di Simone Balocco
Quando Franco Battiato pubblicò “Centro di gravità permanente”, nessun giocatore dell’attuale Novara Football Club era nato, se non mister Franco Semioli ed il preparatore dei portieri, Roberto Pavesi.
Era il 1981 e l’allora Novara Calcio era retrocesso dalla Serie C1 e si apprestava a disputare il primo di ben 16 campionati consecutivi nell’allora quarta serie nazionale, la Serie C2, categoria che allora delimitava il professionismo dal dilettantismo.
Cosa c’entra l’hit di Battiato con il Novara Football Club 2022/2023? Se Battiato parlava di cercare una centratura del proprio essere, il Novara FC deve cercare un proprio centro di gravità (calcistica) per tornare la squadra che il 2 ottobre aveva battuto il Vicenza in casa e che si issava al primo posto in classifica. Da allora, quattordici partite giocate, 14 punti conquistati (su 42) ed una classifica che non lascia dubbi: questo Novara si è perso. Se raggiungere il primo posto (oggi distante dieci punti con, praticamente, tutto il girone di ritorno da giocare) è molto più di un’utopia, almeno lottare per qualcosa di più di un anonimo ottavo posto in classifica.
Nonostante il cambio allenatore (Semioli per Cevoli, a sua volta subentrato a Marchionni) e diversi moduli cambiati (dai “cevoliani” 4-3-1-2, 4-3-2-1 e 3-5-2 al 4-3-3 di Semioli con “assaggi” di 4-2-4 per cercare di vincere la partita), il Novara non è solo la brutta copia di sé stesso, ma proprio un’altra cosa. Un’involuzione clamorosa che ha visto giocatori che dire siano “di categoria” è riduttivo giocare spaesati, disattenti, poco precisi. Con una difficoltà terribile a tirare in porta ma con una facilità disarmante a subire gol.
I tifosi sono delusi ed arrabbiati contro tutti: squadra, allenatore, dirigenza. Dei 24 giocatori in forza alla rosa, sono davvero in pochi a salvarsi. E ci si aspettava tantissimo da alcuni giocatori con una certa esperienza nella terza serie nazionale e con un feeling (passato) con il gol che oggi sembra sparito.
L’allenatore è quello che vede giocare la squadra tutta la settimana e valuta, in base a ciò che osserva, l’undici da schierare il giorno della partita. E’ facile puntare l’indice contro Semioli, dicendogli di far giocare Tizio e non Caio e mettendo Sempronio a fare legna a centrocampo, ma l’attuale mister azzurro (uno che conta 211 presenze in Serie A e tre presenze in Nazionale), si è trovato però catapultato ad allenare la prima squadra quasi per caso dopo la sconfitta di Crema contro la Pergolettese: Semioli, che fino al giorno prima (mercoledì 30 novembre, giorno della sconfitta al “Voltini”) allenava la Primavera 4 azzurra, aveva sempre allenato squadre giovanili e non aveva mai allenato prime squadre e perciò fa anche lui il possibile. “Possibile” che però non basta, visto che in quattro partite con il tecnico classe 1980 (l’anno prima che uscisse “Centro di gravità permanente”, tra l’altro) in “panca”, il Novara ha raccolto quattro punti, segnato cinque reti ed incassato sette reti con un “percorso” di una vittoria, un pareggio e due sconfitte. Il tecnico di Cirié non ha tante colpe: la colpa per i tifosi è la dirigenza, in particolare il direttore sportivo Moreno Zebi l’artefice di questa situazione, avendo tesserato giocatori che non si sono dimostrati all’altezza della situazione. Peccato però che quando si era chiuso il mercato e visti i giocatori tesserati ed il quarto monte ingaggi della categoria, nessuno (anche il peggior negativista tra la tifoseria novarese) avrebbe pensato che dopo Natale la squadra fosse così messa male. Si può parlare di sfortuna, ma in campo non va Zebi ma i giocatori tesserati per regalare alla piazza più gioie possibili. Alcuni tifosi puntano il dito contro il presidente Ferranti, reo di aver parlato troppo di “Serie B”, non solo in estate (cosa legittima, visto il mercato) ma anche in autunno, quando i risultati iniziavano ad essere deludenti.
I tifosi non tollerano più brutte figure: vogliono che la società intervenga sul mercato non tanto per portare a Novarello giocatori che possano portare la squadra fuori da questa anonima classifica e non parlare di campionato compromesso già a gennaio, ma vorrebbero che venissero ceduti quei giocatori che, secondo loro, non meritano di giocare nel Novara: giocatori che non lottano per l’azzurro, che non si impegnano, che magari parlano troppo fuori dal campo, che non sembrano impegnarsi. Tesserare invece giocatori magari non di grido, ma che possano fare bene e portare il sorriso in una piazza che ha visto un 2022 agrodolce, passando dal periodo gennaio-maggio (Novara vincitore del campionato a nove mesi dalla sua nascita), 1°-7° giornata (Novara che sbanca in trasferta Mantova, Vercelli e vince in casa contro il Vicenza); il periodo ottobre-dicembre, dove le gioie sono state poche, dove vincere in trasferta è diventato un’utopia (leggasi “1-2 al Padova il 23 ottobre”), giocare bene è una cosa quasi sconosciuta e uscire tra i fischi del pubblico è diventata una costante.
Perché nel calcio ci sta perdere, ci sta giocare male, ci sta attraversare un periodo negativo, ma la paura è che questa squadra possa davvero entrare in un loop senza via di uscita. Ed il terrore è che la zona play out possa inglobare la squadra e mandare “in vacca” una stagione che si pensava potesse essere migliore (almeno al giro di boa del campionato).
Alcuni vedono il bicchiere mezzo pieno perché a fine dicembre 2020 il Novara (anche se era il Novara Calcio) era quart’ultimo e che quindi, rispetto ad allora, si stia meglio, ma quel Novara aveva un altro monte ingaggi e altri obiettivi stagionali, mentre questo. Novara FC ha altri giocatori, un altro monte ingaggi, altri obiettivi. E quindi, in proporzione, è peggio questo Novara rispetto a quel Novara.
Se per comprendere i testi di Battiato è necessario capire i testi orientali, la filosofia e avere confidenza con concetti ermetici, nel calcio non ci vuole una scienza infusa: vince chi fa un gol in più dell’avversario. Semplice, dal 26 dicembre 1860 (giorno di Sheffield – Hallam, la prima partita della storia del calcio).
La speranza è che con gennaio possa “nascere” un nuovo Novara FC: un Novara FC che non deluda più i suoi tifosi. Un Novara FC che lotta, che vuole essere pericoloso, che calcia in porta ed incassa meno gol possibili (soprattutto quelli che portano le avversarie a pareggiare o vincere). Un Novara affamato, un Novara che ci crede e che esca tra gli applausi del pubblico. Insomma il Novara visto tra la prima giornata e la settima, quando la squadra “c’era” e stupiva.
Battiato nella sua “Centro di gravità permanente” parlava di una situazione che non gli facesse “mai cambiare idea sulle cose sulla gente”: i tifosi vorrebbero che questo “centro” non sia il centro classifica, ma qualche posizione in più e che possa far cambiare loro idea su questa squadra.
Battiato è stato davvero complesso nella sua analisi e nella sua introspettiva, ma il calcio, come detto, è facile. Non si vorrebbe che, sempre come cantava il cantante catanese, sventolasse “sul ponte bandiera bianca” già a gennaio, ma che ci possa essere una “cura” per questo Novara contro “paure”, “turbamenti” e “fallimenti”. I tifosi sperano in un cambio di passo immediato, magari senza quei giocatori che hanno deluso fino adesso oppure ancora con gli stessi che però si cospargano il capo di cenere e comprendano i loro errori. Quindi, parafrasando ancora una volta il maestro Battiato, “avanti patrioti alle armi/impegnatevi”.
Il calcio non è una scienza esatta, ma su una cosa non si deve mai transigere: perdere e giocare male ci sta, ma i tifosi non sono da deludere. Mai.
immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Novara Football Club