1931-2021, i 90 anni dello stadio di via Alcarotti

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di SImone Balocco

Giovanni Francesco Alcarotti era nato a Novara nel 1535 ed era un “viaggiatore-geografo”. Morto nel 1596*, la città gli ha dedicato l’omonima via che collega largo Pietro Micca con viale Volta e via Marconi, a ridosso del centro cittadino. Situata nel quartiere San Martino (noto in dialetto come “ladar e asasin”), questa via costeggia il parco del Valentino, uno dei più famosi parchi cittadini. Ma via Alcarotti  è nota per un vero monumento calcistico: lo stadio comunale. Ed in quello stadio vi ha giocato per quarantaquattro stagioni consecutive il Novara Calcio.

L’impianto non ha mai avuto un’intitolazione vera e propria fino al 2004 quando il Comune, proprietario della struttura, ha deciso di dedicarlo alla memoria di Enrico Patti, fondatore della Sparta, la seconda società calcistica novarese per importanza. Lo stadio è sempre stato chiamato da tutti convenzionalmente “Comunale” o “stadio di Via Alcarotti” dal nome della via che lo delimita.

Da fuori, oggi lo stadio appare molto vecchio ma ha ancora quella patina di storia e fascino che lo ha reso mitico ed iconico negli anni. Nel tempo ha cambiato fisionomia: non ci sono più le curve che davano su via Marconi e via Pajetta e l’allora settore “distinti”, affacciato su via Sottile, dire che è un rudere è poco. L’unica parte che si salva è la tribuna coperta, protetta dalle belle arti. Ma il tifoso over 50 del Novara oggi non può che ricordare con affetto quello stadio.

Quando nasce la stadio di via Alcarotti? C’è da tornare indietro a martedì 21 aprile 1931, giorno in cui venne inaugurato.

Costruito durante il fascismo, lo stadio novarese rientrava nel progetto governativo che prevedeva che ogni città dovesse dotarsi di un impianto sportivo che sarebbe stato teatro non solo di attività sportive, ma anche sede di parate e manifestazioni di regime. I lavori di costruzione iniziarono l’anno prima e al suo completamento questo impianto prevedeva due lotti: un campo da calcio e la costruzione di una palestra, uffici dirigenziali e spogliatoi; la costruzione della piste di atletica e campi di bocce, tennis, volata, pallacanestro, palla di ferro, lancio del disco e del giavellotto. Lo  stadio di via Alcarotti avrebbe dovuto essere il luogo sacro dello sport novarese dell’epoca.

I costi di costruzione ammontarono a oltre 1,5 milioni di lire dell’epoca (intorno a 1,5 milioni di euro attuali), ma alla fine fu costruito solo il primo lotto.

Lo stadio ebbe tre inaugurazioni:

  • il 21 aprile 1931, giorno della festività fascista dei “natali di Roma”, con l’amichevole tra le rappresentanze dei bar “Bertani” e “Caffé Novara” (1-0 con gol di Reynaudi per il “Bertani”) che ebbe come madrina dell’evento l’allora star Josephine Baker che diede il calcio di inizio;
  • il 20 settembre 1931, con la partita di campionato tra il Novara ed il Cagliari, valevole per la prima giornata del campionato di Serie B, con vittoria azzurra per 1-0 grazie al gol di Ezio Rizzotti davanti ad oltre 6mila spettatori e la presenza del prefetto di Novara, Piero Ducceschi, il Segretario Federale del Partito Nazionale Fascista Gaudenzio Andreoletti, il podestà Luigi Tornielli ed il senatore Aldo Rossini;
  • l’11 ottobre 1931, alla presenza del Segretario Nazionale del Partito, Giovanni Giuriati.

Lo stadio di via Alcarotti fu chiamato semplicemente “Littorio”, come tanti altri stadi costruiti dal fascismo in quel periodo. Prima di allora, il Novara giocava nel campo di via Lombroso, una via oggi scomparsa a poche centinaia di metri dall’attuale via Alcarotti.

Lo stadio di via Alcarotti ospitò le partite del Novara Calcio fino al l’11 gennaio 1976, quando si disputò l’ultima partita (Novara-Sambenedettese 0-0), dopodiché la squadra lasciò via Alcarotti per accasarsi nel nuovo impianto di viale Kennedy, nel quartiere Ovest, inaugurato il 22 gennaio 1976. Lo stadio di via Alcarotti vide dodici stagioni di Serie A (otto consecutive), venticinque di Serie B e cinque di Serie C ed una serie di idoli di intere generazioni di tifosi del Novara: da Romano, Torri e Mornese a Lena, Baira e Mentani; da Bramati, Vriz e Enzo fino Giannini e Udovicich. Ma soprattutto fu il teatro delle 185 partite e delle ottantasei reti novaresi di Silvio Piola, il più forte giocatore italiano di sempre, che con la maglia del Novara, il 7 febbraio 1954, nel match contro il Milan, segnò il suo 274° gol in massima serie. Per non parlare dei match fra il Novara e le altre squadre che componevano il “quadrilatero del calcio piemontese”, ovvero la Pro Vercelli, l’Alessandria ed il Casale.

Lo stadio di via Alcarotti ospitò anche due partite della Nazionale “B”, il 2 aprile 1933 ed il 5 aprile 1936. Nella prima giocò un ventenne Silvio Piola, mentre nella seconda scesero in campo gli allora giocatori del Novara Calcio Edmondo Mornese e Dino Galimberti, con Marco Romano in panchina. In quelle due occasioni, il Novara (guidato dall’ex azzurro Mario Meneghetti e dall’ungherese Imre Bekey) militava in Serie B e nella stagione 1935/1936 arrivò ex aequo al primo posto con la Lucchese e fu promosso in Serie A per la prima volta nella sua storia.

Lo stadio di via Alcarotti ebbe anche un ruolo storico non da poco per la città di Novara in quanto dopo la Liberazione fu usato come campo di prigionia, tra cui quella della famigerata “colonna Morsero”: arrestati a Castellazzo Novarese il 27 aprile 1945, questi 2.000 uomini erano diretti verso il ridotto della Valtellina, ultimo baluardo di difesa della Repubblica Sociale Italiana. Furono rinchiusi nello stadio visto che le prigioni del castello sforzesco erano piene. Molti fuggirono, altri vennero portati a Vercelli e giustiziati davanti all’ospedale psichiatrico della città.

Il 10 maggio 1945 l’impianto novarese venne liberato e tornò al suo uso sportivo. Per ovvie ragioni, lo stadio cambiò subito il nome da “Littorio” a “Comunale”, come tanti altri stadi in Italia che non hanno una intitolazione specifica.

Dopo l’addio del Novara, lo stadio fu sede e teatro degli allenamenti e delle partite della Sparta, nonché sede di concerti musicali, tra cui Luca Barbarossa, Vasco Rossi, Lucio Dalla, che si tennero negli anni Ottanta e che riempirono l’impianto come ai tempi d’oro del Novara.

Si è parlato questa estate che lo stadio di via Alcarotti potesse ospitare gli allenamenti del Novara Football Club, il nuovo club cittadino nato lo scorso 20 agosto grazie all’impegno e la grinta di Massimo Ferranti, il presidente del club. L’idea è piaciuta a tutti, ma vista la vetustà dell’impianto ed alcune problematiche, il club azzurro oggi si allena al “Piola”, teatro delle sue partite interne.

Lo stadio novarese quest’anno ha compiuto 90 anni e si spera che possa tornare ai fasti di tanti anni fa quando il quartiere San Martino si bloccava per quanta gente c’era al suo interno. Quei tempi probabilmente non torneranno mai più indietro, ma sarebbe bello sognare e vederlo pieno, vociante e festante come un tempo.

 

 

 

 

 

* i dati riportati sono quelli presenti nella lapide posta all’inizio di via Alcarotti. Secondo il libro di Paolo Lastrico “Cognomi strade e personaggi novaresi” del 2017, Francesco Alcarotti “era un canonico della cattedrale, organista e autore di alcune opere, dedicate in particolare a Margherita d’Austria, di cui potrebbe essere stato in favore quando era duchessa di Parma”.