Due chiacchiere con Fabio Masturzo, cantante dei “Supernova”, tribute band degli Oasis

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di Simone Balocco

 

In vista della tappa del loro tour presso “La cueva” di Casalbeltrame di sabato 23 novembre, abbiamo fatto una chiacchierata con Fabio Masturzo, cantante dei “Supernova”, una delle più note tribute band italiane degli Oasis.

Vediamo cosa ci ha raccontato…

 

Fabio, perché gli Oasis? Cosa hanno di diverso rispetto alle altre rock band?

Venti anni fa quando andavo nei locali a cantare anche solo a livello di karaoke, mi hanno fatto notare che assomigliavo vocalmente a Liam Gallagher. Avessi avuto la voce simile a Damon Albarn avrei fatto una tribute band dei Blur o se la mia voce ricordava Freddie Mercury avrei fatto lo stesso con i Queen. Solo per questo. Gli Oasis si sono distinti negli anni ’90 per le melodie, la semplicità di scrittura e per il binomio Liam-Noel: Liam la voce, Noel la genialità dei testi. Non hanno niente di meno e niente di più rispetto alle altre band: non sono fenomeni a livello artistico, ma hanno creato un mood sfruttando anche la nascita del Britpop nei “Novanta”. Sono nati al posto giusto nel momento giusto: fossero nati in questi anni non avrebbero mai avuto successo.

 

Cosa rappresentano per te Liam e Noel Gallagher?

Liam Gallagher per me è il frontman per eccellenza, la Voce, mentre Noel è la genialità nel comporre in maniera semplice e diretta le melodie. Noel ha molto attento musicalmente ed è bravo a scrivere e comporre, mentre Liam è l’interprete per eccellenza delle sue creazioni.

 

Quando nascete artisticamente e chi siete. C’è un po’ di novaresità tra di voi, o sbaglio?

I “Supernova” nascono nel 1997, mentre io arrivo nel 2009. Di novarese ci sono solo io perché i ragazzi sono tutti di Torino. Qua a Novara ai tempi avevo creato una tribute band degli Oasis chiamata “The boys in the bubble” durato sei anni e poi sono entrato nei Supernova perché il loro cantante li aveva lasciati in quanto si era trasferito per lavoro fuori dall’Italia. Erano senza frontman, mi sono unito a loro e da lì è nato prima un rapporto artistico e poi umano con gli altri ragazzi. Oltre a me suonano Lucky (chitarra solista, voce, cori), Whiteface (chitarra ritmica), Alex (basso) e Nico (tastiere).

 

Qual è stata la vostra prima data in assoluto e dove avete suonato?

Con i “Supernova” ho debuttato al “Pronto soccorso degli Artisti” di Moncalieri, vicino a Torino, proprio nel 2009.

 

Visto che siete un po’ novaresi, venite spesso dalle nostre parti. In particolare, suonate spesso a “La Cueva” di Casalbeltrame (come sabato prossimo, 23 novembre). Cosa ha di particolare questo locale?

“La Cueva” non ha nulla di più rispetto agli altri locali, se nonché ha un gestore che esce fuori dal coro perché ci sa fare, sa come si fa musica live, vuole la qualità e non guarda solo al cachet come tanti gestori e quindi la particolarità sta nello staff e nella gestione. E’ l’unico locale che punto ai live, l’unico credibile a Novara e ci si sente come se si è a casa propria. E per me, che sono di Novara, è proprio come suonare a casa.

 

Vi chiamate “Supernova”, come parte del titolo di una canzone degli Oasis, “Champagne Supernova”. Perché avete scelto questo nome?

Il nome deriva giustamente dalla canzone. Sono entrato nel 2009 e la band si chiamava giù così e non ho mai voluto cambiarlo. E tra l’altro mi piace come nome.

 

Gem Archer, per dieci anni chitarrista degli Oasis, vi ha definiti “…la miglior band tributo che abbia visto”. Un parere che parla da solo…

Il complimento ci è piaciuto tanto e lo ha fatto quando non ero ancora il cantante del gruppo. Fa piacere che il sound dei “Supernova” piaccia: il loro sound è ciò che mi ha spinto ad entrare in questo gruppo perché chiudendo gli occhi io sentivo gli Oasis suonare e non loro.

 

Sul palco imiti molto bene nelle movenze Liam Gallagher, ma toglici una curiosità: è facile da suonare il tamburello? Per Gallagher, è una sorta di “coperta di Linus”….

A dire il vero è solo presenza scenica. Non so suonarlo, non mi piace e non vado a tempo. Fa scena e mi piace tenerlo in testa (ride nel dirci tutto questo…)

 

Immagino tu canti/suoni da anni. Quale canzone degli Oasis ti ha stregato?

“Roll with it”: questa canzone è puro Britpop. L’altra canzone che è puro Britopop è “Country house” dei Blur, gli “avversari” degli Oasis.

 

L’inglese lo hai migliorato cantando o lo sapevi già? Te lo chiedo perché quando cantiamo, se non sappiamo bene le parole, tendiamo a muovere la bocca a caso o dire parole in inglese a caso…

L’inglese lo conoscevo a livello scolastico. Quando canto studio i testi a memoria in maniera meticolosissima. Studio, non invento, non uso testi sul palco, leggii vari, perché è antiestetico. L’inglese va studiato, la pronuncia va studiata e c’è da fare le cose fatte bene perché sennò non si è credibili. Ti racconto un aneddoto: qualche anno fa abbiamo suonato al “Maglio” di Torino e delle amiche del nostro batterista sentivano il concerto da Manchester: lo hanno chiamato facendomi i complimenti e non credevano fossi italiano: pensavano fossi inglese vista la pronuncia che avevo. Ed è stata una bella soddisfazione per me e per i ragazzi.

 

Dal palco vedi la vostra platea. Con quale canzone vedi che il pubblico cambia atteggiamento, ovvero si immedesima nella canzone.

“Supersonic” ha un qualcosa di particolare, quella che rispecchia gli Oasis ed è la più attesa dai fan sotto il palco.

 

Immagino che di concerti della band dei fratelli Gallagher ne avrete visti. Quale è stato il più bello? O i più belli.

Knebworth, senza dubbio. Ma solo con Liam Gallagher solista nel 2022: a Knebworth non li ho mai visti suonare gli Oasis dal vivo. Il più bello degli Oasis è stato un live a Milano dove però non c’era Noel sul palco.

 

Estate 1995, a pochi giorni di distanza escono “Country house” dei Blur e “Roll with it”: nasce la cosiddetta “Britpop battle”, la battaglia musicale (ma non solo) tra le due band. Che ricordi hai del tempo e cosa ne pensi di questa sfida. Cos’ha il Britpop che altri generi non hanno

Non posso dire quale è la migliore tra le due perché, come dicevo prima, sono IL Britpop. La sfida tra i due gruppi non mi ha mai interessato, sono stato sempre fuori dalla diatriba. Ma i Blur li ammiro molto.

 

Dove vi piacerebbe suonare un giorno? Il vostro sogno. Puoi anche dirci il Knebworth, forse il concerto più iconico e famoso degli Oasis visto che quel 10 agosto 1996 c’erano oltre 100mila persone per loro…

A San Siro. Perché sono interista.

 

Immagina di avere davanti a te una persona che non conosce gli Oasis e vorresti fargli una play list? Quali canzoni inseriresti? (Scrivine massimo dieci).

Wonderwall, Don’t look back in anger, Stand by me, Stop crying your heart out, Slide away, Roll with it, Whatever, Rock ‘n roll star, Supersonic, (What’s the story) Morning glory.

 

Cosa ne pensi dei progetti soliti dei fratelli Gallagher? Ricordiamo che Liam ha fondato i Beady Eye prima (attivi tra il 2009 ed il 2014) e ora suona da solo, mentre Noel è il leader dei Noel Gallagher’s High Flying Birds.

Liam ha fatto bene ed infatti ho creato da un anno un progetto parallelo dove guido la tribute band dedicata solo a Liam Gallagher, i “Why me? Why not?”, unica in Italia a livello di Liam Gallagher solista. Trattiamo quindi il progetto di Liam dai Beady Eyes alla collaborazione con John Squire. Sono contento di questo perché oltre ai “Supernova” ho questo progetto dove posso cantare cose che Liam ha fatto dopo gli Oasis e sono cose altrettanto molto ben riuscite. Ho apprezzato molto cose di lui, è una rock star, mentre Noel non lo è. Liam è un “movimentatore”, cosa che Noel non è.

 

Da qualche tempo hai intrapreso un percorso parallelo ai “Supernova” con un gruppo dove interpretate i pezzi di Liam Gallagher. Come mai questa scelta e se ai vostri fan questa scelta piace.

Da quattro anni vivo a Verona e per motivi geografici non suono con i “Supernova” a livello di sala prove, non devo più suonare con loro perché tanto ci “conosciamo”. Mi sono rimesso in gioco per creare pezzi nuovi, sono tornato in “palestra” (ovvero in sala prove) e con questi ragazzi di Verona ho creato un gruppo (i “Why me? Why not?”) e rimettersi a studiare e fare cose nuove per me è stato molto bello. Questa è stata la “fiamma” per creare questo progetto parallelo.

 

So che sei anche un appassionato di calcio. Cosa ne pensi del Manchester City, la squadra per cui i Gallagher brother tifano e che sono orgogliosi di tifare ancora prima che diventassero mainstream?

Se non ci fossero stati gli arabi e se non fossero arrivati i soldi, sarebbe rimasta una squadra anonima perché così è stato quando lo United dominava. Oggi sono una realtà e c’è il binomio con gli Oasis che è molto simpatico. A Istanbul, da interista, meritavano di più ma loro sono più forti e hanno dei giocatori pazzeschi.

 

Cosa consiglieresti ad un gruppo di persone che vuole “mettere su” una band?

Non farlo, di lasciare perdere: è difficile fare oggi inediti ed è altrettanto difficile fare una tribute band perché devi essere preparato e c’è tanta concorrenza in giro. Non vedo gente che ha voglia di mettersi in sala prove: questi fanno tre prove e vanno già sul palco, pensando di fare i fenomeni ed i risultati poi si vedono. Ci vuole almeno un anno di prove e poi si va a suonare in giro.

 

Ultima domanda per chiudere: ammettilo, qualche canzone dei Blur l’hai canticchiata almeno una volta dai, ammettilo…

Assolutamente sì: ci sono delle canzoni dei Blur che mi piacciono più di quelle degli Oasis. Gli Oasis sono inarrivabili, ma anche il gruppo di Albarn ha fatto delle belle canzoni.

 

Per rimanere in contatto con i “Supernova”, questa è il loro sito e questa è la loro pagina Facebook dove potete trovare notizie su di loro e dove andare a sentirli live

 

Tutte le immagini sono state fornite da Fabio Masturzo