“Il dono e il territorio”: la Fondazione della Comunità del Novarese Onlus tra i protagonisti, alle Gallerie d’Italia di Milano, per l’evento d’apertura del “Giorno del dono”.

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Novara è stata scelta, insieme ad altre due Fondazioni comunitarie, per raccontare una “storia di filantropia” come esempio dell’attività svolta sul territorio.

cesare-ponti-e-giuseppe-nobileUna mattinata intensa, quella di ieri, lunedì 19 settembre, alle Gallerie d’Italia di Milano per l’evento di apertura delle due settimane di eventi organizzati in occasione del #DonoDay2016, promosso da Fondazione Cariplo e Istituto Italiano della Donazione e in calendario per il prossimo 4 ottobre nella Sala Regina della Camera dei Deputati a Roma.

Una mattinata che si è aperta con il saluto del Presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Edoardo Patriarca e del Presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti.

«Si ha più gioia nel donare che nel ricevere – ha detto, in apertura, Guzzetti – L’attività filantropica di Fondazione Cariplo che in questi 25 anni ha sostenuto oltre 30mila progetti sociali con più di 2,8 miliardi di euro è una dimostrazione. Ma lo sono anche le attività di tante persone che oggi sono propense a cedere parte della propria ricchezza agli altri. Lo fanno persone famose ma ne conosciamo altre meno note, quei “piccoli Bill Gates” che donano durante la loro vita migliaia, a volte centinaia di migliaia, di euro. Ci sono tante storie che vanno raccontate per far vedere quanto bene e solidarietà siamo ancora capaci di dimostrare. Anche questa è filantropia, che si unisce a quella istituzionale delle nostre fondazioni».

Ed è proprio per raccontare una “storia di filantropia” speciale che la Fondazione della Comunità del Novarese è stata scelta, tra tutte le Fondazioni (e insieme alla Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus) per intervenire al termine della mattina e portare la propria esperienza.

La mattinata ha previsto il lancio della raccolta fondi per il “Giorno del Dono”, diversi interventi di esperti del settore dedicati alle statistiche e alle conseguenze positive del Dono sui territori e il lancio della Campagna Lasciti Testamentari da parte delle 15 Fondazioni Comunitarie nate da Fondazione Cariplo. Infine, le Storie di Filantropia.

«Siamo molto orgogliosi – ha commentato al giornalista Luca Mattiucci che ha moderato l’incontro il Presidente della Fondazione della Comunità del Novarese Cesare Ponti – di constatare quanto, ogni giorno di più, le donazioni, anche di dimensioni non ingenti, aumentino sul territorio perché è un atto di fiducia. Come raccontiamo nel video promozionale della nostra Fondazione, sono tante le storie di filantropia che la Fondazione raccoglie ogni giorno tra cui quella del Signor Giorgio, lo chiameremo così, che vi portiamo oggi ad esempio. Giorgio aveva lasciato il Novarese per trasferirsi in Svizzera. Di mestiere tornitore, in realtà, diventa famoso per un’attitudine assolutamente originale: aver brevettato diversi tipi di serratura divenute, per tantissimi anni, l’attrazione più amata della Fiera degli Inventori di Zurigo. Gli anni passano e, raggiunta la pensione, Giorgio decide di tornare a Novara e sceglie di mettere le sue competenze e il suo tempo al servizio di una cooperativa che si occupa di insegnare un mestiere ai ragazzi più giovani per far sì che trovino lavoro.

Sono gli anni Novanta: un mattino, Giorgio, nell’ufficio del suo notaio si accorge di un documento che fa capolino sul tavolo e lo sfoglia, incuriosito. Quel documento rilegato è il Rapporto Annuale della Fondazione della Comunità del Novarese Onlus. Lo sfoglia, ne legge alcune parti e ne porta a casa una copia per approfondire.

Così, Giorgio, per un puro caso, entra in contatto con la Fondazione e decide di lasciare in eredità, proprio alla Fondazione, non solo la sua casa ma anche i titoli di alcuni investimenti da destinare a progetti di inserimento lavorativo per ragazzi disabili e minori in difficoltà, per una cifra totale di 200 mila euro. Nel 2008 il Signor Giorgio è mancato e le sue volontà sono state portate a termine in maniera precisa perché la fiducia è il primo elemento su cui si basano i nostri rapporti. La Fondazione si fa garante dei desideri dei donatori affinché la gioia di chi sceglie di offrire qualcosa di suo per una buona causa e quella di chi riceve, vadano a coincidere. E’ questa una delle garanzie che offriamo e uno dei nostri punti di forza».