Fenomenologia del Pallone d’oro

Condividi sulla tua pagina social

di Simone Balocco

Lo scorso 2 dicembre, presso il Théâtre du Châtelet di Parigi, si è tenuta la cerimonia di consegna del Pallone d’oro. Giunto alla sua LXIV edizione, questo premio, istituito nel 1956, viene assegnato al miglior calciatore militante in un campionato europeo, ovvero il miglior calciatore del Mondo. A vincere l’edizione 2019 è stato l’argentino Lionel Messi, attaccante del Barcellona, al suo sesto successo personale, diventando così il più premiato. Con questa vittoria, la “pulce” di Rosario stacca di una vittoria Cristiano Ronaldo fermo a cinque.

A completare il podio, il difensore centrale olandese del Liverpool Virgil van Dijk e proprio Cristiano Ronaldo. Messi ha prevalso sul numero 4 dei Reds per soli sette voti.

Per la seconda volta consecutiva, nessun calciatore italiano è risultato tra i 30 finalisti. L’ultima vittoria tricolore del premio individuale più famoso ed importante del Mondo risale al 2006, quando a trionfare fu Fabio Cannavaro davanti a Gianluigi Buffon.

Da allora, nessun altro italiano ha più vinto il premio o è salito sul podio. Tra i 30 finalisti erano però presenti tre giocatori che militano in Serie A, vale a dire Cristiano Ronaldo, Matthijs de Ligt e Kalidou Koulibaly: CR7 ha vinto il “bronzo”, il centrale olandese si è classificato al quindicesimo posto mentre il senegalese del Napoli al ventiquattresimo.

Finora, solo quattro calciatori italiani (Gianni Rivera, Paolo Rossi, Roberto Baggio, Fabio Cannavaro) hanno vinto il premio, nove volte sono arrivati al secondo posto (Rivera, Facchetti, Riva, Mazzola, Zoff, Baresi, Schillaci, Baggio e Buffon) e tre volte al terzo (Riva e due volte Paolo Maldini). Al computo deve essere aggiunto anche Omar Sivori, vittorioso nel 1961 come oriundo.

Lunedì scorso France Football ha anche assegnato altri tre premi: lo “Yashin”, il “Kopa” ed il “Ballon d’Or Féminin”, assegnati al miglior portiere, al miglior giovane Under 21 e alla miglior calciatrice. A vincere questi tre premi sono stati il portiere del Liverpool Alisson (davanti a Ter Stegen e Ederson), lo juventino (ma la scorsa stagione all’Ajax) Matthijs de Ligt (primo davanti a Sancho e João Félix) e la statunitense Megan Rapinoe, simbolo del calcio femminile e traino della Nazionale a stelle strisce nella vittoria del suo quarto titolo Mondiale in Francia la scorsa estate. Tra i dieci candidati per il “Premio Kopa” c’era però l’unico italiano candidato: Moise Kean, non candidato tra i “grandi” come il vincitore.

Il Pallone d’oro, come detto, è stato creato nel 1956 per volere del giornalista francese Gabriel Hanot, alle “penna” di France Football. Il primo vincitore fu l’attaccante inglese del Blackpool, Stanley Matthews, ancora oggi il vincitore più anziano (41 anni).

A oggi, hanno vinto il premio quarantaquattro giocatori di diciannove nazionalità diverse (di cui tre extra europee) La squadra che ha vinto più Palloni d’oro è il Barcellona (dodici successi), seguito da Real Madrid (undici) e Juventus e Milan con otto successi ciascuno. Le Nazioni con più successi sono Paese Bassi, Portogallo e Germania con sette affermazioni.

Durante il corso degli anni, il premio ha cambiato format: dal 1995, può vincere il premio anche un giocatore non europeo, ma militante in un campionato europeo; dal 2010 al 2015, il premio è stato fuso con il “FIFA World Player” prendendo la denominazione di “Pallone d’oro FIFA”.

Se a votare, fino a quel momento, era un pool di giornalisti sportivi di comprovata competenza, in quelle sei edizioni votarono un giornalista, il Commissario tecnico ed il capitano delle Nazionali affiliate alla FIFA. Ovviamente in questo caso si premiava (indirettamente) la mediaticità e l’effetto marketing di un giocatore, venendo meno ai criteri basilari del premio. Ed in quelle sei edizioni si sono spartiti il premio quattro volte Messi, due volte Ronaldo, due giocatori conosciuti ad ogni angolo del globo (con buona pace dei vari Iniesta, Xavi, Sneijder, Milito, Neuer e Ibrahimovic che avrebbero potuto avere più gloria).

Come si vota oggi per il Pallone d’oro? France Football fa pervenire ad ogni giornalista-giurato la lista dei trenta candidati prescelti e questo dovrà esprimere cinque preferenze in base al proprio gradimento: il primo ottiene cinque voti, l’ultimo uno. I criteri di voto devono comprendere un giudizio sulla prestazione individuale del calciatore durante la stagione, il talento dello stesso ed il suo fair play (computo di espulsioni, ammonizioni e gesti in campo), nonché un bilancio della carriera.

Ultimamente l’assegnazione del Pallone d’oro è stata abbastanza criticata dai tifosi. Il motivo? Troppo scontato. E l’assegnazione del premio lunedì scorso a Lionel Messi, il sesto nelle ultime undici edizioni, non è stata tanto digerita da alcuni tifosi ed amanti del gioco. Per diversi motivi.

Uno di questi NON è che Messi non sia forte e non lo debba meritare: si parla di un giocatore di 32 anni che in sedici anni di carriera ha vinto 24 trofei nazionali e dieci internazionali (anche se gli mancherebbe la vittoria in un Mondiale per mettersi alla pari con Maradone come “più forte giocatore della storia del calcio”).

Un giocatore autore di giocate al limite della Playstation e gol che rimarranno negli annali. Un calciatore che è entrato (e non da ieri) nell’Olimpo dei più grandi di questo sport.

Il problema, secondo tanti tifosi, é: il Pallone d’oro va assegnato al giocatore più forte o a quello più decisivo durante l’anno solare? Perché, ad esempio, il Barcellona la scorsa stagione ha vinto solo il titolo di campione di Spagna (con Messi però in gol 36 volte in trentaquattro partite), ma in Champions si è dovuto inchinare in semifinale dinnanzi al Liverpool di Klopp guidato in difesa da quello che è considerato come il miglior centrale del Mondo, Virgil van Dijk. Liverpool che si è sbarazzato dei blaugrana in due partite strepitose avendo poi la meglio contro il Tottenham nella finale del “Wanda Metropolitano” di Madrid.

Visto che il 2019 non è stato un anno “mondiale” o di Europeo, molti hanno pensato che sarebbe stato doveroso premiare un giocatore del Liverpool, autore di una stagione che poteva essere perfetta se non fosse arrivato secondo in Premier League ad un punto dal Manchester City, rimandando di un’altra stagione (ora siamo alla trentesima) la vittoria del titolo nazionale.

Messi è stato decisivo nel Barcellona, ma in Champions, nonostante le due reti clamorose contro i Reds, è stato meno incisivo dei vari van Dijk, Alisson, Wijnaldum, Henderson e del tridente Salah-Mané-Firmino, autore di 69 reti tra campionato e Champions

La scorsa stagione, ad esempio, il premio lo ha vinto Luka Modric, capitano della Croazia vice-Campione del Mondo e faro del centrocampo del Real Madrid allora campione d’Europa. La vittoria del biondo centrocampista di Zara aveva rotto il duopolio Messi-Ronaldo che durava ininterrottamente dal 2008 e sembrava lasciare qualche speranza a tutti gli altri calciatori. Ed invece la vittoria del numero 10 delle merengues è stata una mosca bianca in un periodo storico (del calcio) dove i due giocatori si stanno spartendo il premio e la gloria mondiale.

Dal 2008 a oggi, Messi ha vinto sei palloni d’oro, cinque volte è arrivato secondo e una volta terzo, mentre il portoghese ne ha vinti cinque, sei volte è arrivato secondo e, anche lui, una volta terzo. Un dominio che lascia gli avversari spettatori di un duello infinito.

Stiamo però parlando di due giocatori che hanno fatto e stanno facendo la storia del calcio: due fenomeni, due campioni. Due che hanno diviso il mondo (del tifoso calcistico) in pro e contro di loro. Due veri professionisti che hanno dedicato la loro vita al calcio. Due che quando si ritireranno spezzeranno il cuore (calcistico) di tutti i tifosi. Anche di chi non è loro tifoso, perché due giocatori di questa caratura non lasciano indifferenti e ognuno ha applaudito (anche non fisicamente) alle gesta dei due calciatori.

Molti hanno detto: perché non assegnare il premio ad un portiere o a un difensore? E la motivazione è nobile: in sessantaquattro edizioni, il Pallone d’oro lo ha vinto un solo portiere (Lev Yashin nel lontano 1963) e tre difensori, di cui uno due volte (bis di Franz Beckenbauer, Matthias Sammer ed il nostro Cannavaro). Solo che il portiere ed il difensore non entrano mai nelle grazie dei giurati perché si punta sempre a premiare i loro “rivali”, gli attaccanti. E visto che il Liverpool quest’anno ha vinto la sua sesta Champions, tanti hanno pensato che sarebbe stato giusto premiare Alisson o van Dijk, degni eredi dei migliori portieri e dei migliori difensori che non hanno mai vinto il premio (da Buffon a Zenga; da Maldini a Nesta e Baresi per fare dei nomi italiani).

La domanda quindi è: ha quindi senso assegnare ancora il Pallone d’oro? E’ necessario stilare la lista dei top 30? Ha senso assegnarlo sempre ad uno come Messi o Cristiano Ronaldo? E’ meglio guardare al talento in sé del giocatore o premiare quel giocatore che magari ha fatto di più durante la stagione? Domande che si spera abbiano risposte perché ne vale la credibilità del premio.

I nomi, ad esempio, possono essere davvero tanti come tante sono le motivazioni: dai gol segnati ai gol non subiti, dalla tecnica espressa in campo al numero di sanzioni ricevute, dalle prestazioni in campo. Perché se si punta al solo talento, fino a quando non si ritireranno, il Pallone d’oro sarà una cosa tra il numero 10 di Rosario ed il numero 7 di Funchal. Necessario premiare il migliore della stagione, che molte volte è stato diverso dai due calciatori.

Poi tutto è contestabile, visto che essendo il Pallone d’oro un premio che si assegna in base ad una classifica a punti da sempre, capita che qualche giocatore avrebbe dovuto vincerlo a scapito di altri o magari altri sono saliti sul podio solo vincendo quell’anno o arrivando secondo o terzo solo grazie ad una stagione fortunata e poi nulla più.

Il prossimo anno sarà anno di Europeo e magari il prossimo vincitore del Pallone d’oro potrà essere un giocatore diverso dal solito.

Ribadiamo: nessun preconcetto, ma voglia di premiare qualcuno di nuovo. Troppe volte non sono stati premiati giocatori che hanno fatto fatto la storia del loro ruolo e di questo sport e che lo avrebbero meritato in maniera assoluta.

Tanto, lo spettacolo, non mancherà mai ugualmente. A prescindere da chi vincerà il premio.

immagine in evidenza tratta da www.mole24.it