by Simone Balocco
Ci stiamo avvicinando a piccolo passi all’Election day americano: martedì 8 novembre, oltre 130 milioni di americani saranno chiamati alle urne per eleggere il loro nuovo Presidente, il successore di Barack Obama. Il primo Presidente afroamericano della storia del Paese stars and stripes non potrà ricandidarsi in quanto sta terminando il suo secondo mandato. L’elezione del Presidente è sancita dall’articolo II della Costituzione.
I due candidati sono per i Repubblicani Donald Trump e per i Democratici Hillary Rodham, meglio nota come Hillary Clinton.
Per legge, si voterà soltanto nella giornata dell’8 novembre, il martedì successivo al primo lunedì di novembre di ogni quattro anni: dalle elezioni presidenziali del 1848 si vota un solo giorno solo. Per la settima volta si voterà l’8 novembre per eleggere il nuovo Presidente americano: le precedenti volte sono state nel 1864, nel 1892, nel 1904, nel 1932, nel 1960 e nel 1988.
Il primo Presidente degli Stati uniti d’America è stato George Washington e la residenza del Presidente è la Casa Bianca, con sede al 1600 Pennsylvania Avenue a Washington, capitale del Paese. I simboli della presidenza sono la West wing, la Executive residence, la Situation room, il Resolute desk e lo studio ovale.
A dire il vero molti americani hanno già votato, visto che le procedure di voto iniziano tra i quarantacinque e i quattro giorni precedenti il giorno delle elezioni. Tutte le schede verranno scrutinate in contemporanea e non ci saranno prima di allora exit poll. Una particolarità del voto è il voto per corrispondenza, dove un elettore potrà votare anche da casa e spedire la sua scheda via posta ordinaria.
In base alla Costituzione americana, è candidabile alla carica di Presidente degli Stati uniti qualsiasi cittadino americano che abbia compiuto almeno 35 anni, che sia nato negli Stati uniti d’America (e non solo che vi abbia la cittadinanza) ed ivi residente da almeno quattordici anni consecutivi.
Il sistema politico americano è bipartitico, dove a sfidarsi sono, come detto, il partito democratico (di carattere liberal, vicino a posizioni di centrosinistra) ed il partito repubblicano (di carattere conservatore, vicino a posizioni di centrodestra). Il colore del primo è il blu e per il secondo è il rosso, mentre i simboli sono l’asinello e l’elefantino. I democratici hanno espresso a oggi quindici Presidenti contro i quattordici repubblicani.
A dire il vero non saranno solo Trump e Rodham a candidarsi per la Casa Bianca, ma ci sono altri due candidati, i cui nomi compariranno solo in trenta Stati: Gary Johnson per il Partito libertariano e Jill Stein per i Verdi americani. Oltre a loro, compariranno in meno di trenta Stati altri diciannove candidati.
La modalità di elezione del Presidente degli Usa è molto sui generis: a votarlo saranno 538 Grandi elettori eletti dai cittadini. Ogni Stato ha un numero di delegati pari a quanti deputati può eleggere alla Camera dei deputati in base al numero di abitanti residenti in quello Stato (più abitanti, più delegati). Sarà proclamato Presidente colui (o colei) che avrà almeno la maggioranza assoluta dei voti (almeno 270 voti). Il trionfatore entrerà in carica il prossimo 20 gennaio 2017: per prassi, il 20 gennaio è l’Inauguration day con il giuramento del Presidente eletto.
Martedì verranno eletti anche i 435 membri della Camera dei Deputati e 34 dei 100 senatori: Camera e Senato hanno sede nel Campidoglio, sulla collina di Capitol Hill di Washington. La Camera dei rappresentanti e il Senato a oggi hanno una maggioranza repubblicana.
Le ultime elezioni presidenziali si sono tenute il 6 novembre 2012 e videro sfidarsi l’allora Presidente uscente, Barack Obama, contro il repubblicano Mitt Romney, con il successo dell’ex senatore dell’Illinois. Durante quest’anno i cittadini di tutti gli Stati hanno votato i vari candidati delle elezioni primarie dove i due principali partiti hanno espresso dei candidati.
I candidati alle presidenziali sono Presidenti uscenti, Governatori o senatori, In pratica, politici di professione. Donald Trump non è un politico di professione ma un imprenditore. Prima di lui, Dwight Eisenhower, dei Repubblicani, candidato nel 1952, è stato l’unico Presidente eletto non avendo mai svolto l’attività politica.
Il Presidente degli Stati uniti ricopre diverse cariche e ha molti poteri: è contemporaneamente Capo di Stato, Capo del Governo e Comandante in capo delle Forze armate, oltre che responsabile delle funzioni esecutive del governo federale.
Martedì gli americani non solo eleggeranno il loro XLV Presidente, ma anche il suo vice-Presidente. I candidati a vice-Presidente sono per i Repubblicani Mike Pence Pence, governatore dell’Indiana, e per i Democratici Timothy Michael Kaine, senatore dello Stato della Virginia di cui è stato anche Governatore.
Durante la campagna elettorale si sono candidate altre persone, non risultate poi vincitrici. Per i democratici, durante la convention si è ritirato Bernie Sanders (l’avversario più accreditato di Hillary Rodham), mentre Martin O’Malley lo ha fatto durante le primarie. Lincoln Chafee (Governatore del Rhode Island) e Jim Webb, senatore del Missouri, si sono ritirati prima che iniziassero le primarie. Altre sette persone si erano candidate, ma si sono piano piano ritirati.
Per i repubblicani si erano candidati Ted Cruz (l’avversario più accreditato dopo Trump), Jeb Bush, Ben Carson, Chris Christie, Carly Fiorina, John Kasich, Jim Gilmore, Mike Huckabee, Rand Paul, Marco Rubio e Rick Santorum. Ben Carson e Carly Fiorina erano gli unici candidati lontani dalla politica, essendo rispettivamente il Direttore del reparto di neurochirurgia pediatrica del “Johns Hopkins Hospital” e l’amministratrice delegata della Hewlett-Packard. Altri cinque si erano candidati, ma ritiratisi subito prima che iniziassero le primarie.
Una particolarità dell’elezione americana sono i dibattiti televisivi, dove i due sfidanti si incontrano in un salotto televisivo e l’intervista è moderata da un giornalista.
La Rodham e Trump si sono sfidati tre volte:
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il 26 settembre 2016 alla Hofstra University di Hempstead (New York), con la moderazione da parte di Lester Holt della NBC;
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il 9 ottobre 2016 alla Washington University di Saint Louis (Missouri), con la moderazione da parte di Martha Raddatz e Anderson Cooper della CNN e della ABC;
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il 19 ottobre 2016 alla University del Nevada di Las Vegas (Nevada), con la moderazione da parte di Chris Wallace della FOX.
Anche i candidati alla carica di vice-Presidente si sono dovuti confrontare, obbligatoriamente, ad un dibattito televisivo: il loro dibattito si è svolto il 4 ottobre 2016 alla Longwood University di Farmville (Virginia), con la moderazione da parte di Elaine Quijano della CBS;
Vediamo nel dettaglio chi sono i due sfidanti.
Hilary Rodham è nata a Chicago (Illinois) il 26 ottobre 1947. E’ la prima donna ad essere candidata ufficialmente alla carica di Presidente degli Stati uniti. E’ la moglie di Bill Clinton, già Presidente tra il 1994 ed il 2000. E’ stata senatrice dello Stato di New York tra il 2001 ed il 2009. Con la vittoria di Obama nel 2009, la Rodham è stata nominata Segretario di Stato, l’omologo del nostro Ministro degli Affari esteri, carica tenuta fino al termine del primo mandato di Obama, quando fu sostituita da John Kerry. Nel 2008 è stata la rivale di Barack Obama nella Convention democratica, poi vinta dal futuro Presidente. Prima di dedicarsi all’attività politica è stata avvocato e docente universitario. Ha una figlia e due nipoti.
Donald Trump è nato il 14 giugno 1946 a New York. Come detto, Trump non si è mai occupato di politica (non è mai stato deputato, senatore o governatore) ma è un famoso imprenditore nel ramo immobiliare ed edile ed è uno degli uomini più ricchi del Paese. Trump si è sposato tre volte, ha cinque figli ed otto nipoti.
Come detto, per la prima volta una donna è candidata ufficiale alla carica di Presidente degli Stati uniti d’America. La prima donna a candidarsi (senza però arrivare “in finale”) fu Victoria Claflin Woodhull, leader delle suffragette, che si presentò nel 1872. Altre due donne furono candidate alla vice-Presidenza per i due partiti maggiori: Geraldine Ferraro e Sarah Palin. La prima, deputata democratica di New York, era in ticket con Walter Mondale mentre la seconda era candidata con John McCain ed allora era la Governatrice repubblicana dell’Alaska. Complessivamente, la Rodham è la tredicesima donna a candidarsi per la Casa Bianca.
La campagna elettorale di queste elezioni è stata molto particolare in quanto si fronteggiano due candidati diametralmente opposti non solo nella politica ma anche nello stile e nella comunicazione.
Se la Rodham rappresenta l’establishment, Trump rappresenta l’incarnazione del miracolo americano, per il quale negli USA non solo si può diventare ricchi partendo da zero ma anche candidarsi a Presidente senza avere un pedigree politico. Se la candidatura della Clinton ha converso verso di sé la quasi totalità di tutto l’apparato dell’”asinello”, quella di Trump ha da sempre spaccato il Grand Old Party che negli ultimi mesi aveva anche pensato di ritirarlo dalla competizione, viste alcune sue affermazioni e soprattutto dopo le accuse di violenza sessuale ed evasione di milioni di dollari.
Si ritiene che la Rodham rappresenti una continuità con Obama, il candidato repubblicano le ha fatto le pulci soprattutto in politica estera (quello che interessa maggiormente il Mondo), sulla situazione in Libia e nella lotta al terrorismo internazionale. Senza contare la querelle sulle emails.
Quando l’ex senatrice era Segretario di Stato (2009-2012) usò il suo indirizzo personale di posta elettronica anche per motivi di lavoro. Usando il suo indirizzo privato, la Rodham non andò contro la legge, ma l’FBI iniziò ad indagare dal 2014 per capire se l’ex First Lady avesse creato alcuni problemi alla sicurezza nazionale e se fece qualcosa contro il governo.
Nelle indagini è apparso che la Clinton non è andata né contro il governo e non ha messo a repentaglio la sicurezza nazionale. Fatto sta che questa ultima indagine (iniziata lo scorso 28 ottobre) ha molto leso l’immagine della candidata che, dopo un netto vantaggio, si trova ora testa-a-testa con Trump. E il candidato repubblicano ha spesso calcato la mano contro la Rodham sul discorso delle emails, asserendo che se ha fatto queste cose con negligenza, figurarsi cosa potrebbe fare se venisse eletta.
La loro rivalità si è inasprita sulla politica immigratoria, sui matrimoni tra persone delle stesso sesso e sulle tasse. Trump è stato oggetto di alcuni attacchi della Rodham per una sua “amicizia” con Vladimir Putin oltre ad alcune sue azioni non proprio da galantuomo verso alcune donne oltre dieci anni fa
Questa corsa alla Casa Bianca è una delle più combattute della storia, anche se rispetto al passato ci sono molti più indecisi, segno che i due candidati non sono assolutamente i migliori possibili. E questo gli americani hanno potuto constatarlo durante il terzo ed il quarto dibattito televisivo, dove i due candidati hanno smesso di parlare di politica lasciando spazio a colpi bassi reciproci.
Vediamo chi sono stati i Predenti americani eletti a partire dal 1901:
1901 – 1909 Theodore Roosevelt, Repubblicano (due mandati)
1909 – 1913 William Howard Taft, Repubblicano
1913 – 1921 Thomas Woodrow Wilson, Democratico (due mandati)
1921 – 1923 Warren G. Harding, Repubblicano (deceduto in carica)
1923 – 1929 Calvin Coolidge, Repubblicano
1929 – 1933 Herbert Hoover, Repubblicano
1933 – 1945 Franklyn Delano Roosevelt, Democratico (deceduto in carica, unico Presidente eletto per tre mandati)
1945 – 1953 Harry S. Truman, Democratico (due mandati)
1953 – 1961 Dwight D. Eisenhower, Repubblicano (due mandati)
1961 – 1963 John Fitzgerald Kenndy, Democratico (deceduto in carica)
1963 – 1969 Lyndon B. Johnson, Democratico (due mandati)
1969 – 1974 Richard Nixon, Repubblicano (dimessosi per impechment a metà del secondo mandato)
1974 – 1977 Gerald Ford, Repubblicano (unico Presidente a non essere stato eletto o vice-Presidente)
1977 – 1981 Jimmy Carter, Democratico
1981 – 1989 Ronald Reagan, Repubblicano (due mandati)
1989 – 1993 George Bush senior, Repubblicano
1993 – 2001 Bill Clinton, Democratico (due mandati)
2001 – 2009 George W. Bush, Repubblicano (due mandati)
2009 – 19 gennaio 2017 Barack Obama, Democratico (due mandati)
Vediamo invece chi sono stati i due candidati alla carica di Presidente a partire dal 1948 a oggi:
1948 Harry S. Truman vs Thomas Edmund Dewey
1952 Dwight D. Eisenhower vs Adlai Ewing Stevenson
1956 Dwight D. Eisenhower vs Adlai Ewing Stevenson (unico caso di candidatura consecutiva)
1960 John Fitzgerald Kennedy vs Richard Nixon
1964 Lyndon B. Johnson vs Barry Goldwater
1968 Richard Nixon vs Hubert Humphrey
1972 Richard Nixon vs George McGovern
1976 Jimmy Carter vs Gerald Ford
1980 Jimmy Carter vs Ronald Reagan
1984 Ronald Reagan vs Walter Mondale
1988 George Bush senior vs Michael Dukakis
1992 George Bush senior vs Bill Clinton
1996 Bill Clinton vs Bob Dole
2000 George W. Bush vs Al Gore
2004 George W. Bush vs John Kerry
2008 Barack Obama vs John McCain
2012 Barack Obama vs Mitt Romney
L’immagine di Donald Trump è tratta da www.forexinfo.it
L’immagine di Hillary Rodham è tratta da www.freebeacon.com
L’immagine di Barack Obama è tratta da www.taringa.net
L’immagine della Casa Bianca in evidenza è tratta da www.tripadvisor.it