di Simone Balocco
Grazie allo 0-0 di Gozzano e al pareggio in extremis del Sestri Levante in casa della Sanremese seconda in classifica, il Novara FC ha vinto aritmeticamente il girone A di Serie D: male che andrà, gli azzurri chiuderanno con un +2 sui matuziani che si giocheranno successivamente i play off.
Questa promozione ha un sapore molto speciale, frutto di una stagione iniziata in ritardo rispetto alle avversarie e che ha visto il Novara FC prendere il primo posto della classifica alla dodicesima giornata e non lasciarlo più. La pesante sconfitta per 1-5 contro la Sanremese del 27 marzo aveva destabilizzato un po’ l’ambiente (soprattutto i tifosi), ma da quella sconfitta la squadra di Marco Marchionni ha tratto giovamento e non ha più fallito: sette partite giocate, cinque vittorie, due pareggi, 15 gol fatti e nessuno subito.
Con questo successo, il Novara FC il prossimo anno disputerà il suo primo campionato “pro” e al termine di questo campionato (ovvero dopo la trasferta di Chieri di domenica e la chiusura in casa contro il Derthona), parteciperà alla poule scudetto insieme alle altre otto squadre che hanno vinto i rispettivi gironi. Obiettivo: presentarsi al calcio d’inizio del prossimo torneo con il tricolore di campione d’Italia di Serie D sul petto. Per ora mancano le ultime due partite di regular season, il resto si vedrà.
Questa promozione però è davvero la vittoria di tutti
E’ la vittoria di Massimo Ferranti
Fino ai primi di agosto, nessuno a Novara sapeva chi fosse Massimo Ferranti: imprenditore romano trapiantato a Milano per lavoro, questo uomo alto, magro e con barba e occhiali il 16 agosto si era aggiudicato il bando per creare ex novo una formazione calcistica a Novara dopo i “fatti” del 26 luglio. Il 20 agosto, in uno studio notarile del centro, Ferranti diventava il presidente di questa nuova società, il Novara Football Club. Non si sapeva ancora se la domanda di iscrizione alla Serie D sarebbe stata accettata e l’ufficialità dell’iscrizione avvenne il 3 settembre. Ufficializzata la serie, mancava la rosa: l’allenatore sarebbe stato Marco Marchionni, direttore sportivo Giuseppe di Bari ed il primo giocatore ufficializzato è stato Pablo Andrés Gonzalez. Di Bari in fretta e furia, grazie a Ferranti e al tecnico romano, ha allestito una squadra che iniziò il suo primo allenamento solo il pomeriggio del 6 settembre a soli sei giorni dal primo incontro ufficiale non solo della stagione (il turno eliminatorio di Coppa Italia di Serie D contro i “cugini” del RG Ticino), ma della sua storia. Poi il 19 settembre il debutto in campionato in casa contro l’Asti. Tutti a pensare: meno male che a Novara si giocherà a calcio quest’anno, ma due impegni importanti nel giro di pochi giorni saranno davvero tosti, anche perché i giocatori tesserati con la nuova squadra in estate si erano allenati per conto loro, ma allenarsi per conto proprio non è come allenarsi con una squadra di calcio. E soprattutto il Novara FC, nato solo il 20 agosto, si presentava, obtorto collo, al campionato con oltre un mese e mezzo di ritardo rispetto alle avversarie. Non solo quelle accreditate per la promozione (Città di Varese e Casale su tutte), ma anche le altre.
In 36 partite di campionato, il Novara ha totalizzato 79 punti, ha il miglior attacco del torneo e la miglior difesa di tutto il girone.
In campo ci vanno i giocatori e a loro va il merito di tutto, ma senza Massimo Ferranti, un uomo amante del calcio ma lontano (fino all’inizio di questa stagione) dal mondo del calcio, non ci sarebbe stato questo piccolo miracolo calcistico. Perché una squadra nata 254 giorni prima della promozione e che ha dominato questo campionato è un vero miracolo calcistico. Ora il gioco si farà duro perché la Serie C non sarà la Serie D, ma i tifosi azzurri sono sereni perché sanno che a capo della loro squadra c’è un uomo come Ferranti. Quello che ha portato loro il sorriso (calcistico) dopo un’estate terribile.
E’ la vittoria di Giuseppe di Bari e Stefano Cordone
Il ruolo del direttore sportivo non è facile: deve fare la squadra insieme al presidente (che “caccia i soldi) e all’allenatore (che sceglie i giocatori) e deve fare da collante tra tutti, ambiente compreso.
Ferranti ad inizio stagione si era affidato a Giuseppe di Bari, ex calciatore del Foggia in Serie A ed ex direttore sportivo degli stessi “satanelli” con cui aveva contribuito a fare il doppio salto di categoria dalla Serie D alla Serie B e a vincere una Supercoppa di Lega Pro. Insomma, il profilo giusto ed esperto. Ed infatti di Bari a Novara ha portato giocatori di categoria e di esperienza. Come Dardan Vuthaj, attaccante albanese classe 1995 svincolato ad inizio settembre ed autore la stagione precedente di 21 reti con la maglia del Rimini. In più ha portato sotto la Cupola due ex Novara Calcio come Mirko Bortoletti e Dario Bergamelli. In pochi giorni, il nuovo direttore sportivo ha costituito una squadra. La domanda è: basterà un mix tra over (nati pre 2000) e under (nati posti 2000) per dare a Marco Marchionni il quid necessario per far sognare una piazza che ha vissuto un’estate (calcisticamente) orrenda? I fatti hanno dato ragione a di Bari: dopo un avvio incerto, il Novara FC ha ingranato la quarta, vincendo partite su partite e issandosi al primo posto dopo la vittoria esterna contro la Caronnese. Era il 21 novembre e la squadra azzurra da allora non ha più lasciato la prima posizione. Peccato che due giorni dopo la vittoria di Caronno Pertusella, le strade di di Bari e del Novara FC si sono divise: rescissione del contratto. Una serie di discussioni tra lui e Ferranti hanno spinto il presidente a licenziare il ds. Per i tifosi, un colpo pesantissimo visto l’ottimo risultato ottenuto dalla squadra fino a quel momento e l’empatia tra loro ed il dirigente. I tifosi non hanno preso bene quella la decisione e hanno temuto che l’assenza di un direttore sportivo avrebbe destabilizzato un ambiente carico. Il Novara FC è rimasto senza ds fino al 29 marzo, quando Ferranti ha deciso portare a Novara Stefano Cordone, ex direttore sportivo del Brescia. A spingere il presidente del Novara FC a decidere di “tesserare” un ds è stata la pesante ed inattesa sconfitta contro la Sanremese. Cordone nonostante la giovane età è uno che sa il fatto suo e ha accettato senza pensarci due volte l’offerta di Ferranti. E dal suo arrivo, la squadra non ha più perso e si è guadagnata la promozione. Ora sarà lui a costruire la squadra per la Serie C.
In teoria, quindi, sarebbe lui il “vincitore” della sfida con di Bari, ma senza l’apporto di di Bari non solo non ci sarebbe questa squadra, ma non sarebbe arrivata alla prima posizione a 93 giorni dalla sua nascita a tutti gli effetti.
Una vittoria…a metà, ma ora sarà Cordone a dare a Marchionni la squadra che giocherà la sua prima stagione tra i professionisti
E’ la vittoria di Marco Marchionni
Tutti gli appassionati di calcio sanno chi era Marco Marchionni in passato: centrocampista con un bel passato in Serie A con Parma, Juventus, Fiorentina e la “quasi” convocazione per il Mondiale tedesco del 2006. Come allenatore si sapeva poco di lui, avendo allenato come vice la Carrarese (agli ordini di Silvio Baldini) ed il Foggia, con cui nella stagione scorsa aveva raggiunto il nono posto in classifica ed il secondo turno dei play off (con in rosa gli attuali azzurri di Masi, Agostinone e del Prete). Marchionni aveva visto in Novara una grande opportunità perché anche se la realtà era nuova l’ambiente era motivato ed aveva una certa tradizione sportiva (10 anni fa l’attuale mister del Novara sfidava gli azzurri in Serie A militando nella Fiorentina). Marchionni è entrato nel cuore di tutti per la sua semplicità, la sua umiltà ed il suo non essere mai sopra le righe. In panchina è sempre stato lucido, qualche volta ha “sbroccato” se la squadra non seguiva i suoi dettami e qualche volta ha sbagliato a mettere giù la formazione. Errare è umano, ma il mister ha capito gli errori, non ha mai perso la trebisonda e ha costruito il miracolo Novara FC. Si vince tutti insieme e si perde tutti insieme: Marco Marchionni ama la piazza, la piazza ama Marco Marchionni.
Hanno vinto entrambi quest’anno.
E’ la vittoria di tutta la rosa
Con il senno di poi sono tutti bravi a parlare (e a scrivere), ma nessuno il 21 agosto 2021, il giorno dopo la nascita della squadra, ed il pre-partita di Novara-Asti del 19 settembre avrebbe pensato che il Novara FC avrebbe vinto il campionato. Ferranti aveva fatto capire però l’antifona: ho fatto la squadra per salire e saliremo senza se e senza ma. Ed infatti ha acquistato giocatori forti, carismatici, tecnici e abituati a lottare per i grandi obiettivi. Ma non è detto che chi più spende tanto poi vinca. E dopo un periodo di rodaggio, tutti hanno capito (soprattutto gli avversari) che quella squadra che si era allenata per la prima volta solo il pomeriggio del 6 settembre avrebbe lottato fino alla fine per la vittoria del girone e forse avrebbe staccato tutte.
Nessuno a Novara ci credeva, eppure partita dopo partita (e vittoria dopo vittoria) tra i tifosi c’è stata la consapevolezza che quella squadra avrebbe vinto il campionato. Certezza consolidata il 22 dicembre con la pesante vittoria per 4-2 contro il Chieri secondo in classifica (e spinto a -11 punti in classifica), certezza traballata dopo il pesante 1-5 contro la Sanremese del 27 marzo e poi la certezza affermata dopo il pareggio di Gozzano ed il gol al 93’ di Parlanti contro la Sanremese. E proprio nell’ultimo mese, la squadra ha cambiato passo e, anche se magari non avrà giocato il miglior calcio possibile, è stata concreta.
Ed i fatti sono tutti dalla parte della squadra. Il campionato lo hanno vinto tutti e ventisette: da Vuthaj che ha segnato 31 reti a Desjardins che ha fatto diversi clean sheet e ha parato diversi rigori; dalla “diga” Bonaccorsi al carisma di Bergamelli; dall’intelligenza tecnica di Tentoni alle corse sulla fascia di Paglino; dai dribbling di di Masi alla storia di Babacar Diop. E’ stata anche la vittoria di Roberto Taliento, terzo portiere e unico della rosa a non essere mai sceso ancora finora in campo. Si spera che possa farlo tra la trasferta di Chieri e la chiusura casalinga contro il Derthona.
E’ la vittoria di Pablo Andrés Gonzalez
Non è facile a 36 anni ricominciare daccapo. Non è facile a 36 anni ripartire dai dilettanti dopo che dieci anni prima giocavi in Serie A e solo sei anni fa il “San Nicola” di Bari veniva ammutolito da una tua tripletta. Non è facile prendersi una squadra sulle spalle a quell’età, non è facile diventare il capitano ed il simbolo. Eppure Pablo Andres Gonzalez ha impiegato un secondo ad accettare l’offerta di Ferranti di diventare contemporaneamente il primo giocatore tesserato, il più “anziano” della rosa ed il più vincente di tutti. Con questa stagione l’attaccante argentino è entrato nell’albo d’oro dei miti del calcio novarese: 314 partite in campionato tra Novara Calcio e Novara FC (e mancano ancora due partite e la poule scudetto), nove gol segnati finora in stagione che lo hanno spinto al secondo posto tra i marcatori all-time del calcio novarese superando prima Silvio Piola e poi Raffaele Rubino. Gonzalez quest’anno è parso come il Gonzalez di (almeno) sei anni fa: la corsa non sarà più quella di allora, ma il piede sinistro è sempre il suo piede sinistro ed è stato il punto di riferimento per i giovani della rosa e di tutta la piazza. Amato e apprezzato anche dagli avversari, con la vittoria di questo campionato, il cartero diventa anche il primo a vincere quattro campionati a Novara e sarebbe bello se riuscisse anche a superare un giorno il record di Marco Romano di miglior marcatore di tutti i tempi della storia novarese, un primato che dura dalla stagione 1940/1941. Gli mancano solo sei gol per superarlo (88 a 93 per l’attaccante comasco). Del resto, i record sono fatti per essere superati o no?
E’ la vittoria di tutta la tifoseria
I tifosi azzurri non dimenticheranno mai il 2021, soprattutto il periodo tra il 31 maggio ed il 26 luglio: in quei 56 giorni sono passati dalla felicità di un avere un nuovo management (31 maggio) che sembrava in grado di far tornare la piazza a sognare (4 giugno). Un management che aveva assicurato l’iscrizione al campionato di Serie C (28 giugno) anche se con qualche luce e ombre, e che ha poi fatto una sequela di errori che sono costati prima il respingimento della domanda di iscrizione (8 luglio) e poi l’addio al professionismo (26 luglio). Dopo la conferma della COVISOC, nessun tifoso voleva crederci: fine del sogni, fine del professionismo, fine di tutto, fine del calcio a Novara. La stagione 2021/2022 sarebbe stata la prima senza il calcio a Novara. Per questo motivo il 30 luglio, oltre 500 tifosi si sono ritrovati in centro e hanno “marciato” pacificamente da piazza Martiri fino alla sede del Municipio per manifestare la loro voglia di calcio e parlare con il sindaco affinché si tenesse il bando per la nascita della nuova squadra.
Novara è sempre stata una piazza piccola, ma volitiva: i supporter amano da impazzire i colori azzurri e avrebbero fatto carte false affinché la città potesse avere una squadra da tifare per la stagione che sarebbe iniziata un mese e mezzo dopo. Poi è arrivato Ferranti che ha portato gioia e felicità tra i tifosi e la piazza ha risposto con 3.100 abbonamenti (un record), riempiendo non solo il “Piola” ma anche gli spalti degli stadi avversari facendo giocare, praticamente, il Novara FC sempre in casa. E nel match del “d’Albertas” di Gozzano in meno di 48 ore non solo erano stati venduti tutti i 550 biglietti disponibili per il settore ospiti, ma i tifosi azzurri si sono accaparrati anche buona parte dei biglietti della tribuna e hanno “costretto” il Gozzano a riservare loro anche un settore riservato ai tifosi di casa. In pratica, a Gozzano il Novara ha giocato “in casa” il match più importante della stagione e ha riempito poi i settori “rettilineo” e “tribuna” del “Piola” per festeggiare la squadra al suo arrivo dal Cusio.
Non si sa cosa riserverà il futuro del Novara FC, ma una cosa è certa: i tifosi questa squadra li avrà sempre. E sono proprio i tifosi del Novara FC i veri vincitori di questo campionato.
immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebool “Novara Football Club”