di Simone Balocco
Era il 1988: la Guerra fredda era lì lì per terminare; il Milan di Arrigo Sacchi vinceva lo scudetto e Marco van Basten il primo dei suoi tre Palloni d’oro; un litro di benzina Super (rossa) costava 1.350 lire; Massimo Ranieri vinceva Sanremo con “Perdere l’amore”; “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci vinceva nove Premi Oscar.
Negli Stati Uniti, mercoledì 22 giugno 1988, uscì nelle sale cinematografiche un film diventato iconico e, a dirla tutta, storico. Un film oggettivamente bello, ma che la televisione passa raramente. Un film prodotto dalla Amblin Entertainement, casa di produzione di Steven Spielberg, e dalla Touchstone Pictures, un colosso della cinematografia allora come oggi. Un film lungo 104 minuti che ha avuto una caratteristica che era da tempo, allora, che non si vedeva: una pellicola “a tecnica mista”, un film dove recitano contemporaneamente esseri umani e cartoni animati. Un film a metà strada tra il cartone animato, il film commedia, il noir anni ‘50 ed il poliziesco: “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, un film che tanti over 40 avranno visto almeno una volta. Era dalla metà degli anni ’70 che non usciva un film “a tecnica mista”: l’ultimo era stato “Elliott, il drago invisibile”, ma tempi addietro questo tipo di film era molto in auge, basti pensare a “Mary Poppins”, “Pomi d’ottone e manici di scopa” e “I tre caballeros”.
Ma vediamo cosa è stato “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.
Trama
La pellicola è basata sul romanzo “Who censored Roger Rabbit?” dello scrittore americano Gary K. Wolf pubblicato nel 1981 ed è ambientata nel 1947 a Cartoonia, la città dei cartoon. In questa cittadina immaginaria convivono esseri umani e cartoni animati. Cartoonia è una sorta di Hollywood: li vengono girati i film a cartoni animati con registi uomini ed attori cartoni.
Il protagonista del film è Roger Rabbit, un coniglio bianco che di professione fa l’attore. O meglio, la spalla dei protagonisti dei cartoni. Roger sta attraversando un periodo molto difficile della sua vita lavorativa e personale: non lavora bene e sembra distratto. R.K. Maroon, proprietario degli studi cinematografici di Cartoonia, vuole capire cosa succede nella sfera privata del coniglio e per scoprirlo ingaggia Eddie Valiant, un investigatore privato. Valiant scopre che la moglie di Roger, Jessica, si incontra segretamente con Marvin Acme, proprietario della Acme Corporation, azienda che fornisce materiale ai cartoni animati. Valiant parla con Roger Rabbit e gli fa vedere le immagini che ha ripreso. Roger Rabbit ci rimane male, disperandosi.
Da questo momento il film prende una piega diversa: da commedia si intrecciano vicende noir, poliziesche e tratti horror perché il giorno della scoperta della liason tra Jessica Rabbit e Acme, lo stesso Acme viene trovato ucciso e tutti gli occhi si rivolgono su Roger Rabbit. Qui entra in scena l’antagonista del film, il giudice Morton, un losco figuro che, tutto vestito di nero e con un cappello e gli occhiali da sole neri, vuole condannare a morte Roger Rabbit con la “salamoia”, una sostanza capace di uccidere, tramite liquefazione, i cartoni animati.
Qui rientra ancora in scena Valiant che, da investigatore molto disincantato dal Mondo, si trasforma in co-protagonista del film insieme a Jessica Rabbit e riuscirà a salvare sia Roger Rabbit sia Cartoonia. Il motivo? La città dei cartoon è in pericolo perché oltre a Acme muore anche Maroon e si scopre che Morton, che aveva comprato i voti per diventare giudice, ha in mente di radere al suolo Cartoonia per farne una autostrada gigantesca. Per fare questo, il bieco giudice usa cinque faine formato cartoonistico che gli fanno da spalla.
L’ultima parte del film è la più emozionante, ma anche la più horrorifica, perché Roger e Jessica sono rapiti da Morton, portati in un capannone dove al suo interno c’è una macchina gigantesca impiegata per spruzzare su Cartoonia centinaia di litri di “salamoia”, distruggendola. Valiant, eroicamente, sconfigge le faine e poi con un a-tu-per-tu con Morton lo porterà alla morte, schiacciato dalla stessa macchina. E si scopre che Morton non è un essere umano, ma un cartone animato anche lui, perché una volta che la macchina “spara-salamoia” gli è passata sopra, lui, piallato e saltellante, si dirige verso una bombola d’aria. Si gonfierà e si scoprirà che anche lui è un cartone animato, un cartone animato con gli occhi pallati rossi e con la voce stridula che dice a Valiant che, cinque anni prima, era stato lui ad uccidere suo fratello (e collega Teddy). Tra Morton e Valiant il combattimento si fa aspro, ma alla fine vince Valiant riuscendo a colpire Morton con la “salamoia”, portandolo alla morte tramite scioglimento.
Il film termina con la stessa macchina che, in movimento, si schianta contro un muro del capannone, distruggendolo e mostrando tutto il Mondo animato e felice di Cartonia. La stessa macchina verrà poi subito distrutta da un treno cartoon in corsa.
Come ogni film (e cartone animato) che si rispetti, anche “Chi ha incastrato Roger Rabbit” si chiude con la scena del “E vissero felici e contenti”, con Cartoonia salva, Roger Rabbit e Jessica vivono il loro amore e Valiant può vivere sereno con fidanzata Dolores, che anche lei ha avuto un ruolo importante nell’aiutare il compagno a scoprire chi avesse ucciso Acme e Maroon.
I protagonisti del film
“Chi ha incastrato Roger Rabbit” ha quattro protagonisti: Roger Rabbit, sua moglie Jessica, il detective Eddie Valiant ed il giudice Morton.
Roger Rabbit è un coniglio bianco molto buffo con le orecchie lunghe verso il basso, i capelli rossi, una salopette rossa, i guanti gialli e ha un problema con le bevande alcoliche: gli basta bere un goccio e, cartoonisticamente, dà fuori di testa perché non lo regge. Roger Rabbit, quindi, è un mix di diversi cartoni: i capelli ricordano quelli di Droopy, il papillon Porky Pig, la tuta Pippo, i guanti Topolino e le orecchie Bugs Bunny.
Roger è sposato con l’avvenente cantante Jessica Rabbit ed il suo ruolo nei film è l’essere spalla di altri cartoni animati nelle varie scene dei film. Ma è da diverso tempo che Roger Rabbit non è più lui: disattento, distratto, sbaglia spesso le battute, facendo arrabbiare i registi. R. K. Maroon, proprietario degli omonimi studi dove sono girati i cartoni di Cartoonia, vuole vederci chiaro e teme che Roger sia distratto dal fatto che la moglie lo tradisca. Maroon fa pedinare Jessica Rabbit da Eddie Valiant e scopre che questa ha una specie di flirt con Marvin Acme. Roger viene a conoscenza del fatto compiuto e ci rimane male. La sera stessa del rapporto (amicale per un qualsiasi essere umano, ma un vero e proprio flirt per i cartoni animati in quanto i due hanno giocato “a farfallina”), Acme muore e viene accusato dell’omicidio proprio Roger Rabbit.
Qui entra in gioco ancora Eddie Valiant, un detective di mezza età sempre a corto di soldi, con problemi di alcool e molto disincantato dal Mondo da quando, cinque anni prima, ha visto morire il fratello (e collega) Teddy ucciso da un pianoforte caduto dall’alto e di cui non conosce l’autore del gesto ma solo la sua stridula e fastidiosa voce.
Valiant sa che Roger Rabbit è innocente e cerca, con l’aiuto di Jessica, di scagionarlo e scopre ciò che non si sarebbe aspettato: la possibilità concreta che Cartoonia sparisca per fare spazio al progetto di una enorme autostrada. E dietro questo progetto c’è il bieco Morton. Morton odia così tanto i cartoni animati da volerli eliminare facendoli sciogliere nella “salamoia”, una sostanza composta da trementina, acetone e benzina.
Valiant non è il classico protagonista di un film hollywoodiano: piccolo, tarchiato, non particolarmente avvenente, nessun segno particolare se non il fatto che si metta in gioco per aiutare Roger Rabbit e salvare Cartoonia. Proprio lui che odiava i cartoni animati per la morte di suo fratello e che grazie al coniglio protagonista del film riesce a cambiare idea, scrollandosi di dosso il suo passato di alcoolista, migliorando anche sé stesso.
La terza protagonista è la femme fatale Jessica Rabbit: alta, giunonica ed abbigliata come le dive di Hollywood del periodo come Vikki Dougan, Veronica Lake e Lauren Bacall e Rita Hayworth. Jessica Rabbit è una cantante del locale notturno “Inchiostro e Tempera”, dove è l’attrazione principale e capace di attirare centinaia di fan in delirio solo per vederla. Anche se sembra molto civettuola, è una moglie fedele ed innamorata di suo marito anche se, di primo acchito, sembrerebbe che tra i due non ci sia la benché minima affinità. Sarà proprio Jessica, nonostante la sua mise ed il suo modo di apparire, a indirizzare Valiant sulla strada per incastrare Morton. Di lei, oltre all’avvenenza bombastica e cartoonesca, è ricordata ancora oggi per una battuta diventata iconica e indimenticabile: “Non sono cattiva, mi disegnano così”.
Il giudice Morton, invece, è il quarto protagonista della pellicola, l’antagonista. E’ un uomo alto, magro, tutto vestito di nero con occhiali e cappello nero: solo guardarlo, incute paura.
Sin da subito si nota che non ama i cartoni tanto che si porta con sé un barile pieno di “salamoia” per sciogliere i cartoni: con questa tecnica verrà uccisa una piccola scarpa “animata” che, nel bar di Dolores, la compagna di Valiant, si è avvicinata troppo a Morton. Morton prende in carico l’omicidio di Acme e persegue Roger Rabbit per tutto il corso del film. Il suo scopo non è solo quello di fare condannare il coniglio, ma distruggere l’intera Cartoonia per farci un’autostrada.
Epici sono poi lo scontro finale prima tra Valiant e le faine, con l’investigatore che, grazie all’improvvisazione, fa una serie di numeri da circo molto ridicoli tanto che le faine muoiono (letteralmente) dalla risate nel vederlo ballare, muoversi e compiere atti da clown, e poi tra il detective e Morton.
Morirà anche lo stesso Morton, schiacciato dalla “macchina” che spruzzava salamoia e che avrebbe dovuto uccidere i coniugi Rabbit. Poco prima si scopre che Morton non era un essere umano, ma un cartone anch’esso: dopo essere rimasto schiacciato, il giudice è piatto ma riesce ad alzarsi e, saltellando, si dirige verso una bombola dove riesce a “riempirsi” e tornare come prima. Poco dopo gli cadono gli occhi per terra e lui, girandosi verso Valiant, Roger e Jessica Rabbit cambia voce (facendola diventare stridula) e i suoi “nuovi” occhi sono diventati “da cartone”, bianchi e rossi. Morton, nel provocare Valiant, gli chiede se si ricordava della sua voce e l’investigatore scopre che era stato Morton, cinque anni prima, ad uccidere suo fratello Teddy gettandogli in testo un pianoforte. Con la morte di Morton per mano della “salamoia”, Cartoonia è salva e gli uomini e i cartoni animati possono continuare a vivere tra loro e a lavorare insieme.
Dei protagonisti, solo Valiant e Morton sono interpretati da esseri umani: Valiant è stato interpretato da Bob Hoskins, mentre Morton da Christopher Lloyd.
Hoskins, 46 anni al momento dell’uscita del film e noto per aver interpretato il ruolo del protagonista del film “Quel lungo venerdì santo”, non doveva essere, nelle intenzioni della produzione, l’attore che avrebbe dovuto interpretare Valiant, ma furono contattati Harrison Ford e Bill Murray, entrambi noti al pubblico allora per aver interpretato la saga di Indiana Jones e Peter Venkman de “Ghostbusters”, chiedevano un cachet molto elevato che la produzione non concesse. Il management si rivolse allora a Hoskins, che accettò subito la proposta. Anche Lloyd non era stato subito valutato per interpretare il malvagio giudice, ma prima furono interpellati Tim Curry, Christopher Lee e John Cleese. Alla fine optarono per l’attore che aveva interpretato Emmett L. “Doc” Brown.
Genesi, produzione, premi
Il film è stato distribuito dalla Touchston Pictures, branca della Disney creata per realizzare film non più solo adatti ai bambini, ma anche per adolescenti ed adulti, ha incassato oltre 350 milioni di dollari, diventando un film iconico degli anni ’80, il film più visto ed acclamato del 1988 dopo “Rain Man”. All’inizio per la realizzazione del film furono stanziati 50 milioni di dollari, poi scesi a trenta. Le riprese iniziarono il 2 dicembre 1986 e si conclusero il 27 agosto 1987: l’ultimo mese di lavorazione a Los Angeles. Al film lavorarono 326 animatori che produssero oltre 1 milione di disegni.
Il film è ispirato al romanzo dello scrittore americano “Who Censored Roger Rabbit?”, dove sono presenti tante differenze rispetto al libro. Dopo l’uscita del film, Gary K. Wolf pubblicò altri libri più o meno legati al primo libro a e al film: “Who P-P-P-Plugged Roger Rabbit?” e “Who Wacked Roger Rabbit?”.
Il film fu la consacrazione di Robert Zemeckis: nessun film prima di “Chi ha incastrato Roger Rabbit” era riuscito a rendere l’unione tra live action e animazione classica un qualcosa di mai visto prima, facendo breccia nella critica. Per non parlare che nei 104 minuti del film si combinano tra loro il divertimento, il noir, il pulp, la paura e alcune gag ancora oggi ricordate tra chi era un bambino allora. Per non parlare del cast: azzeccato.
“Chi ha incastrato Roger Rabbit” ha vinto ben quattro premi Oscar (miglior montaggio, miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali la vittoria di Richard Williams per i contributi speciali, un premio BAFTA (gli Oscar britannici) per i miglior effetti speciali ed un David di Donatello per il migliore produttore straniero Robert Watts e Frank Marshall.
La sceneggiatura del cartoon-film fu affidata a Jeffrey Price e a Peter Seaman, mentre Zemeckis ne fu il regista. Williams, il responsabile per la parte degli effetti speciali, non volle lavorare a Los Angeles per colpa di alcuni problemi con la Disney e lavorò presso gli Elstree Studios di Hertfordshire, con la decisione di aiutare lo stesso Williams nella distribuzione di un suo vecchio progetto cinematografico,
Se si nota, nel titolo del film non c’è il punto di domanda: il motivo di questa mancanza è che, per motivi di scaramanzia, nessun film esce con un punto di domanda.
Una iconicità senza eguali
“Chi ha incastrato Roger Rabbit” è ancora oggi una delle pellicole più amate di sempre, un vero e proprio cult gradito a grandi e piccoli, uno dei film più avveniristici degli anni ’80, tra i più originali di sempre. E non solo per la natura di film “a tecnica mista”.
“Chi ha incastrato Roger Rabbit” è stato un film che ha osato: mai cartoni animati di diverse case di cartoni animati erano stati inseriti nello stesso contesto e nel medesimo tempo: si trovano personaggi Disney accanto a quelli Warner, della Paramount e della Universal, uno accanto all’altro (come Daffy Duck e Paperino che si sfidano al pianoforte e Topolino e Bugs Bunny che si trovano uno accanto l’altro quando Valiant precipita dal palazzo ed il coniglio della Warner gli dà un paracadute che diventerà uno pneumatico.
Acclamato da critica e pubblico, “Chi ha incastrato Roger Rabbit” è piaciuto perché, oltre ad essere un film molto particolare, ha unito a sé la vita degli umani e quella dei cartoni, unite nel mettere in gioco i vizi e le virtù di entrambi.
Ed è un vero peccato che questo film non passi praticamente mai in tv. Scommettiamo che se lo passassero in una qualsiasi prima serata, l’audience volerebbe alle stelle. Senza punto di domanda, ovviamente: siamo certi di questa cosa.
immagine in evidenza tratta da Wikipedia