Due chiacchiere con Luca Berra, tastierista e co-fondatore della Groove Factory

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by Simone Balocco

 

 

Giovedì sera chiuderà l’Estate novarese. Iniziata domenica 9 luglio, il suo claim è stato “Let’s dance” e, attraverso 15 eventi tutti tenutesi nella cornice del Broletto, ha portato la buona musica nel salotto della nostra città, trascinando novaresi e non a balli scatenati e all’ascolto di sonorità particolari e accattivanti. Tra i protagonisti, la Groove Factory, una nuova realtà musicale novarese composta da persona che amano la musica e che la suonano da diversi anni.

Abbiamo rubato cinque minuti a Luca Berra, tastierista della band ed uno dei fondatori, e ci ha raccontato un po’ cosa sono i Groove Factory

 

Luca, che cos’è la musica groove?

Il groove non è propriamente un genere musicale, ma è la capacità che hanno alcuni brani – e alcuni generi – di coinvolgere l’ascoltatore con il ripetersi di soluzioni ritmiche particolarmente marcate, sincopate e coinvolgenti. I generi più carichi di “groove” sono sicuramente quelli che, innestandosi su ritmiche Funky, ruotano intorno al Soul e all’R&B, costruendo armonie articolate e originali, su modelli brevi e ripetuti. Caratterizzante è anche la presenza dei fiati che, in sezione, arricchiscono strofe e riff con linee melodiche accattivanti. La nostra band nasce proprio dalla comune passione per questo genere, che a partire dagli anni ’90 ha utilizzato le ritmiche classiche del funky senza più ruotare sui tradizionali giri blues, ma innestandosi su armonie jazzy, con passaggi armonici non scontati nè prevedibili, e sempre gradevoli e coinvolgenti.

 

Quello della Groove Factory, quindi, è un genere di nicchia o ha molti amanti in Italia?

E’ un genere “trasversale”, arricchito da molte contaminazioni, con la capacità di unire “sotto il segno del groove” (per dirla alla Bluey degli Incognito) molte band che il mercato vorrebbe talora incasellare in aree più “facili”, a volte trascurando la poliedricità di questa musica trascinante, raffinata e mai scontata. Stiamo comunque parlando di una musica che ha moltissimi amanti nel mondo, e parecchi anche in Italia. Trattandosi di un genere che comprende band eterogenee, il repertorio della Groove Factory spazia da nomi famosissimi come i Jamiroquai, ad autori meno conosciuti come i Drizabone Soul Family. Ma il nostro “faro” musicale è sicuramente rappresentato dalla band degli Incognito, una formazione inglese – composta da elementi provenienti da ogni angolo del pianeta (il batterista Francesco Mendolia, ad esempio, è italianissimo) – che costituisce l’espressione più completa ed elegante del genere che amiamo. Il nostro repertorio, comunque, comprende anche brani di mostri sacri come Stevie Wonder e Roy Hargroove; oltre a pezzi di cantanti raffinate quali Sade ed Erykah Badu; passando per interessanti artisti italiani come la bravissima Carolina Bubbico.

 

“Groove Factory”, tradotto dall’inglese, è “Fabbrica del Groove”. Quando nasce e grazie a chi la vostra band?

La band nasce nel 2021 da una mia idea, che fin dal primo momento ho condiviso con Alessandro Brustia, batterista e cofondatore. Con lui e grazie a lui – anche in ragione di una profonda e sincera amicizia che già ci legava indipendentemente dalla musica – ho potuto realizzare e sviluppare le mie idee musicali, un po’ atipiche rispetto al panorama artistico delle nostre province. Ma tornando al momento in cui la band si stava formando, un passaggio fondamentale è stata la scelta della voce. Per cantare questo genere occorre una timbrica piena, calda e potente, occorrono competenze musicali, e un grande controllo. Per questo ho cercato e voluto a tutti i costi la voce di Annalisa Lipari – cantante di esperienza, con anni di palco alle spalle – che ha tutte le caratteristiche necessarie per cantare in modo strepitoso questo genere… e guarda caso ho trovato in lei anche un’amante, estimatrice e cultrice dell’ R&B e del jazz-funk (degli Incognito in particolare). Incassato il “si” di Annalisa, abbiamo scelto uno per uno tutti gli altri musicisti, partendo da un presupposto: la passione per il groove.

 

Ho visto che siete dieci elementi. Immagino che non siate musicisti professionisti e che non “viviate” di musica, ma credo abbiate tutti un background musicale importante perché non fate musica “facile”. Presenta ai nostri lettori tutti i componenti della band.

Annalisa Lipari – voce solista – credo di aver già detto tutto, quantomeno sulla sua bravura. Ma posso aggiungere che ha anche  una grande capacità di tenere il palco e coinvolgere il pubblico.

Eliana Paglia è la corista che tutte le band vorrebbero: voce pulita e precisa, unita ad una spiccata attitudine per la ricerca delle armonizzazioni vocali.

Gianluca Barocco è un bassista di grande esperienza, di quelli che “fanno girare” lo strumento con facilità. Fa apparire semplice anche ciò che semplice non è affatto. Insomma, non c’è groove senza un basso come il suo.

Ma non c’è groove pure senza un batterista che ti sappia trascinare… e lui è sicuramente un trascinatore: Alessandro Brustia. Le sue competenze musicali spaziano molto, non si fermano al funk, ma arrivano a coprire ogni genere e settore, partendo dal jazz, fino alle ritmiche latine in ogni loro forma e contaminazione; sempre con grande abilità ed eleganza.

E poi il nostro polistrumentista Jonathan Lioce: una chitarra raffinata e molto equilibrata (due caratteristiche non facili da trovare), che sa dare i giusti colori ad ogni brano con eleganza. Ma Johnny – con una formazione classica alle spalle – è anche in grado di sorprenderci e affascinarci ogni volta con il suo violino.

E poi ci sono io, Luca Berra, al pianoforte, al piano elettrico e alle tastiere (archi, organo, ecc.). Mi occupo anche di delineare l’indirizzo musicale della band, tanto nelle scelte dei brani in repertorio, quanto negli arrangiamenti dei singoli brani (degli arrangiamenti della sezione fiati, però, si occupa Mattia Basilico).

In questa presentazione ho lasciato in coda – non a caso – quei musicisti che più identificano e caratterizzano la band. Già, perché una caratteristica di cui andiamo molto fieri è la presenza nella band di differenti generazioni a confronto (per intenderci, sassofonista, trombettista e trombonista hanno l’età di mia figlia… e io non sono neppure il “meno giovane” della band).

E allora vi presento i nostri tre giovani talenti e il nostro veterano.

Mattia Basilico, studia al Conservatorio di Torino predilige il jazz, e quando può “scatenare” i suo assoli è una forza della natura. Un talento incontenibile unito a tanta preparazione. Può già vantare molte collaborazioni di alto livello, e possiede molta esperienza live. Il nostro fantasista (e anche arrangiatore per la sezione dei fiati).

Francesco Di Mauro, studente al Conservatorio di Novara. Musicista versatile, sensibile e delicato, con idee sorprendenti che gli permettono di passare in un batter d’occhio dalla tradizione del passato, alla massima modernità.

Alessio Novaria, anche lui studia al Conservatorio di Novara; suona uno strumento poco diffuso tra i giovani, il trombone. Ma la sicurezza con cui è stato in grado di inserire il suo strumento nella band e di farlo emergere, sono la prova di come sia già un musicista completo e talentuoso.

E poi c’è il nostro percussionista, Angelo Lovati. E’ lui il più esperto, tra un anno e mezzo compirà 60 anni. Suona in diecimila band contemporaneamente, talora come batterista, e talora come percussionista… non c’è genere che lui non conosca… ha un’esperienza davvero unica, eppure ha ancora un entusiasmo contagioso sia umanamente, sia sul palco grazie alla sua grande abilità ritmica.

 

Quale è stata la vostra prima data? Molti gruppi hanno una “data 0”, una data di debutto. Ne avete avuta anche voi una?

La nostra prima data è tutto sommato recente, risale al 2022…Il mio ricordo si focalizza su un particolare di non poco conto: eravamo all’incirca la metà di oggi.

Solo dopo quella prima data, infatti, abbiamo raggiunto la consapevolezza che eravamo sulla strada giusta, ed era arrivato il momento di coinvolgere una tromba, un trombone, una corista e un percussionista.

 

Ma passiamo alla serata al “Brera” di domenica 23 luglio ed infine alla serata dal 10 agosto.

Essere invitati a suonare nell’auditorium di un Istituto musicale di simile tradizione è sempre un onore: il contesto è di grande prestigio, e il pubblico è selezionato e competente. Il 23 luglio, pertanto, è stato davvero un piacere proporre il nostro genere in un tempio della musica classica novarese. Ringraziamo ancora gli organizzatori e la direttrice dell’Istituto, Eleonora Chiodo.

 

Giovedì 10 agosto 2023, il palco del Broletto nell’ambito dell’evento “Let’s dance” dell’estate novarese. Raccontaci come è andata quella serata.

E’ stata una serata davvero bella! Ben organizzata e molto partecipata. Il palco era impegnativo; il pubblico aveva voglia di buona musica, noi abbiamo proposto la “nostra buona musica”, e la platea ha molto apprezzato. Per una band che non propone canzoni da cantare tutti insieme, ogni occasione è una scommessa, perché quasi nessuno conosce i brani che suoniamo (e non è facile apprezzare la musica al primo ascolto). Ma anche al Broletto abbiamo vinto la nostra scommessa!

 

Orgogliosi di salire sul palco dell’estate novarese in uno dei luoghi simbolo della città?

Si, onorati e orgogliosi. Ci siamo veramente lasciati andare quando eravamo sul palco, ci siamo goduti il momento, ci siamo anche molto divertiti; e abbiamo visto una platea altrettanto soddisfatta. Una serata che ricorderemo. Ci teniamo, quindi, a ringraziare in modo particolare Paolo Beretta per la fiducia accordataci.

 

Sono venuto ad ascoltarvi al “Brera” e purtroppo,  lo ammetto, conoscevo 1-2 canzoni della vostra scaletta ma una cosa mi ha colpito: eravate tutti sul pezzo, straconcentrati e avete avuto lo sguardo di chi sapeva che suonava bene ed era capace.

Concentrati sicuramente, perché i brani non sono semplici e richiedono attenzione.

Diciamo, però, che il nostro sguardo era più che altro quello di chi aveva la consapevolezza di aver dedicato tempo, energie e passione alla preparazione del repertorio che suoniamo con grande trasporto.

 

Elenca almeno cinque musicisti o gruppi musicali che una persona che si avvicina al groove e al soul-funk deve ascoltare assolutamente. Se necessita, anche più di cinque.

  • Incognito: su tutti. Sono a mio parere l’espressione più pura ed entusiasmante di questo genere
  • Roy Hardgroove: ha messo i fiati al centro del groove
  • JTQ: anche l’organo Hammond al servizio del groove
  • Brand New Heavies: tra gli esponenti più commerciali, ma di grande qualità
  • Down to the bone… oppure Electro Deluxe: quando la voce non è necessariamente al centro del progetto
  • Stevie Wonder: un precursore le cui armonie hanno ispirato molti artisti dopo di lui
  • Jamiroquai: una revisione più moderna del jazz-funk
  • Funky Company: band italiana di qualche anno fa
  • The PB Underground: grande energia e ritmiche incalzanti

 

Fate cover, avete mai pensato di fare pezzi vostri?

Si, sicuramente passeremo presto alla composizione, alla scrittura, e all’arrangiamento originale. Personalmente ho già molte idee in cantiere, ma sarà bello lavorare insieme per unire e intrecciare le idee di tutti i musicisti, soprattutto perché differenti generazioni possono portare anche a proposte diverse… quindi sarà una sfida molto interessante.

 

Tre aggettivi per descrivere la Groove Factory?

Esplosiva, ricercata, poliedrica.

 

Idee per il futuro?

Lo stimolo per un musicista è quello di fare sempre cose nuove e migliori.

Quindi non ci stancheremo di incrementare il nostro repertorio con nuove cover, ma soprattutto lavoreremo su nostre composizioni inedite, per esprimere in modo ancora più pieno la nostra passione per questo genere musicale.

 

Prossimi appuntamenti dove trovare la Groove factory?

Il nostro desiderio è quello di spaziare e portare la nostra musica in qualsiasi contesto.

Torneremo, infatti, al Brera, ma suoneremo anche in alcuni locali della provincia e delle province limitrofe; ci siamo già candidati a partecipare ad alcune iniziative musicali della prossima estate, ma ci saremo anche nell’inverno. Chi ci vuole seguire da vicino, potrà trovare sulle nostre pagine social – Facebook e Instagram – aggiornamenti e informazioni sui prossimi appuntamenti.

 

Ringraziamo Luca per la disponibilità e per la simpatia dimostrataci!

 

immagini in evidenza e dentro l’intervista tratte dalla pagina Facebook della Groove Factory