Servizio di Alessio Marrari, Caterina Zadra, Marcella Bove
di Caterina Zadra
La campagna elettorale per le Comunali a Novara prosegue e si fa intensa, all’avvicinarsi della data delle elezioni, ormai confermate per il 5 di giugno.
Il movimento civico “Noi x Novara” ha ospitato venerdì 8 aprile il giornalista e direttore del TG4 Mario Giordano: presso l’Attico delle Arti, in un salone gremito, curioso e attento, è stato presentato il libro:
“Profugopoli. Quelli che si riempiono le tasche con il business degli immigrati”, edito da Mondadori.
Apre la serata Ivan de Grandis, leader del movimento civico: “La Prefettura di Novara ha dato notizia della conclusione del bando di assegnazione: sono ben dieci le cooperative alle quali verranno eragati i 17 milioni di euro per ospitare 1300 migranti nel novarese, ripartiti in 5 lotti. Nel Comune di Novara in particolare arriveranno altri 550 presunti profughi per l’importo di 7.045.500 euro. Noi, con un ospite di grande livello come Mario Giordano, approfondiremo questa tematica. Sono tantissimi ormai i novaresi che non ne possono più di questa situazione. E sono sempre di più i cittadini residenti che vivono in uno stato di grave difficoltà e che purtroppo non godono certo dello stesso trattamento e degli stessi privilegi riservati ai presunti profughi.”
E prosegue: “Noi siamo un movimento costruito dal basso: un movimento civico libero. Negli scorsi mesi abbiamo lavorato tanto: abbiamo aperto una sede in centro per incontrare i cittadini in difficoltà perché i cittadini novaresi stanno vivendo un periodo difficile e si vedono superati da presunti profughi. Si parla di migranti ma li preparano attraverso fondi e progetti per l’inserimento nel mondo del lavoro. Abbiamo fatto una raccolta di alimenti, di vestiti e di materiale scolastico per le persone italiane in difficoltà. Per gli stranieri sono già tante le associazioni che se ne occupano. Abbiamo organizzato un incontro con Magdi Allam, grande ospite, mentre il nostro Sindaco scendeva in piazza con la comunità islamica.”
Prende la parola il direttore Mario Giordano, pungente e ironico:
“Sono io che ringrazio voi. Siete coraggiosi se il venerdì sera invece di fare altro venite a sentire la presentazione di un libro su argomenti che fanno arrabbiare.
Qualche giorno fa la rivista Fortune ha pubblicato una classifica inserendo Mimmo Lucano, sindaco di Riace, tra i 50 leader più influenti del mondo: è stata quindi premiata la politica di accoglienza degli immigrati. Mi chiedo: a Riace sono andati via gli italiani. E’ diventato un paese di immigrati e sono loro che svolgono tutte le mansioni. Gli italiani sono stati sostituiti. Io non voglio vivere in un paese così. Non sono razzista: bisogna sicuramente aiutare, accogliere e integrare coloro che scappano dalle guerre, ma è evidente che non possiamo accogliere l’intero continente africano! Abbiamo inventato per accoglierne di più, tante definizioni: rifugiati politici, umanitari, climatici. Ma in giro non vedo donne e bambini, vedo giovani sani e forti dotati di cellulari di ultima generazione. E intanto noi ci mettiamo anni a stabilire se uno è un profugo. Perché succede tutto questo? In una intercettazione Buzzi e Carminati ammettono: gli immigrati rendono più della droga. Vi sono infatti interessi economici fortissimi. Chi sono coloro i quali vincono gli appalti? Mi sono messo a studiare i destinatari dei fondi da parte delle prefetture: fra associazioni folcloristich, società di eventi, società off- shore con sede in paradisi fiscali.
Le mie sono denunce circostanziate: a Giuliano in provincia di Napoli una associazione dichiarava 4mila euro all’anno. Ora fa accoglienza e improvvisamente vengono affidati 460 immigrati. Una associazione chiamata Family si associa a una onlus chiamata New Family gestita da una donna. Il fatturato passa da poche migliaia di euro a 5milioni 560mila euro: 126 volte il fatturato precedente. Per l’attività viene utilizzato un albergo abbandonato in situazione deprecabile e viene creato un evidente disagio. A Benevento viene fondata una società Maleventum, alla quale si affidano 770 profughi per 24mila euro al giorno e gli ospitati non hanno l’acqua potabile. Il titolare è Paolo di Donato e si fa fotografare in Ferrari. A Cremona esiste una società gestita da una signora chiamata Giannina Puddu, Presidente di Assofinance. Anche lei scopre la vocazione umanitaria: fonda una nuova attività chiamata Garbata Accoglienza. Registrata da appena 12 giorni e non ancora operativa, inspiegabilmente, vengono affidati 44 profughi che vengono alloggiati in una palazzina di Chieve di proprietà della signora. Alla domanda: ma scusi cosa c’entra la finanza con l’accoglienza dei profughi? Lei risponde: la palazzina era vuota e il mutuo lo devo pur pagare! E’ lo stesso scenario, dalle piccole cooperative alle grandi società: tutte abbeverate dalla mammella dello Stato. Dai piccoli ai grandi. Cantone è intervenuto, ma ci sono modalità per svincolare le leggi, soprattutto quando queste cooperative diventano colossi dell’economia fatturando fino a 100 milioni di euro. Pensiamo che il Presidente di Confindustria ha una azienda che ne fattura solo 40 di milioni. Esiste un sistema che gestisce i grandi interessi mentre i problemi collaterali li paga la cittadinanza. E ricevono anche agevolazioni fiscali: una cooperativa su decine di milioni di euro paga 1% di tasse e contributi. Esistono cooperative con sedi off-shore, o fondatori arrestati per mafia capitale che continuano a ricevere appalti in tutta Italia. Esste anche il tema degli hotel: i Sindaci dei piccoli Comuni hanno difficoltà per le strette del bilancio e non possono aiutare i cittadini in difficoltà, allo stesso tempo vediamo i profughi alloggiati in hotel nelle più belle zone d’Italia. La domanda è: Questo è il futuro che vogliamo? Mi domandano: sono anni che racconti queste cose, ma cosa cambia? Io rispondo: qualcosa cambia. Cambiano un po’ di coscenze. Ma anche se non cambiasse nulla non dobbiamo smettere di lottare perché ci stiamo svendendo per denaro e questo mi fa schifo. Il libro è stato depositato in Commissione d’Inchiesta. E’ questa commissione che aveva la possibilità se non il dovere di scoprire questo sistema e sospenderlo. So che non sono mai usciti a vedere un luogo. E’ bene alzare la voce forte e chiara. La battaglia vera è culturale e di idee.”
Alla fine tante le domande e gli interventi: storie personali, crucci, dubbi, delusioni per questa politica e le scelte del nostro paese, il senso di questa Europa. La sala gremita e la decisa partecipazione di tanti cittadini fa ben sperare nella volontà di cambiare dal basso e iniziare una politica sana fatta di rinnovamento soprattutto della classe dirigente. Iniziando dai piccoli comuni fino ai vertici del nostro grande, bello e orgoglioso paese.