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Città di Novara

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Il girone di andata del Novara: un analisi.

DiSimone Balocco

Gen 2, 2014

by Simone Balocco

Logo Novara CalcioDomenica 29 gennaio Novara-Bari ha chiuso il girone di andata degli Azzurri. La partita si è conclusa con la vittoria degli ospiti con il gol di testa di Daniele Sciaudone al 5′ del secondo tempo su corner di Cristian Galano. Per i baresi, prima del match a pari punti con Ludi e compagni in classifica, una vittoria molto importante; per il Novara l’ennesima sconfitta di una stagione che stenta proprio a decollare e che lo vedrebbe, al “lordo” del recupero della partita con il Varese del 19 gennaio prossimo, al quart’ultimo posto in classifica e che a oggi disputarebbe la finale playout contro il Cittadella.

Su 20 partite disputate, il Novara ha realizzato giusto 20 punti, vincendo quattro partite (Siena, Padova e Modena in casa; JuveStabia in trasferta), pareggiandone 8 (Brescia, Reggina, Cittadella, Spezia, Cesena, Crotone, Latina, Pescara) e perdendone altrettante (Avellino, Virtus Lanciano, Carpi, Ternana, Trapani, Palermo, Empoli, Bari), segnando 18 reti, subendone ventotto. Top scorer il giocatori che non ti aspetti, Raffaele Rubino con 5 reti. Con 85 reti segnate in campionato, il capitano azzurro è a un solo gol dal secondo posto occupato da Silvio Piola nella classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi. Contando anche le reti segnate in Coppa Italia, Rubino è a quota 89 marcature. E pensare che l’attaccante barese è partito nelle retrovie nella “griglia di partenza” degli attaccanti, ma una serie di vicissitudini lo ha visto, nell’ultima parte del campionato, partire dal primo minuto con la fascia di capitano sul braccio sinistro. Non facendo mancare mai il suo apporto alla causa.

Vicissitudini“. Eh si, perchè questo Novara Calcio sembra segnato proprio dalle vicissitudini. Partito con molti favori del pronostico, la squadra azzurra non sembra mantenere le promesse della vigilia che la vedevano o promossa direttamente in serie A o piazzata in zona playoff. Ma il calcio non da mai niente per scontato e il Novara è diciottesimo.

Il mercato estivo si è dimostrato insufficente, con l’arrivo di molti giocatori che hanno deluso, in tutti i settori, nessuno escluso.

In difesa sono arrivati Daniele Mori dall’Empoli via Udinese, l’Under20 Valerio Nava dall’Atalanta nell’operazione “Giogi”, dal Livorno neopromosso in A l’esterno Simone Salviato e dalla Grecia addirittura il capitano della selezione Under21 ellenica, Ioannis Potouridis. L’apporto di questi nuovi giocatori è quasi del tutto insufficente, sebbene dal punto di vista tecnico siano molto forti.

Il centrocampo ha visto gli apporti in entrata di Gael Genevier in prestito dal Siena, Giorgos Katidis dall’Aek Atene (ed ex capitano della Under greca prima di Potouridis) , Jorge Martinez dalla Juventus ed il ritorno alla casa madre dal Genoa di Marco Rigoni. A parte alcune partite di Rigoni, i nuovi acquisti sono stati anch’essi deludenti, soprattutto Katidis, che ha scelto l’Italia per rifarsi una vita calcistica nuova dopo il “fattaccio” dello scorso 19 marzo dopo una partita di campionato, in attesa che “el Malaka” si riprenda dall’infortunio.

L’attacco è il settore veramente dove la delusione è stata più cocente: nessuno dei nuovi acquisti è riuscito a fare bene. Soprattutto Gianmario Comi e Pietro Iemmello, autori di una rete a testa, molto sotto le aspettative. Per Zoran Josipovic due sole presenze, mentre Filip Pivkosky non ha mai giocato uan partita di campionato, mentre dalla Primavera è stato aggregato alla Prima squadra Iacopo Manconi, milanese classe 1994, al debutto domenica scorsa.

La squadra ha anche pagato, nel mentre, del cambio di panchina: il 18 novembre, dopo la sconfitta esterna contro il Trapani, è stato esonerato Alfredo Aglietti e al suo posto è stato chiamato Alessandro Calori, l’anno scorso al Brescia con cui ha disputato i playoff. Quello stesso giorno si era dimesso anche il direttore sportivo Luca Cattani, arrivato a Novarello a metà luglio. Al suo posto, dopo un breve “interregno” da parte del Dg Luca Facciolio, è stato chiamato Fabrizio Larini, fino al 30 giugno direttore sportivo dell’Udinese, il cui posto è stato preso da Cristiano Giaretta, fino al quel giorno ds del Novara.

A livello di singoli giocatori, Tomas Kosicky è stato in molte partite il migliore in campo dei suoi, il che, nel calcio, ha sempre un aspetto negativo. Nonostante le molte reti incassate, il portiere slovacco, che non ha potuto disputare la partita contro il Trapani a causa della sua prima convocazione in Nazionale, è sicuramente uno dei più positivi dell’intera rosa. Il suo secondo, Luca Tomasig, ha disputato solo la partita contro i siciliani, incassando due reti.

Tra i difensori, il migliore è stato senza dubbio Romano Perticone, assente nelle ultime due partite di campionato e molte volte autore di parecchi “straordinari”. Per Alessandro Bastrini girone di andata discreto, mentre per Carlalberto Ludi, alla nona stagione consecutiva in azzurro, qualche partita insufficente ma alcune volte ha fatto valere la sua forza e la sua esperienza. Sebbene quest’anno abbia giocato solo due partite, di cui una sola partendo titolare, Francesco Vicari si sta dimostrando un difensore sicuro e con ampi margini di miglioramento. Del resto, è un ’94 e ha tutta una vita (calcistica) davanti.

Tra i centrocampisti, i migliori sono stati Flavio Lazzari e SImone Pesce. L’apporto dei due giocatori laziali è stato determinante: più ruvido, ma efficate, il laziale, più elegante e tecnico l’ex Empoli. Per il numero 20, tre reti all’attivo, tra cui la prima della stagione in casa contro il Siena. Buoni anche gli apporti dati da  Paolo Faragò, con due reti in carniere tra cui la prima in assoluto in campionato, Matthias Lepiller, che ha saltato buona parte della prima tranche di campionato a causa dei postumi dell’infortunio subito a Cittadella lo scorso marzo, e Francesco Marianini, che nonostante la non più tenera età quando è chiamato in causa risponde sempre “presente”. Sufficenti Daniele Buzzegoli e Marco Rigoni: per il fiorentino, alcune partite sono state ottime mentre alcune molto meno, mentre il padovano ha giocato molto poco con Aglietti e ha subito qualche infortunio di troppo.

Tra gli attacanti, campionato ottimo per Raffaele Rubino, capocannoniere a quasi 36 anni di una squadra che oramai lo ha eretto a monumento, mentre sufficenza stentata per Pablo Gonzalez. Per l’argentino un campionato double face, forse dovuto all’involuzione della squadra, con solo quattro reti segnate e molte partite davvero con il “cartero” fuori forma (anche psicologica) e non capace di concludere in gol azioni pregevoli Alcuni tifosi lo cederebbero già con questa sezione di mercato, altri lo vorrebbero sempre in campo, Interessante la figura di Iacopo Manconi, capitano della Primavera aggregato alla Prima squadra. Molti tifosi vorrebbero maggiormente impiegato Zoran Josipovic che sebbene abbia giocato poco, ha mostrato personalità e buona tecnica per avere solo 18 anni.

Domani inzierà il calciomercato invernale, il mercato di riparazione. Il direttore Larini, sebbene sia molto esperto e conosca la materia, ha un compito molto duro in quanto avrebbe quasi un’intera squadra da cambiare. I tifosi azzurri sognano una “remuntada 2”, sulla base dello scorso mercato dove arrivarono tre sconosciuti come Seferovic, Crescenzi e Colombo che portarono il Novara a disputare la semifinale playoff. Non solo grazie a loro, ma tutta la squadra dal febbraio a metà maggio sembrava un’altra rispetto all’autunno.

“Radio Mercato” da sul mercato Gianmario Comi, Daniele Mori e Francesco Parravicini, mentre si parla di un serio interessamento per gli attaccanti Matteo Ardemagni e Daniele Cacia, attualmente in forza alle due squadre veronesi in A, e Emanuele Calaio’. Larini dovrà gestire alcune cessioni e concentrarsi non solo sugli attaccanti, ma cercare di prendere anche difensori e centrocampisti di spessore. Ironia della sorte, anche quest’anno il Novara è alla ricerca di due terzini e di una prima punta.

E la parola “remuntada” è ancora nel vocabolario dei tifosi azzurri, sebbene molti di loro sono molto pessimisti e alcuni, i cosiddetti “gufi”, parlano già di Lega Pro.