di Simone Balocco
Una delle espressioni più usate, nel 2019, è stata “Fridays for Future”, tradotto in italiano “Venerdì per il futuro”.
Cosa sono i “Fridays for Future”? Sono una serie di scioperi che hanno visto scendere in piazza milioni di persone (la maggior parte giovani) in difesa dell’ambiente in tutte le parti del Mondo attraverso cori, striscioni, cartelli e tanta voglia impegnarsi per combattere i cambiamenti climatici.
Il primo importante “climate strike” si è tenuto il 15 marzo 2019 e si prevede che anche durante il corso del 2020 ce ne possano essere tanti altri, perché ora più che mai, rispetto senza dubbio agli anni passati, c’è maggiore consapevolezza della necessità della tutela del clima e dello sviluppo sostenibile.
I “Fridays for Future” non sono nati per caso. O meglio, a promuoverli non sono stati politici, Stati, associazioni o gruppi di pensiero. A crearli è stata la ragazza svedese attualmente più famosa del Mondo, una diciassettenne studentessa di Stoccolma: Greta Thunberg. Tutti quanti noi abbiamo sentito almeno una volta il suo nome ed abbiamo visto in tv o sui giornali questa ragazzina che ha smosso le coscienze di tutti in merito al rispetto del clima.
Trecce bionde, sguardo arcigno, impermeabile giallo, zaino in spalla, Greta Thunberg è stata, senza ombra di dubbio, il personaggio del 2019.
Dove nasce l’interesse di questa ragazza verso il clima? Innanzitutto nell’estate di due anni fa il suo Paese è stato colpito da un sensibile aumento delle temperature che hanno portato a siccità e ad incendi con la conseguente distruzione di ettari di alberi e boschi. La giovane rimase scioccata e decise di fare qualcosa.
Il 20 agosto 2018, primo giorno di scuola in Svezia, Greta decise, autonomamente, di scioperare. Motivo? Far capire alla classe politica del suo Paese (uno degli Stati del Mondo più avanzati sul discorso “green”) che non era possibile rimanere immobili quando il proprio Paese era in difficoltà per colpa dei cambiamenti climatici.
La ragazza organizzò, come detto, una protesta individuale sedendosi davanti alla sede del Riksdag (la Camera dei deputati svedese) con un cartello con scritto “Skolstrejk för klimatet”, ovvero “Sciopero per il clima”.
Il suo sciopero (che non la vide andare a scuola per tutto quel periodo) sarebbe durato almeno fino al 9 settembre successivo, giorno delle elezioni legislative in Svezia (vinte dal Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Stefan Löfven) affinché il nuovo governo che si sarebbe costituito avesse messo al primo posto tra le sue priorità la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in base agli accordi di Parigi del 12 dicembre 2015.
Piano piano, il gesto ha attirato su di sé l’attenzione del suo Paese e dei giornali nazionali, per poi arrivare a tutta Europa. La giovane “ridusse” lo sciopero alle sole giornate di venerdì, ma non cambiò mai il suo target. Ovvero smuovere le coscienze del Mondo affinché tutti capiscano che non c’è un “Pianeta B” (parafrasando il “piano B”, sinonimo di alternativa a qualcosa) dopo la Terra: se muore lei, moriamo tutti.
Greta si batte per lo sviluppo sostenibile e contro i cambiamenti climatici dovuti all’uomo: \i suoi capisaldi sono (tra i tanti) l’abbandono delle risorse non rinnovabili, la diminuzione delle emissioni di C02, l’innovazione, la lotta alla povertà.
La passione di Greta Thunberg verso le tematiche ambientaliste non è nata il giorno primo del suo sit in, ma addirittura i genitori dissero che già a otto anni la figlia era interessata a queste cose e con il passare degli anni la ragazza ha approfondito la materia leggendo, imparando ed informandosi. Ed ogni volta che è intervista o parla in merito a ciò che sta combattendo, è sempre dura nelle parole, nello sguardo e nelle espressioni.
Da allora, l’immagine di Greta ha fatto il giro del Mondo e ha smosso molti pensieri: da un semplice sciopero “personale” contro il poco interesse e la poca determinazione contro i cambiamenti climatici, si è arrivati a milioni di persone radunate nelle piazze di tutte le città del Mondo per protestare in difesa dell’ambiente.
E la stessa Greta, consapevolmente o meno, è diventata una celebrità perché da allora è stata invitata a parlare a conferenze sul clima non solo in Svezia, ma anche in Europa e nel Mondo: dal Parlamento europeo ai parlamenti dei singoli Paesi membri fino all’Assemblea dell’Onu. Ha parlato in due Conferenze delle Parti (COP) (la “24” e la “25”, a Katowice e Santiago del Cile), ovvero le conferenze delle parti della Convezione Onu sul climate change, usando parole forti contro la politica mondiale secondo lei poco attenta e disinteressata alla questione. Addirittura ha avuto un colloquio con Papa Francesco e ha avuto l’endorsement anche di personaggi famosi, in particolare attori ed attrici (molti sensibili, vuoi per sincerità vuoi per opportunismo, alle tematiche su cui spinge Greta).
E lei, tanto per intenderci, usa mezzi di trasporto che non inquinano: è andata al Forum economico di Davos, in Svizzera, in treno (impiegandoci 30 ore da Stoccolma), è andata a New York a bordo di una imbarcazione che andava ad energia solare (impiegandoci 14 giorni tra cibo scarso, condizioni del mare difficili, impossibilitata a lavarsi e a cambiarsi). E Greta, accompagnata dai suoi genitori (che sono diventati anche loro vegetariani come lei, sposando le tesi della figlia), in questi ultimi due anni, ha davvero girato il Mondo portando ad ogni meeting l’attenzione sui cambiamenti climatici che stanno devastando, piano piano, il Mondo.
E quello del 15 marzo 2019 si potrebbe definire una manifestazione epica: milioni di persone in piazza in tutto il Mondo dagli Stati Uniti all’Europa con l’Italia il Paese con più raduni organizzati.
Insomma, una ragazza timida ma ben conscia di ciò che vuol trasmettere ha ricordato a miliardi di persone che il nostro futuro nostro e dei nostri eredi è in serio pericolo se non si farà qualcosa nel breve periodo in favore del clima. Perché le temperature si alzano, perché nell’atmosfera ci sono tanti gas nocivi che causano l’effetto serra, anidride carbonica e idrocarburi, perché il globo è in pericolo e con esso l’uomo. Per non parlare della presenza di tanta plastica nei mari con la moria conseguente di pesci: proprio l’uso ed il consumo di troppa plastica è nella black list di Greta.
Ha colpito però molto il modo di porsi di Greta: il 20 settembre, a Davos, davanti all’establishment mondiale ha dichiarato “[…] la nostra casa è in fiamme…[…] ci state rubando il futuro”; tre giorni dopo, al “Climate Action Summit” presso la sede delle Nazioni unite, ha tuonato con “[…] Come osate? Voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia, con le vostre parole vuote! Eppure io sono una delle fortunate. La gente soffre. La gente muore […]”.
Parole dure davanti a capi di Stato e di governo, non in piazza urlate ai quattro venti. I suoi sono stati discorsi molti accorati, accusando senza se e senza ma tutti i politici del Mondo, rei di averle rubato il futuro e che lei non sarebbe dovuta essere lì, ma a scuola invece loro non hanno fatto nulla e l’hanno costretta a manifestare.
Come ogni cosa, anche Greta Thunberg spacca l’opinione pubblica in chi è con lei e chi è contro di lei.
Le persone che sono dalla sua parte sono persone che grazie al suo impegno e alle sue parole si sentono “in colpa” per non aver fatto abbastanza per il clima e cercano ora, magari in ritardo, di seguire i suoi dettami. E queste vedono in Greta Thunberg un idolo ed un esempio da seguire. Non che ci volesse una sconosciuta studentessa svedese per capire che il Mondo sta avendo grossi problemi (gli scienziati da decenni avvertono del pericolo che il Mondo sta vivendo), eppure il suo monito non sta lasciando indifferenti. Altrimenti non si spiegherebbero le tante manifestazioni di piazza in favore del rispetto del clima e le diverse milioni di persone al seguito.
Ovviamente ci sono tanti contro Greta. Ed i motivi sono critici contro la sua attività e la sua persona: nel primo caso opinabili, nel secondo offensivi.
Tanti sostengono che la ragazza sia spinta da poteri forti e che dietro di lei ci sia qualcuno che la manovri (non solo la famiglia), che la spinga a parlare nella modalità in cui interloquisce; si fa riferimento al fatto che Greta è affetta dalla sindrome di Asperger, un disordine pervasivo dello sviluppo simile all’autismo che influenza il carattere, il modo di parlare e l’agire di una persona. Ben vengano critiche (costruttive) o il dissenso sul suo operato, ma non le critiche alla sua persona e alla sua problematica. E tanti non danno credito a ciò che dice proprio per il suo handicap, sfottendola e deridendola senza un briciolo di umanità. Molte critiche, infine, hanno riguardato la legittimazione e la rappresentatività (democratica, istituzionale, culturale, scientifica) della ragazza a partecipare a forum, eventi e meeting internazionali. Per non parlare del fatto che lei e tutti gli studenti non debbano scioperare non andando a scuola, ma restare invece a scuola dove potranno imparare e confrontarsi in merito al rispetto dell’ambiente.
Su una cosa Greta ha ragione: il tempo è poco per fare qualcosa per il clima. E visto che gli ultimi meeting mondiali su questo non hanno portato proprio nulla a causa di retromarce da parte di alcuni Paesi ed altri che si mettono di traverso, la situazione sta peggiorando.
Il culmine dell’anno d’oro di Greta Thunberg è stata la sua proclamazione, da parte dal settimanale americano “Time”, a “Persona dell’anno”: Greta come Gandhi, tredici Presidenti americani, tre Papi, capi di Stato e di governo Mondiali, portatori e sviluppatori di pace o di messaggi o simboli del Mondo. Proprio come Greta Thunberg, la più giovane vincitrice del premio. E come Donald Trump: l’attuale Presidente americano è uno dei personaggi politici che urtano la sensibilità ecologica ed ambientalista di Greta, dopo che lui ha detto che gli Usa sarebbero usciti dagli Accordi di Parigi sul Clima del 2015: accordi politici di importanza incredibile. Epica è stata la smorfia di Greta rivolta a Trump quando i due si incontrarono alle Nazioni unite al meeting sul clima: quando le è passato a fianco, senza degnarla di uno sguardo, Greta lo ha “fulminato” con lo sguardo facendo una smorfia di disapprovazione.
Si è detto inoltre di volerla candidare al Nobel per la pace per aver sollevato milioni di coscienze.
Greta non ha scoperto formule, teoremi o artifici matematici: ha scoperto a 8 anni che qualcosa nel Mondo non stava funzionando adeguatamente. Non dice cose fuori dal Mondo, vede le cose come stanno, si informa e protesta per sé stessa, per la sua generazione e per quelle future. Non alza i termini e la polemica, parla al cuore delle persone e alle decisioni dei politici e degli imprenditori che in questi ultimi anni hanno messo davanti voti ed interessi a scapito dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Alza la voce per rimarcare il concetto.
I giovani, invece, hanno tutto l’interesse nella salvaguardia del Mondo, perché sono i primi che ne beneficeranno in futuro. Così come le prossime generazioni. Greta, zaino in spalla e borraccia in mano, è il simbolo di questi giovani, del futuro e dell’amore verso il Mondo che ci circonda e di cui dobbiamo prenderci cura.
Tanti sostengono che a 17 anni Greta Thunberg dovrebbe pensare a cose da…diciassettenni, ma lei fa cose che dovrebbero interessare proprio i suoi coetanei: pensare al proprio futuro. Si dice che i ragazzi di oggi siano svogliati, pigri, viziati, disinteressati a cose che non siano social, selfie, apparire e videogiochi. Invece c’è una generazione che sta cercando di impegnarsi per tutti, di muoversi, scendere in piazza e fare qualcosa.
Non è che una diciassettenne possa cambiare il Mondo. L’importante è che anche noi, nel nostro piccolo, possiamo contribuire a salvaguardare l’ambiente facendo la raccolta differenziata, usare il meno possibile la macchina, usare il meno possibile la plastica, non sprecare l’acqua. Insomma, combattere tutti gli sprechi possibili in maniera tale da aiutare chi è più bisognoso e il pianeta Terra.
Servono fatti concreti ed azioni, non parole a vuoto. E soprattutto che i “Friday for Futures” arrivino a far cambiare davvero la “testa” di tutti noi e dei nostri politici. Perché i problemi climatici riguardano tutti, tutto il Mondo indistintamente. Greta lo sa e prova a farcelo capire.
Non sprechiamo questa ennesima possibilità.
immagine in evidenza tratta da www.gentediitalia.org