di Alessio Marrari
“Scrivo in prima persona volutamente e senz’altro intendo farlo partendo da una premessa a me importante: fin dall’ultimo mese e mezzo di campagna elettorale, nonostante i blog non siano regolati da alcuna legge sulla «par condicio», quindi liberi di poter esprimere anche pareri, ho seguito sul campo le ospitate cittadine dei vari leader nazionali giunti a Novara per convincere il proprio elettorato a votare per i propri candidati ed ho cercato di farlo con la massima discrezione e maggior oggettività di cronaca. Questo per una correttezza implicita all’onestà intellettuale del blog ed anche rispetto nei confronti dei lettori affezionati, dediti, ciascuno, alle proprie idee politiche. Chiaramente, ognuno di noi, in quanto cittadini, si tende ad un’inclinazione di tendenza per natura ma, ciò, non implica il fatto, almeno nel mio caso, di doverla sdoganare mediante l’utilizzo del blog, bensì lo faccio, quasi quotidianamente, sui miei canali social personali, nemmeno sulla fan page Città di Novara ove, sia io che il resto del team, ci si limita a condividere gli articoli di questo sito per scelta etica. Dal ministro Poletti a Salvini, passando per la Meloni, ho realizzato delle interviste più servizi in cui erano loro ad esprimere spontaneamente una dichiarazione e, fatto salvo quanto sopra, mi sono limitato ad attendere gli eventi che il Paese sta vivendo dal giorno successivo rispetto ai risultati. Tutti siamo consci degli stessi, regolati da una legge elettorale a dir poco scandalosa e lacunosa su tutti i fronti e punti di vista. Nessuna possibilità di governo a chi prende più voti, vergognose possibilità di ripescaggi e, anzitutto, una regolamentazione legale che basa la propria sostanza sugli accordi pre e post elettorali, con il conseguente intento di far scegliere ai partiti e non agli italiani, per come vorrebbero farci credere. Ad oggi, abbiamo assistito a due mesi di tentativi di accordo, nonostante le promesse espresse in campagna elettorale in cui, ogni leader, scongiurava successivi inciuci. Ma credevano forse di prendere tutti il 100%? Non occorre il dottorato in materia politica e nemmeno una laurea in scienze «cosmonautiche» atte a prevedere lo scenario che si sarebbe prospettato fin dai sondaggi che colorivano le lavagne di Vespa e degli altri bomber della speculazione mediatica, per prevedere l’attuale situazione in cui, (e non credo assolutamente ai messaggi stampa che dopo ogni consultazione vengono diramati in apposita area) tutte le teste di serie, mirino alla poltrona di primo ministro. In campagna elettorale Di Maio e Di Battista puntavano il dito sui partiti classici ed a pochi giorni dal voto hanno stravolto ciò detto negli anni successivi, aprendo a chiunque avesse deciso di collaborare sui loro punti, con l’arroganza dei primi della classe. Poi un Salvini battagliero nelle piazze, definito, addirittura «capitano» dai propri «follower», si presenta in atto mite, «dolce» e ragionevole tanto da farmi interrogare sul suo stato di stanchezza, sembra quasi abbia mollato quell’indole battagliera e da leader, con la quale avrebbe risolto, a detta sua, a muso duro i problemi degli italiani che implorassero «aiuto». Una Meloni molto di destra due mesi fa, oggi camaleontica nelle decisioni ed, infine, un Berlusconi invece farà vedere i sorci verdi ai suddetti rampolli, per esperienza ed anche, da oggi, per la futura elegibilità della propria persona. A sinistra scompaiono i vari Grasso, Bonino di cui non si sente più parlare ma si assiste a imprevedibili strategìe interne al PD che, pubblicamente, si solleva da ogni responsabilità in quanto perse le elezioni, ma che continua a far parlare di sè per le vicende intra partitiche ove i papabili futuri leader stanno muovendo le pedine per effettuare lo «scacco matto» nel piazzamento della figura che li rappresenterà all’interno di casa propria. Dal prossimo lunedì saremo informati del tipo di accordo che, questo pomeriggio, presso il grattacielo «Pirelli» di Milano, verrà stipulato dai due «boss» che arrogano la presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo panorama mi ricorda il famoso «Penta Partito» che dominò lo scenario compreso tra il 1981 ed il 1991 in cui Craxi e Forlani siglarono il famoso “patto del camper”, con benedizione e benestare di Giulio Andreotti, terminato poi con l’avvento di “tangentopoli” in cui si scagliarono tutti contro tutti, per difendere la propria faccia, anche se nessuno di loro fece una gran figura ad abbandonare il vascello che affondava. Il mio augurio è volto ad una futura legge elettorale che vieti alleanze sia in prima battuta che in successiva sede post elettiva e che al governo vada il leader che prende anche un solo voto in più, ausiliato dal senso responsabilità di tutti gli altri che, la stessa legge, dovrebbe obbligare alla collaborazione massima nei confronti del vincitore. Il soggetto è i bene del paese e non l’obiettivo politico di un colore. In ultimo spero si prenda spunto dai paesi maggiormente progrediti in cui ogni singolo parlamentare venga eletto dal popolo e non certo da dinamiche di partito che propongano le solite liste con i nomi degli amici degli amici e dei parenti benvoluti all’interno. Ed i giudici? Anche loro sotto esame del popolo, non sarebbe bello e democratico? Operi bene? Nessuno ti manda a casa, verrai rieletto, sbagli? Lavori all’interno del tuo studio legale e smetti di servire il Paese in quella posizione autorevole e privilegiata. In definitiva non serve molto, basta avere a cuore l’Italia e i percorsi si delineano automaticamente. Ma così non è e lo sappiamo tutti. Profondamente deluso dalle attuali dinamiche fatte di bugiardi senza nè arte nè parte ed anche, a mio avviso, non all’altezza della situazione.”