di Simone Balocco
Sciaffusa è una città del nord della Svizzera, a pochi chilometri dal confine con la Germania. Ha 35mila abitanti, è il centro principale del Cantone omonimo e la lingua parlata è il tedesco, una delle quattro lingue ufficiali della Confederazione.
Anche a Sciaffusa si segue il calcio e la locale squadra di fussball è l’FC Schaffhausen, militante in Challenge League, la serie cadetta svizzera. Fra i suoi ex giocatori Roberto di Matteo, l’attuale CT tedesco Joachim Löw e Roman Bürki, oggi portiere del Borussia Dortmund.
Cosa c’entra questa squadra di calcio e la sua città con il Novara e con la città di Novara? Nulla, anche perché distano tra loro 370 chilometri e non sono nemmeno gemellate. Ma se guarda la rosa della squadra allenata da Murat Yakin, il tifoso del Novara noterà due ex giocatori azzurri: Roberto Rodriguez e David da Costa. Soffermiamoci su quest’ultimo.
Svizzero classe 1986, il portiere di Zurigo da questa stagione difende i pali della squadra giallo-nera dopo aver giocato le ultime tre stagioni in Super League con la maglia bianco-nera del Lugano.
David da Costa era arrivato al Novara nell’estate 2015 come portiere titolare dopo la promozione della squadra dalla Lega Pro la stagione precedente. Per la prima volta in carriera, usciva dai confini della Confederazione per confrontarsi con un altro campionato.
Da Costa, svizzero di origini portoghese, divenne il settimo giocatore svizzero della storia del club dalla sua fondazione: quell’estate, l’allora direttore sportivo Domenico Teti, portò a Novarello anche il sopraccitato Roberto Rodriguez, fratello dell’attuale terzino del Torino, Ricardo. Prima di loro, l’ultimo svizzero a vestire la maglia del Novara era stato Zoran Josipovic, attaccante classe 1995 di proprietà della Juventus che nella stagione 2013/2014 ebbe poco spazio. Di un altro livello furono i due calciatori elvetici arrivati sotto la cupola prima di lui, Rijat Shala (ex Sciaffusa, tra l’altro) e Michel Morganella, entrambi in azzurro l’anno della promozione della squadra in Serie A.
Da Costa in azzurro ebbe il numero 1 e rimase a Novara due stagioni, giocando 78 partite, incassando 79 reti e realizzando anche 28 clean sheets. Essendo un portiere, non indossò mai la maglia azzurra ma maglie arancioni, grigie e verdi.
Nell’estate 2017, David da Costa passò al Lugano: la squadra bianco-nera si era piazzata in campionato al terzo posto il campionato precedente, si era qualificata all’Europa League accedendo alla fase a gironi di Europa League e le serviva un giocatore di esperienza e strappò al Novara il suo portiere titolare. Da Costa aveva già annusato l’odore delle notti europei tre anni prima con lo Zurigo, sempre in Europa League.
Il tifoso poco attento potrebbe dire ora “E quindi?”. Invece David da Costa è ricordato ancora oggi come uno dei migliori portieri che abbiano vestito la maglia del Novara negli ultimi (almeno) quindici anni e anche perché nel derby contro la Pro Vercelli del 12 marzo 2017 giocato al “Piola”, l’allora numero 1 elvetico parò prima un rigore ad Aramu e poi fece un vero miracolo deviando la ribattuta del capitano vercellese Mammarella. Tutto sotto gli occhi degli esterrefatti tifosi vercellesi, perché il tutto si svolse sotto la curva ospiti Da quel momento, Da Costa divenne un idolo per tutti i tifosi del Novara.
David da Costa però detiene un primato. Un primato non da classifica basata su presenze, reti o assist, ma moralmente e psicologicamente più importante: a oggi, è l’unico capitano straniero del Novara nei suoi (ormai) 112 anni di storia. E il tifoso, si sa, ci tiene sempre al suo capitano.
Del resto, chi è il capitano? Il capitano è il giocatore più esperto, il più dotato di leadership e carisma, quello che ci mette sempre la faccia e che mette sempre davanti la squadra a sé stesso, quello cui verrebbe da dare sempre del “lei”. Nel gioco del calcio la figura del capitano non cambia, se non per il fatto che il giocatore indossa una fascia colorata sul braccio sinistro, quello del lato del cuore. E a David da Costa è stata affidata la fascia da capitano nella stagione 2016/2017: con il ritiro del capitano di allora (Carlalberto Ludi) e le cessioni di Gonzalez, Evacuo e Buzzegoli, la fascia è passata direttamente a lui.
Un compito molto importante che l’estremo difensore di Lugano ha onorato in maniera importante quella stagione. Una stagione però incolore per il Novara (nono posto in classifica e non impegnato in play off o play out). Con la chicca però del rigore parato nel derby, per non parlare del fatto che ogni volta che David da Costa ha giocato quella stagione (37 partite in totale, Coppa Italia compresa) ha rappresentato il Novara, tanto al “Piola” tanto in trasferta.
Da Costa è parso sempre cordiale con i tifosi ed in campo è sempre stato sul pezzo e ha fatto da chioccia ai giovani Tozzo e Pacini sotto la supervisione di Massimo Cataldi, l’allora preparatore dei portieri del Novara, considerato un guru nell’ambiente degli estremi difensori italiani.
David da Costa ha fatto sognare i tifosi azzurra nella sua prima stagioni in Piemonte, la 2015/2016, con gli azzurri che hanno raggiunto la semifinale play off promozione contro il Pescara, dopo aver sbancato Bari: da Costa al “San Nicola”, la sera del 25 maggio 2016, raccolse la palla tre volte dalla rete, ma il collega barese Micai la raccolse quattro volte ed il turno preliminare fu in favore del Novara. Il forte squadrone abruzzese però estromise gli azzurri dalla corsa alla promozione in massima serie. Ma quel Novara, ribattezzato (Serse Cosmi dixit) dei “marziani”, è stato uno dei Novara più belli degli ultimi cinque anni. Di cui David da Costa ne fu il “custode” della porta.
Molti tifosi però storsero il naso nel vedere la porta della loro squadra affidata ad uno sconosciuto portiere elvetico, ma si sono presto ricreduti. E poi David Costa ha sempre detto che la sfida di un campionato straniero lo aveva sempre affascinato e l’Italia era nota anche nel suo Paese per essere patria di una delle migliori scuole di portieri del Mondo. E Novara, di conseguenza, è stata una tappa di una crescita importante che lo vede tra i migliori portieri del suo Paese, un Paese che negli ultimi dieci anni (almeno) ha avuto un nettissimo miglioramento a livello tattico e tecnico calcistico, tanto da rendere la Nazionale rossocrociata una delle più temibili a livello europeo (e l’Italia scoprirà la sua forza nei gironi di qualificazione a Qatar ’22):
Cresciuto con il mito di Vitor Baia, oggi David da Costa, 34 anni, si gode gli ultimi anni di carriera a casa, nella sua Svizzera, difendendo la porta di una squadra in cerca di un ritorno in Super League che manca da quattordici stagioni. Ma siamo sicuri che il suo nome ai tifosi azzurri sarà sempre legato a quella fascia di capitano e all’essere stato il numero 1 dei “marziani”. E ciò per i tifosi del Novara sarà sempre motivo d’orgoglio. E crediamo che anche David da Costa sia orgoglioso del suo percorso professionale e personale.
immagine in evidenza tratta da www.primanovara.it