di Simone Balocco
Da quando sono esplosi i social network in Italia (era l’autunno 2008), una delle parole emerse prepotentemente è “nostalgia”. La Treccani definisce “nostalgia” come “desiderio acuto di tornare a vivere in un luogo che è stato di soggiorno abituale e che ora è lontano o stato d’animo melanconico, causato dal desiderio di persona lontana (o non più in vita) o di cosa non più posseduta, dal rimpianto di condizioni ormai passate, dall’aspirazione a uno stato diverso dall’attuale che si configura comunque lontano”. Nostalgia, di primo acchito, sembrerebbe una parola triste, malinconica (appunto) e negativa, ma invece con i social network la nostalgia diventa un ricordo bello del nostro passato nonché ricordare un certo evento con le persone che hanno vissuto con noi quell’esperienza. Un toccasana per fare i conti con il nostro passato e ricordarlo con altri. Non a caso, Facebook in Italia è diventato, all’inizio, una piattaforma di incontro tra persone che, a causa di tante vicissitudini, erano anni che non si vedevano. Un modo come un altro per riallacciare rapporti ed iniziarne dei nuovi.
I primi mesi italiani di vita del social creato nel 2004 da Mark Zuckerberg è stato un tripudio di incontri in pizzerie o in ristoranti di persone che magari non si rivedevano dai tempi delle scuole per trovarsi e parlare della propria vita e sapere cosa hanno fatto, ad esempio, gli ex compagni in quegli anni. E lì è emersa la nostalgia: il ricordo di un tempo, il “desiderio acuto di tornare a vivere in un luogo che è stato di soggiorno abituale e che ora è lontano”.
Il calcio non è stato da meno nel discorso “nostalgia” e forse proprio questo sport è quello che più di tutti è stato coinvolto in pieno: i ricordi di quando si andava allo stadio con i genitori, il mangiare il panino con la salamella dal “paninaro” fuori dalla stadio bevendo una birra con la sciarpa della squadra del cuore e vedere nello stesso momento altre migliaia di persone lì ad attendere di entrare dentro lo stadio, il ricordo di vittorie, sconfitte, le giocate dei propri idoli e vedere i campioni delle altre squadre. Nostalgia come ricordo di un tempo calcistico che non c’è più e di cui si sente la mancanza visto che oggi, nel 2024, i ricordi di quel periodo sono fuori tempo, siccome il Mondo del calcio è cambiato rispetto ad allora. Però ricordarsi del passato, se è stato bello come il calcio italiano degli anni Novanta, è bellissimo. E Novara il prossimo 7 luglio diventerà la capitale della nostalgia calcistica italiana. No, non c’entra il ricordo dell’ultima Serie A della squadra della città (stagione 2011/2012), ma al “Piola” quella domenica si terrà l’ottavo raduno dei fan della pagina Facebook “Serie A – Operazione nostalgia”, un raduno itinerante a cadenza annuale che “muove” oltre 15mila tifosi e che ha un ampissimo engagement sui social.
Il “Piola” è stato designato martedì 23 gennaio con un annuncio urbi et orbi intorno alle h 21 sulla pagina Facebook “Serie A – Operazione nostalgia”. La short list degli stadi selezionati era uscita domenica 14 gennaio e tutti i novaresi speravano che il loro stadio sarebbe stato scelto dagli admin della pagina per ospitare l’evento. Ed il giorno dopo la festa patronale di San Gaudenzio, l’annuncio: Novara ed il suo “Piola” sarebbero state le location dell’evento.
Lo stadio di viale Kennedy ha superato la concorrenza di “U-Power Stadium” (Monza), “Rigamonti” (Brescia), “Zini” (Cremona), “Braglia” (Modena), “Menti” (Vicenza), “Penzo” (Venezia), “Garilli” (Piacenza) ed “Euganeo” (Padova). Lo stadio novarese, inaugurato proprio il giorno della festa patronale del 1976, ha superato la concorrenza di altri stadi che negli ultimi venti anni hanno visto la squadra della propria città giocare almeno una stagione in Serie A. Ovviamente il 23 gennaio sera gli umori su quella pagina erano diversi: delusione per gli abitanti delle città degli altri stadi, gioia a Novara. Ed infatti in pochi minuti sono aumentati i like, i commenti, le emoticons e le condivisioni da parte dei novaresi con un unico obiettivo: prendere parte al raduno.
Novara diventerà l’ottava città ad ospitare il raduno dei fan di “Serie A – Operazione nostalgia” dopo piazza San Babila a Milano (4 settembre 2015), Ostia (27 maggio 2016), Nardò (17 giugno 2017), Parma (23 giugno 2018), Cesena (6 luglio 2019), Ferrara (24 giugno 2023) e Salerno. Il 6 giugno 2020 il raduno si sarebbe dovuto tenere al “Granillo” di Reggio Calabria, ma a causa del Covid-19 gli organizzatori decisero di fermare la macchina organizzativa nel 2020, nel 2021 e nel 2022, riprendendo nel 2023 con l’evento allo stadio “Mazza”.
Quest’anno per la prima volta i raduni saranno due, in quanto l’8 giugno il raduno si terrà allo stadio “Arechi” di Salerno. Una scelta quella di raddoppiare l’evento per soddisfare la tantissima richiesta dei fan della pagina ed accontentarli, visto che i followers sono davvero “da Trieste in giù”.
I biglietti del raduno di domenica 7 luglio sono stati messi in vendita da venerdì 2 febbraio sul circuito Ticket (questo il link per acquistarli) e molto probabilmente (anzi, sicuramente) lo stadio “Piola” sarà sold out: l’ultima volta che l’impianto novarese registrò il tutto esaurito risale a domenica 29 aprile 2012 quando il Novara Calcio, allora in Serie A, affrontò la Juventus di Conte e con in campo la BBC (Bonucci-Barzagli-Chiellini), Buffon, Lichtsteiner, Marchisio, Vidal, Pirlo e Vucinic. E quelle due squadre sono, non a caso, due squadre nostalgia per i loro tifosi: il Novara tornava in massima serie dopo 55 anni e quella fu la Juventus che vinse il primo di nove scudetti consecutivi.
Ma cos’è “Serie A – Operazione nostalgia”? E’ una pagina Facebook nata nel 2014 ed è incentrata, da sempre, sul ricordo del calcio italiano degli anni Novanta e primi Duemila, ovvero la golden age del nostro calcio quando la nostra massima serie vedeva giocare il meglio del calcio nazionale ed internazionale e le nostre squadre dominavano in Europa: tra il 1989 ed il 1999 (il cosiddetto decennio d’oro del nostro calcio) arrivarono in Italia quattro Coppe dei Campioni, tre Coppe delle Coppe, otto Coppe Uefa, sei Supercoppe europee, tre Coppe Intercontinentali e la Nazionale si piazzò terza e seconda in due Mondiali (Italia ’90 e Usa ’94). Per non parlare dei Palloni d’oro vinti da giocatori allora militanti in Serie A: sette vittorie (con sei giocatori diversi, tra cui un unico italiano, Roberto Baggio) e tredici giocatori diversi (tra cui quattro italiani) a salire sul podio del prestigioso premio di “France Football”.
La Serie A italiana era allora come oggi è la Premier League e i nostri stadi, come adesso è la “Serie A” inglese, erano sempre pieni e festanti. A distanza di tempo da quel periodo, il nostro calcio è entrato in crisi salvo qualche punta (il triplete interista del 2010 o le tre finali europee della scorsa stagione), ma purtroppo deve inseguire gli altri top campionati avendo perso l’appeal di un tempo. Il fatto che nessuna squadra italiana vinca la Champions League dal 2010 e la Europa League (ex Coppa Uefa) addirittura dal 1999 e che la Nazionale non si è qualificata per due Mondiali consecutivi è una ferita ancora aperta.
“Serie A – Operazione nostalgia” dieci anni fa è partita con un piccolo numero di fan per arrivare a contarne oggi oltre 1 milione. E’ cresciuta tantissimo nei contenuti tanto da diventare un punto di riferimento nel panorama social italiano: un caso di studio visti i risultati ottenuti. Ovviamente dietro questa pagina c’è tanto lavoro e tanta creatività da parte dei due fondatori della pagina (Andrea e Luca) e dei loro social media managers. Non c’è che dire: questa pagina ha avuto un impatto fragoroso sul mondo social e sul tifo italiano.
Il punto di forza della pagina è stato fin da subito il fatto che i due admin interloquivano virtualmente con i followers chiedendo loro cosa fosse la nostalgia calcistica, il facendo raccontare loro emozioni, impressioni e chiedere sempre chi fossero per loro i giocatori più nostalgici, quelli che mancavano al calcio attuale. La pagina ha da sempre avuto un taglio unico: pochissime polemiche, tantissima passione e tanto amore per il calcio. Ma anche tanta spensieratezza e ricordare un periodo bello della nostra vita: l’adolescenza ed aver vissuto un qualcosa di irripetibile. Ed è venuto fuori di tutto in questi dieci anni di “Serie A – Operazione nostalgia”.
L’oggetto della pagina sono loro, i calciatori, e all’inizio via via che ogni utente della pagina commentava su un calciatore, ecco che altri replicavano con i loro nomi preferiti e le foto dei loro idoli tratte da internet. Una sfilza di giocatori che hanno fatto grande la nostra Serie A in quella che era la nostra golden age, gli anni ‘90 e Duemila, dove le nostre squadre vincevano ed i campioni venivano tutti alle nostre latitudini a giocare e a vincere.
Via via le immagini dei calciatori di quegli anni (in particolare quelli delle cosiddette “provinciali“) hanno portato a tantissimi post, altrettanti like e ad una moltitudine di condivisioni di contenuti. E ogni volta i followers aumentavano a vista d’occhio: vuoi per passaparola, vuoi per le varie condivisioni della pagina e così in tanti hanno iniziato a seguire la pagina e scoprire cosa di volta in volta pubblicavano gli admin.
Poi sono arrivate loro, le maglie. Tantissimi utenti postavano sulla pagina le loro vecchie maglie nostalgiche contenute nei loro armadi, ovvero maglie del passato con numero e nome del giocatori sulla schiena. Fu una scelta azzeccata ed è venuto fuori un sottobosco di maglie e di giocatori che si pensava dimenticati, ma che, grazie ai followers, sono tornati in auge. Molti di magliette ne avevano a iosa, di tante squadre.
Poi il 4 settembre 2015 il punto di non ritorno: portare nello stesso posto, nello stesso luogo e allo stesso orario i followers tutti con indosso una maglia nostalgica. La location scelta per quel 4 settembre fu la centrale piazza San Babila di Milano, il “salotto” della città meneghina. L’obiettivo era quello di riempire il centro di Milano con più persone possibili e con indosso più maglie nostalgiche. Lo scetticismo fu tanto all’inizio, ma quel giorno si presentarono oltre 600 persone con altrettante maglie nostalgiche diverse. Un grande tuffo nel passato ed un colpo al cuore nel vedere che all’incontro si erano presentate, grazie ad un tam tam sui social, così tante persone. Ma il momento più epico è stato quando si sono presentati in San Babila alcuni ex calciatori del tempo: da Dario Hubner a Fabian Valtolina, da Igor Protti a Massimo Paganin. Tutti in piazza a braccetto con i fan accorsi per quello che, a dire il vero, non fu un raduno ma un flash mob con annessa visita al Museo del Calcio “Football Heroes” (gestito da AIC e Gazzetta dello Sport) allora presente a Milano. Presenti i due fondatori della pagina che non credettero ai loro occhi: avevamo creato un movimento di gente nostalgica. Andrea e Luca capirono che potevano, e dovevano, andare oltre: non fare più l’evento in una piazza, ma dentro uno stadio e far giocare ventidue calciatori “nostalgici” in una partita amichevole…nostalgica.
Dopo l’evento-pilota, si è arrivati, nel 2023, complessivamente, a sei eventi organizzati ed in stadi sempre più grandi perché gli spettatori erano sempre di più. Il salto di qualità si ebbe a partire con il raduno di Parma: per la prima volta “Operazione nostalgia” entrava in uno stadio di Serie A, nel tempio di una squadra che ha scritto la storia del nostro calcio negli anni Novanta, il Parma. E con l’evento del “Tardini” sono aumentati anche gli eventi collaterali all’incontro, con l’apertura di una sorta di “villaggio della nostalgia” con eventi nell’evento nei pressi dello stadio. Quel 23 giugno 2018 si sfidarono il “Parma Legends” contro una squadra di ex giocatori della nostra Serie A radunati sotto il nome di “Serie A Operazione nostalgia”. Nel “Parma Legends” giocarono Veron, Asprilla, Stanic, Frey, Dino Baggio, Crespo, Ballotta, Bucci e Morfeo, mentre dall’altra c’erano, tra gli altri, Viali, André Cruuz, Schwoch, Hubner, Giacomazzi, Chevanton, Zauli, Bressan e “Tarzan” Annoni. In campo anche Idris, il simpatico opinionista della celebre trasmissione televisiva “Quelli che il calcio”. L’hype per quell’evento fu grandissimo, tanto che di volta in volta gli admin della pagina (oramai diventata una grande community), nelle settimane e nei giorni precedenti il raduno, svelavano man mano i partecipanti.
Con l’evento di Cesena dell’anno successivo, “Operazione nostalgia” diventò internazionale visto che alla selezione di ex giocatori della nostra Serie A si unì anche una selezione di ex giocatori della Liga spagnola. Al “Manuzzi” si sfidarono due squadre: i blu italiani ( tra cui Del Piero, Davids, Recoba, Frey, Aldair, Serginho, Zaccardo, Bressan, Fiore, Chevanton, Hubner, Agostini, Valtolina, Marcolin, Tommasi e Viali) contro i bianchi spagnoli (Edmilson, Zambrotta, Fernando Sanz, Karembeu, Capdevila, Hierro, Albelda, Mendieta, Luis Garcia, Amavisca, Morientes, Mijatovic, Baptista, Ivan Campo, Marcos Senna e Francesco Coco)
L’epidemia di Covid-19 bloccò i successivi raduni, tanto che ci fu da aspettare il raduno di Ferrara quando al “Mazza” scesero in campo trentasei ex calciatori che hanno segnato un’epoca del nostro calcio: da Alessandro del Piero a Francesco Totti, da Diego Milito a Marco Amelia, da Simone Barone a Cristian Zaccardo fino a Totò Di Natale, Stefano Fiore, David Pizarro, Vincent Candela, Marco Ballotta, Nicola Legrottaglie, Arturo Di Napoli, Damiano Tommasi, Sebastian Frey, l’idolo dei raduni di “ON”, l’ex Lecce Ernesto Chevanton, ed il duo Poggi-Volpi le cui figurine ai tempi erano introvabili.
In tutti i raduni si è capito che in Italia ci sono tantissimi tifosi nostalgici, quelli che vivono di pane e pallone. Quelli che si ricordano ogni gol della loro squadra e degli avversari che la loro squadra ha affrontato, che detestano il “calcio-spezzatino” e le coppe europee che si giocano tra martedì e giovedì, che non apprezzano gli anticipi e i posticipi serali e che rimpiangono l’epoca in cui vedevano giocare le “bandiere”, una cosa oggi quasi scomparsa. I tifosi del calcio nostalgia non sono figli del calcio d’oggi: sono tifosi old style che se potessero vorrebbero che tutto tornasse come una volta, ai tempi di quando giocava Roberto Baggio, concordando con Cesare Cremonini quando cantava “da quando Baggio non gioca più/non è più domenica”.
L’evento del prossimo 7 luglio aprirà una serie di eventi che interesserà la città nei prossimi due anni, con il clou dei Mondiali di hockey su pista (che mancano in città dal 1984 e sulla cui storia squadra dell’Hockey Novara c’è tanta di quella nostalgia che a raccontarla vengono i brividi) e Novara Città Europea dello Sport nel 2025.
La palla ora tocca a Novara: sarà a lei diventare per un giorno la capitale della nostalgia calcistica italiana. E peccato che la squadra non sta attraversando un periodo molto positivo, anche se lo stadio ha dalla sua tre particolarità nostalgiche: Silvio Piola, colui a cui è intitolato lo stadio, ex giocatore del Novara tra il 1947 ed il 1954 e ancora oggi primatista di reti segnate in Serie A (274); Giovanni Udovicich detto “Ninì”, ex capitano del Novara negli anni Settanta quando la sua figurina “Panini” era tra le più note e oggi è il giocatore con più presenze nella storia del club e a lui è intitolata la Curva Nord, sede del tifo azzurro più caldo, del “Piola” e ricordato con un grande striscione in cima alla curva stessa; vi ha giocato il “Novara dei miracoli” che in due anni passò dalla Lega Pro alla Serie A tra le stagioni 2009/2010 e 2011/2012 e a cui “Serie A – Operazione nostalgia” ha dedicato del merchandising interessante come una maglia ad hoc rappresentante l’”undici” sceso in campo la sera del 12 giugno 2011 (finale di ritorno del play off contro il Padova) disegnato disposto come una squadra di calciobalilla. E come la squadra allenata da Tesser, la pagina (che si è poi specializzata anche in merchandising) ha dedicato una serie di magliette (e teli mare) in ricordo di tutte quelle squadre che hanno fatto la storia del calcio nostalgico italiano: dal Catania 2006-07 al Bologna 1997/1998, dal “Piacenza degli italiani” (1993/1994) al Foggia di “Zemanlandia” (1991/1992), dal tris di neopromosse Padova-Palermo-Salernitana (1994/1995, 2004/2005, 1998/1999) al Venezia di Recoba e Maniero (1998/1999), dall’Udinese di Zaccheroni con in campo Bierhoff, “Paolino” Poggi e Marcio Amoroso (1997/1998) al Brescia di Baggio (2001/2002), dal Vicenza semifinalista in Coppa delle Coppe (1997/1998) al Lecce e alla Reggina che nel 2006/2007 si salvò in anticipo nonostante una forte penalità. Insomma, nostalgia e provincia: il cuore della pagina “Serie A – Operazione nostalgia” che, anche grazie all’aiuto delle istituzioni politiche novaresi (e anche regionali), ha deciso di rendere la città di San Gaudenzio ed il “Piola” il centro della nostalgia calcistica nazionale per un giorno.
Ora c’è solo una cosa da fare: riempire il “Piola” e mettere Novara al centro del villaggio…della nostalgia.
Ps: i primi due giocatori che parteciperanno al raduno di Novara sono stati annunciati sulla pagina Facebook “Serie A – Operazione Nostalgia” il 1° ed il 6 febbraio: Raffaele Rubino e Dario Hubner. Il primo non ha bisogno di presentazioni, a Novara: capitano del “Novara dei miracoli” e primo giocatore a segnare con la stessa squadra dalla Serie C2 alla Serie A, Rubino, ex direttore sportivo di Trapani, Livorno e JuveStabia, ha avuto esperienze in Serie A anche con la maglia del Siena e nella sua carriera ha anche giocato, sei mesi, in Serie B nella Salernitana ed è giocatore, quindi, legato ad un doppio filo con le due città (e con le due squadre) che quest’anno ospiteranno i raduni della pagina. Hubner, triestino di Muggia, classe 1967, è stato uno degli attaccanti più prolifici del nostro calcio tra gli anni Novanta e i primi Duemila e, con Igor Protti, detiene il primato di aver vinto la classifica marcatori in Serie A, Serie B e Serie C, rispettivamente con le maglie di Piacenza (stagione 2001/2002)), Cesena (stagione 1995/1996) e Fano (stagione 1991/1992). Hubner ha già partecipato ai raduni di Milano, Parma e Cesena., mentre per Rubino questo sarà la prima “convocazione” per l’evento.