” Bielsa, la medaglia d’oro ad Atene 2004. Quel giocatore era Pablo André Gonzalez e al portiere olandese del Monza segnò di sinistro, il suo piede preferito.
Tra domenica 13 settembre 2009 a domenica 16 ottobre 2022 sono passati esattamente 4.781 giorni, Pablo Andrés Gonzalez è ancora al Novara (anche se ora milita nel “Football Club”) e contro i ragazzi dell’ex tecnico azzurro Luciano Foschi ha siglato la sua 100ma rete in azzurro tra campionato, play out, play off, coppe e supercoppe varie. E contro i blu-celesti lombardi non aveva mai segnato prima in carriera.
100 reti sono davvero tante e quella Rete (con la R maiuscola) ha permesso all’attaccante argentino di raggiungere Marco Romano al primo posto tra i giocatori con più reti nella storia azzurra. 100 reti sono davvero tante, soprattutto se segnate tutte con la stessa maglia, un vero valore aggiunto.
Pablo Andres Gonzalez è da considerarsi nell’Olimpo del calcio? Forse no, anche se la sua storia personale è stata più e più volte trattata a livello nazionale. Certamente Gonzalez è un mito a Novara, la città che lo ha visto diventare uomo e padre, atleta, bandiera e leader di una piazza che, anche grazie a lui e alle sue reti, è arrivata prima in Serie B e poi in Serie A, anche se nella stagione 2011/2012 l’argentino vi ha giocato con la maglia del Siena (in prestito dal Palermo) e quando è arrivato al “Piola” da avversario (il 26 ottobre 2011) è stato abulico e non ha concluso la partita, sostituito al minuto 72.
Pablo Andrés Gonzalez era arrivato a Novara nell’estate 2009 da Tandil, cittadina di centomila abitanti (grossa come Novara, per intenderci) della Provincia di Buenos Aires a oltre trecento chilometri dalla capitale. Non era un calciatore professionista. Consegnava la posta casa per casa: faceva il “cartero”, il postino. Nel suo tempo libero però era un calciatore e vestiva i colori del Grupo Universitario de Tandil, club di quarta serie argentina. In Italia, la nostra Serie D più o meno. Ma lui aveva anche avuto modo di debuttare nella massima serie argentina quattro anni prima nel Racing Club di Avellaneda, uno dei club storici (e mitici) del calcio albiceleste.
In questi tredici anni il “cartero” è diventato davvero un simbolo della città.
Pablo Andrés González ha attraversato diverse “ere” calcistiche novaresi: la doppia promozione Lega Pro-Serie A; la remuntada con Aglietti (dove stabilì il record europeo di assist, venti); l’amara retrocessione di Varese; il double con Toscano (campionato di Lega Pro-Supercoppa, come con Tesser) e la doppia cifra raggiunta in campionato con gli altri due “tenori” (Evacuo e Corazza); il Novara di Baroni che accarezzò il sogno della finale play off (con la sua celebre tripletta al Bari in 48 minuti nel turno preliminare play off); il Novara di Viali e Sannino; il Novara di Banchieri che arrivò ad un soffio da una incredibile finale play off; il Novara di Rullo e di Pavanati, che ha portato all’esclusione del club dal professionismo per la prima volta nella sua ultracentenaria storia; la ripartenza dalla Serie D grazie a Massimo Ferranti e la vittoria del campionato con Marco Marchionni; il debutto del Novara Football Club tra i professionisti con in panchina quel Roberto Cevoli che domenica 13 settembre 2009 accarezzò (da allenatore), per 88 minuti, il colpaccio in viale Kennedy.
Arrivato da sconosciuto a Novara con i soprannomi di “puchi” e “cartero”, Pablo Andrés Gonzalez si è distinto negli anni come il ragazzo della porta accanto: semplice, umile, disponibile, pronto al sacrificio. Quello che a Novara si definirebbe “un braf fiö”. “Un braf fiö” che nell’estate 2012 è tornato a Novara, dopo la stagione in massima serie con il Siena, nonostante avesse avuto offerte da piazze importanti. Uno che a suon di gol ha fatto sognare un’intera piazza. uno che con quel piede sinistro e dalla sua “mattonella” preferita ha realizzato gol da cineteca. Uno che con quel numero 19 sulle spalle era ed è ancora imprendibile per qualunque avversario. Uno che lo scorso anno ha ingoiato il boccone amaro dell’esclusione del Novara Calcio dal calcio professionistico e che ha accettato, senza pensarci due volte, l’offerta del Novara Foootball Club di averlo tra le sue fila con la fascia di capitano al braccio ed essere l’uomo-spogliatoio, il giocatore di riferimento per tutti. E anche in questa stagione, nonostante l’età che avanza inesorabilmente, Gonzalez è veramente carico: sembra ringiovanito, corre, gioca anche arretrato, serve palloni, si sacrifica. usa molto il colpo di tacco, non si tira indietro, lotta e corre alla faccia delle trentasette “primavere”.
Il resto è storia recente: Novara, Palermo e Siena, ancora Novara, le due stagioni ad Alessandria (che vide il sogno promozione in Serie B sciogliersi come neve al sole dopo una stagione incredibile), ancora Novara. Novara, Novara, sempre e solo Novara visto che anche nei due anni alessandrini non si era spostato dalla città della Cupola.
Giocare a calcio è il sogno di ogni bambino: si parte seguendo il nonno e il padre allo stadio e poi si gioca con un pallone malconcio per strada, sognando un giorno di diventare qualcuno ed uscire da una situazione economica magari non delle migliori.
La storia del calcio è piena di ragazzi partiti dalla loro terra per fare il grande salto: c’è chi ci è riuscito, c’è chi non ci è riuscito. Questo è Pablo Andrès Gonzalez. 37 anni, maglia numero 19 sulle spalle, l’”onda” di Indio Solari dopo un gol. Quel giocatore arrivato nella città di San Gaudenzio “dall’altra parte del Mondo” come disse appena insediatosi sul soglio pontificio Jorge Bergoglio e che ha scritto la storia calcistica della città. Lui, il fu “cartero” di Tandil, ce l’ha fatta.
C’è ancora tanta strada da fare per lui e per il Novara Football Club da qua al 23 aprile 2021, ultima giornata di campionato, ma lo stesso Pablo ne ha fatta davvero tanta di strada da quel gol a due minuti dalla fine contro il Monza.
Non si sa quando Pablo Gonzalez si ritirerà. ma quando lo farà lui piangerà e piangeranno tutti i tifosi azzurri che lo hanno visto giocare. E si spera che quel giorno arrivi il più lontano possibile.
100 di questi gol Pablo Andrès Gonzalez. 100 di questi gol “cartero”. 100 di questi gol sempre in maglia Novara.
immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook Novara Football Club