11 settembre 2011: c’era una volta Chievo vs Novara in Serie A

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di Simone Balocco

Dal 2001, l’11 settembre non è più un giorno come un altro: l’attentato alle Torri gemelle, l’aereo caduto sul lato ovest del Pentagono, il volo United Airlines 93 dirottato dai terroristi e fatto cadere, “grazie” ai passeggeri, a Shanksville, in Pennsylvania e chissà magari dove si sarebbe schiantato. Domenica 11 settembre 2011 si sono ricordati i dieci anni da quel giorno molto triste e che ha cambiato l’umanità.

Calcisticamente, l’11 settembre 2011 è da ricordare perché è stata prima giornata del campionato di Serie A 2011/2012. A dire il vero, quel giorno si disputò la seconda giornata che, a causa del primo sciopero dei calciatori della storia, divenne la prima giornata. La prima giornata fu disputata mercoledì 22 dicembre 2011.

Il campionato 2011/2012 è stato il campionato numero 110 della storia del nostro calcio, l’80° della Serie A. La squadra campione d’Italia in carica era il Milan di Massimiliano Allegri guidata in attacco da Zlatan Ibrahimovic. L’Inter aveva la patch di squadra campione del Mondo FIFA, la Juventus si era affidata ad Antonio Conte per cercare di riportare il tricolore a Torino e la Roma si era affidata a Luis Enrique. I giocatori più attesi erano lo stesso “Ibra”, Milito, del Piero, Cavani, Totti, Klose e di Natale.

Quel campionato vide ai nastri di partenza, per l’ottava stagione consecutiva, venti squadre. Le tre squadre promosse dalla Serie B erano le prime due della classifica del precedente campionato, l’Atalanta ed il Siena, e la vincitrice dei play off promozione, il Novara. Il Novara, sconfiggendo nella finale play off il Padova, si era guadagnato la Serie A dopo 55 anni.

Gli occhi e la curiosità di tutti erano rivolti proprio verso la squadra allora allenata da Attilio Tesser capace di diventare la quindicesima squadra a centrare la doppia promozione consecutiva Lega Pro-Serie A. Una squadra di provincia che si era guadagnata il “paradiso” calcistico nazionale a suon di vittorie, gol e prestazioni incredibili nel campionato precedente (che non disputava da 33 anni).

Alla prima giornata “ufficiale”, il Novara avrebbe dovuto ospitare in casa il Palermo ma a causa dello sciopero appena accennato, debuttò una settimana dopo a Verona contro il Chievo. Un vero peccato perché se si fosse giocato quel Novara-Palermo, la squadra azzurra sarebbe entrata nella storia del nostro calcio in quanto quella partita sarebbe stata la prima in Serie A disputata su un campo in erba sintetica. L’onore toccò settimana dopo al Cesena che ospitò al “Manuzzi”, il 10 settembre, il Napoli.

Lo stadio “Piola” però subì un importante restyling e fu ampliato a 18mila posti e furono staccati 7.200 abbonamenti: Novara non vedeva l’ora che iniziasse il torneo. Era dai tempi azzurri di Lena, Pombia e Baira che in massima serie non c’era la squadra del “falco” e gli anni di massimo splendore erano stati quelli con in campo Silvio Piola (1947-1954), ancora oggi il top scorer del Novara in Serie A con settanta reti.

Ma torniamo a quel Chievo-Novara. Di fronte, due società modello, esempio per tante squadre.

I clivensi dieci anni prima festeggiarono la loro prima stagione in Serie A, diventando la seconda squadra di Verona a giocare in massima serie. E quella stagione il Chievo nel girone di andata fu per qualche giornata in testa al campionato e a fine stagione chiuse al quinto posto, qualificandosi subito per la successiva Coppa Uefa (ad un solo punto dal Milan quarto classificato e qualificato in Champions League). Era il Chievo Verona di mister Delneri (tra il 1992 ed il 1994 allenatore del Novara) e con in campo capitan Corini (futuro allenatore del Novara tra il luglio 2017 ed il febbraio 2018), Corradi, Perrotta, Legrottaglie, Marazzina, Manfredini, Federico Cossato e “Luciano”. Una bella pagina di calcio.

Il Chievo Verona 2011/2012 arrivava dall’undicesima posizione del campionato precedente. Il tecnico dei “mussi volanti” era Domenico di Carlo (futuro allenatore del Novara al posto di Corini nella sfortunata stagione 2017/2018) ed in rosa i veronesi contavano su una squadra composta da gente di categoria: da Sorrentino a Sardo, da Andreolli a Frey, da Sammarco a Rigoni al il tris d’attaccanti PellissierThereau-Moscardelli e al giovane Paloschi (vicino quell’estate anche al Novara).

Per quanto riguardava il Novara “targato” 2011/2012, molto era cambiato nella sua rosa: avevano salutato la Cupola di San Gaudenzio i due bomber della stagione passata che avevano segnato complessivamente 34 reti, Cristian Bertani e Pablo Andrés Gonzalez: il primo era passato alla Sampdoria in Serie B (ma con grandissima possibilità di promozione in Serie A), il secondo era promesso al Palermo già da gennaio 2012 ma rimase in prestito a Novara fino alla fine del campionato. Avevano salutato altri giocatori (uno su tutti, Simone Motta), tanti erano rimasti e altrettanti erano arrivati. I nuovi arrivati erano giocatori considerati di categoria: Paci, Meggiorini, Radovanovic, Granoche, Jeda e Morimoto, il vero colpo di mercato della squadra di Massimo de Salvo.

Gli obiettivi di Chievo e Novara erano diversi: metà classifica e campionato tranquillo per i veneti, salvezza a fine campionato per i piemontesi.

Il “Bentegodi”, il tredicesimo stadio più capiente d’Italia con i suoi 31mila posti, è un impianto molto grande, diviso in anelli con la pista di atletica tra gli spalti ed il campo. Quando gioca il Chievo i tifosi di casa non sono tantissimi ed infatti quell’11 settembre 2011 in Curva Nord (“feudo” dei tifosi clivensi) non c’era il tutto esaurito, come del resto in tutto lo stadio. Una nota di colore in Curva Sud dove c’erano almeno 2mila tifosi del Novara giunti con macchine e pullman alla volta della città di Romeo e Giulietta per vedere la squadra della loro città ricalcare i campi di Serie A dopo 55 anni.

La partita iniziò alle ore 15 agli ordini del signor Peruzzo di Schio. Capitani, Sergio Pellissier per il Chievo, Carlalberto Ludi per il Novara.

Il match si chiuse con il punteggio di 2-2 e per il Novara quello fu il primo punto ottenuto in campionato.

Fu una partita difficile: l’impatto fu devastante per il Novara visto che in appena 24 minuti era passato in svantaggio prima con Thereau e poi con Pellissier. I padroni di casa trovarono un Novara davvero molto in difficoltà, travolto dalla forza dei padroni di casa.

Al minuto 27, su assist di Morimoto, Francesco Marianini trovò il gol del 2-1: un bel tiro che non lasciò scampo a Sorrentino. Il gol del numero 18 azzurro arrivò al momento giusto, quasi alla fine del primo tempo e con il Chievo propositivo verso la porta difesa da Uijkani. Quello di Marianini era la prima rete del Novara in massima serie dopo 55 anni: l’ultimo prima di lui a riuscirci era stato Giambattista Moschino contro il Torino, in casa, il 3 giugno 1956.

Nella ripresa, il Novara giocò con un altro piglio e, complice l’espulsione alla mezzora di Sardo alla mezzora, al minuto 85 trovò il pareggio con Paci che colpì di testa la palla calciata dal corner di Porcari. Il gol del 2-2 era arrivato sotto la curva che ospitava i tifosi del Novara che videro la loro squadra recuperare un risultato che si pensava, a quel punto della partita, insperato.

Il Novara prese coraggio e a ridosso del 90’ addirittura poté passare in vantaggio se Jeda, a-tu-per-tu con Sorrentino da posizione defilata, non avesse calciato di poco fuori sul palo difeso dall’estremo difensore veronese.

2-2 che andava stretto ai ragazzi di di Carlo e che fece gioire il Novara che aveva la testa già alla partita successiva, la trasferta di Cagliari del 17 settembre. Ma l’attenzione era rivolta al debutto casalingo: martedì 21 settembre, nell’anticipo del primo turno infrasettimanale, al “Piola” sarebbe arrivata l’Inter.

Il match di ritorno fra i veronesi e gli azzurri si disputò al “Piola” il 2 febbraio e ad imporsi furono i gialloblu per 1-2: ancora in gol la coppia Pellissier-Thereau ed il gol della bandiera del Novara fu realizzato da Giuseppe Mascara.

A fine stagione, il Chievo chiuse il campionato al decimo posto mentre il Novara lo chiuse al penultimo posto con 32 punti. L’esperienza in Serie A per i ragazzi di Tesser durò una sola stagione e da allora non ce l’ha mai più fatta a tornare in massima serie nonostante abbia disputato due semifinali play off.

Oggi a distanza di quasi dieci anni da quell’11 settembre 2012, Chievo e Novara non militano più in Serie A. Non militano nemmeno in Serie B e in Serie C, dove queste hanno militato rispettivamente nell’ultima stagione. A distanza di anni da quel 2-2 Chievo e Novara giocheranno tra i dilettanti. Motivo? Lo scorso 15 luglio il loro ricorso per l’ammissione al campionato di appartenenza è stato respinto e lunedì 26 luglio il Consiglio di Garanzia del CONI ha bocciato ulteriormente i loro ricorsi.

Dopo 35 anni, i “mussi volanti” torneranno tra i dilettanti, mentre per il Novara ci sarà il debutto in questa categoria perché il club azzurro non ha mai giocato nella sua storia ultracentenaria tra i dilettanti e per lui sarà la prima volta. Una prima volta che club e tifosi non avrebbero mai voluto assaporare e che invece, obtorto collo, dovranno affrontare.

Il calcio italiano professionistico ha perso due squadre esempio negli anni: da una parte, la piccola squadra di città che prende il nome da un quartiere che al primo anno di Serie A si qualifica per la Coppa UEFA, nell’estate 2006 gioca addirittura i play off di Champions League e che ogni stagione si salva nonostante un budget di spesa basso; dall’altra la piccola squadra di provincia, espressione di una città di 105mila abitanti che mancava dai grandi palcoscenici da oltre 50 anni e che nel giro di due anni si era trovata non per caso ma con pieno merito dalla Lega Pro alla Serie A. Con il fiore all’occhiello di Novarello, il centro sportivo della squadra sito a poco più di 10 km da Novara e che nel 2017 è stato premiato come miglior centro sportivo italiano superando centri di Serie A come Trigoria (Roma) e Torre del Grifo (Catania). Oltre ad avere una gestione oculata e con l’altro fiore all’occhiello del settore giovanile.

Da quell’11 settembre 2011 di acqua sotto i ponti dell’Adige e dell’Agogna ne è passata tantissima. E vederle oggi, al netto del ricorso al Tar del Lazio che le due società si accingeranno a presentare il prossimo 2 agosto, fa davvero tanto male.

 

immagine in evidenza tratta da archivio Cittadinovara.com