di Simone Balocco
Domenica 13 maggio 2012 è stata una giornata ventosa e con un clima freddo, nonostante mancasse poco più di un mese all’inizio dell’estate. Quel giorno si chiudeva il campionato di Serie A, l’80° da quando esiste il girone unico, il 110° dal primo campionato datato…domenica 8 maggio 1898.
Campione d’Italia era diventata la Juventus, tornata a vincere lo scudetto dopo nove stagioni (compreso un campionato in Serie B). La Coppa Italia la vinse il Napoli in finale contro la stessa Juventus. Si qualificarono alla Champions League, oltre ai bianconeri, il Milan e l’Udinese. Lazio ed il Napoli si qualificarono alla Europa League, insieme all’Inter, che si qualificò grazie al fatto che i partenopei avendo vinto la coppa nazionale avevano lasciato libero uno slot. In Serie B retrocessero Lecce, Novara e Cesena.
L’ultima giornata di campionato vide il Novara, già retrocesso matematicamente in Serie B dopo il pareggio di Firenze del 2 maggio, sfidare a San Siro il Milan di Massimiliano Allegri. Una partita che non aveva nulla da dire al campionato, ma che ebbe tanti significati intrinsechi: per il Novara, l’ultima partita in massima serie; per il Milan l’addio al calcio (e al rossonero) di tantissimi giocatori che avevano segnato non solo un’epoca sulla riva milanista del Naviglio, ma anche nel calcio italiano.
Quel pomeriggio, il “Meazza” vide ben 60mila spettatori presenti di cui oltre un migliaio proveniente da Novara. Un numero basso di tifosi nonostante si giocasse a 50 chilometri da casa, in una cornice…da Serie A e per salutare la squadra dopo una stagione che chiudeva un cerchio iniziato il 2 agosto 2009 con la vittoria in Coppa Italia contro il Pescina.
Per l’ultima gara di campionato, Attilio Tesser, tornato in sella alla squadra il 6 marzo 2012 dopo le sei partite di Mondonico, schierò un 4-3-1-2 con Fontana tra i pali, difesa con Morganella, Lisuzzo, capitan Centurioni e Garcia, a centrocampo Pesce, Porcari, Gemiti; Rigoni dietro le due punte Caracciolo e Jeda. Stesso modulo per i padroni di casa con Amelia in porta; Zambrotta, Mexes, Yepes, Mesbah in difesa; Gattuso, Aquilani, Seedorf e Boateng a centrocampo e davanti il tandem Ibrahimovic-Cassano.
Arbitro dell’incontro fu Massimiliano Velotto di Orbetello.
Al termine del primo tempo, il Novara era in vantaggio 0-1 grazie al gol di Santiago Garcia al minuto 20: a seguito di una punizione calciata da Rigoni, il difensore argentino stoppò e calciò in porta sfruttando un passaggio-tiro di Gemiti. Palo, gol e azzurri in vantaggio sotto la Curva Sud. Gioia e festa tra il polo novarese nel terzo anello della Curva Nord.
Nella ripresa, il Milan cambiò marcia e pareggiò prima con Flamini al minuto 56 e poi passò in vantaggio con Inzaghi all’82’. Il francese era entrato in campo all’11’ per Kevin Prince Boateng, mentre il numero 9 di Piacenza era subentrato a Cassano all’67’. I due gol rossoneri furono di diversa fattura: Flamini calciò di forza di destro in area, sfruttando un assist di Cassano, mentre Inzaghi fece sua la palla lanciatagli perfettamente da Seedorf: stop al volo e tiro di destro in rete. Le due reti sono state segnate ancora sotto la Curva Sud, feudo del tifo caciavit.
La partita terminò 2-1: il Novara salutava la Serie A, il Milan disse addio allo scudetto sul petto.
A fine partita però ci fu un momento molto intenso perché terminavano le carriere di quattro calciatori del Milan: lasciarono il calcio giocato Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso, lo stesso Pippo Inzaghi e Clarence Seedorf. Lasciarono il Milan per altri lidi Zlatan Ibrahimovic, Thiago Silva, Antonio Cassano, Mark Van Bommel, Alberto Aquilani, Gianluca Zambrotta e Flavio Roma.
Lacrime, gioie e festa per salutare diversi campioni.
Per il Novara quella partita fu la chiusura di tre stagioni incredibili: double campionato di Lega Pro e Supercoppa che portarono la squadra in Serie B dopo 33 anni nella stagione 2009/2010; terzo posto in cadetteria e play off vinti contro il Padova la stagione successiva che promossero la squadra in massima serie dopo 55 anni. E proprio contro il Milan gli azzurri avevano giocato la famosa partita dei “13mila di San Siro”: mercoledì 13 gennaio 2010 il Novara, allora capolista in Lega Pro, sfidò il Milan negli ottavi di Coppa Italia con 13mila supporter azzurri al seguito. Rispetto a due anni prima, domenica 13 maggio 2012 erano in campo cinque giocatori di quel Novara e a segnare per il Milan furono gli stessi giocatori di allora, Flamini ed Inzaghi.
La stagione 2011/2012 per Inzaghi è stata una stagione tribolata che lo vide giocare complessivamente solo sette partite (tutte da subentrato) e segnare una sola rete: non giocò neanche la partita di andata contro gli azzurri, disputata il 22 gennaio 2012 al “Piola” e vinta dai suoi 0-3. Addirittura durante il calcio mercato di gennaio si parlò di un avvicinamento tra il Novara ed Inzaghi, notizia poi rivelatasi falsa…ma molto affascinante. Il giocatore segnò sotto la curva rossonera la quale impazzì e chi poté si arrampicò con Inzaghi sulle balaustre del “Meazza” per festeggiare con Superpippo. Ancora oggi, lo stesso Filippo Inzaghi, ricorda con piacere quel gol contro il Novara, il suo ultimo gol di una carriera fantastica e vincente. E ogni volta che si guardano gli high light di quel gol, si vede Inzaghi fronteggiare le maglie azzurre del Novara.
Da quel momento, il Novara non ha più giocato in Serie A (addirittura la scorsa estate è stato estromesso dal professionismo ed il suo posto nel cuore dei tifosi è stato preso al Novara FC, nato il 20 agosto scorso), mentre il Milan da quel 13 maggio ha vinto una Supercoppa, ha raggiunto due volte la finale di Coppa Italia, ha giocato tre stagioni in Champions League, lo scorso anno ha chiuso al secondo posto in classifica e oggi è primo in classifica con due punti sull’Inter a due giornate dalla fine del campionato.
La stagione successiva il Novara ripatì dalla Serie B con Attilio Tesser ancora in sella: la squadra rispetto alla Serie A venne stravolta, rimasero a Novarello solo sei giocatori della magica stagione in Serie A e tornò in azzurro Pablo Andrés Gonzalez. Tesser fu poi esonerato dopo la dodicesima giornata e al suo posto fu chiamato Alfredo Aglietti.
La stagione in Serie A fu in chiaro-scuro per il Novara: da un lato, la gioia del ritorno in Serie A dopo 55 anni per una piazza che era tornata a sognare ed una squadra che era sulla bocca di tutti per i successi delle due stagioni precedenti, dall’altra una retrocessione amara frutto di diversi errori in sede di campagna acquisti in estate e la tanta inesperienza di diversi giocatori al loro debutto in massima serie e di alcuni dirigenti. Da ricordare in quella stagione la doppia vittoria contro l’Inter, i tre punti casalinghi conquistati contro Udinese e Lazio, la vittoria contro il Parma con il gol storico di Raffaele Rubino che, il 26 novembre 2011, divenne il primo giocatore a segnare in tutte le categorie professionistiche con la stessa maglia.
Il Novara chiuse il campionato al 19° posto con 32 punti, a dieci punti dalla quartultima, il Genoa, che si era salvata. Con i se e con i ma non si gioca a calcio, ma se si fossero pareggiati alcuni scontri diretti magari il Novara si sarebbe salvato.
La stagione 2011/2012 è stata la stagione che ha portato alla ribalta nazionale giocatori come Centurioni, Lisuzzo, Porcari e Rigoni e negli anni successivi solo undici giocatori di quel Novara hanno continuato a giocare in Serie A: a oggi solo Samir Uikani e Ivan Radovanovic militano ancora in massima serie (anche perché nella stagione 2011/2012 avevano entrambi 23 anni). E tutti hanno conosciuto di che pasta era fatto (e lo è ancora oggi) Attilio Tesser.
Soprannominato “il Komandante” dalla tifoseria azzurra, Attilio Tesser è stato l’artefice della doppia promozione Serie C-Serie A del Novara, una cosa successa solo sedici volte prima di allora in oltre cento anni di calcio italiano. Era alla guida di una squadra fantastica, composta da individualità di grande classe ed un gruppo tosto ed unito che ha regalato ad una tifoseria, e ad una città intera, un sogno grande come la Cupola di San Gaudenzio. A Novara Tesser si tolse tutte le soddisfazioni possibili, visto che fino al suo arrivo a Novara (datato 11 giugno 2009) ebbe sempre poca fortuna in panchina: due stagioni a Bolzano con il Sudtirol (2001-2003, con la sconfitta nella finale play off di Serie C2 proprio contro il Novara); due anni a Trieste in Serie B (2003-2005, decimo posto e vittoria dei play out); 90′ in Serie A con il Cagliari ed esonerato già dopo la prima partita di campionato (stagione 2005/2006); esonerato dopo le prime undici partite con l’Ascoli (stagione 2006-2007) in Serie A; esonero dopo ventisette partite con il Mantova ancora in cadetteria nel campionato 2007/2008 ed infine un altro esonero con il Padova la stagione successiva (cinque partite al posto di Carlo Sabatini esonerato). Dopo lo scetticismo iniziale da parte dei tifosi novaresi, Tesser entrò nel cuore di tutti e rimandò al mittente tutte le critiche a lui rivolte. Il tecnico di Montebelluna poi vinse la “Panchina d’argento” come miglior tecnico della Serie B nella stagione 2010/2011 e dopo l’esperienza novarese allenò Ternana, Avellino, Cremonese, Pordenone e ora Modena. In totale, tra il 2009 ed il 2022, il tecnico di Montebelluna ha vinto quattro campionati di Lega Pro (Novara, Cremonese, Pordenone, Modena), un play off di Serie B (Novara) e due Supercoppe di Lega Pro (Novara e Pordenone)
Quel tecnico veneto che si era imposto come un vero Normal one, simpatico e disponibile con tutti che in provincia si è ritagliato il suo piccolo spazio vitale dopo anni di sfortune e presidenti sui generis. Dopo il suo addio nel novembre 2012, si è vociferato di un suo ritorno in panchina Novara: si disse che due/tre stagioni fa ci fu un contatto, ma non se ne fece nulla.
Da quel Milan-Novara sono passati dieci anni. Dieci anni intensi, passionali, ancora vincenti e deludenti per il Novara e per i suoi tifosi, con l’apice dell’esclusione della squadra lo scorso 26 luglio dal professionismo e la nascita, come detto, il 20 agosto successivo, della nuova società che ha raggruppato tutto il tifo novarese precedente, il Novara Football Club e che al primo campionato ha vinto il torneo di Serie D e che la prossima stagione giocherà tra i professionisti.
Nessuno dimenticherà mai quel Milan-Novara. Nessuno dimenticherà mai quella stagione. Nessuno dimenticherà il triennio 2009-2012. Nessuno dimenticherà tutto per molto tempo.
Forse è brutto vivere di ricordi, ma è bello averli vissuti così.
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