Sincerità, bellezza, verità: intervista ad Alex Barocco, artista novarese

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by Simone Balocco

Il sito dell’Enciclopedia Treccani, alla voce “calligrafia” riporta queste parole: “L’arte, affine al disegno, che insegna a tracciare la scrittura in forma elegante e regolare”. A scuola gli insegnanti hanno focalizzato la loro attenzione verso di noi facendoci scrivere il meglio possibile, ma la calligrafia è soprattutto un’arte, una cosa che va oltre lo scrivere bene. Con l’arte calligrafica si possono fare tante cose: partecipazioni a matrimoni, poster, quadri. Perfino organizzare mostre incentrate totalmente su di essa. A Novara c’è una delle migliori interpreti dell’arte calligrafica a livello nazionale, Alessandra (Alex) Barocco. Noi di Cittadinovara.com l’abbiamo intervistata e…

Alex, siamo a novembre e l’anno sta per finire: come è stato finora il tuo 2017 artisticamente parlando?

Innanzitutto grazie per il tuo interesse per la calligrafia! Questa disciplina ormai, nella nostra società, sembra diventata obsoleta, abbastanza inutile e faticosa e mi capita spesso di spiegare di cosa mi occupo. Dici bene che è un’arte ed è assolutamente vero. Come ogni arte, prevede il rispetto di regole, un lungo addestramento per raggiungere buoni risultati e solo con un costante allenamento è garantita la conservazione di queste capacità nel tempo. Non dimentichiamoci, inoltre, che insegna anche BELLEZZA e le soddisfazioni che regala sono davvero tante e molto, molto importanti! Perdona questa introduzione ma è doverosa per spiegare come il 2017 ha rappresentato per me un anno singolare: finalmente sembra che qualcosa si stia muovendo e anche sui giornali di ogni genere si possono leggere numerosi articoli sull’argomento “calligrafia”. Si comincia a capire insomma che la scrittura a mano bella e leggibile (traducasi calligrafia, cioè dal greco καλòς calòs “bello” e γραφία graphìa “scrittura”) non è solo esercizio fine a se stesso ma ha ricadute su tante altre competenze che sono ancora necessarie alle persone, indispensabili agli studenti.

Tanti, quest’anno sono stati gli “appuntamenti” calligrafici, in ogni senso, e, per riassumere, le esperienze più significative sono state: la partecipazione alla mostra “Entre Ligne” nella città di Le Mans e il poter lavorare insieme al gruppo LINKS (Groupe de Calligraphes Contemporains), di cui faccio parte dal 2010; lo svolgimento del corso di rieducazione alla grafia leggibile presso la scuola notarile Viggiani di Milano, un’esperienza davvero importante; la partecipazione come speaker all’evento TEDxNovara al teatro Faraggiana, che quest’anno aveva come linea conduttrice “BEATS&BITS, il rapporto uomo/macchina. Durante questo talk parlo ampliamente dell’argomento quindi vi segnalo che sul sito ufficiale di TEDxNovara, è stato pubblicato il video. Non sono un’attrice e l’emozione è stata forte!

Quindi, ritornando a noi, il 2017 si è rivelato un anno ricco di soddisfazioni! Molte sono state le richieste, da parte delle persone di ogni età, di partecipare ad un corso di calligrafia, per riappropriarsi della propria traccia, come mi piace definirla. Mi sono arrivate anche richieste singolari come lavorare sulla propria firma o lo studio di un tatuaggio, biglietti augurali e opere con interventi calligrafici molto particolari e tanto ancora…la calligrafia come sempre apre molte porte!

Magari alcuni nostri lettori non ti conoscono: quando, come e perché nasce la Alessandra Barocco artista? Ti piace il nome “artista”, innanzitutto?

Sono sempre imbarazzata quando mi chiamano così…semplicemente penso di essere fortunata a possedere una sensibilità che mi permette di sentire le cose in modo diciamo amplificato, e poi avere una mano capace di tradurre in segno ciò che provo. Naturalmente tutto è sempre coordinato con molto studio e applicazione! E’ un processo lungo e richiede umiltà ed empatia. Fare ricerca e capire in profondità sono cose che amo fare, non riesco a stare in superficie, non amo la tendenza tweet tanto di moda. Quello che voglio dire è che ottenere un logo “semplice” da leggere e ricordare non vuol dire averci impiegato poco tempo nell’esecuzione! E’ vero il contrario! Ormai questi processi sono molto rari e, guardandosi un po’ attorno, si vede. Ma io sono stata sempre così, fin da bambina, innamorata dei disegni di Cavandoli (qualcuno si ricorda la Linea) apparentemente semplici ma con un grande potere comunicativo. Il mio percorso infatti parte come illustratrice ma poi si fonde nello studio delle lettere e della loro storia (affascinante!). Sostanzialmente ho sempre disegnato e comunicato tramite il segno, di qualsiasi natura, con qualsiasi strumento. Perché ho scelto il lavoro di graphic designer poi trasfigurato in calligrafia contemporanea? Forse, nel mio caso, è il mestiere che ha scelto me.

Quale artista ti ha ispirato maggiormente? Quando eri ragazza, quale forma artistica ti piaceva di più?

In parte ho già risposto con Cavandoli ma naturalmente ne sono seguiti altri. Tutti gli illustratori del tempo (anni 80), erano iperrealisti e io ho capito abbastanza presto che non era la mia strada. Ero senza dubbio una “simbolista”! Amavo studiare gli artisti come Touluse Loutrec, Egon Schiele, Joan Mirò, Andy Warhol, Giuseppe Capogrossi, i miei preferiti, ma sarebbe corretto dire che tutti mi hanno donato qualcosa che mi ha arricchito. Il fatto di essere una “simbolista” non mi fa ammirare con meno interesse il Canaletto e il vedutismo veneziano, che amo tantissimo! Penso che chi lavora nel settore per così dire “espressivo” (il ventaglio si allarga) dovrebbe conoscere la maggior parte degli artisti e il loro linguaggio. E’ come avere un numero enorme di vocaboli da poter utilizzare per esprimersi, non limitarsi a quelli che siamo abituati a usare quotidianamente! Più si conoscono vocaboli, più ricco è il nostro linguaggio. E poi osservavo rapita i lavori dei type designer come Hermann Zapf, Claude Garamond, William Caslon, Frederic Goudy, Rudolf Koch ma la lista è lunghissima. I maghi delle lettere…

In quali città italiane e/o estere hai esposto le tue opere? Da quando sei sul campo, ti ricordi la mostra che ti ha dato più soddisfazioni?

Ho esposto più volte a Milano, a Torino, a Otzenhausen, a Le Mans, a Westerlo, e poi in città più piccole come Vercelli, Moncalieri, Moniga del Garda e ovviamente anche a Novara. Tutte le mie mostre mi hanno emozionato e dato più soddisfazioni. Devo dire che più tempo passa e più si è consapevoli, quindi posso affermare che l’ultima, a Le Mans, è stata veramente la più emotivamente coinvolgente, sotto ogni punto di vista. La calligrafia è stata “vissuta” con tutti gli strumenti possibili, tutti i supporti, sono state create opere a più mani, contaminazioni di ogni genere, libri d’artista a 12 mani! E poi davvero internazionale.

Se dicessimo “EICMA 2016”, tu cosa rispondi?

Una bella sfida, sia dal punto di vista calligrafico, sia fisico! 9 ore di performance live senza fermarsi. L’età si è fatta sentire!

Il progetto si chiama MOTOMORPHOSIS ed è ancora in atto. Il mio compito è stato quello di scrivere 18 frasi (9 in italiano e 9 in inglese) sulle fiancate di una sagoma bianca di vetroresina a forma di moto da strada. Organizzare con la calligrafia queste superfici e creare il progetto è stato difficile perché il rischio di ottenere l’effetto “muro vandalizzato” era concreto. Bisognava trovare un’idea e far si che la calligrafia “vestisse” la moto proprio come un abito! Se cercate on-line sul sito dedicato o sul mio blog, trovate parecchie foto. Il risultato è stato efficace devo dire! La Polizia Stradale, presente allo stand, ha scattato molte foto alla moto così decorata. Queste foto sono poi state utilizzate all’interno delle scuole che hanno aderito al progetto di sensibilizzazione alla sicurezza stradale. Infatti, i testi erano tutti su questo tema. Le calligrafie, colorate, leggibili e ispirate ai graffiti metropolitani per essere vicine al linguaggio visivo dei ragazzi, ben si sono adattate a catturare la loro attenzione durante le lezioni! E’ stato bello e mi sono sentita utile. Sorprendentemente in seguito la moto è stata donata a Papa Francesco e consegnata in Vaticano. Una vera e inaspettata emozione! Però confesso che mi spiace non vedere più la mia moto esposta da nessuna parte.

Quale è il quadro/opera che ti ha dato più soddisfazioni?

Un artista o professionista che sia, a mio parere, deve sempre evolversi e portare avanti il suo messaggio comunicativo. Quest’anno con il gruppo Links, dopo il nostro incontro estivo a Le Mans prima della mostra di ottobre 2017, credo di aver fatto davvero un bel salto, aperto nuove possibilità espressive. Naturalmente la condivisione e il lavorare gomito a gomito con gli altri, anche contaminandosi, è stato fondamentale per crescere. Devo ringraziare i miei amici Links per la generosità e disponibilità a condividere con me tecniche, esperienze, scoperte, materiali e strumenti che mi hanno davvero aiutato a fare un passo in avanti nel mio percorso artistico. Vi ho inviato un paio di esempi in cui credo molto, ma non sono gli unici a testimonianza di quanto ho descritto. Naturalmente in questi lavori la calligrafia è espressiva e a volte volutamente non leggibile o fortemente manipolata, trasformata in puro segno. Il tema era “la Ville”- la città.

Sei più grafica, calligrafa o illustratrice?

E’ una bella domanda perché io quando progetto, disegno e scrivo allo stesso tempo e quando disegno e scrivo, progetto, quindi amalgamo sempre l’uno e l’altro. Mi piacerebbe che per questo motivo, il mio tratto fosse sempre riconoscibile, si possa ricondurre a uno stile che mi contraddistingue. Una firma. Un messaggio e un linguaggio personale.

Uno dei tuoi ambiti è la calligrafia. Ci spieghi in cosa consiste?

Questa è una domanda difficile perché la calligrafia può essere veramente tante cose: dagli appunti scritti a mano ad una tavola rigorosa in uno stile storico realizzato con pennino e inchiostro. E’ testimonianza della nostra essenza più intima. Le persone stanno dimenticando che la calligrafia siamo NOI! La NOSTRA traccia nel mondo, la NOSTRA memoria. Inoltre, cosa importantissima, quando scriviamo a mano inneschiamo straordinari processi dentro al nostro cervello: l’allenamento a scrivere ogni giorno è legato a tutta una serie di competenze che concorrono alla memorizzazione efficace di un testo, alla produzione scritta e orale adeguata, alla facilità a scrivere velocemente seguendo il flusso dei propri pensieri senza dubbi o intoppi che interrompano l’atto scrittorio. La calligrafia nello studente costituisce quindi cosa fondamentale, lo aiuta a un coordinamento più preciso tra occhio/mano e a un controllo del movimento fine. Questo garantisce precisione in geometria, in matematica, nel disegno tecnico, nel tracciare le note sul pentagramma. Lo avreste mai immaginato che l’addestramento alla scrittura a mano, fin dall’infanzia, potesse concorrere a sviluppare così tante cose? Scrivere su di una tastiera non è la stessa cosa. Non c’è tempo né spazio qui per entrare nel dettaglio, ma invito tutti a non sottovalutare la cosa. Il brevismo, i casi di dislessia e disgrafia sono in costante aumento. I bambini piccoli non dovrebbero essere intrattenuti per ore (meno che mai durante i pasti) con dispositivi elettronici che li rendono passivi, li ipnotizzano. Invito tutti a dare uno sguardo alle sconvolgenti foto scattate dalla fotografa Donna Stevens che ha fotografato i bambini davanti ad uno schermo, rapiti e totalmente persi in espressioni non propriamente intelligenti…

La disciplina calligrafica rende attivi e protagonisti del proprio creato, orale e scritto…con tempi UMANI, calma e concentrazione. I tempi delle macchine non ci appartengono.

E poi naturalmente, come ogni disciplina, la calligrafia, lo abbiamo già detto, è un’arte! La scrittura che diventa danza e diventa espressione artistica di segni, forme e colori, nel tempo e nello spazio.

Nel campo del graphic design la profonda conoscenza delle regole della calligrafia può essere utilizzata per la creazione di marchi aziendali, testate giornalistiche, titoli di copertina e molto altro ancora.

Come è l’Italia dal punto di vista “calligrafico” o questa arte è più apprezzata a livello internazionale?

Purtroppo la situazione italiana non è particolarmente favorevole. I motivi sono molteplici e partono anche da lontano, quando già a livello scolastico la storia dell’arte o le materie artistiche sono sottovalutate dagli studenti o considerate in generale una competenza di “nicchia” solo per pochi talentuosi eletti: non è così indispensabile andare bene in “arte” se non si è portati e inoltre chi si occupa di queste cose solitamente si pensa si “diverta” e non faccia fatica. In realtà è vero il contrario e se si fa arte è necessaria una cultura generale di buon livello. Bisogna sapere che l’arte è sostanzialmente qualcosa di creativo, una bellezza che fa parte di tutti noi: si tratta semplicemente di una parte della storia dell’uomo, è la rappresentazione, sotto forma di segno e colore, di una vita vissuta, di una storia personale legata a quella del mondo stesso. I libri di testo che ho utilizzato al liceo artistico, si intitolavano “Storia sociale dell’Arte” e credo che sia molto importante aver sottolineato questo concetto già dal titolo. In Italia respiriamo arte dappertutto ma forse, proprio perché è così, siamo diventati un po’ tutti distratti, abituati a tanta bellezza e quindi pericolosamente inclini a sottovalutarla e addirittura non vederla. Bisogna ricominciare ad educare alla bellezza le nuove generazioni digitali perché purtroppo tutta questa tecnologia non gli fa un granché bene.

L’estero guarda all’Italia e ai geniali artisti italiani (e non solo agli artisti) con grande ammirazione e sorpresa. Dalla mia esperienza non posso non notare che i calligrafi all’estero sono considerati molto di più e le loro produzioni sono seguite da tantissime persone, a prescindere dal loro mestiere o dalle loro predisposizioni o talenti: si guarda con meraviglia e apertura mentale, viene sempre considerato come un valore aggiunto. Come guardare con gli occhi di bambino!

Durante i miei corsi come studente con i grandi della calligrafia estera, la generosità e la condivisione sono sempre presenti. In Italia si condivide di meno e questo mi dispiace. Fortunatamente però, dopo tutti questi anni, ho conosciuto calligrafi italiani davvero straordinari, generosi, profondamente umani e di una sensibilità non comune. Mi ritengo fortunata ad averli conosciuti e aver stretto con loro un’amicizia anche se sono un po’ lontani, sparsi per l’Italia e non riusciamo a vederci con facilità. Insieme ci ispiriamo e quando ci scontriamo con una realtà spesso difficile, ci chiamiamo, ci facciamo forza e ci rimettiamo a studiare per trovare nuove idee.

Descrivi la calligrafia con tre parole/aggettivi.

Sincerità, bellezza, verità.

I tuoi clienti “calligrafi” sono bambini o adulti?

Tutti! Da 3 a 99 anni!

Quale consiglio (o quali consigli) puoi dare a chi volesse avvicinarsi alla calligrafia?

L’interesse non è sufficiente. Il fatto di iscriversi a un corso ed essere pronto a mettersi in discussione con molta umiltà e serenità è un bel passo. Vuol dire che si è pronti e consapevoli che la strada è lunga e a volte controcorrente. Con curiosità e molta pazienza, imparare la calligrafia vuol dire ripetere molte volte un esercizio, proprio come un buon atleta! Il numero degli esercizi e le ore dedicate sono direttamente proporzionali al tipo di perfomance finale: se mi alleno 10 minuti il risultato sarà diverso se invece mi alleno 4 ore. Serenità, respiro, tempo e pazienza.

E i risultati arriveranno, in più di un settore, non solo calligrafico! Provare per credere. Quando gli studenti adolescenti fanno questa esperienza, nonostante la fatica e qualche lamento, poi se ne innamorano e vogliono continuare il training.

Uno tsunami li investe e si ripercuote inaspettatamente su altri aspetti della loro vita!

Sono presto in grado di notare la bellezza di quella curva, l’armonia di quella lettera, di quanto si è scritto bene quel titolo e così via, per gradi.

Realizzano che la disciplina va affiancata e non sostituita da tutto ciò che è tecnologico e che ci dà l’illusione di risolvere più velocemente le cose. L’uomo deve ancora avere parte attiva nella fase di creazione e solo la sensibilità umana può manifestare il genio.

Ricordiamoci che i computer vanno affiancati, noi siamo indispensabili! Potrei concludere con una frase del mio talk, che piace ai miei studenti: “noi per fortuna siamo umani e a noi umani, una sequenza di lettere e numeri su di uno schermo non basta per amare!”

Vi aspetto nel mio atelier!

Per conoscere meglio l’universo di Alex Barocco e le sue opere, vi invitiamo a visitare il suo blog (alexbaroccofree.blogspot.com), la sua pagina Facebook in costante aggiornamento in merito alle sue ultime attività e di contattarla per ogni curiosità o anche solo per avvicinarsi alla calligrafia.