di Simone Balocco
Con Frosinone-Napoli ed Empoli-Verona, in campo oggi alle ore 18:30, ci sarà il calcio di inizio della nostra Serie A. A seguire, alle ore 20:45, Genoa-Fiorentina ed Inter-Monza. Domenica e lunedì le altre sei partite (Roma-Salernitana; Sassuolo-Atalanta; Lecce-Lazio; Udinese-Juventus; Torino-Cagliari e Bologna-Milan). Al via, quindi, la Serie A a girone unico numero 92, l’edizione numero 122 da quella domenica 8 maggio 1898 che assegnò il primo campionato italiano di calcio.
Con la ripresa della Serie A riprenderanno i talk show televisivi e radiofonici dedicati allo sport più bello del Mondo. E riprenderà anche il gioco che appassiona oltre 6 milioni di italiani e che da anni è parte integrante della vita di ogni tifoso italico: il Fantacalcio.
Cos’è il Fantacalcio? Ci sono due definizioni: una ufficiale e una non ufficiale.
Quella ufficiale dice che il Fantacalcio è un gioco virtuale che vede impegnata una persona nel redigere una fantarosa composta da tre portieri, otto difensori, otto centrocampisti e sei attaccanti di squadre partecipanti al campionato di Serie A, schierati ad ogni partita attraverso undici giocatori titolari e sei riserve (un portiere e due difensori, centrocampisti ed attaccanti), cui vanno aggiunti i voti in pagella assegnati dai giornalisti, aggiungendo o sottraendo bonus o malus in base alla prestazione di ogni singolo giocatore durante la partita.
Quella non ufficiale, invece, dice che il Fantacalcio è una “malattia” che prima dell’inizio della stagione, raduna amici ed amici degli amici ad un tavolo facendo partire le aste per la compilazione delle singole rose che possono durare anche ore per accaparrarsi i giocatori migliori o i giocatori “pallino” di ogni fantallenatore. Tra imprecazioni e gioie nel perdere o acquisire i giocatori desiderati. Una cosa seria, mica pizze e fichi.
Fare il Fantacalcio è una prassi che dura dalla metà degli Novanta e che ha visto un incremento costante dei partecipanti e la nascita di siti internet dedicati, trasmissioni radiofoniche e software per il calcolo dei bonus e dei malus. Insomma, un qualcosa che per chi non è avvezzo a queste cose, farà sembrare il fantallenatore uno sciroccato malato di calcio, statistiche e giocatori feticci magari difficili anche da pronunciare, mentre chi è più avvezzo a queste cose starà già pensando al prossimo turno e si sta godendo la vittoria nel turno domenicale o si sta leccando le ferite per la sconfitta subita. Eh sì, perché il Fantacalcio è un campionato di calcio parallelo: se si vince si otterranno tre punti, se si perde zero punti, se si pareggia un punto. Proprio come nella realtà.
Cerchiamo di rispondere alle 5 W del Fantacalcio: Che cos’è? Chi lo ha creato? Quando è nato? Dove è nato? Perché è stato creato?
Alla prima domanda abbiamo già risposto, vediamo le altre.
Il creatore del Fantacalcio è stato il milanese Riccardo Albini, allora direttore della rivista specialistica “Videogiochi”, uscita per quattro anni (1983-1987). Il Fantacalcio è nato a Milano nel 1988 ed è stato una sorta di “carta carbone” di un gioco virtuale americano, Football fantasy, incentrato sul football americano.
Albini per lavoro, ogni anno, si recava oltre Oceano per partecipare alle fiere sui videogiochi, allora impensabili in Italia ed incappò in questa rivista redatta da tale Cliff Charpentier, del Minnesota, dal nome “Football fantasy digest” con tutte le regole e le varie statistiche, la studiò ed una volta tornato a casa capì che una cosa simile era possibile farla anche in Italia, una novità che sarebbe piaciuta ai suoi connazionali visto che da noi, allora, non c’era. Anche se era conscio del fatto che in Italia si guardi più al risultato, mentre negli Usa si guarda di più sul come ci si arriva a quel risultato.
Era il 1985 e solo tre anni dopo, in vista di Euro ’88, dopo un periodo di prova, esperimenti e schemi, organizzò il primo di torneo di Fantacalcio fra i suoi amici che frequentavano un bar tra le fermate “Sant’Agostino” e “Sant’Ambrogio” della metro di Milano. Erano in otto (come le squadre allora partecipanti alla manifestazione), fecero la prima asta e crearono le prime rose basandosi sugli ottanta giocatori convocati dai rispettivi Commissari tecnici.
Capirono di giocare ad un qualcosa di fantastico e lo stesso Albini mise alle stampe un libro-regolamento (“Serie A-Fantacalcio”) di questa nuova disciplina: era il 1990, il Mondiale italiano era da poco terminato ed il nostro Paese conobbe per la prima volta questo gioco mai visto e pensato prima alle nostre latitudini.
Il treno era partito, c’era solo da seguire i binari.
Il clou si ebbe nella stagione 1994/1995, quando La Gazzetta dello Sport divenne partner ufficiale del gioco, ospitando il gioco sulle sue pagine e diventando il punto di riferimento: sarebbe stata la Rosea, attraverso i voti delle pagelle dei suoi inviati, a fornire i voti ufficiali dei giocatori su cui conteggiare i vari bonus e malus. Si iscrissero in 70mila.
Il gioco in sé è molto facile: in base a proprie preferenze, durante le aste, ogni giocatore (che diventa un fantallenatore) cerca di “acquistare” i migliori giocatori usando un tot di crediti (detti fantacrediti) per formare una rosa di 25 calciatori tratti dalle venti squadre partecipanti al campionato di Serie A, indistintamente.
Una rosa deve avere 25 giocatori: tre portieri, otto difensori, otto centrocampisti, sei attaccanti. Non si tiene conto del ruolo: si possono prendere tutti terzini e difensori centrali quanto tutti centrocampisti centrali, mediani, ali o prime punte. Ogni volta che si gioca una partita (week end come turno infrasettimanale), ogni fantallenatore redige il proprio “undici” utilizzando i moduli usati nella realtà: dal 4-3-3 al 3-5-2, dal 4-4-2 al 4-5-1. I fantallenatori devono vedere se i giocatori da schierare non siano infortunati o squalificati per evitare di giocare in numero inferiore a dieci.
Il computo dei punteggi è altresì facile: ad ogni giocatore, come detto, viene dato un voto da parte del giornalista della “Gazzetta” e a questo si aggiungono i bonus o si sottraggono i malus:
- se un giocatore segna, +3 punti
- se un giocatore segna un calcio di rigore, +2
- se un giocatore sbaglia un calcio di rigore, -3
- se un portiere para un calcio di rigore, + 3
- se un portiere subisce un gol, – 1
- se un portiere subisce gol da calcio di rigore, – 1
- se un giocatore viene ammonito, -0.5
- se un giocatore viene espulso, -1
- se un giocatore serve l’assist vincente, +1
- se un giocatore segna una doppietta, +6
- se un giocatore segna una tripletta, +9
- se un giocatore segna un quadripletta: + 12
- se un giocatore segna il gol decisivo, +4 (+3 del gol, +1 del gol decisivo)
- se il portiere non subisce reti durante la partita, + 1
- se un giocatore realizza un autogol, – 2
In base a questi punteggi, si fanno i calcoli e si vede chi ha vinto o perso la sfida: se sommando i punti realizzati con i propri undici giocatori si totalizzano meno di 66 punti, si sono segnati zero gol; tra i 66 ed i 71.5 punti, 1 gol; tra i 72 e 77.5 punti, 2 gol; tra i 78 e gli 83.5 punti, 3 gol; tra gli 84 e gli 89.5 punti, 4 gol; tra i 90 ed i 95.5 punti, 5 gol; tra i 96 e i 101.5 punti, 6 gol. E via discorrendo. Per intenderci, se una sfida termina 74 a 67, il punteggio sarà 2-1.
Alla fine della giornata, si stila la classifica parziale e, come nel calcio vero, a fine campionato chi ha totalizzato più punti vince. Ed il premio se si fa una lega “privata” (ovvero si gioca tra amici) può essere qualsiasi cosa scelta ad inizio stagione tra i membri della lega, oppure si vincono premi veri e propri (se si partecipa ad una lega ufficiale).
Il Fantacalcio è un gioco basato sulla socialità, ma che durante il corso della stagione (o anche solo durante l’asta) può portare a sfuriate e litigate tra i fantallenatori per l’”ingaggio” dei giocatori più forti. Nascono amicizia, se ne consolidano altre e molte volte si litiga pesantemente. Un’asta è lunga e ci si scruta, si studia e si spera di fare il colpaccio, ovvero accaparrarsi il giocatore più forte o il proprio “pallino”. Ovviamente con il mercato invernale, si possono fare accorgimenti alla squadra, cedendo, scambiando o comprando nuovi giocatori in base ai fantacrediti rimasti dall’asta precedente.
Il Fantacalcio ha anche seguito l’evoluzione dei tempi: dagli iniziali quaderni e fogli volanti compilati con nomi di calciatori acquistati a formazioni scritte sui libri di scuola, fino all’arrivo di smartphone, whatsapp, siti specifici e software dove basta solo inserire la rosa e si può creare il proprio “undici” in men che non si dica. E così anche per il computo dei risultati delle singole sfide. Chissà nel 2028, anniversari dei quarant’anni del gioco, quali strumenti verranno utilizzati.
Ovviamente, il Fantacalcio non è una cosa che si improvvisa: ogni estate, il fantallenatore legge, si informa, si documenta e studia le statistiche di ogni giocatore rispetto alla stagione precedente così da arrivare preparato al momento dell’asta. Che è sì un momento di socialità, ma arriva a durare anche più di quattro ore. Molti partecipano per puro spirito amicale (magari senza neanche sapere quali squadre militino in Serie A) o come “tappabuchi”. E magari proprio queste “categorie” di giocatori sono quelli che ottengono risultati inaspettati.
La cosa bella del Fantacalcio è scoprire nuovi talenti: puntare su un giocatore sconosciuto e sperare che possa far fare il salto di qualità alla propria squadra. Per non parlare dei “pallini”, giocatori poco mainstream ma che vedono ogni fantallenatore innamorarsene e che ad ogni asta cercano di accaparrarselo.
La diffusione dei social ha portato all’ennesima potenza il Fantacalcio e non solo perché sono nate fan page o account specifici: molti fantallenatori scrivono direttamente ai “propri” giocatori chiedendo se giocheranno il turno successivo, come stanno di salute, se sono in forma e se segneranno. E in alcuni casi (limite), alcuni insultano gli stessi giocatori perché hanno fatto perdere loro la sfida con i loro amici. Anche i giornalisti sono bersagliati di insulti per l’assegnazione dei voti ai giocatori: dalla loro votazione dipende il corso di una intera stagione. Una cosa poi inoltre è certa: alcuni calciatori di Serie A fanno anche loro il Fantacalcio, si “comprano” e si schierano in campo.
Il Fantacalcio è passione, amore per il gioco del calcio ma anche delusioni cocenti. Tempo sprecato, ma anche tempo investito.
Riccardo Albini non sarà meritevole del premio Nobel, dell’intitolazione di una via o di una scuola, ma quest’uomo, nel suo piccolo, ha avuto un’idea, 32 anni fa, cui tutti i fanatici del gioco del calcio oggi non possono fare altro che ringraziare per sempre: lui ed i suoi amici avevano iniziato in otto, oggi in Italia lo giocano oltre 6 milioni di italiani.
Il calcio, si sa, è scienza inesatta per eccellenza, ma non dite mai ad un fantallenatore che per in mezzo punto in più o in meno c’è da prendersela troppo. Per un mezzo punto in più o in meno, si perdono e si vincono partite. Ma anche questo è il bello del gioco, no? (soprattutto se per uno 0,5 vinci una partita che non pensavi mai di vincere).
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