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Città di Novara

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Ragazzina violentata a Busto Arsizio: il prezzo altissimo dell’inconsapevolezza

DiAlessio Marrari

Apr 15, 2025

di Alessio Marrari

Una giovane di 14 anni è stata aggredita a Busto Arsizio in modo violento dopo un incontro con un uomo di 21 anni che aveva conosciuto online. L’aggressione è avvenuta in una zona abbandonata a Busto Arsizio, e fortunatamente è stata scoperta da una residente che ha sentito le grida della ragazza e ha chiamato i soccorsi. La polizia locale è intervenuta prontamente e ha arrestato il giovane sul posto, dopo una resistenza vigorosa da parte sua. Attualmente è in custodia e dovrà rispondere di gravi accuse tra cui violenza sessuale aggravata, resistenza alle autorità e lesioni. La ragazza, di origine peruviana, è stata trasportata in ospedale dove i medici le hanno fornito cure per le ferite subite, prevedendo un periodo di recupero di circa 50 giorni. È emerso che i due si erano conosciuti sui social e avevano programmato di incontrarsi a Busto Arsizio, una città vicina al luogo di residenza della ragazza. L’uomo arrestato risiede a Rozzano, nell’hinterland milanese. “Il fatto accaduto a Busto Arsizio scuote le coscienze, ma non può essere liquidato come un episodio isolato. La violenza tra giovani, anche se in forme diverse, si manifesta anche più vicino a noi di quanto si pensi. A soli 45 km da lì, nella nostra Novara, la situazione appare forse meno drammatica, ma non per questo tranquilla. Negli ultimi mesi non sono mancati episodi che hanno fatto discutere. Solo lo scorso venerdì, ad esempio, in Corso Garibaldi, mi sono trovato ad assistere a una scena sconcertante: un gruppo di circa quaranta ragazzi, i cosiddetti “maranza”, importunava i passanti con atteggiamenti arroganti e provocatori, infastidendo anche i titolari delle attività della zona con comportamenti oltraggiosi e decisamente eccessivi. La verità è che la sicurezza è diventata una condizione sempre più precaria. I giovanissimi si muovono nel mondo digitale con una disarmante inconsapevolezza dei pericoli, spesso lasciati soli, senza un’adeguata guida. Non per colpa, ma per una serie di dinamiche sociali e lavorative, tanti genitori non riescono più a mantenere un controllo costante e attento su ciò che i propri figli fanno online, con chi parlano, cosa condividono e, soprattutto, con chi decidono di incontrarsi nella vita reale. Serve un cambio di rotta. Serve un ritorno al dialogo, alla vicinanza, all’ascolto. E, perché no, anche a una certa dose di fermezza educativa. I vecchi metodi, quelli che ci hanno insegnato a distinguere il giusto dallo sbagliato, non hanno mai ucciso nessuno. Al contrario, hanno formato adulti più consapevoli e prudenti. È necessario tornare a monitorare da vicino non solo le frequentazioni, ma anche gli atteggiamenti, il linguaggio, il tempo trascorso online, i contenuti che consumano e condividono, i luoghi che frequentano, e soprattutto il modo in cui reagiscono alle regole e ai limiti. Perché crescere un figlio oggi significa accompagnarlo, sì, ma anche proteggerlo. E protezione non è sinonimo di accondiscendenza, ma di responsabilità. Diamo ai giovani una direzione, aiutiamoli a comprendere il senso dei limiti, insegnando che non tutto è lecito e non tutto è sicuro. Solo così possiamo sperare di prevenire tragedie come quella avvenuta a Busto Arsizio”. – Alessio Marrari