Artigianale, personalizzato, unico: intervista a Marta Gennaro, titolare di “Marta-Martissima”

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di Simone Balocco

Due parole “virtuali” con Marta Gennaro, titolare di “Marta Martissima”, “bottega” artigiana in corso Risorgimento a Novara. Ci ha raccontato un po’ di cose interessanti sulla sua attività, i suoi progetti e di questa pandemia che ha messo molto in difficoltà la sua categoria, quella degli artigiani.

 

Quando nasce “Marta-Martissima” e perché questo nome?

“Marta-Martissima” esisteva già dentro la mia testa da tantissimo tempo, è sempre stato un sogno che coltivavo fin da piccola. Finalmente nell’ottobre del 2019 questo sogno è diventato realtà con l’inaugurazione del mio negozio- laboratorio artigianale in Corso Risorgimento a Novara. Per quanto riguarda il nome dell’attività volevo che fosse semplice da ricordare ma di impatto, per cui ho scelto un nome composto. Da una parte c’è MARTA, ovvero il mio nome, per avere un collegamento immediato alla mia persona e poi c’è MARTISSIMA, che è un superlativo assoluto, e sta ad indicare una “Marta all’ennesima potenza” ovvero una Marta che mette tutta sé stessa in ciò che fa impegnandosi al massimo.

Quando hai capito che l’artigianato sarebbe diventato il tuo “pane”?

Io provengo dal mondo della contabilità, ho studiato economia e commercio e ho sempre pensato che il mio futuro sarebbe stato alla scrivania di un commercialista a compilare dichiarazioni dei redditi. In realtà, pur ritenendo che il lavoro alle dipendenze di altri fosse di tutto rispetto, sentivo dentro di me di non essere soddisfatta e realizzata. Avevo bisogno di esprimermi e di svolgere dunque un’attività in completa libertà. Ho sempre amato fin da bambina le attività creative e manuali perché mi permettevano di spaziare con la fantasia. Il mio primo ricordo di lavori manuali, risale a un Dicembre di tantissimi anni fa, facevo ancora le elementari, quando insieme a mia madre e a mia zia preparammo gli addobbi per l’albero di Natale in pasta di sale (che poi quell’anno si sciolsero tutti perché non li avevamo cotti bene e l’albero di Natale era troppo vicino al calorifero) e questo fu per me un momento di condivisione e di benessere. Poi, durante una vacanza estiva, imparai da alcune suore a ricamare a mezzo punto e a punto croce. Il primo lavoretto che invece svolsi in piena autonomia fu all’età di 12 anni quando presi un vecchio cestino da cucito in legno di mia nonna e lo dipinsi di un orribile color verde bottiglia per poi incollarci sopra dei melograni ritagliati da una rivista. Quello fu il mio primo esperimento di decoupage, che tra l’altro conservo ancora.

Chi è stato il maestro? O chi sono stati i tuoi maestri?

Non ho avuto nessuno maestro; nella mia famiglia a parte qualche musicista, nessuno ha mai avuto particolari doti o predisposizioni per i lavori creativi. Mia zia (la stessa della pasta di sale) attraversò un momento della sua vita in cui si mise a dipingere alcuni quadri da autodidatta, ma quello per lei rimase solo un hobby. Mia nonna paterna, invece, aveva studiato come sarta, ma purtroppo venne a mancare troppo presto e non fece in tempo ad insegnarmi niente. Sono quindi a tutti gli effetti un’autodidatta. Quando ho iniziato ad interessarmi ai lavori creativi ero solo una bambina e negli anni ‘90 non esisteva ancora internet per cui compravo tantissime riviste e libri sui vari argomenti e facevo esperimenti. Poi con l’avvento del web è stato molto più semplice reperire tutorial e scoprire nuove tecniche creative. Lavorare con le mani mi ha sempre permesso di esprimermi e di rilassarmi. Inoltre, ma questo concetto vale per tutti coloro che svolgono attività creative, dal musicista, al pittore, allo scultore, in ciascuna opera creata l’autore mette sempre un pezzetto di sé.

L’essere una autodidatta ha inciso in che modo sul tuo lavoro?

Ha inciso tantissimo ed in maniera positiva. Tutt’ora sono alla continua ricerca di nuove tecniche creative da imparare e sperimentare. Sono convinta che più cose so fare, più sono in grado di soddisfare le richieste (a volte bizzarre) dei clienti. Molti lavori che faccio sono infatti il frutto dell’uso combinato di diversi materiali e di tecniche differenti.

In cosa consistono i tuoi lavori?

Io creo principalmente gioielli (collane, bracciali, orecchini, anelli, ecc.) utilizzando varie tecniche di tessitura di perline. In pratica cucio tra loro, con ago e filo, perline di materiali diversi come il vetro, gli Swarovsky e le pietre preziose. Alcune tecniche prevedono la tessitura delle perline su supporti come la pelle o l’alcantara, altre tecniche invece consistono nell’infilare le perline sul filo e attraverso particolari passaggi, che rafforzano il lavoro, giungere all’oggetto finito. Inoltre, mi occupo anche di riparazioni di bijoux e di riammodernamento di monili. Se il cliente, ad esempio, possiede una collana che non riesce più ad indossare perché è passata di moda, la può portare da me ed insieme decidiamo come ridarle nuova vita recuperandone alcune parti oppure trasformandola in un nuovo gioiello. Oltre a queste attività, realizzo anche accessori come borse, foulard e oggetti di arredamento come ghirlande fuori porta, cornici, scatole decorate. Come dicevo prima, i miei lavori sono un connubio di tecniche diverse che spaziano dall’uncinetto, alla pittura, alle paste modellabili, al ricamo ecc.

Dall’ottobre 2019 hai aperto una tua attività commerciale a Novara o meglio chiamarla “bottega”?

Forse sarebbe meglio chiamarla “bottega”. Con le possibilità che offre oggi web, aprire un negozio on line sarebbe stato più semplice e meno faticoso sia in termini di costi di gestione sia in termini di offerte di prodotti. Ma io non voglio diventare l’ennesimo negozio on-line asettico, senza anima e senza contatto con la clientela. Io voglio il rapporto con il cliente, voglio che il cliente entri nella mia bottega, mi conosca e si senta a suo agio. Voglio che tocchi con mano e veda con i suoi occhi la qualità della merce, discuta con me le varie idee e voglio che esca dal mio negozio con un prodotto unico e personalizzato sulla base delle sue esigenze.

In cosa consiste la tua offerta?

La mia offerta consiste nel proporre al cliente finale un prodotto fatto artigianalmente. Nella mia bottega tutto è fatto a mano, dai sacchetti in stoffa dove riporre l’oggetto, alla confezione regalo, al biglietto da inserire nel pacchetto. La mia postazione ossia il mio banco di lavoro è collocato in vetrina quindi chiunque passa davanti al negozio più vedermi impegnata a cucire, a dipingere, a modellare a sferruzzare ecc. a seconda del momento. Un po’ come nelle botteghe di una volta, dove l’artigiano lavorava praticamente sulla strada e tutti potevano vedere ciò che stava facendo.  L’entrata è libera quindi tutti possono tranquillamente fermarsi a chiedere informazioni sui vari prodotti esposti. Inoltre, ho organizzato nei mesi passati, e spero di farlo anche in futuro, dei corsi creativi aperti sia a persone già manualmente esperte, sia a principianti. Lo scopo di questi corsi, oltre ovviamente ad imparare a realizzare qualcosa di nuovo, è quello di stare insieme, di passare un pomeriggio rilassante e diverso dal solito.

Domanda banale: quanto ha inciso il Covid-19 sul settore dell’artigianato?

Tantissimo purtroppo. Di norma, quando si apre un qualsiasi tipo di attività si deve tener ben presente che ci vorranno almeno un paio di anni, se non di più, per riuscire a raggiungere una certa stabilità, per farsi conoscere, per coprire i costi. Nel mio caso, avendo aperto la bottega a ottobre 2019 sono stata molto penalizzata dai due lockdown che ci hanno interessato, il primo da marzo a maggio e poi quello attuale di novembre proprio a ridosso del periodo natalizio.

Da quando sei diventata un’artigiana, hai preso parte a mostre e fiere?

Purtroppo non ne ho avuto la possibilità. Avrei voluto partecipare quest’anno ai Mercatini di Natale al Castello di Novara ma sono stati annullati così come sono state annullate tutte le manifestazioni nel resto d’Italia.

Cosa vuoi fare da grande?

Da grande Marta vorrebbe continuare a fare l’artigiana e vorrebbe che la sua attività venisse conosciuta a Novara. Nella mia mente immagino due amiche che si incontrano al caffè e una dice all’altra: “Devo fare un regalo, vorrei un oggetto particolare, un pezzo unico! Dove mi consigli di andare?” E l’altra risponde: “Vai in Corso Risorgimento, da Marta-Martissima! Vedrai che lei saprà consigliarti!”. Ecco, questo sarebbe per Marta veramente un bel traguardo per il futuro!

Definisci “Marta Martissima” in tre parole/aggettivi?

Artigianale, personalizzato, unico

La tua opera più bella e quella che ti ha dato più soddisfazioni

Premesso che tutto ciò che creo per me è bello, ritengo di poter affermare che in un lavoro come il mio ciò che conta è più il parere degli altri. Il parere del cliente è sempre molto soggettivo infatti, per esempio, lo stesso gioiello può essere ritenuto non particolarmente degno di nota da parte di un primo cliente, mentre può piacere e venire acquistato d’impulso da un secondo cliente. Quando il secondo cliente esce soddisfatto dal mio laboratorio con il suo pacchetto in mano è allora che posso affermare che il mio gioiello era bello!

Le opere che mi danno più soddisfazione sono invece quelle che consistono in una sfida.  Le ultime creazioni che ho realizzato su ordinazione, prima della chiusura forzata di novembre, sono state delle cornici in stile shabby chic (tecnica che consiste nell’invecchiamento degli oggetti per farli sembrare vissuti e che si ottiene con pitture di vari colori sovrapposti e poi rimossi), con ricamati all’interno a punto croce i nomi dei destinatari e abbellite con fiori all’uncinetto e perle. Ho dunque utilizzato tante tecniche diverse per realizzare un unico oggetto quindi una bella sfida direi, se poi a questo aggiungiamo che non amo per nulla lo stile shabby chic si capisce perché è stata per me una soddisfazione.

Sei attiva sui social, che impatto hanno sul tuo lavoro?

Si, ho sia una pagina Facebook sia un profilo Instagram dove carico giornalmente le foto degli ultimi lavori. I social sono un’ottima vetrina per l’attività, permettono al cliente di vedere ciò che è disponibile in negozio comodamente da casa sua. Poi, per avere maggiori informazioni circa il prezzo e altri dettagli è necessario che egli mi contatti o che se passassi a trovarmi in negozio per vedere dal vivo e toccare con mano ciò che ha attirato la sua attenzione. Sulla pagina Facebook, inoltre, pubblicizzo i corsi creativi che vengono organizzati in negozio; viene mostrato l’oggetto del corso, la data e si prendono le prenotazioni.

Organizzi anche dei corsi specifici. In cosa consistono?

Finora ho organizzato 3 corsi creativi. I primi due si sono tenuti a novembre dello scorso anno ed avevano come tema le decorazioni natalizie; le partecipanti hanno realizzato lanterne natalizie e gnomi. Il terzo corso si è tenuto nel mese febbraio e aveva come oggetto una ghirlanda pasquale.  In primavera erano in programma altri corsi, purtroppo però con le chiusure dovute al covid-19 non si sono potuti svolgere. Ai corsi creativi hanno partecipato sia persone già avvezze a svolgere lavori manuali, sia persone che non avevano mai preso in mano una pistola per colla a caldo. Posso garantire che tutte sono uscite soddisfatte e rilassate con la loro creazione finita. I corsi sono un modo per trasmettere la mia passione, sono un momento per incontrare persone nuove, per fare amicizia e per divertirsi. Insomma, per passare un pomeriggio diverso dagli altri e creare qualcosa con le proprie mani.

Il tuo settore è femminile o anche gli uomini sono interessati a ciò che fai?

Il mio settore attira una clientela prettamente femminile, non nego però che ci sono stati uomini che sono venuti a comprare un regalo alla moglie e che non si sono accontentati di sceglie qualcosa di già pronto in esposizione, ma mi hanno richiesto qualcosa di speciale. Sulla base delle indicazioni che loro stessi mi hanno fornito, ho realizzato quindi un gioiello unico e personalizzato che poi è stato donato alle consorti.

Che consigli ti senti di fare a chi vuole intraprendere un’attività come quella delle creazioni artigianali?

Di avere tanta pazienza e tanta voglia di fare. Tanta voglia di fare, perché noi non compriamo e rivendiamo gli oggetti ma li dobbiamo creare seduta stante, quindi è un continuo pensare e lavorare per riuscire a dare un’offerta sempre più varia al cliente. Tanta pazienza, perché i risultati non sono immediati e purtroppo alcune persone non capiscono ancora, e forse mai capiranno, quanto lavoro c’è dietro anche al più piccolo degli oggetti.

Se una nostra lettrici o un nostro lettore volessero avvicinarsi alle creazioni artigianali, come posso fare per mettersi in contatto con te?

Possono farlo attraverso i miei canali social ovvero la pagina Facebook Marta-Martissima, il mio profilo Instagram @martissima_marta. Ma ovviamente io invito tutti a venire a conoscermi di persona e a curiosare nella mia bottega in Corso Risorgimento 39L a Novara.

 

immagini in evidenza e nel corpo dell’intervista fornite da Marta Gennaro