I momenti top del Novara nella stagione 2014/2015

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by Simone Balocco

logo-lega-proDomenica sera 23 maggio, la partita contro il Teramo ha chiuso l’esperienza del Novara in questa Lega Pro 2014/2015: vittoria del girone A e del mini-torneo a tre della Supercoppa di Lega, che ha visto i biancoblu’ primeggiare contro Salernitana ed i biancorossi abruzzesi. Una stagione strepitosa per la squadra di mister Domenico Toscano che solo due giorni prima dell’inizio del campionato ha saputo che avrebbe disputato la Lega Pro e non la serie B, nonostante l’aver disputato il II° turno di Coppa Italia il 17 agosto come “squadra di B” contro il Latina.

La stagione di questo Novara è stata all’inizio in salita, con un distacco in tardo autunno di sette punti dalle squadre di testa, per poi prendere forma e prendere il largo in primavera, diventando anche capolista solitaria. Il 4 marzo la mazzata del deferimento per irregolarità amministrative ed il 15 aprile un -8 in classifica che ha mandato nello sconforto tutti quanti. Ma gli azzurri ci hanno creduto e grazie ad un gruppo unito, e consapevole della propria forza, ha recuperato il gap dal Bassano, tanto da arrivare alla 37a giornata a pari punti in vetta alla classifica, con i piemontesi avanti negli scontri diretti (e con la penalità passata nel frattempo a -3).

La partita di Lumezzane del 10 maggio, che ha portato nel Bresciano oltre 1.900 tifosi azzurri, si è chiusa al minuto 53′ con il destro vincente di Simone Corazza. Nello stesso momento, il Bassano vinceva 3 a 0 contro il Feralpi Salò, ma è bastato quel semplice gol a portare il Novara in B ed i veneti a giocarsi la promozione in cadetteria tramite i play off (per la cronaca, il Bassano si giocherà la promozione in cadetteria da domenica nella finale contro il Como).

La Supercoppa di Lega in sé non ha un peso “specifico”, ma un trofeo in più in bacheca non fa mai male: la vittoria contro la Salernitana di sabato 17 ed il pareggio del “Bonolis” hanno consegnato al Novara la seconda Supercoppa di categoria della sua storia, dopo quella vinta nel 2010 contro il Portogruaro.

La marcia del Novara in questo campionato è stata importante: 22 vittorie, undici pareggi, cinque sconfitte (una sola casalinga), 58 gol realizzati, 30 subiti (solo otto in casa), Pablo Gonzalez miglior marcatore con 15 reti, ad una dal terzetto vincitore della classifica marcatori (Ferretti del Pavia, Fischnaller del Sud Tirolo, Bruno del Real Vicenza).

In queste trentotto partite è difficile trovare il momento top, il momento clou di un intero campionato. Ma undici punti sono facilmente reperibili: gol, episodi, giocatori singoli e l’intera tifoseria si spartiscono questa “classifica”. Episodi di una stagione vissuta al massimo che ha permesso alla squadra di Massimo de Salvo di tornare dopo un solo anno di assenza “a casa”, in serie B.

  • la vittoria contro l’Unione Venezia

La nona giornata di campionato ha visto il Novara andare a fare visita all’Unione Venezia. Il punteggio finale è stato di 2 a 1 per i Toscano boys, con reti azzurre di Felice Evacuo e Pablo Gonzalez e con Raimondi che a tempo scaduto su rigore va a ridurre le distanze per i padroni di casa. Dove sta il clou? La vittoria del “Penzo” è stata la prima vittoria esterna dopo quasi un anno: era il 14 dicembre 2012 ed i biancoblù vinsero (a fatica) contro la JuveStabia. Quelli furono gli unici tre punti conquistati lontano dal “Piola” in tutto il campionato scorso. Una gioia ed una liberazione. Dopo la vittoria in terra veneziana, Evacuo e compagni hanno vinto a Meda contro il Renate, a Monza con la Giana Erminio, a Cremona, Bassano del Grappa, Mantova e Lumezzane.

  • Felice Evacuo che incita i tifosi in Novara-Arezzo

Felice EvacuoA luglio non appena il Novara ha ufficializzato l’acquisto di Felice Evacuo, i tifosi si erano un po’ divisi: c’era chi credeva che il Novara avesse preso il giocatore ideale per la promozione; chi pensava fosse un “bollito”; chi pensava che per lui la sua dimensione era il Sud (a parte Novara e La Spezia, il giocatore ha sempre militato in compagini campane), ma su una cosa erano tutti d’accordo: Evacuo la butta sempre dentro. E i quattordici gol, ed i quattro assist, lo hanno dimostrato. L’attaccante, classe 1982, che ha ereditato da Raffaele Rubino la maglia numero 9, è entrato da subito nel cuore dei tifosi per il suo attaccamento alla maglia, la devozione al gioco del calcio e per la grinta che mette in campo, e con i tifosi l’appeal è nato subito. Quel 1° maggio, poco prima che Adorjan battesse il corner che ha portato alla rete del vantaggio contro l’Arezzo, Evacuo in area si era sbracciato verso tutto lo stadio per incitare i tifosi ad aiutare la squadra “a metterla dentro”. Un gesto da capitano e da uomo-spogliatoio che ha fatto spellare le mani dei tifosi. Ed il giro di campo a fine partita con la figlia primogenita sulle spalle è stato applaudito da tutti i tifosi azzurri.

  • il gol di Desiderio Garufo contro il Bassano

Ci sono giocatori che sono acquistati dal Novara per far fare il “salto di qualità” alla squadra. Uno di questi è stato Desiderio Garufo. Difensore prestato al centrocampo e viceversa, è arrivato a luglio in Piemonte dal Trapani. Si vociferava che il Novara sarebbe stato riammesso in serie B e lui ha lasciato la sua amata Sicilia per andare a giocare in una piazza molto importante. I fatti sono andati diversamente, ma il numero 7 azzurro (l’esterno destro di centrocampo quest’anno a Novara aveva quel numero) si è rimboccato le maniche e ha lottato anche lui per la promozione. Complice un autunno in cui è stato in difficoltà, complice un infortunio, alcune partite modeste sulla fascia opposta e l’esplosione di Lorenzo Dickmann, per Garufo la strada si è fatta in salita. Ma il campione il guizzo ce lo ha sempre e, complice l’infortunio di Dickmann verso metà febbraio, Garufo ha ripreso la maglia titolare ed in Bassano-Novara ha cambiato il volto della sua stagione e della squadra: palla presa sulla sua fascia destra e tiro da oltre 25 metri di sinistro che va ad insaccarsi nel “sette” dove il portiere giallorosso non è potuto arrivarci. Bassano 1 Novara 2 e prima rete azzurra per il ragazzo di Grotte. Alla luce del finale di stagione, è proprio grazie a Garufo se il Novara è stato avanti negli scontri diretti. E oltre alla rete del “Mercante”, per l’ex Trapani ben quattro assist a coronamento di una stagione importante e che lo ha riportato in serie B.

  • il gol di Lorenzo Dickmann contro l’Alessandria

Lorenzo DickmannPuò un ragazzino della Berretti di quasi 18 anni sapere due giorni prima dell’inizio del ritiro che sarebbe stato aggregato alla prima squadra e fare poi una stagione strepitosa, giocando con la calma di (almeno) un trentenne, fare due gol clamorosi ed essere sui taccuini di tanti direttori sportivi di squadra di A e di B? Sì, si può e Lorenzo Dickmann, milanese di lontane origini tedesche, è stata la più bella sorpresa di questo campionato. Partito titolare per la prima volta nella già citata Venezia-Novara (6 giocatori su undici provenienti dal settore giovanile azzurro), Dickmann ha segnato una rete importantissima durante il derby con l’Alessandria dello scorso 23 gennaio, paragonabile come stile a quella di Marco Rigoni: cross dalla sinistra di Foglio, deviazione con i pugni del portiere avversario, palla spiovente e Dickmann di sinistro (lui che è destro) che tira al volo da oltre 30 metri con la palla che va a stamparsi all’incrocio, dando i tre punti finali al Novara. Quattro giornate dopo Dickmann ha concesso il bis: palla lanciata direttamente da Tozzo, il biondo esterno scarta tre giocatori della Torres con una serpentina e rete avversaria che si gonfia ancora. Protagonista assoluto di questa stagione, tutti i tifosi vorrebbero che possa rimanere ancora in azzurro anche la prossima stagione. Ah, la rete di Dickmann contro i grigi è stata votata come la più bella della stagione durante un contest promosso dal Novara Calcio poche settimane fa.

  • i Tifosi (con la T maiuscola)

tifosi novaraNovara è da sempre una piazza tranquilla con i tifosi vicini alla squadra. La scorsa stagione la squadra li ha fatti “ammattire” tanto da contestarla in molte occasioni. Lo scorso agosto ha visto la squadra di de Salvo cercare la (giusta) riammissione in serie B e questo gesto ha avvicinato ancora di più alla squadra una piazza che voleva “tornare a casa”. La campagna acquisti ha ringalluzzito tutti e la tifoseria azzurra, dalla prima all’ultima partita (soprattutto), non ha lasciato sola la squadra: 400 tifosi a Monza il 30 agosto alla prima giornata, 200 e più tra Meda e Monza contro Renate e Giana Erminio, una decina a Sassari, un’ottantina a Pordenone il 25 aprile, 1.900 a Lumezzane con il club bresciano “costretto” a concedere un altro settore del “Saleri” alla fiumana azzurra. E la sera del 10 maggio oltre duemila tifosi azzurri in piazza Puccini a festeggiare con la squadra la promozione. Senza contare le iniziative benefiche, le cene, le panisciate, gli incontri con i calciatori. E si prevede, e si spera, che la prossima stagione gli abbonamenti torneranno a lievitare, anche se tanti di questi quest’anno non si sono riabbonati o hanno criticato la squadra. Del resto, “ci sta”. Il Novara, in base alle statistiche, è la squadra ad aver avuto la media più alta di tifosi di tutto il girone A e la quinta totale.

  • i giovani del vivaio determinanti tutta la stagione

francesco vicariFrancesco Vicari, Nicolas Schiavi, Niccolò Bianchi, Paolo Faragò, Jacopo Manconi, Moustapha Beye’, Lorenzo Dickmann. Questi sono i giovani che questa stagione si sono fatti largo negli allenamenti e hanno scalzato molti titolari dal loro posto in campo. E’ il successo di Novarello, è il successo di Mauro Borghetti (responsabile settore giovanile), è il successo di Giacomo Gattuso (lo scorso anno alla Primavera e ora alla guida della Berretti). E’ il successo di un sistema che rende il Novara all’avanguardia. E con il ritorno della Primavera la prossima stagione se ne vedranno (si spera) della ancora delle belle. Quello che ha deluso un po’ le attese è stato Manconi: per l’attaccante milanese una sola partita da titolare, tante panchine e tante (troppe?) tribune e la partenza per Lecce a fine mercato invernale dove ha giocato poco. La prossima dovrà essere la sua stagione.

  • Franz Rizzi ed i tifosi del Pordenone

pordenone-articoloParlando dei tifosi del Novara non si può parlare di Franz Rizzi. “Chi è Franzrizzi?”, direbbe una persona che non conosce le dinamiche del tifo azzurro. Franz non è di Novara e prima dell’inizio del campionato magari non sapeva (forse) dove fosse Novara perché lui è di Pordenone e tifa per il Pordenone. A distanza di oltre 13 anni le due squadre si sarebbero rincontrate nello stesso girone. Il nostro Franz è così tifoso del Pordenone che va in trasferta…da solo. Eh sì, lontano dal “Bottecchia” questa stagione si è precipitato in molti stadi italiani per seguire il suo Pordenone accompagnato da se stesso. Il 13 dicembre il calendario ha messo di fronte Novara e i “ramarri” furlan al “Piola” e Franz è partito di buon’ora dal Friuli verso lo stadio di viale Kennedy. Per organizzare il suo arrivo a Novara, il gruppo “Bardolino” gli ha riservato un comitato d’accoglienza e lo ha ospitato nel settore “rettilineo”, vedendo la partita con tantissimi altri tifosi azzurri. Essendo stato l’unico, nel vero senso della parola, tifoso al seguito del Pordenone a partita conclusa e dopo che il suo idolo Careri gli ha dato la maglia, lo speaker del “Piola” ha chiesto a gran voce che tutti i tifosi lo applaudissero. Franz, un omone di stazza ma con il cuore tenero, si è commosso e tornato al “caffè Nogaredo”, sede del tifo neroverde, raccontando dell’ospitalità ricevuta in Piemonte, ha organizzato per il 25 aprile un comitato d’accoglienza per i tifosi azzurri che quel pomeriggio festivo si sarebbero diretti in terra naonese per vedere l’importante partita. A fine match Franz e tutta la sua cricca di amici-tifosi hanno organizzato con i ragazzi del “Bardolino” una grigliata in amicizia dove hanno pasteggiato con salumi nostrani, gorgonzola e vino bianco in onore dell’amicizia nata lo scorso dicembre.

Il “terzo tempo” fra i tifosi di Pordenone e Novara ha ricevuto applausi da tutti. Franz è ritornato a Novara sabato 16 per assistere alla partita di Supercoppa contro la Salernitana e nel pomeriggio è stato ospite della festa dei tifosi del Novara in piazza Martiri. Per la cronaca il Novara ha vinto contro la Salernitana: ogni volta che Franz viene a Novara, gli azzurri vincono. La bella storia di Franz è una mosca bianca in un calcio malato, dominato da pay tv, stadi vecchi, filoni di calcioscommesse e gente che si accoltella. Nonostante una prova d’orgoglio epica, il Pordenone ha perso i play out contro il Monza (2 a 0 in Friuli, 6 a 3 al “Brianteo”) ed è retrocesso in serie D. Amaramente. Ma i suoi tifosi, e Franz stesso, meritano un’altra categoria.

  • la vittoria della Supercoppa di Lega Pro

supercoppaIn questi ultimi anni si parla spesso, nel mondo del calcio, di triplete e double. Anche il Novara quest’anno ha fatto il suo double, vincendo prima il campionato e poi alzando al cielo la Supercoppa di Lega Pro. Questa competizione, istituita nel 2000, è nata per decretare “la squadrà più forte” di tutta la Lega Pro, solo che da questa stagione questa è stata messa in palio tramite un mini-torneo che ha visto parteciparvi Novara, Teramo e Salernitana, le tre vincitrici dei gironi. Gli azzurri prima hanno battuto in casa la Salernitana (3 a 2) e, complice la vittoria dei campani all’”Arechi” contro il Teramo, domenica 23 al Novara è bastato uno striminzito 1 a 1 raggiunto al minuto 87 per alzare al cielo questa coppa. Per la seconda volta il club gaudenziano ha vinto questo trofeo come lo Spezia: la prima volta era il 23 maggio 2010.

Tanti tifosi hanno iniziato a fare congetture sul fatto che dopo quella vittoria il Novara fece la scalata che tutti ricordano, ma a Novara c’è un detto che dice “vula bas e schiva i sass”, e quindi si sta con i piedi per terra.

  • lo stadio “Piola”, tutta la stagione. Anche grazie ad Andrea Tozzo

Lo stadio è la casa del tifoso, un luogo sacro dove ogni due settimane un supporter va e si trova a casa propria tra amici, compagni di tifo, tifosi che fanno un po’ gli allenatori, i presidenti, direttori sportivi nello stesso momento, giocatori mancati e gente che piange in caso di vittorie. Il “Piola”, per i tifosi del Novara, quest’anno è stato casa e luogo di perdizione allo stesso tempo. Ma soprattutto è stata la “fortezza” del campionato: tre pareggi ed una sola sconfitta in diciannove incontri. In casa il Novara ha incassato solo otto reti, con una media di una rete incassata ogni 2,4 partite. Evacuo e compagni vincono ininterrottamente in casa dal 2 a 1 contro l’Alessandria: dal 23 gennaio otto partite, otto vittorie, 15 reti realizzate e solo una subita. In totale, 49 punti su 77 (sul campo) sono arrivati davanti ai propri tifosi. Un 63% fantastico.

Otto reti subite ed un filotto di sette vittorie consecutive hanno, tra gli altri, un unico artefice: Andrea Tozzo. Arrivato a luglio in prestito dalla Sampdoria dopo gli ultimi sei mesi passati a Latina, il portiere classe ’92 ha avuto un periodo buio dove non riusciva ad ingranare o comunque non aveva convinto la tifoseria. Con il tempo il biondo portiere azzurro ha preso coscienza della sua forza ed è stato determinante durante tutto il girone di ritorno, compiendo parate importanti ed uscite sicure dai pali. Ca va sans dire che tutta la piazza vorrebbe che venisse rinnovato il prestito con la squadra genovese e lui non ha mai nascosto un interesse a rimanere a Novara. Per lui anche due assist vincenti. Direttore Teti, facciamo uno sforzo?

  • il tridente azzurro meglio di tante squadre europee

Simone CorazzaGonzalez 15 reti, Evacuo quattordici, Corazza dodici: mai nella storia ultracentenaria del Novara (nato il 22 dicembre 1908) tre giocatori (attaccanti) avevano chiuso la stagione in doppia cifra. Un record che va ad aggiungersi ad una stagione strepitosa. L’avere a disposizione un arsenale così è stato il vantaggio in più per Toscano che ha giocato a volte con due e tre punte e spesso con quattro (prima volta, con il Sud Tirolo il 13 marzo). La fortuna del mister è stata quella di aver avuto (da novembre in poi) un Pablo Gonzalez lontano parente di quello visto lo scorso anno, ma simile a quello della promozione in serie A e in quello della stagione della “remuntada”, un Felice Evacuo andato per la nona volta in dieci stagioni in doppia cifra, sinonimo di affidabilità e di una abilità fuori dal comune, e all’avere a disposizione un Simone Corazza che non appena chiamato in causa “timbra” sempre il cartellino, nonostante qualche imprecisione di troppo davanti alla porta. Gonzalez ha il contratto in scadenza nel 2017, Evacuo il prossimo anno e Corazza è come Tozzo, un prestito secco. Tutti sperano che in B ci possa essere ancora il tridente delle meraviglie. E magari con l’aggiunta di quel “Gigione della” Rocca che ha fatto una sola rete (contro l’Arezzo), ma di un’importanza fondamentale.

  • il mito Agostino Garofalo

evacuo-festaCome detto, Novara è una bella piazza dove fare calcio e tanti calciatori, anche se andati via da Novarello, tornano molto volentieri in città. Novara una città a dimensione di…calciatore, si potrebbe dire. Negli anni si sono susseguiti veri idoli per i tifosi: da Beppe Folli a Ugo Armanetti, da Fabio Scienza a Lorenzo Pinamonte, da Tiziano Polenghi a Paolo Morganti, per finire con Andrea Lisuzzo, Filippo Porcari, Simone Motta ed il capitano (per antonomasia) Raffaele Rubino. Da questa stagione, l’elenco ha un nuovo nome: Agostino Garofalo. Nativo di Torre Annunziata, è arrivato in estate dal Modena, dalla B. Primo capitano di stagione (a Monza), ha disputato un campionato molto positivo bloccato troppe volte da infortuni fastidiosi. Il suo apporto in campo è stato decisivo, tanto da segnare un bellissimo gol su punizione contro l’Albinoleffe ed aver servito ben 4 assist vincenti ai compagni.

Ma dove nasce il “mito”? Innanzitutto c’è stato feeling da subito con tutti, frutto anche della sua spontaneità e simpatia campana: durante una cena tra tifosi giocata tre giorni dopo la pesante sconfitta di Vicenza, “Ago” ha preso il microfono e ha, praticamente, detto che lui è innamorato della città e di tutta la tifoseria. Ai supporter mancava un nuovo idolo ed in quella cena, microfono in mano, ha fatto partire anche alcuni cori. E poi non ha mai negato un sorriso ed un saluto a nessuno ed ogni volta che entrava in campo anche solo per accomodarsi in panchina o in tribuna, tutto lo stadio lo acclamava e lui rispondeva salutando. La sera della promozione, in piazza Puccini, alcuni tifosi lo hanno portato in trionfo. In pochi a Novara hanno ricevuto questi festeggiamenti.

E pensare che in estate lo aveva cercato la Salernitana ma lui ha rifiutato la “calda” Salerno per la “fredda” Novara. Grazie “Ago” di essere venuto a Novara quindi,