Attilio Tesser, il Komandante della cavalcata azzurra

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di Simone Balocco

 

ATTILIO TESSER

Che differenza c’è tra l’essere un comandante ed un Komandante? Il primo ha un ruolo militare di guida e responsabilità, il secondo ha fatto godere i tifosi del Novara tra il 2009 ed il 2012. Tre anni nei quali la squadra di calcio della città di San Gaudenzio è stata protagonista di una cavalcata accaduta sedici volte nella storia del calcio italiano: la doppia promozione consecutiva Lega Pro (Serie C) – Serie A (Modena 1960-1962 e 2000-2002; Bari 1983-1985; Benevento 2015-2017; Bologna 1994-1996; Brescia 1984-1986; Cagliari 1988-1990; Como 1978-1980 e 2000-2002; Empoli 1995-1997; Frosinone 2014-2016; Genoa 2005-2007; Napoli 2005-2007; Spal 2015-2017; Varese 1962-1964; Udinese 1977-79).

Con quel Komandante in panchina, la squadra azzurra fece il “doppio salto” grazie ad una squadra fantastica, composta da individualità di grande classe ed un gruppo tosto ed unito che ha regalato ad una tifoseria, e ad una città intera, un sogno grande come la Cupola di San Gaudenzio. I tifosi si ricordano come fosse ieri non solo i nomi e i cognomi di ogni singolo calciatore di quella rosa che ha compiuto l’Impresa, ma soprattutto chi era alla guida di quel gruppo che prima ha fatto il double di categoria (campionato e Supercoppa di Lega Pro) e poi vinto i play off promozione di Serie B, vincendo anche il titolo di campione d’inverno: Attilio Tesser, il Komandante.

Veneto di Montebelluna, Tesser, ex terzino sinistro, ha giocato in massima serie con le maglie di Napoli ed Udinese, militando anche in Serie B e Serie C con Treviso, Perugia, Catania e Trento. Il futuro tecnico azzurro chiuse la carriera da calciatore nella stagione 1989/1990, quella che ancora oggi i tifosi novaresi ricordano con i brividi poiché coincise, per la prima volta nei quasi centodieci anni di storia del Novara, con la retrocessione della squadra nell’allora Campionato Nazionale Dilettanti, salvo poi essere ripescata in estate. Era destino che colui che si ritirava nell’annata peggiore della storia azzurra lo avrebbe condotto a raggiungere vette calcistiche incredibili venti anni dopo.

Tesser scelse poi la via della panchina, ma fino all’11 giugno 2009 non ebbe mai una grandissima fortuna: due stagioni a Bolzano con il Sudtirol (2001-2003, con la sconfitta nella finale play off di Serie C2 proprio contro il Novara con un doppio 0-0); due anni a Trieste in Serie B (2003-2005, decimo posto e vittoria ai play out); 90′ in Serie A con il Cagliari ed esonerato già dopo la prima partita di campionato (2005/2006); esonerato dopo le prime undici partite con l’Ascoli (2006-2007) in Serie A; esonero dopo ventisette partite con il Mantova ancora in cadetteria nel 2007/2008 ed infine, un altro esonero, con il Padova la stagione successiva (cinque partite al posto di Carlo Sabatini esonerato).

L’8 giugno 2009 Attilio Tesser veniva annunciato come nuovo tecnico del Novara e tre giorni dopo venne presentato alla stampa e alla città. I tifosi rimasero basiti: perché affidare la panchina ad un tecnico che ha avuto, fino a quel momento, più esoneri che risultati positivi in carriera? E i risultati del Padova alla fine del torneo precedente non lasciavano spazio ai dubbi: Tesser al posto di Sabatini con il tecnico umbro richiamato dopo le cinque partite del primo (sette punti) e patavini promossi in Serie B vincendo i play off.

Per un’altra volta, per l’ennesima volta, il Novara ripartiva da zero: nuovo tecnico, nuovi giocatori e quella promozione in Serie B che sembrava una chimera. I supporter azzurri, visti gli allenatori che si erano succeduti negli anni prima di Tesser, non erano contenti di quella scelta e si apprestavano ad abbonarsi per seguire un altro campionato di sofferenza. Domenica 25 aprile 2010 si sarebbero rimangiati tutte le critiche contro Attilio Tesser. Critiche già rimangiate in inverno a dire il vero, con la squadra lanciata verso la vittoria del campionato.

Come ha fatto Tesser a realizzare quel miracolo? In tre semplici mosse:

  • Tesser era un tecnico preparato, metodico e professionale;

  • la fine del rapporto storico tra la società ed il direttore sportivo Sergio Borgo con la guida sportiva affidata a Pasquale Sensibile, un direttore di livello;

  • i giocatori arrivati in estate erano un lusso per la categoria.

Lo stesso Tesser si mise al tavolo con il nuovo ds e crearono una squadra che vinse diciotto partite, ne pareggiò tredici e ne perse solo tre (tutte nelle ultime quattro partite di campionato, a promozione acquisita) su trentaquattro.

Fu una stagione incredibile:

  • trenta risultati utili consecutivi in campionato (record europeo di quella stagione) ed un dominio mai messo in discussione;

  • il match di Coppa Italia a San Siro negli ottavi di finale contro il Milan (con 13mila supporter al seguito) dopo aver eliminato in sequenza Parma e Siena;

  • la vittoria della Supercoppa di Lega Pro contro il Portogruaro.

Tutto questo con la perla del 25 aprile 2010: 3-3 contro la Cremonese in un “Piola” che segnò per la prima volta, dopo anni, il sold out e l’arrivo del sospirato ritorno in Serie B dopo trentatre anni di anonimato calcistico con ben quattro giornate di anticipo. Se non avesse perso la domenica precedente a Benevento, la promozione sarebbe arrivata con altri 90 minuti di anticipo.

Il successivo torneo cadetto fu dominato (o quasi) da ottobre ad aprile con la vittoria del “platonico” titolo di campione d’inverno. I tifosi del Novara iniziarono a sognare in grande grazie a quel tecnico veneto che si era imposto come un vero Normal one, simpatico e disponibile con tutti. E con quella squadra che, rispetto alla stagione precedente, aveva cambiato solo due tasselli titolari, regalando a tutti i propri tifosi, tra il 2 ed il 12 giugno 2011, un’altra grande emozione: 0-0 e 2-2 al 90′ contro la Reggina in semifinale, 0-0 e 2-0 contro il Padova in finale. Novara promosso in Serie A dopo cinquantacinque anni e Tesser che, per la prima volta in carriera, aveva vinto qualcosa di importante.

Il Komandante era diventato quasi una divinità in città, un uomo arrivato in punta di piedi e che, sempre in punta di piedi, aveva fatto un qualcosa che nessuno si immaginava quando fu presentato una calda mattina di giugno.

La campagna estiva di rafforzamento per la Serie A non fu (a posteriori) eccezionale, ma il Novara “komandato” da Tesser iniziò la stagione bene, anche se qualcosa successivamente iniziò a non girare: la squadra ebbe molti limiti tecnici (mettendo in campo sempre un grande cuore) e, con la fine del girone di andata, scivolò fino all’ultimo posto in classifica, nonostante la tifoseria supportò sempre squadra e tecnico.

Il 2012 iniziò in maniera tremenda per il Novara: sconfitte casalinghe per 3-0 contro Fiorentina e Milan, zero punti in trasferta con Cesena (3-1) e Palermo (2-0). Il girone di andata si era chiuso con solo dodici punti conquistati in venti partite (due vittorie, sei pareggi, dodici sconfitte) e la sconfitta del “Barbera”, ovviamente, non incrementò il bottino di punti.

Cosa succede quando una squadra va male? Visto che non si possono esonerare i giocatori, vengono esonerati gli allenatori. E Attilio Tesser, il 30 gennaio 2012, ricevette dal Novara quella cosa che sembrava aver dimenticato: l’esonero.

Il suo posto fu preso da Emiliano Mondonico, tecnico esperto e tornato in auge nonostante avesse iniziato a lottare contro un tumore (che lo sconfiggerà la mattina del 29 marzo 2018), chiamato per salvare la categoria. Serviva una scossa, ma i tifosi non ci stettero e la sera di quel 30 gennaio, nonostante il freddo, oltre cento di loro si ritrovano sotto casa Tesser nel quartiere San Martino per dimostrare che gli erano vicini e che rimaneva sempre il loro Komandante. Quella sera, dopo oltre un’ora di cori e grida, Tesser fece una cosa forse impensabile nelle grandi piazze: scendere in lacrime in strada dai suoi tifosi, salutare e ringraziarli per quella dimostrazione di amore incondizionato nei suoi confronti. Il suo maglione giallo crema indossato per incontrare i tifosi rimase un simbolo iconico di quella stagione.

Ma, come cantava Antonello Venditti, “Certi amori non finiscono/fanno dei giri immensi e poi ritornano/amori indivisibili, indissolubili, inseparabili” e patron Massimo de Salvo, il successivo 6 marzo, esonerò lo stesso Mondonico (cinque punti in sei partite, con il colpaccio di San Siro contro l’Inter) e richiamò Tesser. Una scelta giusta (anche dal punto di vista economico), ed il tecnico trevigiano si ripresentò al “Piola” la sera dell’11 marzo con una bella vittoria contro l’Udinese. Il Novara era ripartito (sette punti in tre partite), i limiti rimasero gli stessi, ma la garra non mancò mai. Solo il pareggio beffa contro la Fiorentina del 2 maggio spezzò i sogni di gloria di Rubino e compagni: con due giornate di anticipo, terminava (matematicamente) l’esperienza in Serie A del Novara. Gli ultimi due match in calendario (quello casalingo contro il Cesena e contro il Milan a San Siro) furono un bagno di folla incredibile per squadra e tecnico.

Il Novara sarebbe stato ricostruito in estate per cercare il ritorno immediato in massima serie, senza se e senza ma. Ma qualcosa, invece, non andò come sperato.

Tesser, nonostante la retrocessione, ebbe molte richieste ma decise di rimanere a Novara, anche se forse, si disse, già verso la fine del campionato ebbe un po’ di attriti con la dirigenza. Decise di rimanere al Novara, nonostante il rifiuto della panchina del Modena, per cercare di riportare gli azzurri subito in Serie A. Il 30 ottobre 2012 però fu fatale la sconfitta di Ascoli: Tesser ancora una volta esonerato e squadra affidata prima a Giacomo Gattuso (tecnico della Primavera) e poi ad Alfredo Aglietti. Il Novara dai bassifondi della classifica (sei sconfitte consecutive tra il 30 ottobre ed il 1° dicembre 2012), grazie al tecnico toscano, arrivò a giocarsi i play off a fine maggio, mentre le strade di Tesser e della società azzurra si separarono definitivamente il 7 agosto 2013.

Attilio Tesser, vincitore della “Panchina d’argento” come miglior tecnico della Serie B nella stagione 2010/2011, rimase senza squadra fino al 31 dicembre 2013, quando accettò l’offerta della Ternana, altra piazza passionale che lottava per la salvezza e che aveva appena esonerato Domenico Toscano (lo stesso Domenico Toscano che la stagione successiva portò il Novara a vincere il campionato di Lega Pro e la Supercoppa di categoria, proprio come fece Tesser nella fantastica stagione 2009/2010).

Tesser tornò da avversario al “Piola” per la prima volta il 25 marzo 2014 e per lui fu una standing ovation neanche fosse stato un divo hollywoodiano: applausi, grida, cori. Il tecnico di Montebelluna non si fece vedere per tutto il pre-partita, entrando in campo solo con l’ingresso delle squadre sul rettangolo di gioco. Nella città di San Valentino, il Komandante rimase diciotto mesi (gennaio 2014-giugno 2015), conquistando un sedicesimo ed un dodicesimo posto in classifica.

L’11 giugno 2015 divenne il nuovo tecnico dell’Avellino, firmando un contratto annuale con opzione sul secondo, ma la stagione si rivelò complicata. Il 6 febbraio 2016 il Komandante tornò ancora una volta a Novara da avversario e furono ancora applausi.

Il 22 marzo 2016 fu sollevato dall’incarico, ma un mese dopo, visti i risultati deludenti del suo sostituto Marcolin, tornò ancora alla guida dei Lupi, chiudendo la stagione al quattordicesimo posto. Tesser non venne confermato per la stagione successiva.

Il 31 maggio 2016 il Komandante accettò l’offerta della Cremonese, ambiziosa squadra di Lega Pro che non trovava la Serie B da undici stagioni. Cosa pensò il presidente grigio-rosso Arvedi? “Non facciamo la B da tanti anni? Chiamiamo Tesser e speriamo che vada come a Novara”.

Detto, fatto: il campionato fu al cardiopalma per i grigiorossi tanto che, nonostante fossero a -12 punti dall’Alessandria capolista a dicembre, all’ultima giornata vinsero sia il match contro la Racing Roma sia il campionato.

Dove stava il batticuore? Anche l’Alessandria vinse la sua ultima partita, arrivò anche lei a 78 punti ma, in virtù degli scontri diretti, in cadetteria ci andarono direttamente i lombardi, lasciando Gonzalez e soci a giocarsi i play off.

Un altro miracolo targato Tesser, oltre ad una rosa molto interessante composta da ben cinque giocatori ex Novara, di cui quattro allenati dal tecnico di Montebelluna (Giuseppe Gemiti, Filippo Porcari, Alessandro Bastrini e Simone Pesce).

Altra promozione e altro ritorno a Novara, ma con meno vigore. Non perché i tifosi azzurri si fossero dimenticati di Tesser, ma perché l’andata di Novara-Cremonese fu disputata venerdì 8 dicembre alle ore 12:30. Nonostante le poche (ma calorose) presenze, Tesser come al solito uscì dal tunnel dello stadio e, già prima che le squadre entrassero in campo per il warm up, si fermò a parlare con i tifosi, confermando reciprocamente stima e affetto.

Nel il girone di ritorno, la “Cremo” ha avuto un crollo tremendo (una vittoria, otto pareggi e otto sconfitte fino alla 38a giornata), scivolando dalla zona play off a quella play out: la sconfitta casalinga di sabato 21 aprile contro l’Ascoli è costata la panchina a Tesser, sollevato dall’incarico due giorni dopo. Contro il Novara, domani alle ore 15, a guidare i grigiorossi ci sarà Andrea Mandorlini, ufficializzato martedì scorso e già in sella nel match di due giorni fa contro lo Spezia terminato con la sconfitta dei lombardi.

Nelle tre partite di Tesser contro il Novara, il bilancio è di tre pareggi.

Il resto sarà una storia tutta da scrivere per Attilio Tesser e tanti tifosi novaresi sperano un giorno di poter rivedere uscire dal tunnel del “Piola”, e sedersi sulla panchina azzurra, quell’uomo mai dimenticato che ha fatto sognare una generazione di tifosi del Novara. Un uomo cordiale, preparato e capace di fare sognare una piazza che mancava da troppo tempo dal calcio che contava. Un mister che conosce i tifosi per nome e con cui, se potesse, andrebbe a cena con ognuno di loro.

Attilio Tesser a Novara si è preso tutte le rivincite, soprattutto nei confronti di chi non lo considerava all’altezza, visti i risultati poco lusinghieri ottenuti fino al suo approdo a Novarello.

Il Komandante in provincia si è ritagliato il suo piccolo spazio vitale dopo anni di sfortune e presidenti sui generis. Tesser è un tecnico che ha saputo farsi volere bene per sincerità e professionalità, un uomo che ha fatto della maniacalità tecnico-tattica il proprio mantra.

Uomo di poche parole e tanti fatti, Attilio Tesser. Uno che non ha mai cercato alibi e che si è sempre accollato le responsabilità dei propri errori.

Attilio Tesser, un signore del calcio. Uno che una fredda sera di fine gennaio è sceso in strada con le lacrime agli occhi per abbracciare tutti quelli che gli volevano bene e che erano lì solo per lui e dirgli che, nonostante la decisione (legittima) della società, era ancora il loro mister.

Attilio Tesser massima espressione di un calcio romantico, nostalgico destinato a non esserci più? Sicuramente, ma a Novara dopo San Gaudenzio c’è Sant’Attilio da Montebelluna, classe 1958. Anno del debutto in maglia azzurra di un certo Giovanni Udovicich.

Questo è stato anche Attilio Tesser, l’uomo delle tante coincidenze vittoriose azzurre.

foto in evidenza tratta da www.youtube.com