di Simone Balocco
Domenica 13 febbraio al “Piola” arriverà l’Imperia di mister Antonio Soda e dell’ex Arsenal Arturo Lupoli. Il match è valevole per la ventitreesima giornata di campionato, la quarta di ritorno. La partita di andata, giocata al “Ciccione” lo scorso 6 ottobre, ha visto il Novara sbancare lo stadio imperiese grazie ai gol di Vuthaj e Bortoletti. Il Novara FC ora è primo in classifica con 50 punti, l’Imperia è diciassettesimo con 20 punti e da quando l’ex tecnico del Gozzano è approdato in Riviera, la squadra nerazzurra ha cambiato passo.
Dici “Imperia” e la mente va ai play out salvezza di Serie C2 della stagione 1999/2000 quando l’allora Novara Calcio si salvò nella doppia finale proprio contro la squadra ligure: 1-1 all’andata, 1-0 al ritorno. L’Imperia non torna a Novara proprio dalla finale di ritorno giocata al “Piola” il 4 giugno 2000.
Ma Novara FC-Imperia questa volta ha un peso extra-sportivo assoluto, poiché prima del match si terrà l’evento per la intitolazione della Curva Nord del “Piola” a Giovanni Udovicich. L’evento si sarebbe dovuto tenere il 22 dicembre scorso prima di Novara-Chieri: si è deciso lo slittamento di un mese, ovvero alla prima partita casalinga utile successiva, perché quel mercoledì, alle ore 14:30, si è giocato il turno infrasettimanale (appunto Novara-Chieri) e, visto l’orario particolare, pochi tifosi avrebbero assistito non solo al match ma anche all’evento-inaugurazione. Il Novara FC, affinché potesse affluire più gente allo stadio, aveva chiesto alla Lega Serie D e al Chieri di tardare il calcio di inizio, ma gli ospiti avevano rifiutato. Si era deciso per il 23 gennaio, giorno di Novara-Borgosesia, ma a causa del rinvio delle prime due giornate dell’anno da parte della Lega Serie D per il Covid 19 si è deciso di spostare il tutto a domenica 13 febbraio, perché è (appunto) un giorno festivo e con molto più pubblico sugli spalti.
Ma chi era Giovanni Udovicich?
Morto il 4 settembre 2019 all’età di 79 anni, Giovanni “Nini” Udovicich è tutt’oggi il recordman di presenze con la maglia del Novara Calcio avendola indossata 516 volte in diciannove stagioni consecutive. Una storia d’amore iniziata da…attaccante l’11 febbraio 1958 a Bari e terminata da stopper (come tutte le altre partite da lui giocate) il 30 maggio 1976 contro la Ternana all’allora “Comunale” di viale Kennedy (non ancora intitolato a Silvio Piola).
Il Novara Calcio allora militava in Serie B e chiuse la stagione al sesto posto in classifica. La stagione successiva, senza Udovicich in campo, la squadra retrocesse in Serie C dopo sette campionati cadetti consecutivi e per il club ed i suoi tifosi iniziò un “calvario” terminato solo il 25 aprile 2010 con il ritorno della squadra in Serie B dopo trentatre anni consecutivi trascorsi tra Serie C, Serie C1, Serie C2, Lega Pro ed una parentesi di poche settimane in Interregionale salvo poi il ripescaggio della squadra in Serie C2.
Diciannove campionati consecutivi, dieci reti, due promozioni e due retrocessioni di cui una molto contestata per un presunto illecito sportivo mai chiarito del tutto: questo è stato Giovanni Udovicich da Fiume in maglia Novara, numero 5 sulle spalle, “pelata” e lunghe leve che gli hanno permesso di staccare in aria prima dell’avversario, colpire di testa e far ripartire l’azione.
Da domenica 13 febbraio, dopo due anni di richieste da parte della tifoseria organizzata al Comune, Udovicich si vedrà intitolata la parte più calda dello stadio, la Curva Nord. Da inizio dicembre nella tribuna del “Piola”, inoltre, è collocata la statua ad altezza naturale dello stesso “Nini” realizzata dall’artista Cosimo Bertone su commissione dell’ASSA, la municipalizzata cittadina per la raccolta dei rifiuti, e costruita dalla lavorazione di diverse bottiglie di plastica riciclata e legno. Nella parte più alta della curva, sarà affisso uno striscione con la scritta “Curva Giovanni Udovicich” e all’ingresso della curva verrà collocata una targa.
Molti tifosi però vorrebbero addirittura che lo stadio cambi intitolazione: Silvio Piola è stato un grandissimo del calcio italiano, campione del Mondo in Francia nel 1938 e capocannoniere in Serie A con le maglia di Pro Vercelli, Novara e, fino allo scorso 4 novembre, della Lazio, scalzato da Ciro Immobile, mentre Giovanni Udovicich è un patrimonio del calcio novarese perché è stato un esempio di giocatore-bandiera: il suo primato di caps dura ininterrottamente da 45 anni e durerà ancora tanti altri anni (se non decenni) perché oggi il calcio non è più come quello di una volta.
Udovicich faceva parte di un altro calcio: un calcio umano, dove la maglia non era solo una cosa in materiale sintetico da indossare la domenica, ma un qualcosa che si indossava nel cuore, nell’anima e nella mente. Giovanni Udovicich ha ricevuto in carriera molte lusinghiere offerte da parte di squadre della massima serie, ma lui ha sempre rifiutato: prima il Novara…e dopo anche. Un segno di riconoscenza verso una piazza calcistica tranquilla orfana dal 4 settembre 2019 del suo mito, del suo simbolo, della sua storia recente. Il 4 settembre 2019 è morta una delle ultime bandiere del calcio nazionale. giocatori che hanno deciso (senza rimpiangersi mai) di mettere la loro squadra davanti a tutto e a tutti. Anche ad offerte importanti di squadre di categoria superiore.
Udovicich è stato il simbolo di quella “novaresità calcistica” che ora non c’è più, con l’unico cruccio di non aver mai giocato in massima serie.
I tifosi del Novara Football Club si spelleranno le mani nel ricordo dello storico giocatore e chissà cosa penserebbero oggi i sette ragazzi fondatori del Novara Calcio che, magari inconsciamente, vollero portare sotto la Cupola quello sport importato in Italia poco più di quindici anni prima dagli inglesi e che costituirono, il 22 dicembre 1908, nei locali di un noto bar cittadino, i prodromi di una squadra che ha accompagnato le settimane calcistiche dei novaresi. Sicuramente saranno arrabbiati con qualcuno per la fine miserabile che ha fatto fare al Novara Calcio la scorsa estate, ma sarebbero orgogliosi di quanto ha fatto Giovanni Udovicich in azzurro e di quanto abbia dato al calcio cittadino. Lui che ha amato Novara e che Novara lo ha visto crescere e diventare uomo, padre e nonno. Lui nato a Fiume e che la storia ha voluto che lui e altre 500mila persone diventassero esuli e cacciati dalla loro terra natìa.
I genitori di Giovanni Udovicich scelsero allora la città di San Gaudenzio e la città di San Gaudenzio non li ha mai dimenticati. E da domenica il loro figlio Giovanni detto Nini diventerà immortale.