di Simone Balocco
Enrico, il 12 settembre 2024 sarà ricordato come un giorno epico per i tifosi novaresi. Concordi?
Sicuramente è un giorno importante. Parecchie volte negli anni passati era balenata l’idea di un museo dedicato alla storia del Novara ma non si era mai andati oltre uno stato embrionale. Aver portato a termine questo progetto e averlo messo a disposizione di tutti i tifosi, del Novara FC e di tutta la città è sicuramente una cosa molto positiva e che ci riempie d’orgoglio.
Cosa ha spinto un nutrito numero di tifosi a creare questa Associazione? Quando avete capito che era ora di creare un’associazione di questo tipo?
Credo che diversi di noi, ognuno in cuor proprio volesse dare un segno di presenza, di contributo positivo. La scintilla che ci ha convinto a metterci in gioco è stata l’asta fallimentare dei cimeli sportivi del Novara Calcio che capitava, a inizio dicembre 2023, in un momento di disingaggio dell’ex presidente Ferranti e prima che subentrasse l’attuale proprietà. Nelle varie chat whatsapp che legano i vari gruppi di tifosi è scattato un di moto di ribellione al vedere passivamente sparire un segno tangibile della nostra storia. In pochi giorni chiamando a raccolta alcuni esponenti storici di varie anime del tifo novarese abbiamo messo in piedi l’associazione e ci siamo preparati a partecipare all’asta. L’asta è stata poi rinviata per temi tecnici ma la scintilla era scoccata.
Ciò che ci ha legato, oltre alla passione per i colori azzurri, è stata una lettura lucida di quanto stiamo vivendo a livello nazionale da diversi anni: fare calcio professionistico in una città di provincia è sempre più complesso. Solo con un approccio attivo e collaborativo da parte di diversi attori (istituzioni, società, tifosi, imprenditoria) si può invertire questo trend, il tutto a beneficio di tutta la comunità cittadina. Abbiamo sentito la responsabilità di iniziare a “fare e collaborare” per fare la nostra parte e non lasciare nulla di intentato per quelle che sono le nostre possibilità.
Sei il Presidente dell’Associazione. Perché hanno scelto te e se senti una certa responsabilità?
Credo che la scelta sia stata dettata da un mio contesto personale molto particolare. Nel passato, pur seguendo assiduamente la squadra in casa e in trasferta, i miei impegni lavorativi escludevano di fatto ogni possibilità di un coinvolgimento in altre iniziative. Oggi godo di una maggiore flessibilità lavorativa che mi consente di dedicare tempo ed energia anche ad altro. Quando ci siamo organizzati e abbiamo parlato degli obiettivi che volevamo porci è risultato evidente che serviva tempo e professionalità di un gruppo ampio di persone ma anche un punto di riferimento e coordinamento continuo nel quotidiano che desse “tempi e metodi” al contributo di ognuno. Al termine di una breve discussione è emerso che concretamente ero la persona nelle migliori condizioni per farlo e ho accettato con piacere di assumere questa responsabilità.
Ricordiamo tutti voi soci fondatori. Possiamo dire che siete come quei 15 ragazzi che il 22 dicembre 1908 si trovarono al “Bertani” e crearono il Novara Calcio?
Il paragone mi sembra sinceramente un po’ ardito. Diciamo che se riusciremo a dare un segno tangibile e duraturo saremo sicuramente soddisfatti. Riguardo ai soci fondatori credo sia opportuno tornare alla scintilla che ha fatto nascere l’associazione, ovvero l’incombente asta dei cimeli. In una prima conversazione tra due o tre persone ci siamo convinti che per preservare qual patrimonio dovevamo essere in grado di partecipare all’asta in meno di dieci giorni, con una modalità che possibilmente rappresentasse tutti, non un singolo gruppo di tifosi. E’ quindi emerso che la forma tecnica migliore fosse quella della Associazione iscritta al Registro del Terzo Settore e che occorreva avere tra i fondatori almeno un esponente dei principali gruppi di tifosi più alcune professionalità che ci permettessero di gestire bene tutte le formalità del caso. Ci siamo buttati a capofitto e abbiamo cercato di cooptare rapidamente la squadra. Appena raggiunto l’obiettivo minimo siamo andati a fondare l’associazione. Specifico questo per sottolineare che la disponibilità dei soci fondatori è stata estremamente importante per dare il calcio di inizio ma che altri soci che si sono poi aggiunti in seguito stanno avendo un ruolo fondamentale. Ciò detto i soci fondatori oltre al sottoscritto sono: Alessandro Clementoni, Tito De Rosa in rappresentanza di Novara Calcio Senior, Alessandro Tartaglia in rappresentanza dei Nuares, Paolo Lampugnani e Roberto Fabbrica in rappresentanza dei Fedelissimi, Claudio Barbaini e Claudio Vannucci in rappresentanza del Coordinamento Cuore Azzurro, Antonella Guaita in rappresentanza delle Gaudenzine e poi Mauro Collodel, Massimo Accornero e Luigi Blasi.
Chi di voi si è gettato a capofitto nel progetto?
Nella prima fase dello sviluppo progettuale sono state estremamente importanti le condivisioni fatte con il Comune di Novara ed in particolare con il Novara FC che ci ha seguito e supportato prendendosi carico di alcune importanti predisposizioni dei locali.
Successivamente, allo sviluppo operativo del progetto La Casa del Novara ha partecipato un ampio gruppo di lavoro formato dal sottoscritto, da Giovanni Depaulis, Roberto Fabbrica, Antonella Guaita, Paolo Lampugnani, Pietro Pluchino, Maurizio Siviero, Veronica Trovati con la preziosa disponibilità di Nicola Clemente e Ernani Cancellieri del Novara FC; estremamente importanti sono stati anche i contributi dei giornalisti e la concessione delle immagini da parte dei fotografi che più hanno seguito le sorti del Novara nella sua lunga storia.
Spiega ai nostri lettori in poche parole cosa è l’Associazione Tifosi Novara.
E’ una associazione senza fine di lucro che si pone l’obiettivo di sviluppare progetti di carattere culturale ed educativo per preservare e tramandare il patrimonio storico del Novara e stimolare in particolare nelle nuove generazioni un approccio etico allo sport e una sana passione per squadra della nostra città. Non siamo un gruppo che si occuperà di organizzare il tifo allo stadio o di organizzare trasferte. Vogliamo occuparti di progetti rilevanti e duraturi, anche complessi o che richiedano un certo sforzo economico e che possano risultare in qualcosa di positivo e di riferimento per la nostra città e per altre realtà di provincia.
Guardando il vostro sito (inserirò il link poi), c’è una parte su “Progetti e iniziative”. In cosa consiste?
La componente progetti ed iniziative è il cuore della associazione stessa. Per statuto e sin dal primo giorno, tutti gli sforzi dei soci e tutti i fondi raccolti sono focalizzati unicamente per lo sviluppo dei progetti e delle iniziative che l’assemblea definisce ad inizio anno. Per il 2024/2025 i due progetti chiave, oltre al rifacimento dello striscione “Forza Vecchio Cuore Azzurro” situato in Curva Nord, sono lo sviluppo del museo La Casa del Novara che è stato appena inaugurato e l’iniziativa La Scuola Allo Stadio dedicata ai ragazzi di 4° e 5° elementare, un progetto educativo e culturale che ha preso spunto da una analoga iniziativa che l’Atalanta realizza da oltre 20 anni con grande successo.
Il 12 settembre è stato inaugurato il Museo. Ci avresti creduto che un giorno sarebbe nato un museo di questo tipo?
Diciamo che dalla prima riunione in cui abbiamo deciso, c’è stato un mesetto dove abbiamo realizzato il progetto di massima e lo abbiamo condiviso con il Novara FC e con il Comune di Novara. Fatto quel passo ci abbiamo creduto profondamente, pur consci che era un progetto molto impegnativo. E più passavano le settimane, più si ampliava la rete di contributori e sostenitori: questo è stato un elemento fondamentale perché ci ha dato fiducia e ha permesso che la raccolta di cimeli e contributi vari fosse ottima sia in termini di qualità che quantità.
Avete avviato sul vostro sito dei sondaggi dove avete chiesto dei “pareri” ai tifosi azzurri. Soddisfatto dei risultati? Quali sono stati i tre giocatori più votati di tutti?
Il coinvolgimento di tutti i tifosi era un altro elemento fondamentale di questo progetto. La Casa del Novara deve essere di tutti e tutti, nel limite del possibile, dovevano avere l’opportunità di dare il proprio contributo. La scelta dei giocatori della Hall of Fame ci è sembrata l’area più idonea per chiedere il coinvolgimento di tutti: oltre 500 partecipanti, oltre 1500 risposte ai sondaggi. Credo si possa essere soddisfatti. I tre giocatori più votati sono stati Scienza, Rubino e Gonzalez.
So che il voto è segreto, ma ti ricordi chi hai votato come giocatori da inserire nella hall of fame?
Mi ricordo e visto che era possibile esprimere diverse preferenze per ogni periodo, la lista sarebbe lunga. Mi piace ricordare un paio di nomi cui tenevo e che purtroppo non hanno raggiunto il quorum per entrare nella Hall of Fame: Simone Motta e Felice Pulici.
Focalizziamoci sul Museo, avete avuto difficoltà nella sua apertura? Si dice che la burocrazia italiana sia lenta…
Su questo tema vale la pena sottolineare che da subito abbiamo pensato alla sala hospitality sotto la tribuna dello stadio. Tre erano i motivi: il primo è che lo stadio è già per le partite “La Casa del Novara” e quindi era la location naturale; il secondo è che volevamo che La Casa del Novara fosse un biglietto da visita ed un orgoglio per il Novara FC quando invita i propri ospiti alle partite. Il terzo motivo riguarda proprio la burocrazia: volevamo sfruttare la sinergia con il Novara FC e utilizzare un ambiente che fosse già fruibile dal pubblico.
Ci saranno state almeno un centinaio di persone giovedì 12 settembre. E tra questi, Paola Piola, Luigino Giannini, Franca Carrera, i figli di Luciano Marmo, Fabio Scienza, Pablo Gonzalez…livello di emozione?
Da 0 a 10, 11! E credo che chi ha sentito le poche parole che ho detto per presentare l’iniziativa abbia chiaramente percepito il groppo in gola che avevo. Nelle numerose occasioni lavorative in cui ho avuto l’occasione di parlare in pubblico non mi era mai capitato di avere una simile reazione ma è evidente la differenza tra parlare di business e portare a termine un progetto in cui la passione e i sentimenti giocano un ruolo importante.
Il Museo è diviso in 12 sale. All’interno ci sono cimeli che dire iconici è riduttivo. Le maglie da chi vi sono state donate? Quale è la più bella tra quelle esposte?
I cimeli arrivano da una ventina di fonti diverse. Maurizio Siviero è stato impagabile per la sua generosità e in particolare per aver riprodotto nel tempo le repliche delle maglie più vecchie. Dagli anni ’60 in poi invece sono esposte solo maglie originali che ci sono state donate o prestate da alcuni ex-giocatori e da altri tifosi che, quando hanno saputo della iniziativa, hanno contribuito con queste meraviglie. A mio personale giudizio le maglie più affascinanti sono quelle di Gavinelli e Pulici che la famiglia Fitto ha ritrovato in una soffitta e che mostrano tutti i segni del tempo.
Chi si è occupato della parte testuale all’interno di ogni sala?
Quando abbiamo formato il gruppo di lavoro abbiamo subito contattato alcuni amici giornalisti che avevano nel passato già scritto libri sulla storia del Novara chiedendo loro la disponibilità a titolo gratuito di rielaborare i loro testi per adattarli ad una fruizione sui pannelli del museo. Renato Ambiel, Massimo Barbero, Paolo De Luca e Filippo Massara hanno aderito con passione ed entusiasmo e sono stati fondamentali non solo per la parte test ma anche per il loro network che hanno attivato e che è stato preziosissimo per completare la raccolta dei cimeli.
Appena si entra nel Museo, in alto c’è la “Hall of Fame” con l’elenco di tutti i giocatori che hanno fatto la storia del Novara. Gli stessi giocatori inseriti nella “hall” sono stati avvisati (o i loro parenti se questi sono morti) e come hanno reagito al fatto di essere stati scelti?
Come accennavo precedentemente il gruppo di lavoro aveva già avuto numerosi contatti con ex giocatori o loro familiari per la raccolta di fotografie, cimeli e maglie. Per l’inaugurazione abbiamo poi replicato e ampliato i contatti per essere nella condizione di far partecipare il maggio numero possibile di appartenenti alla Hall of Fame. Alcuni di questi non potendo partecipare proprio il giorno della inaugurazione hanno visitato La Casa del Novara in altre giornate e altri stanno programmando con noi la loro visita.
E’ possibile per un singolo tifoso poter donare al Museo un proprio cimelio che ha a casa? Ovvero maglie, pantaloncini, libri, “due aste” etc.
L’allestimento che abbiamo sviluppato è pensato per successivi aggiornamenti ed ampliamenti. Non saranno frequentissimi e estesi per le caratteristiche stesse dell’allestimento e della sala. Abbiamo però in animo di fare anche alcune esposizioni tematiche temporanee. Quindi si, siamo assolutamente aperti a ricevere ulteriori cimeli: non solo materiale sportivo ma anche documenti e immagini storiche e altro. Per chi fosse interessato è sufficiente contattarci alla mail info@associazionetifosinovara.it
Giovedì all’inaugurazione c’erano alcuni tifosi con un badge con scritto “Volontario”. E’ possibile quindi essere dei volontari ed aiutare il Museo?
Certamente come illustrato sul sito della associazione nella sezione PARTECIPA, siamo aperti a molte forme di contribuzione. Tra queste rendersi disponibili per fare da volontario per l’apertura del museo o per altre attività è una possibilità. Anche in questo caso un contatto diretto con l’associazione, di persona o tramite la mail è la modalità migliore.
Quali sono i prossimi step del museo? Lo allargherete?
Abbiamo già realizzato un supporto per i visitatori più piccoli: una divertente caccia al tesoro che li potrà divertire durante la visita della Casa del Novara. I successivi ampliamenti previsti riguardano poi la sfera multimediale: stiamo realizzando le audio guide che permetteranno ai visitatori di mettere la storia del Novara all’interno del più ampio contesto storico e sociale in cui si è sviluppata e stiamo predisponendo schermi per arricchire con filmati e altri documenti digitali.
Quali sono i tuoi sogni per l’Associazione e per il Museo?
Sicuramente quello di essere un punto di riferimento duraturo per lo sviluppo di una base ampia di tifosi e simpatizzanti della squadra della nostra città. Più in generale quello di essere un attore attivo per sviluppare un positivo senso di appartenenza alla nostra comunità locale.
Immagino che il momento clou sarà quando nel museo entreranno tutti i trofei del Novara Calcio. A che punto siamo con l’asta?
La sovrintendenza dei beni pubblici ha dato al Comune di Novara una prelazione alla aggiudicazione del lotto contenente i trofei. Questo è un elemento molto importante per evitare che i trofei possano andare nelle mani di un collezionista privato. Credo che occorra pazientare ancora qualche tempo ma sono confidente che presto i trofei troveranno la giusta collocazione nella Casa del Novara.
In chiusura, parliamo dell’Enrico Trovati “tifoso del Novara”. Ti ricordi la tua prima volta allo stadio a vedere il Novara, la tua trasferta più bella e chi è stato il tuo giocatore preferito.
Della mia prima volta allo stadio non ho un ricordo nitido dal punto di vista sportivo (quale partita, quale risultato) ma più semplicemente ricordo l’ingresso sugli spalti di via Alcarotti dove entravo per mano ad un amico di famiglia. I colori, la folla, i cori. Una emozione indelebile.
La trasferta più bella è stata probabilmente quella a Reggio Calabria per la semifinale playoff nell’anno della promozione in A. Con un nutrito gruppo di amici abbiamo affittato il trenino elettrico destinato al tour della città e ci siamo fatti portare allo stadio: risate a non finire.
Sulla scelta del mio giocatore preferito ho veramente forte imbarazzo. Escludendo alcune risposte facili come Gonzalez, mi fa piacere ricordare Felice Evacuo perché pur essendo stato poche stagioni con noi ha dimostrato qualità sportive ed un attaccamento alla maglia invidiabili.
Enrico, siamo arrivati in chiusura. Chi ti senti in dovere di ringraziare?
Partiamo da mia mamma che mi ha instillato la passione e che ancora oggi a 96 anni suonati ancora frequenta il Piola. Poi l’elenco si estende sicuramente a tutti coloro che ci hanno dato sostegno: dal Novara FC ed il Comune, ai moltissimi tifosi che ci hanno dato un sostegno economico con le proprie quote associative e donazioni o con il proprio tempo in qualità di volontario per lo sviluppo dei progetti. La lista è lunga e si sta allungando giorno per giorno. E la cosa oltre a farci molto piacere ci sta dando anche conferma che i progetti e l’approccio collaborativo che stiamo seguendo siano apprezzati.