13 gennaio 2010, storia di un esodo azzurro a San Siro

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di Simone Balocco

 

Fra due giorni, sabato 12 gennaio, allo stadio “Olimpico” di Roma, con calcio d’inizio alle ore 15, il Novara di mister William Viali sfiderà la Lazio negli ottavi di finale di Coppa Italia. La vincente affronterà, il prossimo 30 gennaio, la vincente di Inter-Benevento. In caso di passaggio del turno il Novara giocherebbe in trasferta.

Lazio-Novara sarà anche la prima partita ufficiale giocata in Italia nel 2019, con i campionati fermi per la sosta invernale e con l’intero week end dedicato agli ottavi di finale della coppa nazionale.

Il Novara, unica squadra di Serie C rimasta nella competizione insieme alla Virtus Entella (di scena lunedì 14 sempre, all’”Olimpico”, contro la Roma), ha superato nell’ordine il Perugia (1-3), il Brescia (4-5 dopo i calci di rigori) e lo scorso 5 dicembre il Pisa in casa (3-2), in una partita dalle forti emozioni con il gol vittoria di Jacopo Manconi nel primo dei cinque minuti di recupero nel secondo tempo. La squadra capitolina invece sarà al debutto stagionale nella coppa nazionale, essendosi classificata la scorsa stagione tra le prime otto (quinto posto per lei) ed il regolamento della manifestazione prevede che queste squadre di Serie A partano dagli ottavi di finale.

I tifosi azzurri sono già in fibrillazione: giocare contro una grande del calcio nazionale in uno stadio da oltre 70mila posti. Eh sì perché il regolamento prevede anche che fino ai quarti di finale compresi, si giochino partite di sola andata in casa della squadra meglio classificata la stagione precedente. La semifinale invece sarà in partite di andata e ritorno (con sorteggio dei campi), mentre la finalissima sarà disputata il 15 maggio prossimo sempre allo stadio “Olimpico”.

La Lazio, sotto le festività natalizie, ha disputato tre partite: due vittorie (3-1 e 0-2 contro Cagliari e Bologna, il 22 e 26 dicembre) ed un pareggio (1-1 il 29 dicembre in casa contro il Torino), in classifica è quarta (a -21 punti dalla Juventus capolista) ed il suo cannoniere è Ciro Immobile con dieci reti. Il Novara, nello stesso periodo, ha disputato altrettante partite con una vittoria (1-0 il 30 dicembre in casa contro il Pontedera) e due pareggi (1-1 contro il Siena e 2-2 in casa contro il Pisa il 22 ed il 26 dicembre), in classifica è decimo (a -10 punti dalla Pro Vercelli campione d’inverno) ed il suo cannoniere è Daniele Cacia con otto reti. Gli azzurri sono in serie positiva (compreso il match del quarto turno di Tim Cup contro il Pisa che li ha qualificati per l’ottavo di finale dell’”Olimpico”) da tredici partite: l’ultima sconfitta risale al 7 novembre scorso in casa contro la matricola Albissola. I capitolini sono in serie positiva da tre partite, ovvero dalla vittoria contro il Cagliari dell’ex Novara Paolo Faragò.

L’ultimo precedente in casa Lazio per il Novara risale al match del 5 dicembre 2011 e la squadra allora allenata da Edy Reja si impose con un perentorio 3-0. Il match fu disputato di lunedì sera su richiesta della squadra bianco-celeste perché il giovedì precedente era stata impegnata in Europa League in trasferta contro i rumeni del Vaslui, con la delusione di tanti supporter novaresi che avevano già prenotato treni, voli e biglietto della partita.

Come detto, tifosi azzurri sono in fibrillazione perché dopo due stagioni il Novara incontrerà, in partite ufficiali, una squadra di Serie A: il 29 novembre 2016 la squadra allora allenata da Roberto Boscaglia incontrò, nel quarto turno di Coppa Italia, il ChievoVerona di Rolando Maran, con vittoria dei padroni di casa con un netto 3-0.

La Coppa Italia ha permesso al Novara, dopo la retrocessione dalla Serie A nella stagione 2011/2012, di incontrare (sempre in trasferta) squadre della massima serie: la Fiorentina (terzo turno, 18 agosto 2012), l’Udinese (terzo turno, 16 agosto 2015) e, come detto, i clivensi.

Molti tifosi si sono già organizzati per la trasferta più lunga, ed affascinante, della stagione. La vittoria della coppa nazionale non è assolutamente nei piani della società, ma ci tiene che l’impegno venga onorato in pieno.

Nelle ultime nove stagioni, è la terza volta che il Novara raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Italia e nelle due volte precedenti l’avversario è stato il Milan a distanza di quasi due anni (13 gennaio 201018 gennaio 2012). In entrambi i casi, i rossoneri vinsero di misura contro un Novara più debole come valori tecnici in campo, ma che lottò con orgoglio e grinta fino alla fine.

E fra tre giorni esatti sarà il 13 gennaio ed in casa Novara la data “13 gennaio” ha una rilevanza storica: era il (già citato) 13 gennaio 2010 quando gli azzurri affrontarono al “Meazza” il Milan di Leonardo e Pippo Inzaghi.

Una data negli annali del club quel 13 gennaio 2010 che tre settimane prima aveva festeggiato i 101 anni dalla fondazione.

La partita, arbitrata allora da Renzo Candussio di Cervignano del Friuli, fu vinta dal Milan per 2-1 con vantaggio iniziale di Filippo Inzaghi (11′) e gol vittoria a dieci minuti dalla fine di Mathieu Flamini. Nel mezzo, il gol del pareggio quaranta secondi dopo l’inizio del secondo tempo da parte di Pablo Andrés Gonzalez con un sinistro incrociato che non diede scampo a Marco Storari. Il numero 9 argentino (le squadre di Lega Pro allora non avevano il nome del giocatore sulla maglia) siglò il gol del pareggio proprio sotto la curva dove c’era la maggior parte dei supporter novaresi. Ai quarti approdò il Milan che incontrò l’Udinese che aveva eliminato l’altra squadra di Lega Pro presente nel tabellone, il Lumezzane.

Di quella squadra oggi, a distanza di nove anni da quella partita, è rimasto in campo il solo Pablo Andrés Gonzalez, tornato in azzurro lo scorso 14 dicembre dopo lo svincolo contrattuale con l’Alessandria di quattro mesi e mezzo prima. Nei ranghi della società sono rimasti Carlalberto Ludi (direttore sportivo) e Marco Rigoni (brand manager). Gonzalez non potrà giocare sabato pomeriggio poiché squalificato.

Vediamo nel dettaglio perché il 13 gennaio 2010 era, è e sempre sarà nel cuore, e nella testa, dei tifosi azzurri. Dobbiamo fare un salto però al 25 novembre 2009 allo stadio “Franchi” di Siena. Quel tardo pomeriggio, per il quarto turno di Tim Cup, si sarebbero affrontate Siena e Novara.

Il Novara che si presentò allo stadio “Franchi” era una squadra che in campionato non aveva ancora perso una partita e nel suo girone di Lega Pro iniziava a dare, come si dice, la polvere alle avversarie. Ed in Coppa Italia (allora marchiata Tim Cup per motivi di sponsorship) la squadra di Tesser ci aveva preso gusto, sfoderando prestazioni importanti e da applausi.

Il cammino del Novara nella coppa nazionale era iniziato dal primo turno, il 2 agosto 2009, quando al “Piola” arrivò il Pescina Val del Giovenco, compagine abruzzese di Lega Pro: gol vittoria di Bertani e Novara che nel secondo turno avrebbe affrontato il Modena, allora in Serie B. Il 9 agosto, al “Braglia”, gli azzurri vinsero ai rigori contro la squadra di Luigi Apolloni dopo che nei tempi regolamentari il match si era chiuso sull’1-1 e 2-2 nei supplementari.

Il 14 agosto il Novara affrontò la prima squadra di Serie A, il neopromosso Parma: 1-2 al “Tardini” e azzurri che non volevano smettere di far sognare i propri tifosi. Molti supporter pensarono che il cammino della squadra tesseriana potesse concludersi lì, a Ferragosto, ed invece Juliano e Bertani trascinarono al quarto turno la loro squadra.

Nei posti di villeggiatura (ma anche in città, per quelli che rimasero sotto la Cupola), molti iniziarono a strofinarsi gli occhi e a chiedersi se davvero quello che sarebbe iniziato nove giorni dopo sarebbe stato il campionato della tanto sospirata promozione in Serie B, categoria che dalle parti di viale Kennedy non si vedeva da trentatré anni.

Molti iniziarono a fantasticare: dopo il Siena, in caso di vittoria, ci sarebbe stato da affrontare il Milan a San Siro.

Il Siena era più forte del Novara (sulla carta) e tanti tifosi dissero che era più importante fare bene in campionato rispetto alla Coppa nazionale. Solo che il Novara in coppa aveva la stessa marcia di quello del campionato e anche il Siena cadde: la squadra di Tesser avrebbe incontrato a gennaio il Milan al “Meazza”. L’ultimo match tra le due squadre risaliva all’8 settembre 1971 nella fase a gironi di Coppa Italia e a prevalere fu l’allora squadra allenata da Rocco con in campo Rivera, Prati e Schnellinger contro la squadra di mister Parola che schierava (tra gli altri) Udovicich, Jacomuzzi e Giannini.

I tifosi del Novara, nella prima parte della stagione 2009/2010, conobbero il talento cristallino di un attaccante argentino nato a Tandil, nella Provincia di Buenos Aires, il 28 maggio 1985 che in patria aveva fatto il postino di professione ed il calciatore come “secondo lavoro” nel Grupo Universitario de Tandil: Pablo Andrés González. L’argentino, soprannominato “el cartero” (“il postino” appunto), aveva giocato in campionato, fino al match del “Franchi”, dodici partite (di cui tre partendo dal 1′) segnando tre reti, mentre in Coppa Italia aveva segnato le due reti che avevano eliminato il Siena.

I giornali ed i programmi sportivi nazionali iniziarono a mettere in risalto l’undici di Attilio Tesser, una squadra che stava facendo impazzire di gioia una piazza che aveva fame di calcio e che stava scrivendo una bella pagina di sport. E quando la settimana prima della partita venne aperta la vendita dei biglietti del match di San Siro, la città di mobilitò: le filiali della banca autorizzata dal Milan a vendere i tagliandi furono prese d’assalto da tifosi azzurri in fila già un’ora prima dell’apertura con soldi e documento d’identità alla mano per accaparrarsi non solo un biglietto, ma un vero cimelio. Molti andarono anche in altri comuni della Provincia se non in Lombardia per accaparrarsi il biglietto.

Il Novara, intanto, aveva iniziato il 2010 con due vittorie: 1-0 in casa contro il Figline Valdarno e 0-2 a Sorrento. I rossoneri di Leonardo avevano iniziato l’anno con il botto: 5-2 casalingo contro il Genoa e colpaccio esterno all’”Olimpico” contro la Juventus (0-3).

Fino al match contro i rossoneri, il Novara in campionato aveva realizzato una striscia positiva di diciannove risultati utili consecutivi (tredici vittorie, sei pareggi, zero sconfitte) e viaggiava al comando del girone A di Lega Pro.

Il 12 gennaio, il giorno prima del match, erano stati staccati circa 15 mila biglietti: di questi, 13mila erano di tifosi novaresi. In poche parole: esodo azzurro verso il “Meazza”. Ci sarebbero stati più spettatori a Milano quel pomeriggio che tutta la capienza allora del “Piola” (7.5 mila posti a sedere).

L’autostrada A4 in direzione “Milano” fu teatro di una carovana di macchine e pullman senza precedenti nella storia del club azzurro. Organizzarono pullman le scuole, gli ordini professionali e molte associazioni per prendere parte all’Evento calcistico novarese del secolo: il piccolo Novara avrebbe giocato casa nella “Scala del calcio”.

I giorni precedenti l’Evento, tutti nei bar e nelle piazze si raccontavano le peripezie per accaparrarsi il ticket e come avrebbero raggiunto la stadio milanese, sbizzarrendosi anche in pronostici e formazioni.

Gli organici degli uffici, il giorno della partita, erano più che dimezzati ed alcuni esercenti avevano già attaccato sui vetri dei loro negozi un cartello che indicava che nel pomeriggio di mercoledì 13 gennaio sarebbero stati “chiusi per partita”. Chi non poté prendere parte all’happening di San Siro, avrebbe potuto vedere la telecronaca della partita in diretta su Rai3 con i commenti di Carlo Nesti e Fulvio Collovati.

Già due ore prima del match (fissato alle ore 16), molti tifosi azzurri erano già davanti ai gate del “Meazza” a fare foto (non erano ancora di moda i selfie) orgogliosi di mostrare le loro sciarpe novaresi a tutti e vedere dal vivo il gigantesco impianto meneghino.

Quando il Novara entrò in campo per il warm up, il 1° anello verde della Curva Nord (il settore riservato ai tifosi del Novara) esplose in un urlo di gioia nel vedere i propri beniamini fare il riscaldamento in uno degli stadi più importanti del Mondo.

Ai tifosi collocati in curva si poterono unire quelli novaresi del settore “2° arancio”, cosicché il colpo d’occhio sarebbe stato maggiore.

All’ingresso in campo delle squadre, accanto all’arbitro, c’erano i due capitani, Massimo Ambrosini per il Milan e “Charly” Ludi per gli ospiti, seguiti dai portieri Marco Storari e Alberto Fontana. Dietro di loro, i restanti diciotto giocatori, tra cui i giovani difensori Alberto Cossentino e Andrea de Vito: il numero 2 del Novara fino a quel momento aveva disputato (tra campionato e Coppa Italia) solo cinque partite di cui una sola da titolare (contro il Siena), mentre il numero 56 rossonero era al debutto assoluto tra i professionisti. I due giocatori avevano, al tempo, rispettivamente 21 e 18 anni,

Nicola Ventola, il giocatore del Novara allora con più esperienze di livello, aveva parlato con mister Tesser e gli aveva chiesto di non schierarlo in campo, lasciando il suo posto a quei giocatori che mai avevano giocato una partita di quel tipo. Tesser per l’occasione lasciò in panchina i tre pilastri di quella squadra: il difensore centrale (elevato al ruolo di “sindaco”) Andrea Lisuzzo, capitan Raffaele Rubino e l’attaccante “prestato” al ruolo di trequartista Simone Motta. Anche Leonardo fece lo stesso, dando spazio a molti giocatori (sopratutto giovani) che non avevano trovato spazio fino a quel momento in campionato: non convocati Dida, Nesta, Beckham, Pirlo, Borriello, fuori gli infortunati Oddo, Zambrotta, Seedorf, Pato e out lo squalificato Ronaldinho per favorire i vari de Vito, Verdi, di Gennaro, Merkel e Zigoni fra campo e panchina.

Il Novara schierava davanti il tandem Bertani-Gonzalez e dietro di loro Rigoni, il Milan Huntelaar-Inzaghi e dietro il giovane di Gennaro: tre “Signori Nessuno” del calcio (anche se Rigoni aveva avuto esperienze di livello con la Juventus anni prima) contro l’ex attaccante di Ajax e Real Madrid, il “Pippo nazionale” del calcio ed il talento ex Primavera della squadra rossonera.

Dopo undici minuti la doccia gelata: palla sulla sinistra ad Inzaghi che, in area, dopo alcune finte, lasciò sul posto Cossentino segnando un bel gol a Fontana.

Nel primo tempo, il Novara si fece vedere molto timidamente dalle parte di Storari, mentre i rossoneri presero a “pallate” il numero 1 azzurro, ma il portiere ex Torino parò (o deviò) tutte le “pallonate” arrivategli.

Per tutto il corso del primo tempo, nonostante il vantaggio rossonero, i tifosi novaresi incitarono sempre i loro giocatori, in particolare “Jimmy” Fontana. Eppure non era un Milan irresistibile, nel complesso.

La ripresa iniziò con nessun cambio azzurro, mentre Leonardo aveva cambiato Bonera con Abate, ma dopo quaranta secondi dal kick off battuto dal Novara la triangolazione Porcari-Bertani-Gonzalez portò l’attaccante di Tandil a tu-per-tu, da posizione defilata, con Storari. L’attaccante argentino superò la marcatura di Kaladze e fece partire un potente sinistro sul secondo palo, superando il numero 30 milanista. Palla in rete, come detto, proprio sotto la Curva Nord e tifosi azzurri che esplosero di gioia. Il piccolo Novara ce l’aveva fatta: 1-1, palla al centro ed un secondo tempo tutto da vivere.

Fino al minuto 80, il Novara ci credette, facendosi vedere spesso nella trequarti rossonera, ma Storari ed i compagni di reparto impedirono il gol azzurro.

Però Flamini, proprio in quel momento, fece partire un gran tiro di destro dalla distanza, superando Fontana. Vantaggio milanista e Novara che si svegliò con un’altra doccia gelata.

Dopo quattro minuti di recupero, Candussio fischiò la fine della partita: Milan ai quarti, Novara a casa. Ma la piccola squadra di Lega Pro uscì tra gli applausi di tutto lo stadio, per aver messo sotto una squadra molto più forte di lei. Tutti applaudirono: i tifosi applaudirono gli “eroi di Milano”, i giocatori applaudirono i 13mila accorsi a San Siro. Fu davvero un grandissimo momento di calcio e di sport.

Era il miracolo della famiglia de Salvo, proprietaria del Novara da tre stagioni che aveva dato un tocco decisamente diverso alla squadra rispetto al passato, costruendo una squadra “fuori categoria” per la Lega Pro con un allenatore ed un direttore sportivo di grido ed un centro sportivo di eccellenza inaugurato il 29 settembre 2007, Novarello.

Il 18 aprile 2010 il Novara perse la prima delle tre partite di campionato: era Benevento-Novara, valevole per la 31a giornata. A fine stagione, gli azzurri vinsero il campionato di Lega Pro con tre partite di anticipo (tornando in Serie B dopo trentatré anni) e la Supercoppa di Lega Pro contro il Portogruaro. Il Milan quella stagione si classificò al terzo posto in campionato (qualificandosi alla successiva Champions League), in Champions League uscì agli ottavi di finale per mano del Manchester United ed in Coppa Italia fu estromessa al turno successivo dall’Udinese.

Molti si chiesero come sarebbe finito quel Milan-Novara se si fosse giocato a campi invertiti. Il modello Coppa Italia è molto penalizzante per le squadre di categoria inferiore, costrette per motivi di regolamento a giocare, almeno fino ai quarti, in casa della miglior piazzata in campionato la stagione precedente. In FA Cup, in Inghilterra, ad esempio, il regolamento prevede che le squadre di Premier o Championship giochino in casa delle avversarie delle serie minori e tante volte queste vengono eliminate dalle provinciali d’Oltremanica pronte a dare il tutto per tutto davanti agli occhi dei propri tifosi

In Italia, a oggi, solo una squadra ha vinto la Coppa Italia non militando, l’anno della vittoria, in Serie A: il Napoli nella stagione 1961/1962. In cinque occasioni invece altre quattro squadre della serie cadetta sono arrivate in finale (Catanzaro, Padova, due volte il Palermo e l’Ancona) e due squadre di Serie C sono arrivate fino alle semifinali (due volte il Bari ed una volta l’Alessandria, tre stagioni fa).

Quel 13 gennaio di nove anni fa viene ricordato ancora oggi come il “Novara Day”. Peccato che negli anni successivi, dopo la sbornia della doppia promozione Lega Pro-Serie A, la squadra ha perso una grandissima fetta di tifosi. L’ultima campagna abbonamenti si è chiusa con 2.410 abbonamenti stipulati e la quasi totalità di quei 13mila di San Siro non è più andata a vedere il Novara, se non a vedere il “match point” contro la Cremonese del 25 aprile (che portò il Novara in Serie B dopo trentatré anni), il campionato successivo di Serie B e poi l’anno in massima serie con la scusa di vedere (se non tifare) le squadre di Serie A avversarie al “Piola”. Ma meglio avere 2.4mila tifosi sempre fedeli davanti alle avversità che oltre diecimila tifosi “finti” che erano lì solo perché tifare Novara, tra il 2009 ed il 2012, era una moda.

Il Novara nella stagione in Serie A andò a Milano altre due volte in campionato ed il 18 gennaio 2012 sfidò ancora il Milan negli ottavi di Tim Cup. I rossoneri allora allenati da Massimiliano Allegri ebbero la meglio sul Novara questa volta ai supplementari, poiché a due minuti dalla fine Ivan Radovanović, su punizione, aveva pareggiato il gol iniziale di Stephan El Shaarawy. Ai quarti di finale andò ancora il Milan, grazie al gol di Pato in fuorigioco.

E nell’ultima partita di campionato, il 13 maggio 2012, sempre contro il Milan a San Siro, il Novara chiuse il primo tempo in vantaggio con il gol di Santiago Garcia, ma subì il forcing rossonero nella ripresa: il match si chiuse 2-1 e a segnare, furono, ironia della sorte gli stessi marcatori del match di due anni e mezzo prima, ovvero Flamini ed Inzaghi, all’ultima partita in rossonero insieme ad altri campionissimi. Come se non bastasse, il Novara schierò in porta Alberto Fontana, come due anni e mezzo prima.

E’ proprio il destino che il Novara quando vede il Milan si esalta. Ma nessun altro match sarà mai come quello del 13 gennaio 2010. E ora vediamo cosa riusciranno a fare Cacia e compagni sabato all’”Olimpico”.

Sognare, come sempre, non costa nulla.

foto in evidenza tratta da www.magliarossonera.it

foto nell’articolo tratta da www.youtube.com