La sera di lunedì 1° settembre, la Polizia di Stato di Novara ha arrestato il presunto autore dell’omicidio di KHARBOUCH Kamal, trovato agonizzante in via Pietro Micca a Novara nella notte del 28 agosto, colpito al torace da un colpo di arma da fuoco. Alle ore 01:28 del 28 agosto, il N.U.E. 112 riceveva la chiamata di un uomo che segnalava la presenza di una persona ferita da arma da fuoco presso la rotonda di via Gnifetti, chiedendo l’immediato intervento delle forze dell’ordine. Una pattuglia della Volante veniva inviata sul posto e, poco distante, in via Pietro Micca, rinveniva un giovane riverso a terra privo di sensi, con abbondante rigurgito dalla bocca. Gli agenti tentavano di rianimarlo, senza riuscirvi. Poco dopo sopraggiungeva il personale sanitario del 118, che trasportava l’uomo all’Ospedale Maggiore di Novara, dove decedeva poco dopo l’arrivo. I medici del Pronto Soccorso mostravano agli agenti un foro all’emitorace sinistro della vittima, attribuendo il decesso ad arresto cardio-circolatorio. L’autopsia, eseguita lunedì 1° settembre, confermava senza dubbi che Kamal era stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco. Considerata la gravità dell’accaduto, la Squadra Mobile avviava subito un’articolata attività investigativa per ricostruire i fatti e individuare il responsabile. Le prime informazioni frammentarie indicavano la presenza, sul luogo del delitto, di un gruppo di giovani armati di bastoni attorno a un uomo a terra, oltre alla segnalazione telefonica di un passante e alla voce concitata di una donna che gridava in maniera agitata. Durante il sopralluogo, congiuntamente effettuato dalla Polizia Scientifica, dalla Volante e dalla Squadra Mobile, venivano rinvenuti tre coltelli da cucina e una katana. Dall’analisi delle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza si osservava che, alle 01:20, cinque persone (tra cui la vittima) arrivavano a piedi; poco dopo, due uomini fuggivano inseguiti da altri tre, tra cui Kamal, che improvvisamente crollava a terra. Due soggetti si allontanavano rapidamente, mentre altri due rimanevano: uno utilizzava un cellulare, l’altro spostava la vittima al centro della strada e lo faceva sedere su un muretto. Grazie a questi elementi, alle dichiarazioni dei presenti e all’analisi del telefono cellulare della vittima rinvenuto sul posto, gli investigatori riuscivano a identificare quattro persone: tre testimoni dell’accaduto e un uomo marocchino di 36 anni, domiciliato a Novara, già noto come spacciatore nella zona e indicato come presunto responsabile dell’omicidio. I testimoni, ascoltati dalla Squadra Mobile, non avevano dubbi nell’identificare il giovane marocchino come l’autore del delitto. Uno di essi dichiarava di essersi avvicinato a Kamal che, negli ultimi istanti, riferiva di essere stato colpito da “Minur”, soprannome con cui l’indagato era conosciuto. Un altro testimone raccontava di essere stato contattato da “Minur”, tramite un conoscente, per accompagnarlo a recuperare alcuni effetti personali. Insieme si recavano prima in un’abitazione della provincia, poi in un supermercato in via Gnifetti, dove “Minur” si presentava con il presunto “cugino”. Una volta giunti, scendevano dal veicolo e rientravano subito dopo un forte boato. Apparivano agitati e chiedevano di essere portati via poiché avevano preso parte a una rissa. Ulteriori conferme circa l’identità del presunto aggressore provenivano dalle dichiarazioni di un terzo testimone e da un familiare della vittima, che si era recato in Questura preoccupato perché non riusciva più a mettersi in contatto con Kamal. Sulla base dei gravi indizi raccolti, la Procura della Repubblica di Novara richiedeva e otteneva dal G.I.P. una misura cautelare in carcere a carico del presunto omicida. Sul movente non vi è ancora certezza assoluta, ma l’ipotesi investigativa principale è che l’omicidio sia riconducibile a un regolamento di conti legato al traffico di droga, considerati i precedenti dei soggetti coinvolti. La Squadra Mobile prosegue nelle indagini per chiarire le responsabilità di altre persone presenti sulla scena.
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