Arona agli Oscar – Il film di Caudio Caligari candidato per l’Italia
Da Il SanCarlone di Novembe 2015 di Giulia Dusio – “Non essere cattivo” porta agli Oscar; il film postumo del regista aronese Claudio Caligari rappresenterà l’Italia ai prossimi Oscar americani. La pellicola ha superato per un punto “Mia madre” di Nanni Moretti e tutti gli altri registi, Comencini, Castellito, Bellocchio, Messina e Bispuri. Vittoria dell’emozione? No, è stato premiato un film crudo ma vero, una storia che affonda le radici nella Ostia degli anni Novanta, tra vite sballate, vite da salvare, vite perdute.
Certo è che Arona potrebbe vivere una grandissima emozione se la notte degli Oscar “Non essere cattivo” fosse nella cinquina che ambisce alla statuetta dorata. L’annuncio delle nomination sarà il 14 gennaio 2016: tre mesi e mezzo di tempo per “convincere” la giuria che presiede gli Oscar che la pellicola di Caligari, coprodotta da Valerio Mastandrea, merita di entrare in lizza per il premio, contendendo la statuetta con altri temibili avversari. Tra i titoli stranieri più forti nella corsa agli Oscar ci sono “L’ultimo lupo” di J.J. Annaud (Cina), “Mustang” opera prima del turco Deniz Gamze Ergüven (Francia), “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza” di Roy Andersson, Leone d’Oro a Venezia 2014 (Svezia), “Son of Saul” di László Nemes Grand Prix a Cannes 2015 (Ungheria), “The brand new testament” di Jaco Van Dormael (Belgio).
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Il regista novarese Vanni Vallino – “Premiamo i film sinceri”
“La scelta di candidare il film di Claudio Caligari fa bene al cinema italiano: abbiamo bisogno di far vedere che siamo capaci di fare film come una volta, veri, crudi, sinceri”. Vanni Vallino, regista novarese che da sempre indaga la storia della sua terra con ritratti genuini e di grande impatto visivo ed emotivo, non ha dubbi circa “Non essere cattivo”.
“Raccontare una storia, è questo il motivo per cui si fanno film – continua – ma negli ultimi anni è sembrato che si facessero pellicole costruite ad hoc per vincere premi. Ma il cinema vero è quello che porta sul grande schermo storie di persone, di avvenimenti, di vite. Fare un film vuol dire esprimersi attraverso immagini, parole e scrittura. La sceneggiatura è un po’ il cuore di tutto: io, per esempio, scrivo da me la sceneggiatura, così mi posso addentrare nella psicologia e nel carattere dei vari personaggi, tratteggiandoli nella maniera più completa. Molte volte capita di immaginare una scena e di scriverla successivamente, cercando, attraverso le parole, di raccontarla e spiegarla agli attori che dovranno interpretarla”.
Passioni, emozioni, sentimenti: il regista mette tutto questo dentro un film, perché solo così si riescono ad avere film sinceri, che coinvolgano lo spettatore e lo trasportino lì, dove si svolge quella storia.
Vallino quest’anno ha vinto il premio come miglior regia al Festival Internazionale di Imperia con il film “Libertà allo specchio – ritratto di Evangelina Alciati”, storia della pittrice piemontese di inizio Novecento, interpretato da Pamela Villoresi che ha vinto il riconoscimento come miglior attrice.