Alessio Marrari sulla polemica relativa il Gay Pride in programma a Novara

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Ormai politica ed informazione evolvono spunti di reciprocità per garantire al grande pubblico ciò che regge quel “meraviglioso” mondo del “contraddittorio”. Trovo alquanto simpatico leggere pareri, articoli, dichiarazioni e comunicati stampa nel merito di quegli episodi che scatenano costantemente il solito putiferio manovrato dalle svariate correnti di pensiero. Questi giorni è il “turno” del Gay Pride in programma a Novara il prossimo 26 maggio, manifestazione che fa discutere cittadini e politica locale. Da un lato i favorevoli, dall’altro i contrari ed in più, l’attenzione, si sta concentrando sul primo cittadino novarese, il Sindaco Alessandro Canelli, il quale si è manifestato sfavorevole alla concessione del patrocinio del Comune all’evento. Questione di opinioni quindi, gran parlare che cesserà nel giro di pochi giorni, esattamente come ogni “news della settimana”, seppellita poi da quella più recente e fresca da colorire. Attenzione però, il sindaco non ha concesso il patrocinio, quindi si è manifestato contrario ad istituzionalizzare la protezione accordata o goduta nell’ambito dei rapporti fra i diversi gradi di una gerarchia sociale, non ha “patronato”, ma non si è permesso non concedere l’evento, non ha negato, proibito, sconfessato o misconosciuto, bensì ha scelto. Infatti il Gay Pride avrà luogo nella data stabilita regolarmente in quanto la libertà di manifestazione del pensiero o libertà di coscienza è un diritto riconosciuto negli ordinamenti democratici e, nel dettaglio, si può manifestare se autorizzati dalla legge, rispettando i protocolli previsti. Ritengo fermamente che ogni cittadino sia libero di vivere la propria sessualità privatamente senza dover rendere conto a nessuno. Identificare un essere umano con l’epiteto “Gay” è già una forma discriminante verso la persona, seppur ormai aggettivo e sostantivo accolto nel significato più profondo del termine “omosessuale”. Un corteo che esalti tale privata condizione non mi da alcun fastidio in quanto non nutro alcun tipo di preconcetto nei riguardi di coloro i quali abbiano personali tendenze proprie ma, e questo ve lo posso assicurare, la maggior parte delle mie conoscenze omosessuali non scalpitano assolutamente nel voler partecipare a tali ostentazioni ed imposizioni morali verso le quali non sono d’accordo e continuano a vivere normalmente impegnati nelle proprie attività professionali e conviviali esattamente come chiunque altro, mostrando altresì maggiore sensibilità e capacita di relazione a qualsiasi approccio di tipo culturale. Nella fattispecie, c’è differenza tra un uomo o una donna che vivono se stessi con un partner dello stesso sesso con amore ed un padre di famiglia che va a puttane di nascosto? Credo proprio di si…, differenze abissali su cultura, onestà e stabilità di pensiero, ma ciò non implica l’ostentazione che si deve, a tutti i costi, dare ad una marcia che esalti condizione di diversità e cioè dire sfilare per osannare l’omosessualità spesso e youtube n’è testimone, con abbigliamenti non consoni alla presenza di minori e bambini per le strade. Per il resto rimango del parere che non si giudichi la validità e l’etica di una persona impugnando il bigotto metro di giudizio volto ai gusti della stessa, ma non mi esalta nemmeno quella gente che debba impormi la propria condizione a tutti i costi. Si viva nel rispetto comune e civile dei desideri e del volere collettivo ma si smetta di puntare il dito strumentalizzando come sempre. Se il 26 maggio deciderò di voler assistere o partecipare saprò dove e quando si svolgerà la manifestazione, viceversa mi recherò altrove, la città è grande. Si impari a rispettare le idee di tutti ma non le si impongano a chi non abbia il desiderio nemmeno di sentirne parlare.