Appagante, liberatorio e satirico: intervista a Stefano Agostino di “Romainrima”

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di Simone Balocco

 

Quando un novarese pensa a “Roma”, pensa subito al Colosseo, alla Fontana di Trevi, ai palazzi della politica, ai suoi innumerevoli monumenti, alle sfide calcistiche di Roma e Lazio e al cibo. E subito sogna carbonare, amatriciane e code alla vaccinara a destra e a manca.

Ma Roma non è solo questo: Roma è anche dialetto. E al novarese piace parlare (a modo suo) in dialetto romano, non riuscendoci ma nel parlare quotidiano qualche “daje”, “annamo” e “anvedi” ci scappa sempre.

Ed il dialetto romano si può decantare sotto forma di poesie e sonetti. Cosa sono i sonetti? Ce lo spiega Stefano Agostino, romano de Roma, creatore del sito Romainrima.it, che è un vero appassionato di romanità e di Roma.

Stefano, sei romano del quartiere Marconi: sei mai stato a Novara o nella nostra provincia?

Sì, sono stato una volta a Novara per una due-giorni in occasione del matrimonio di due miei carissimi amici, che già dal giorno prima e in occasione di una serata speciale di Street Games, mi hanno accolto con tutto l’affetto di cui sono capaci, mostrandomi le bellezze, anche culinarie, di questa città. Una città che devo dire mi è rimasta nel cuore e che tornerò a visitare con piacere non appena possibile.

Cosa rappresenta per te la romanità e cos’è per te Roma?

Romanità e Roma rappresentano per me orgoglio, appartenenza, amoR (non a caso è Roma allo specchio), fede laica chiaramente, vanto e gioia. Sono felice di portare la “mia” romanità in giro per l’Italia e per il mondo, ovunque vada. Il fatto di essere nato “romano” e di vivere ogni giorno questa città, con tutti i suoi pregi, ma anche con tutti i suoi difetti, mi riempie il cuore di un senso di appartenenza alle tradizioni dalle più antiche quelle di derivazione imperiale, a quelle moderne. Non si tratta ovviamente di un “merito”, ma di una fortuna speciale per cui spesso mi trovo a ringraziare Dio per avermi fatto dono di essere Suo figlio e figlio di Roma.

Cos’è un sonetto? Cosa lo contraddistingue?

Un sonetto è una particolare forma di poesia che si struttura in 14 versi endecasillabi, disposti in due quartine e due terzine. Ogni verso deve presentare l’accento o in quarta o in sesta sillaba. Questo detto per la metrica. Ma cosa lo contraddistingue è la musicalità, armonia, efficacia, tipiche della poesia e che si può esprimere solo legando ogni parola usata al cuore. Senza sentimento, non solo non c’è sonetto, ma non c’è poesia per quanto strutturata metricamente sotto questa forma.

Come è nata questa passione?

Con la lettura dei grandi classici della tradizione poetica dialettale romana, sin dai tempi della scuola, intendo Trilussa, Belli su tutti. E poi con il provare a “ripetermi” all’inizio commentando in questa forma le partite della Roma, di cui “ovviamente” sono grande tifoso e poi man mano con tutti gli altri aspetti della “romanità”.

Cos’è Romainrima, perché nasce, quando nasce e dove nasce?

Romainrima è il mio sito, meglio blog, dove da 10 anni ormai ogni giorno pubblico i miei sonetti. Perché nasce, per un’esigenza legata a ogni scrittore di diffondere i propri lavori, ma anche in un certo senso una volontà molto più intimista di trovarmi un angoletto del web dove poter dire la mia, nel mio modo e nella “mia” lingua, senza che almeno qui nessuno mi metta paletti e bavagli. Perché sul proprio blog si può scrivere in totale libertà. Dove nasce? A Roma, chiaramente.

Quali argomenti tratti, solitamente?

Come detto, ho cominciato con il “sonettare” le partite della Roma. Ma da lì sono passato a rimare i luoghi tipici della città, i piatti, le usanze, i costumi, la gente e i fatti di cronaca. Insomma spazio su tutti gli argomenti che mi frullano in testa e che spingono per venir fuori in rima.

In quale ambito i sonetti ti riescono meglio? (calcio, vita di tutti i giorni, fatti di cronaca…)

Questo dovrei lasciarlo dire ai miei lettori. Personalmente preferisco quelli della sezione “schegge di vita”, perché li considero quelli più veri e riproducibili nella realtà di tutti e di tutti i giorni.

Quale è stato il tuo primo sonetto pubblicato.

“Il Nasone”

Quale è la fase di gestazione di un sonetto? Nel senso, ti alzi al mattino e dici “Oggi scrivo un sonetto su x” o prima ci rifletti, leggi, ti informi?

Bella domanda, proprio perché mi dà modo di dire che non c’è regola, non c’è un “oggi scrivo un sonetto x”. O meglio quando c’è spesso accade che quel sonetto non sia poi granché. I migliori sonetti o quantomeno quelli più “miei” sono quelli che vengono “di getto”, che sgorgano dal cuore, senza indugiare troppo per il cervello che è quanto di meno poetico possediamo. Sicuramente prima di “rimare” di certi fatti è necessario informarsi e conoscere, ma senza pensarci troppo. Il sonetto come tutta la poesia deve nascere da sé.

Pensi alla romanità “scritta” e vengono in mente “Trilussa”, Belli e Pascarella. Questi tre autori hanno avuto un peso nella scrittura delle tue opere? O magari preferisci altri?

Hai già indicato tre nomi che hanno avuto contribuito a far crescere in me la passione per la poesia dialettale. Altri pure, ma sinceramente non li paragono nemmeno ai tre indicati. Di cui considero Trilussa il più grande.

Quale è stato il tuo sonetto più intenso?

Quello che è un gioco di parole che cominciano tutte con la “S” di “sonetto”.

Hai vinto qualche premio o sei stato menzionato?

Sì, con una poesia scritta sulla Roma e un sonetto sul “sabato”. Nel primo caso ho vinto un premio ad un concorso al Campidoglio. Devo dire ne sono davvero fiero.

Sei un tifoso della Roma. So che hai redatto un sonetto su Novara-Roma del 6 novembre 2011…

Da quando ho aperto il sito, 10 anni fa, non ho saltato un incontro ufficiale della Roma in ogni competizione italiana e europea. Novara-Roma era sicuramente tra queste.

Se qualcuno vuole avvicinarsi al mondo dei sonetti, cosa gli consigli di fare?

Di leggere senza sempre pretendere di capire nell’immediato. Di ascoltare la musicalità, un verso, l’armonia che ne segue … poi mano a mano ricercarne il significato oggettivo, ma anche individuale. Per spiegarmi meglio, ci sono dei sonetti che possono parlare a tutti e quelli che possono parlare ad ognuno. E per ognuno magari hanno significati propri. Da scoprire.

Romainrima è un sito ed una pagina Facebook. Chi devi ringraziare o chi ti senti in dovere di ringraziare per questo tuo successo?

I tantissimi lettori, specie i più affezionati. Ma veramente nessuno escluso. Sono loro l’oro, giocando con le parole. E sono loro la spinta motrice a scrivere ancora, anche quando come capita ogni tanto, la penna si impunta.

Obiettivi futuri tuoi e dei tuoi sonetti?

Mi piacerebbe venissero letti un giorno nelle scuole. Ma questo è un sogno più che un obiettivo. Solo che chi scrive sonetti spesso campa di sogni. E poi senza sognare non si potrebbero avere veri obiettivi. Almeno io la vedo così.

Racchiudi il “scrivere sonetti” in tre aggettivi.

Appagante, liberatorio e satirico.

Ringraziamo Stefano per il tempo concessoci e vi invitiamo ad andare a vedere il sito di Romainrima.it

 

immagine in evidenza tratta da www.romainrima.it