1986: intervista a Luigi Carlo Costa Barbé, padre del noto Avvocato, omonimo, il novarese Antonio

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di Alessio Marrari

Le azioni che intraprendiamo nel corso della nostra routine, durante i momenti che caratterizzano la vita di ognuno, sono come semi piantati da un agricoltore. Ogni gentilezza, ogni atto di coraggio o di compassione è un seme che, nel corso del tempo, può germogliare e portare frutto. In questo articolo intendiamo innestare nel terreno il ricordo importante di un uomo, Luigi Carlo Costa Barbé, padre del noto ed omonimo avvocato novarese Antonio e del fratello Aldo, che ha mirabilmente seguito le orme del genitore. Luigi Carlo è stato agricoltore alla cascina CAMPINA, da lui pian piano trasformata e fatta evolvere in moderna azienda agricola, ove ha lavorato incessantemente come tanti agricoltori del Piemonte Orientale. Nel 1986 è stato protagonista di un’intervista estemporanea realizzata da Telelombardia nella “Lomellina”, area geografica ove si trova l’azienda

Nota dell’Avvocato Antonio Costa Barbé

“Al tempo in cui le tivù private erano nel periodo di maggior “fulgore” (internet era ancora di là da venire) nel 1986 Telelombardia realizzò questa intervista a mio padre Luigi Carlo Costa Barbé, coltivatore diretto nella azienda agricola Campina di Sartirana Lomellina. Papà Luigi, benché colto di “sorpresa” dalla intervistatrice ( lui la chiama signorina, ad un certo punto!) reagì con risposte pronte e pertinenti sull’argomento dell ‘inquinamento dei terreni, a causa del bentazone e di altri diserbanti chimici. L’avere il tesserino per usare determinati prodotti, le disposizioni di legge che ne regolano il possesso, i costi dei prodotti stessi che inducono l’utilizzatore ad un uso parsimonioso sono tutti argomenti difensivi che lasciano il segno, specialmente grazie al gergo deciso e colorito: una caratteristica inimitabile di papà Luigi Carlo. Il quale sa anche ammettere che qualche agricoltore possa utilizzare i diserbanti con meno raziocinio, e ricorda  che la terra “è una spugna” che tutto assorbe e poi rigetta. L’opera dell’uomo modifica l’ambiente, certo, e questo concetto non è ignoto nemmeno agli agricoltori virtuosi. Mio fratello Aldo ha continuato l’opera paterna non dimenticando i preziosi insegnamenti ricevuti ed apportando alla attività una sua propria carica vitale che ha permesso all’azienda di ottenere numerosi riconoscimenti “top” per la coltivazione del riso da seme”.

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