by Simone Balocco
Con il punteggio di 2-0 allo stadio “Cabassi” di Carpi contro l’undici di Fabrizio Castori, si è conclusa la stagione calcistica 2016/2017 del Novara Calcio. Gli azzurri di mister Boscaglia hanno chiuso il torneo al 9° posto, a quattro punti dall’ottavo posto occupato dallo Spezia che disputerà i play off .
Il Novara la prossima stagione affronterà così il suo 34° campionato cadetto, il terzo consecutivo, una cosa che non capitava dagli anni Settanta (quando furono sette).
Da Costa e compagni hanno totalizzato 56 punti (28 all’andata e 28 al ritorno, nove punti in meno rispetto la scorsa stagione) frutto di quindici vittorie, undici pareggi e sedici sconfitte. Le reti segnate sono state 48, mentre quelle incassate due in più. Il top scorer della squadra è stato Andrej Galabinov con 12 reti (due rigori) e sul podio dei marcatori azzurri sono saliti anche Federico Macheda e Gianluca Sansone, rispettivamente con sette e sei reti. L’attaccante bulgaro ha anche servito ben dieci assist vincenti ai compagni.
Complessivamente, solo in due occasioni gli azzurri hanno fatto il double, vincendo sia all’andata che al ritorno: sei punti contro Ascoli e Cesena, mentre sono arrivate doppie sconfitte contro Ternana e Spal.
E’ stata una stagione dai due volti per la squadra del presidente Massimo de Salvo: da una parte, un girone di andata dove l’undici di Boscaglia ha stentato molto come gioco e “passo”, con risultati migliori in casa e con risultati lontani dal “Piola” molto deficitari (sette sconfitte nelle prime sette trasferte della stagione!); dall’altro, un girone di ritorno che ha visto il Novara fare meglio nel complesso, frutto di cambi modulo più efficaci oltre ad aver trovato l’amalgama giusta per risalire la china in classifica (tra la 23a e la 32a giornata, dieci risultati utili consecutivi). Il Novara è stato cinico in molte occasioni (vedere le vittorie a Latina, Frosinone e Cesena) anche se non sono mancate le delusioni (i soli quattro punti conquistati nel mese di aprile in sette partite e la sconfitta contro il Carpi).
L’appuntamento ora per squadra e tifosi sarà per la prima metà di luglio quando inizierà il raduno estivo e si scalderanno i motori per l’inizio della nuova stagione. Nel mentre, ci sarà il mercato estivo con alcuni giocatori che torneranno dai prestiti, altri che potrebbero essere ceduti e altri che arriveranno alla corte della squadra nata il 22 dicembre 1908.
Di questa stagione si possono annoverare (almeno) dieci momenti significativi che varrebbe la pena ricordare. Stilare classifiche è sempre difficile, visto che ognuno ha sempre punti di vista differenti rispetto ad un altro ma ci piacerebbe sapere il vostro punto di vista. E, perché no?, contestare quelli riportati qua sotto.
1) Gli oltre 7mila spettatori di Novara vs Pro Vercelli
Domenica 12 marzo 2017, in posticipo pomeridiano, si è disputato il “derby delle risaie” di ritorno contro la Pro Vercelli. Una partita sentitissima tra le due tifoserie che ha portato finalmente al “Piola” novarese una buona cornice di pubblico dopo tante stagioni.
Complice il tempo primaverile, qualche tifoso nuovo accorso solo per vedere la Partita (con la P maiuscola, vista l’importanza), la presenza delle squadre dei ragazzi affiliate al settore giovanile del Novara e gli abbonati, quel pomeriggio si sono contati oltre 7 mila spettatori allo stadio.
Il match si è concluso sul punteggio di 0-0, con le bianche casacche che, per la prima volta dopo tanti anni, hanno chiuso una stagione calcistica avanti negli scontri diretti nei confronti del Novara. La partita, nel complesso non entusiasmante, ha avuto un’impennata di emozione con il rigore parato da David da Costa su Aramu.
Con il match di ritorno, per una volta, sembrava di essere tornati ai tempi della Serie A, quando le presenze al “Piola” del quartiere Ovest non erano mai scese sotto le diecimila. Altri tempi, ma se questi non sono da buttare visti i decenni passati.
2) I tre giocatori convocati contemporaneamente nelle rispettive Nazionali
Ogni tifoso è contento di sapere che un proprio giocatore possa vestire i colori della Nazionale. Giocando in Lega B, per i tifosi del Novara è praticamente impossibile vedere un proprio giocatore essere convocato…in azzurro (anche se Dickmann e Montipò a oggi hanno collezionato tre ed una caps con la Under 20 nazionale) ma possono sperare di vedere in Nazionale i propri giocatori stranieri. E questa stagione, in un colpo solo, hanno ricevuto la convocazione nella propria Nazionale di appartenenza ben tre giocatori: Andrej Galabinov con la Bulgaria, Kristian Adorjan per l’Ungheria ed Elia Benedettini a difendere la porta del suo San Marino, oltre a Hicham Kanis convocato per uno stage con la Under 20 marocchina in Gambia.
Bisogna risalire all’inizio degli anni Venti quando il Novara diede in un colpo più giocatori alla Nazionale italiana: Giustiniano Marucco, Mario Meneghetti, Enrico Migliavacca ed Ettore Reynaudi. L’ultimo giocatore, in ordine di tempo, ad essere convocato in Nazionale maggiore è stato Silvio Piola, che con la maglia del Novara disputò le sue ultime due partite in azzurro.
Dei giocatori convocati, il solo Benedettini ha giocato titolare (contro la Repubblica ceca) mentre “Gala” e il trequartista ungherese hanno visto dalla panchina la vittoria della Bulgaria (in casa contro i Paesi Bassi) e la sconfitta della selezione magiara (contro i campioni d’Europa del Portogallo). Le due panchine hanno permesso al numero 16 e al numero 23 di disputare trentaquattro e tredici minuti del match di campionato contro il Bari del 26 marzo.
Queste convocazioni, unite a quelle che molti ragazzini delle varie squadre Under del Novara hanno ricevuto in stagione, rendono il club di Massimo de Salvo una squadra importante con giocatori di valore apprezzati anche nei loro Paesi di origine.
Si spera che la prossima stagione il trend possa continuare.
3) Lo 0-4 del “Bentegodi” contro l’Hellas Verona
La 14a giornata, disputata sabato 13 novembre, ha visto il Novara ospite dell’Hellas Verona: da una parte la corazzata del campionato allora prima in classifica e guidata in attacco da Giampaolo Pazzini contro una squadra che nelle precedenti sette trasferte di campionato aveva racimolato la bellezza di zero-punti-zero. Anche i tifosi azzurri più ottimisti temevano che anche dal “Bentegodi” il Novara non sarebbe riuscito a portare a casa neanche un punticino contro una squadra nettamente più forte. Ma il bello del calcio è proprio questo: nessuno deve partire sfavorito e nessuno deve prendere sotto gamba l’avversario perché è una cosa spesso deleteria. Ed infatti il Novara ha espugnato lo stadio veronese con le reti di Casarini, Viola, Faragò e Galabinov. Una partita che ha visto due grandi novità dal 1′: il cambio di modulo (3-5-2) ed il ritorno in campo di Andrea Mantovani dopo tante panchine e qualche mancata convocazione.
Boscaglia aveva impiegato tredici partite per capire che il Novara non era adatto a giocare con il 4-2-3-1, mentre il numero 3 di Torino sembrava essere uscito dai radar non solo del tecnico siciliano ma anche della società. Il nuovo modulo e l’ottima prestazione del difensore centrale, issato in mezzo alla difesa tra Magnus Troest e Gennaro Scognamiglio, si è “francobollato” a Pazzini non lasciandogli spazio. Durante il corso del torneo Boscaglia ha poi usato altri moduli (in base alle esigenze e alle evenienze) e sono arrivate altre vittorie lontane dal “Piola”.
E nel match di ritorno solo il gol di Pazzini in pieno recupero aveva spezzato la gioia dei tifosi per una vittoria incredibile contro una squadra che il prossimo anno, dopo un anno di purgatorio, tornerà a giocare in massima serie. Anche se, nonostante fosse la squadra più attrezzata, ha dovuto attendere l’ultima partita di campionato per vedersi promossa direttamente in Serie A.
4) La cessione di Paolo Faragò al Cagliari
Può una cessione di un giocatore essere un momento importante di una stagione? Nel caso di Paolo Faragò, assolutamente si. Il suo passaggio al Cagliari lo scorso 20 gennaio è stato il completamento di una carriera che vede “Paolino” a 24 anni essere arrivato dove ogni giocatore vuole arrivare, la Serie A. Faragò nel Cagliari ha debuttato, ironia della sorte, il 22 gennaio (san Gaudenzio, patrono di Novara) contro la Roma all’Olimpico e ha disputato finora sette partite (due partendo titolare).
La cessione è stata dolorosa tecnicamente, ma tanti tifosi hanno apprezzato il fatto che un altro giocatore proveniente dal florido settore giovanile di Novarello sia riuscito ad arrivare a giocare in Serie A: prima di lui Bruno Fernandes nell’Udinese nella stagione 2013/2014 ed entrambi avevano trovato il debutto (e le prime reti) in azzurro nella stagione della remuntada (2012/2013).
“Capitan Presente” ha rappresentato il vero cuore azzurro: nel settore giovanile azzurro sin da bambino, con caparbietà e con la semplicità del ragazzo della porta accanto, è arrivato a giocare in prima squadra e ha guadagnarsi i galloni di titolare. Dotato di un buon fiuto del gol (21 reti e otto assist in 140 partite con il Novara), il ragazzo di Catanzaro ha davanti a sé ora il palcoscenico della massima serie. Ha tanti tifosi che lo seguono nelle performance con la maglia dei sardi: molti lo rimpiangono, ma sperano che possa affermarsi come uno dei migliori centrocampisti italiani.
5) Andrea Mantovani
Nel gennaio 2016, per affrontare al meglio il girone di ritorno che vedeva il Novara al terzo in classifica, a Novarello arrivò dal Vicenza Andrea Mantovani. Difensore centrale da impiegare anche come terzino sinistro, il giocatore era approdato in azzurro nell’operazione che ha visto andare in Veneto Francesco Signori. Il suo arrivo era stato dovuto al repentino ritorno alla base di Fabrizio Poli, difensore centrale sinistro titolare fino a quel momento ma che il Carpi chiamò dal prestito in azzurro per continuare la stagione in Serie A. Un compito molto difficile visto che il centrale ligure era stato, con il collega di reparto Troest, uno dei migliori fino a quel momento.
Nel girone di ritorno, comprese le tre partite play off, Mantovani aveva disputato complessivamente diciassette partite. Una stagione positiva la sua, macchiata con l’errore in marcatura su Lapadula nel match di andata di semifinale contro il Pescara che era valso il vantaggio ospite.
Mantovani iniziò la preparazione estiva ma non fu mai schierato da mister Boscaglia nelle prime partite ufficiali: fino al 13 novembre, Mantovani non aveva collezionato un minuto di gioco. Si era detto tra i tifosi che era un separato in casa e che sarebbe stato ceduto nel mercato invernale. Boscaglia decise di gettarlo nella mischia nel match difficilissimo del “Bentegodi”.
Il Novara vinse inaspettatamente 0-4 e Mantovani non fece vedere la palla a Giampaolo Pazzini. Molti paragonarono la partita di Mantovani con quella che fece Andrea Lisuzzo, ai tempi della Serie A, contro l’Inter quando non fece vedere la palla a Diego Milito.
Dal trasferta veronese al match di Carpi, Andrea Mantovani ha giocato 23 partite (servendo anche due assist vincenti contro Benevento e Verona in casa), e contro il Cesena, anche grazie al contemporaneo infortunio di da Costa e la squalifica di Casarini, è stato il capitano della squadra, disputando un’altra grande prestazione.
Mantovani è diventato un giocatore fondamentale per la retroguardia azzurra come lo era stato lo scorso campionato quando era arrivato con il mercato invernale. Il detto dice che sbagliando si impara e dai propri errori si può solo crescere: ecco, il match di Verona ha ridato ai tifosi un Novara in grado di giocare finalmente bene a calcio ed un giocatore di 32 anni che pareva ormai un separato in casa.
Di questa stagione, il difensore classe 1984 è stato senza dubbio il più positivo come impegno, costanza e cazzimma (un termine che piace molto nel calcio) e uno degli sponsor storici del Novara, grazie al voto di una giuria di giornalisti sportivi novaresi, lo ha eletto miglior difensore della squadra.
Mantovani è diventato con il passare del tempo uno degli idoli della tifoseria e tutti vorrebbero che venisse confermato per la nuova stagione. E la premiazione come miglior difensore della stagione prima dell’ultima “casalinga” contro l’Entella, e il giusto scroscio di applausi, è stato il segnale che il difensore ex Chievo deve essere un tassello per la nuova stagione azzurra.
6) Gli arrivi del mercato invernale
Dicesi “mercato invernale (di riparazione)” quel periodo di una stagione calcistica che dura un mese (di solito dal 2 al 31 gennaio) dove una squadra di calcio (di qualsiasi serie e Nazione) prova a riscattare una prima parte di stagione opaca inserendo linfa nuova nella propria rosa per cercare di risalire la china in classifica o di fare il salto di qualità. Anche il Novara non si è estraniato dalla “lotta” e lo scorso gennaio hanno “salutato” Novarello Paolo Faragò, Nicolas Viola, Gregor Bajde, Gennaro Armeno e Filippo Romagna mentre sono approdati alla corte di Boscaglia Federico Macheda (arrivato, a dire il vero, ad inizio dicembre da svincolato), Marco Chiosa (in prestito dal Torino, via Perugia), Edoardo Lancini (in prestito dal Brescia), Antonio Cinelli (in prestito dal Chievo, via Cesena), Lorenzo Montipò (rientrato dal prestito al Carpi) e Andrea Orlandi, centrocampista italiano nato in Spagna arrivato da svincolato dall’APOEL Nicosia, club della massima serie cipriota impegnato anche in Europa League.
Tutti hanno contribuito alla grande a far risalire il Novara in classifica e portarlo alla salvezza: con Lancini la difesa ha preso fosforo e robustezza, con Cinelli in mezzo al campo Casarini ha trovato un compagno di reparto all’altezza di Viola, Orlandi ha giocato ad intermittenza (facendo vedere tocchi pregevoli) mentre Macheda, dopo un avvio opaco, ha dimostrato che a 25 anni non è per nulla un ex giocatore come tanti detrattori affermavano, ma un ragazzo che ha le capacità balistiche giuste per far fare il salto di qualità al Novara. E nonostante fosse stato senza contratto da luglio è subito entrato negli schemi di Boscaglia e ha trovato in Galabinov il compagno di reparto ideale. Le sue sette reti segnate lo rendono un giocatore su cui puntare la prossima stagione. Degli altri acquisti, sono andati in rete Lancini (contro l’Ascoli), Chiosa (Brescia) e Orlandi (rete del 2-0 contro la Virtus Entella).
La palla passerà dal 1° luglio al direttore sportivo Teti sul futuro dei tre giocatori: Macheda e Orlandi dovrebbero rinnovare, mentre difficilmente rimarranno a Novara Lancini, Chiosa e Cinelli. Ma mai dire mai nel calcio.
7) I debutti di Antonio Lukanovic, Moutir Chajia, Filippo Nardi e Matteo Stoppa
Nel calcio non c’è cosa migliore che vedere giocare in prima squadra i ragazzi cresciuti nel settore giovanile. A Novara, negli ultimi dieci anni, ben ventisette ragazzi della Primavera (Berretti) sono approdati in prima squadra: da Mattia Maggio (al debutto in Serie A nell’ultima partita contro il Milan) a Bruno Fernandes, da Francesco Vicari a Lorenzo Montipò, da Jacopo Manconi a Paolo Faragò, da Peverelli a Panzeri fino a Tonozzi, Dickmann, Migliavacca, Villanova, Bianchi, Schiavi e Beye.
In questa stagione, Roberto Boscaglia ha avuto il merito di far giocare con i “grandi” altri quattro giovani: Antonio Lukanovic (debutto contro il Pisa nella seconda giornata, diciannove partite giocate, cinque da titolare, una rete segnata), Moutir Chajia (debutto contro la Spal, sette partite giocate, una da titolare), Filippo Nardi (due partite giocate partendo dalla panchina, con debutto contro il Cesena) e Matteo Stoppa, classe 2000, che ha giocato gli ultimi tredici minuti nel match contro il Carpi. Nella partita del “Cabassi”, gli ultimi tredici minuti di gioco hanno visto in campo un 1994 (Lancini), tre 1996 (Montipò, Dickmann e Selasi), due 1998 (Chajia e Lukanovic) e un 2000. Di questi, cinque provenivano dal florido settore giovanile del Novara.
Boscaglia nelle interviste ha detto che ha fatto giocatore tutti questi giovani perché non aveva alternative, ma le “alternative” non hanno per nulla sfigurato. Anzi.
Stoppa è l’ultimo della serie ma, visti i risultati delle squadre giovanili del club azzurro, tanti supporter sperano che la prossima stagione veda affermarsi ancora la linea verde del settore giovanile del Novara.
Altri ragazzi della Primavera ad essere convocati in campionato (ma senza mai scendere in campo) sono stati Niccolò Intorre (portiere), Andrea Malberti (difensore) e Riccardo Collodel (centrocampista).
8) La vittoria di Frosinone a Pasquetta
Il campionato di Lega B è lungo, difficile, mai scontato e mai banale. E piace molto agli italiani, nonostante si giochi tra il venerdì sera ed il lunedì sera con diversi turni infrasettimanali durante il corso della stagione. Il campionato cadetto da cinque stagioni gioca anche a cavallo di Natale e Capodanno, per poi fermarsi fino alla fine di gennaio e partire di slancio fino a metà maggio senza interruzioni. Questa stagione la B ha giocato anche alla vigilia di Natale, il 30 dicembre ed il Lunedì dell’Angelo. In quelle tre partite il Novara ha registrato due vittorie ed una sconfitta. Sconfitta, tra l’altro senza appello, contro la Virtus Entella a Chiavari la vigilia di Natale.
Ma se alla fine si è “abituati” a giocare fino a fine dicembre, la vera novità di questa stagione è stata quella di giocare il turno sotto la festività di Pasqua, non più venerdì ma lunedì: il giorno di Pasquetta, la Lega B ha “piazzato” la 36a giornata. Per gli azzurri una trasferta lunga contro una delle squadre (o forse la squadra) più forte di tutto il campionato: il Frosinone di mister Marino e dei temibili attaccanti Ciofani e Dionisi.
Da Costa e compagni hanno sconfitto i ciociari grazie alla doppietta di Macheda ed al rigore (molto generoso) di Galabinov, per un 2-3 finale dai molti significati: raggiungimento dei 50 punti che hanno significato salvezza anticipata con ben sei partite di anticipo (anche se alla fine il Novara si è salvato a quota 53 quattro partite dopo contro il Cesena); essere diventati una squadra temibile anche in trasferta; la rincorsa di slancio verso l’ottavo posto in classifica per l’ultimo posto play off; giocare alle pari con le altre squadre; la consacrazione di Federico Macheda, tornato a segnare una doppietta (la prima da quando gioca in Italia) a distanza di tre anni dalla precedente (quando militava nella B inglese con la maglia del Birmingham City).
Insomma, mentre l’Italia si apprestava nel gesto usuale della grigliata e della gita fuori porta, il Novara è andato ad espugnare per la prima volta nella sua storia il “Matusa” con una prova importante facendo sognare i suoi tifosi dopo uno stentato avvio di stagione.
9) Il rigore parato da David da Costa contro la Pro Vercelli
Vujadin Boskov, celebre tecnico della Sampdoria degli anni Ottanta-Novanta, era noto per la frase “rigore è quando arbitro fischia”. Un mantra per gli amanti del calcio.
Questa stagione il Novara ha avuto solo due rigori a favore (contro Vicenza all’andata e contro il Frosinone al ritorno) e cinque a sfavore (Trapani, Pro Vercelli, Avellino, Spal, Frosinone). Tutti rigori ineccepibili, a parte quelli contro Spal e Frosinone frutto di “abbagli” dell’arbitro di turno.
Dei cinque a sfavore, David da Costa è riuscito a pararne uno solo, ma quello su Aramu ha avuto un peso specifico maggiore, essendo stato parato durante il derby.
Qualche altro rigore agli azzurri poteva essere assegnato: uno su tutti, contro il Perugia in casa nel match di ritorno.
Ma torniamo un attimo alla Partita. 12 marzo, minuto 25 di gioco: il centrocampista della Pro Vercelli Palazzi viene spinto in area da da Costa nel tentativo di impedirgli di concludere a rete e cade a terra. L’arbitro Sacchi di Macerata assegnò il rigore agli ospiti: panico tra i tifosi azzurri, gioia tra i “cugini” ospiti. Il penalty sarebbe stato calciato sotto il settore occupato dai vercellesi. Aramu prese la rincorsa e calciò alla sua sinistra. Da Costa intuì dove l’avversario avrebbe calciato e si buttò alla sua destra. Rigore intercettato e lo stesso da Costa capace di deviare ancora in angolo la ribattuta di Mammarella. Il capitano azzurro fu “assalito” dai compagni per la gioia, spalti azzurri del “Piola” in festa e tifosi bicciolani disperati per aver perso una grande occasione per passare in vantaggio.
Parare un rigore in un derby è sempre una cosa da eroi ed il portiere svizzero-lusitano del Novara con la “manata” sul tiro di Aramu è entrato ancora di più nel cuore dei tifosi.
10) I quattro portieri schierati in campionato
Novara-Perugia, giocata venerdì 21 aprile alle ore 19, rimarrà negli annali come la partita in cui al Novara non è stato convalidato un gol regolarissimo di Lancini al 60′ e non gli è stato assegnato un rigore solare.
Dal punto di vista statistico, Novara-Perugia rimarrà negli annali della storia del club azzurro come il match in cui ha giocato dal 1′ il quarto portiere in rosa: la squalifica di David da Costa, l’infortunio alla mano di Pacini e la “panca” di Benedettini hanno permesso a Lorenzo Montipò di poter giocare dall’inizio, realizzando un record non solo per il Novara, ma anche (forse) per il calcio italiano: mai aveva giocato il quarto portiere in campionato in una squadra professionistica.
Montipò, novarese doc nonché uno dei giovani più interessanti ad essere uscito dal fulgido vivaio azzurro, era tornato a gennaio dal Carpi dove era passato in prestito alla fine dello scorso mercato estivo, con la possibilità di poter giocare regolarità dopo il prestito alla Robur Siena in Lega Pro. Un brutto infortunio ad una mano lo aveva costretto in parte a saltare le prime diciassette partite di campionato e allora il Novara, d’accordo con il club emiliano, aveva deciso di riportarlo alla base.
E contro il “Grifo”, Montipò ha trovato una maglia da titolare con il Novara dopo le due partite valevoli per la finale della Supercoppa di Lega della stagione 2014/2015 (16 e 24 maggio 2015). Nonostante i pochi interventi rilevanti, se non raccogliere in fondo alla rete la palla calciata da Dezi che ha dato i tre punti ai perugini, la prestazione di Lorenzo Montipò è stata nel complesso sufficiente.
Il numero 25 è sceso in campo dal 1′ anche nella trasferta vittoriosa di Cesena con una grande performance che gli è valso il premio di MVP a suon di like e commenti sui canali social del club azzurro. Il classe 1996 ha giocato titolare anche contro Virtus Entella e Carpi.
Queste sono state le partite di debutto dei quattro portieri del Novara in questa stagione:
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David da Costa (Novara vs JuveStabia, 7 agosto 2016, 35 presenze totali comprese due partite di Tim Cup);
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Francesco Pacini (Ternana vs Novara 4-3, 29 ottobre 2016, due presenze totali compresa la partita di Tim Cup contro il ChievoVerona);
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Elia Benedettini (Virtus Entella vs Novara 4-1, 24 dicembre 2016, due presenze totali);
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Lorenzo Montipò (Novara vs Perugia 0-1, 21 aprile 2017, quattro presenze totali)
In casa Novara fino al match contro gli umbri si è arrivati a dare spazio al terzo portiere in rosa. Ecco l’elenco delle ultime stagioni:
stagione 2011/2012: Samir Ujikani, Alberto Fontana, Achille Coser
stagione 2012/2013 Francesco Bardi, Tomáš Košický, Lorenzo Montipò
stagione 2013/2014 Tomáš Košický, Luca Tomasig, Lorenzo Montipò
stagione 2015/2016 David da Costa, Andrea Tozzo, Francesco Pacini