Alberto Carmine, classe 1974, per metà novarese e per metà genovese, possiede i tratti somatici tipici dell’esistenzialista francese, e si considera una persona eclettica e un filosofo edonista, seppur amante anche dell’ozio creativo. Ama la buona cucina e il buon bere. Conoscitore di quattro lingue (inglese, francese, tedesco e dialetto novarese), e con in tasca un diploma magistrale e una laurea in Scienze Politiche, ha negli anni affrontato diversi percorsi lavorativi, dal giornalismo (per 5 anni caporedattore di diverse case editrici di manga e manwha, redattore per la rivista culturale novarese Nuova Metropolis, collaboratore del settimanale di cronaca locale NovaraOggi e dell’e-magazine di musica, cinema e teatro Tempi-Dispari-Controtempi di Cultura), all’insegnamento (dal 2008 al 2010, english teacher di corsi serali tenuti all’Enaip di Vercelli), all’international Sales Management per alcune imprese vinicole e meccaniche, al PR management per l’etichetta discografia e agenzia di booking “House of Ashes” di Milano. Fa tesoro di tutte queste esperienze, sviluppando una spiccata propensione alle relazioni col pubblico, alimentata da una passione viscerale per la psicologia e le dinamiche sociali. Da 6 anni a questa parte approda alla docenza statale nella Scuola Primaria e vive la sua professione come una vera e propria missione, dato che “Maestro” è colui che guida i suoi alunni spianando loro il cammino in un delicato compito caratterizzato dalla piena condivisione di ciò che insegna. Il vero maestro, secondo lui, cerca dapprima di migliorare se stesso per poi indirizzare il proprio intervento sugli altri. Pensa altresì che chi ricopre tale ruolo debba svolgere la sua professione con un certo orgoglio: il termine “Maestro” deriva, infatti, dal latino “magister” (da magis, di più); in ebraico maestro è “rabbi”, che significa “grande” ed in sanscrito “guru”, pesante di dignità e prestigio. La sua “forever sweetheart”, come ama definirla, si chiama Musica. Marzullianamente parlando, la sua eterna innamorata, oltre ad aiutarlo a vivere meglio, è per lui una ragione di vita. Essendo essa di importanza vitale, ha cercato, dall’adolescenza ad oggi, di conoscerla sempre di più, e di amarla in tutti i suoi generi, dal cantautorato italiano, alla classica, a Frank Sinatra, al cool jazz, all’Aor , al Metal nei suoi vari sottogeneri. Da alcuni suoi amici viene addirittura definito “Enciclopedia vivente della musica”, ma questo appellativo esagerato lo imbarazza non poco, anche perché ritiene che il bagaglio culturale di ognuno di noi, per quanto forte possa essere la sete di sapere, è sempre e comunque limitato. Su Facebook, gestisce da 5 anni la pagina “Doom Heart”, dedicata alle sonorità più oscure e lente del metal, e votata alla scoperta di nuove validissime band nonché alla riscoperta dei vari capifila del genere. In qualità di organizzatore unico dell’evento, ha dato vita al Doom Heart Fest., che giungerà, il 2 Novembre prossimo, alla sua terza edizione. Il suo più grande amico, invece, si chiama Cinema, e lo accompagna da quando aveva vent’anni. Si nutre di qualsiasi tipo di pellicola, dal muto in bianco e nero di Fritz Lang e Dreyer, agli innovatori assoluti della settima arte, i contemporanei Takeshi Kitano e Quentin Tarantino. Una locuzione su tutte fa capolino nei momenti più disparati della sua esistenza: la cartesiana COGITO ERGO SUM.