76mila aziende da ieri assumono! E i lavoratori “pagano” con la perenne precarietà

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di Alessio Marrari

aaaaaDi punto in bianco migliaia di aziende intendono assumere, è la notiziona che giornali e tv da ieri, lunedi 16 marzo 2015, sdoganano attraverso i canali mediatici. Traendo spunto da questo articolo, pubblicato sul quotidiano “La Stampa” (16 marzo 2015 a cura di Alessandro Barbera), alcune considerazioni balenano immediate:

“L’Inps: “76mila imprese pronte ad assumere”

Per il momento c’è solo il numero delle imprese che hanno fatto richiesta: settantaseimila. Sono i datori di lavoro che fra il primo e il 20 febbraio hanno fatto richiesta per la cosiddetta decontribuzione, ovvero interessate ad ottenere dallo Stato un fortissimo sconto contributivo per l’assunzione a tempo indeterminato di una o più persone attraverso il nuovo contratto a tutele crescenti. La legge di Stabilità per il 2015 permette, a fronte di un’assunzione stabile nel corso di quest’anno, di non pagare i contributi previdenziali per ben tre anni e con un tetto di 8.060 euro per ciascun dipendente. Settantaseimila richieste sono poche? Tante? In termini assoluti, e considerato il breve lasso di tempo (20 giorni) sono parecchie. Se non altro perché – lo sottolinea il presidente dell’Inps Tito Boeri – è probabile che il numero di lavoratori interessati sia più alto: ciascuna richiesta potrebbe riguardare più lavoratori. Con un ma: per il momento non è dato sapere quanti di questi nuovi dipendenti siano persone che le imprese intendono stabilizzare dopo un periodo più o meno lungo a tempo determinato, o in ogni caso legata a quella stessa impresa con un contratto precario.”

Senza entrare nel dettaglio di quanto sopra, ricordo i servizi dei telegiornali dello scorso fine settimana, i quali sottolineavano la risposta positiva delle banche a seguito riforme del Governo Renzi, con il rientro dello spread nel range di sicurezza ma, coralmente tutte le emittenti aggiungevano, rimane il problema della crescita e dell’occupazione all’interno al nostro Paese.

Magicamente da ieri spuntano 76mila imprese che intendono assumere, ma in che termini? Assumere chiaramente per usufruire degli sgravi contributivi e poi? Di quali garanzie beneficeranno i lavoratori? Il contratto a tempo indeterminato favorisce fiscalmente chi assume ma è anche vero che al primo calo di commesse sarà più facile lasciare gli stessi a casa o demansionarli perchè previsto dalla riforma. Ma il lavoro non dovrebbe nobilitare la dignità di chi lo svolge? Un impiego dovrebbe essere indice di sicurezza nei confronti di cittadini che, dal 2008, data di inizio della crisi, non sanno ancora “dove sbattere la testa” per tirare fine mese. Sarebbe stato preferibile vivere e conoscere una ripresa graduale, anche lenta ma veritiera e non di “uscire dal tunnel” di lunedì dopo un week-end di pioggia. “Di lunedì si iniziano solo le diete.”

Ormai la politica viaggia a slogan settimanali e, chiaramente, da metà settimana ne ascolteremo dei nuovi, non ricevendo peraltro nessuna notizia in merito al precedente di pochi giorni prima.

La chiarezza ed in questo caso la sicurezza per i lavoratori che saranno assunti, dovrebbe essere palesata fino a quando, ogni italiano, potrà godersi la propria stabilità. Sette anni di austerità e sacrifici non devono essere dimenticati. Oltretutto molte imprese continuano a chiudere non tenendo conto del destino dei propri dipendenti, ragion per cui, a fronte di un’assunzione, si verificano altrettanti casi di licenziamento.

A voi le conclusioni.