14 agosto 1995-14 agosto 2020: 25 anni fa la “Battle band” fra Oasis e Blur. Vinsero gli Oasis, vinse il Britpop

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di Simone Balocco

di Simone Balocco

La città di Manchester è famosa per essere stata la capitale della prima Rivoluzione industriale del XVIII secolo ed essere la città di due squadre di calcio amate ed idolatrate sia in Inghilterra sia nel Mondo, il Manchester United ed il Manchester City.

Ma anche dal punto di vista musicale, Manchester ha avuto la sua importanza, avendo dato i natali a molti gruppi: dai Bee Gees ai Joy Division, dai The Smiths agli Stone Roses. E ha visto il proliferare di gruppi ed influenze musicali, Manchester ha dato i natali anche a due filoni musicali, il “madchester” e lo “shoegaze”, due particolari sottogeneri che hanno dato una certa “impronta” alla musica inglese negli anni Ottanta.

Ma nella città inglese sono nati, cresciuti e diventati dei miti due fratelli che, tra il 1991 ed il 2009, hanno cambiato la storia della musica con pezzi incredibili, performance iconiche ed un odio-amore reciproco degno di un romanzo. Stiamo parlando di Liam e Noel Gallagher, cantante e prima chitarra degli Oasis.

In diciotto anni di carriera, gli Oasis hanno pubblicato sette dischi studio, due best of, un live e un disco di B sides. Alcune loro canzoni sono diventate manifesti musicali di una generazione ed alcune sono entrate nell’immaginario collettivo come simbolo di quello che è passato alla cronache come Britpop e ancora oggi molto apprezzate anche da chi degli Oasis non è un fan: da Wonderwall a Live forever, da Champagne Supernova a Don’t go away, da Supersonic a Don’t look back in anger, da Stand by me a Shock of the lighting a Fallin’ down.

Gli Oasis si sono sciolti undici anni fa e i due leader carismatici hanno intrapreso carriere musicali diverse, tra fallimenti e progetti importanti. La band si sciolse per colpa dei continui litigi (anche violenti) tra i due fratelli che portarono Noel, nell’agosto 2009, a dire “basta” una volta per tutte. L’addio di Noel Gallagher avvenne il 28 agosto 2009 quando lasciò il gruppo definitivamente prima dell’esibizione parigina al “Rock en Seine”.

Finiva una delle storie musicali più belle, intense e litigiose di sempre della musica. I fan sperano che i due fratelli possano riappacificarsi, riavvicinarsi e tornare in studio a registrare un altro album. La cosa a oggi è impossibile, ma tutti in cuor loro ci sperano.

Ma chi erano gli Oasis, dove e come si sono formati, quanti dischi hanno venduto, chi componeva la band oltre ai Gallagher brothers? Cosa hanno dato alla musica? C’è da tornare indietro nel tempo alla Manchester del 1991.

Nella città inglese quell’anno erano attivi da tre anni i Rain, una band formata da quattro amici ed ex compagni di classe che come tanti volevano svoltare con la musica. La line up era formata da Chris Hutton alla voce, Paul Arthur (detto Bonehead) alla chitarra, Paul McGuigan al basso e Tony McCarrol alla batteria. Il gruppo non ingranava e Hutton lasciò il gruppo. McGuigan chiese allora all’ex compagno di scuola Liam Gallagher di entrare nel gruppo come cantante. Gallagher, figlio terzogenito di una coppia separata con padre alcolizzato e violento, non era un musicista professionista, ma amava la musica ed accettò l’offerta dell’amico: aveva 19 anni, un passato burrascoso e sopra le righe ed un futuro molto incerto.

Pazzo degli Stone Roses, una band molto famosa di Manchester, Liam Gallagher si gettò a capo fitto nel progetto musicale.

Nel 1991, la band si trasformò in Oasis, traendo spunto da un poster degli Inspiral Carpets affisso nella camera del fratello maggiore di Liam, Noel (“Oasis Leisure Center in Swindon”). Questo gruppo musicale, di genere indipendente (indie), vedeva Noel Gallagher, fratello maggiore di Liam, esserne il roadie (slang di road crew, ovvero un tecnico al seguito di una band) e in quel periodo lo stesso Noel era negli States con quella band per una serie di concerti.

Liam, al ritorno del fratello dalla tournéé, gli chiese di sentirli suonare, ma a Noel non piaceva la musica che facevano, oltre a sostenere che non avevano talento. Noel era certo che diventando il loro manager avrebbero svoltato, ma i membri della band chiesero a Noel di entrare a far parte del gruppo musicale come chitarrista, oltre al fatto di “insegnare” loro come diventare una band seria. Noel rimase spiazzato nel vedere il fratello cantare così bene e nell’avere un’ottima presenza scenica. Noel entrò nel gruppo non come manager ma con l’obbligo di considerarlo come il leader (infatti il suo soprannome, ancora oggi, è “The Chief”, il capo) nonché chitarrista principale e compositore dei pezzi.

Il primo concerto della band con i fratelli Gallagher sul palco risale al 15 gennaio 1992 al Boardwalk, un noto locale musicale di Manchester. Da allora, la storia della musica cambiò radicalmente.

L’impronta di Noel fu devastante: testi migliori, musica migliore, live migliori.

Nel maggio 1993, gli Oasis seppero dal gruppo femminile delle Sister Lovers che la casa discografica Creation Records teneva a Glasgow una sorta di session per le band emergenti per trovare nuovi talenti. Gli Oasis partirono da Manchester alla volta di Glasgow. Dopo un viaggio estenuante, il gruppo arrivò a Glasgow conscio che quel concerto avrebbe potuto essere il loro trampolino verso il successo. Quella sera partecipò alle selezioni anche Alan McGee, capo della Creation Records, legata alla Sony, una major. McGee rimase impressionato dal gruppo e chiese loro un demo che arrivò a stretto giro di posta con alcuni loro pezzi: Gallagher senior disse che aveva altre canzoni in mano. Gli Oasis vennero scritturati e per loro iniziava una nuova carriera.

Nel 1994 uscirono i primi due singoli, Supersonic e Shakermaker. I pezzi furono apprezzati e passarono molto in radio. A luglio uscì il terzo singolo, Live forever, e a fine maggio vide la luce il loro primo disco, “Definitely maybe”.

II disco, che si componeva di undici tracce, andò subito al primo posto delle hit di vendita e in Inghilterra tutti scoprirono questa band di Manchester: 150mila copie vendute in tre giorni furono un record. Uscirono complessivamente cinque singoli e la band iniziò a suonare al di fuori del loro “guscio”.

L’anno dopo, ad ottobre, uscì il secondo disco, “(What’s the story) Morning glory?”, diverso dal precedente e ancora più di impatto. Il primo singolo estratto, Some might say, andò al primo posto in classifica: per Billboard, iconica rivista musicale nota per le sue classifiche, questo è ancora oggi al 104° posto tra i 300 dischi più venduti di sempre. Il successo dei primi dischi andò a braccetto con l’irrequietezza dei fratelli, avvezzi all’uso di alcool, droghe e violenza come “mezzo di dialogo”.

Anche grazie agli Oasis, l’Inghilterra tornò ad essere l’Eldorado della musica mondiale anche grazie alle prime girl band, boy band, gruppi indie e ad un nuovo filone musicale tipico di quella parte di Europa, il Brit-pop (contrazione di musica pop britannica). Tra questi, oltre agli Oasis, i Suede, i Verve, i Travis e, soprattutto, i Blur di Damon Albarn che ingaggiò con gli Oasis la celebre “battle band”.

Il 1995 è considerato l’anno clou del Britpop. Il Britpop arrivò in tempo per prendere l’eredità (come forza) del grunge, arrivato alle battute finali anche per una serie di eventi (uno su tutti, la morte l’anno prima del frontman della band di riferimento, Kurt Cobain dei Nirvana). Le radio (almeno fino al 1999) passavano a iosa le canzoni dei vari Suede, Ash, Pulp, The Verve, Supergrass, Elastica: da Beautiful ones a She’s in Fashion, da Disco 2000 a Common people, da Bittersweet simphony a Connection fino ad Alright e Burn baby burn.

E quell’anno ebbe inizio la diatriba tra gli Oasis e i Blur, gruppo londinese capitanato da Damon Albarn. Una sorta di Sud contro Nord, tra gente spiccia e gente snob.

Nel 1995, i Blur avevano sette anni di vita e quattro dischi all’attivo (mentre gli Oasis quattro anni e due dischi studio). Quell’anno uscirono “The great escape” e “(What’s the story) morning glory”. Il clou della “battle” si ebbe il 14 agosto 1995, in piena estate quando uscirono contemporaneamente due singoli di quei dischi, Contry House e Roll with it. I Blur vinsero la “battaglia” con 274mila copie vendute, con gli Oasis con 216mila, mentre la band di Manchester vinse la “guerra”, visto che il loro disco vendette oltre 16 milioni di copie, molte di più di “The great escape”.

Anche nel tempo, i fatti diedero ragione agli Oasis, anche se i Blur furono attivi fino al 2014. E la “battle” fu anche calcistica con Albarn tifoso dello “chic” Chelsea contro i Gallagher che tifavano il working class team Manchester City. E le due squadre, a livello di tifoseria, non si amano per nulla.

Il 3 luglio 1995 al “Rolling Stone” di Milano, gli Oasis tennero il loro primo concerto in Italia: fu sold out e anche la stampa italiana iniziò ad occuparsi di questa band rock n’ roll che piaceva a tutti. E l’anno dopo divenne storico il concerto tenuto il 10 e 11 agosto 1996 a Knebworth, nell’Hertfordshire, quando gli Oasis suonarono davanti a oltre 350mila spettatori in uno dei concerti più famosi e sold out del Mondo in una location, il “Knebworth Park”, che in decenni di concerti live mai aveva segnato così tante presenze.

Tra il 1997 ed il 2000, la band pubblicò tre dischi: “Be here now”, “The Masterplan” e “Standing on the Shoulder of Giants”. Da questi, furono tratte le celebri D’you know what I mean, Stand by meeAll around the World; Go let it out, Who feels love e Sunday morning call.

Fino a “Be Here now”, le canzoni erano tutte scritte da Noel, da “Heathen Chemistry” (disco uscito nel 2002) anche altri membri del gruppo poterono scrivere canzoni per il gruppo: la prima fu Songbird, made by Liam Gallagher.

Le liti fra di due Gallagher iniziarono ad aumentare come intensità e tante volte la band è stata sull’orlo dello scioglimento a causa di questa diatriba fratricida.

Nel 1999, lo storico chitarrista “Bonehead”, lasciò il gruppo così come il bassista Paul McGuigan, quello che aveva portato Liam nella band. Furono rimpiazzati da Gem Archer ed Andy Bell, ma Arthurs è ancora oggi ricordato con affetto dai fan della band

Il primo disco con la nuova casa discografica, la Big Brother Recording (creata ad hoc dalla band di Manchester) fu “Heathen Chemistry”. Anche questo disco vendette, piacque…ma non piacque a tutti.

Nel 2005 uscì “Don’t believe the truth”, sesto album molto atteso e che ebbe un grande successo, il migliore dopo dieci anni della band.

L’anno dopo uscì il primo greatest hits della band, “Stop the clocks”, anche se Noel non voleva che uscisse perché la band non era finita, ma la casa discografica “vinse”: furono raccolti i 18 brani più famosi del gruppo di Manchester e furono vendute molte copie.

Il successo sembrava non finire: concerti in giro per il Mondo tutti sold out, dischi che vendevano, interviste ed articoli di giornale. Se nonché il 28 agosto 2009 la notizia shock: Noel Gallagher, a tre date dalla fine della tourné, decise di lasciare una volta per tutte la band. Saltarono quindi i live di Parigi, Costanza e Milano.

L’ultimo disco della band è stato, quindi, “Dig out your soul” del 2008, che non riscosse un grande successo nonostante alcune tracce interessanti. O meglio: vendette, ma non vendette mai quanto i primi tre dischi, i punti di riferimento per ogni successo o insuccesso del gruppo.

I Gallagher brothers non rimasero con le mani in mano e diedero vita a nuovi progetti: Liam diede vita ai Beady Eye (con Gem Archer, Andy Bell e Chris Sharrock, ultimo batterista degli Oasis) attivi per cinque anni e oggi il giovane fratello Gallagher ha intrapreso una carriera solista con due album “studio” all’attivo, mentre Noel dal 2010 è alla “guida” dei Noel Gallagher’s High Flying Birds con all’attivo tre dischi e la presenza da qualche tempo anche degli ex Oasis e Beady Eys Gem Archer e Chris Sharrock.

Molti fan però vorrebbero che la band si riunisse e tornasse ai fasti del passato. E il 30 aprile 2020, quando in Italia il lock down dovuto al Covid-19 stava volgendo al termine, Noel annunciò l’uscita del singolo Don’t stop, un demo “targato” Oasis datato 2005 e mai uscito in quanto frutto di una registrazione di un vecchio sound check pre concerto in Asia.

Gli Oasis sono stati una band che ha dato una svolta alla musica mondiale, vendendo milioni di dischi e che ancora oggi i loro pezzi sono passati in radio e i videoclip sul web sono ancora cliccatissimi per ascoltare vere gemme.

La band è diventata un simbolo dell’Inghilterra musicale, una band globale che è diventata un mito e che ha ispirato molti gruppi. Sono stati i tedofori del Britpop, il movimento musicale più interessante degli anni 90, hanno spaziato dal pop al rock, dalla musica degli anni Sessanta alla psichedelia. E sarà anche un azzardo ma tanti sostengono che gli Oasis sono dei “Beatles 2.0”, poiché la loro musica rimane in testa come quella dei “Fab4” di Liverpool, oltre ad essere molti easy e non impegnati.

Gli Oasis devono molto ai Beatles, ma devono tanto anche ai Sex Pistols, ai Rolling Stones, ai The Smiths, ai The Doors e alla band che più di tutti ha spinto i Gallagher a fare musica, gli Stones Roses di Ian Brown.

Gli Oasis facevano rock pop, poco impegnato, con sonorità orecchiabili e dai testi semplici: quello che le persone volevano. Ed avevano talento, una cosa non banale da trovare nelle band musicali.

La musica degli Oasis è considerata dai fan (e dai “tecnici”) un mix tra il rock classico e quello in voga negli anni Settanta, in quanto molti dei punti di riferimento del gruppo sono i suoni di quel periodo.

Hanno tratto ispirazione dagli Oasis i Coldplay, i Kasabian, gli Arctic Monkey: se non fossero esistiti gli Oasis, molte band inglesi di successo degli anni Duemila non sarebbero mai nate e ora i membri farebbero altro nella vita.

Ma con tutto il rispetto per i vari “Bonehead”, Andy Bell, Chris Sharrock, Alan White, Tony McCarrol e Paul McGuigan, se si dice la parola “Oasis” si parla prettamente di Liam e Noel Gallagher.

Liam è il simbolo degli Oasis. Stile inconfondibile di timbro musicale con il suo inseparabile tamburello e la posizione piegata con le mani dietro la schiena ed abbassato rispetto al microfono, Liam Gallagher ha sempre avuto tanti attestati di stima da colleghi ed addetti ai lavori, tanto da essere considerato uno dei migliori frontman di sempre della storia della musica. Liam è un fan di due gruppi molto diversi tra loro per musica e life style: i Beatles e i Sex Pistols, appassionandosi a due nemesi come John Lennon (che a volte ha “scimmiottato” nel look) e Johnny Rotten, fonte di ispirazione come rock life.

Noel Gallagher, invece, è stato l’altra faccia della band: il paroliere, il musicista, l’ideologo della band. E se Liam Gallagher è stato un top frontman, Noel è ancora oggi uno stimato chitarrista e produttore musicale.

Grazie anche a Noel e Liam Gallagher, il Mondo ha conosciuto (ancora prima dell’arrivo dello sceicco Khaldun al-Mubarak) il mito del Manchester City, la squadra della working class di Manchester, meno glamour e meno vittoriosa dello United, anche se negli ultimi cinque anni sono stati più i successi degli Sky blues rispetto ai Red devils. E lo scorso anno, durante i festeggiamenti del titolo, Noel e stato invitato negli spogliatoi del club guidato da Pep Guardiola e ha cantato con la squadra Wonderwall, la canzone più celebre degli Oasis, cantata anche durante le partite dai tifosi citizens. I due fratelli sono stati il quid del successo della band: i litigi, le scazzottate, l’alcool, la droga, l’arroganza, la voglia di stupire e vivere come “rock ‘n roll star”, come il titolo della prima traccia del loro primo disco: erano partiti dalle cantine e sono arrivati a suonare in tutto il Mondo e vendere milioni di dischi.

Prima che iniziassero a suonare a Knebworth, Noel disse al microfono che in quel momento avrebbero fatto la storia e che la gente lì presente vi avrebbe preso part . Visti i risultati, un po’ aveva ragione “The Chief”.

Peccato che come ogni favola rock n’ roll sia finito tutto con lo scioglimento. Ma, sarà un caso, le grandi band della storia sono diventate mitiche soprattutto dopo il loro scioglimento.

E gli Oasis non sono stati da meno.

 

immagine in evidenza tratta da www.loadermusic.it