Il Novara nel destino di Simone e Filippo Inzaghi

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di Simone Balocco

La storia del calcio è ricca di fratelli che hanno reso grande questo sport: dai Charlton ai Neville, dai Baresi ai Pellegrini, dai gemelli van de Kerkhof ai gemelli Filippini, dai Lucarelli ai Touré fino ai Laudrup. Un elenco molto lungo che non può non contemplare anche i fratelli Inzaghi, Filippo e Simone.

Piacentini, hanno debuttato nella squadra della loro città in periodi diversi (1991/1992, 1992/1994) contraddistinguendosi per la prolificità sotto porta.

Le loro carriere li hanno visto vincere molti trofei, in particolare Filippo: tre scudetti, una Coppa Italia, tre Supercoppe italiane, una classifica marcatori, due Champions League Coppe dei Campioni (di cui una  da grande protagonista), un  Mondiale per club e, soprattutto, il Mondiale del 2006, per un totale di 156 reti in Serie A. Simone invece non ha fatto male, ma ha vinto meno del fratello: uno scudetto, tre Coppe Italia, due Supercoppe Italiane ed una Supercoppa Uefa. Tutti trofei vinti nella sua esperienza alla Lazio.

Inzaghi jr detiene il primato di essere l’unico calciatore italiano ad aver segnato quattro reti in una partita di Champions: era il 14 marzo 2000 e segnò un poker nel 5-1 rifilato dalla Lazio al malcapitato Olympique Marsiglia nella seconda fase a gironi della competizione.

I due fratelli Inzaghi hanno anche giocato insieme in Nazionale il 15 novembre 2000,  una decina di minuti nel match amichevole contro l’Inghilterra al “delle Alpi”: nei 110 anni di storia della Nazionale italiana, mai due fratelli avevano giocato contemporaneamente in azzurro.

Oggi i fratelli Inzaghi allenano e si stanno togliendo grandissime soddisfazioni. In particolare Simone, da tre stagioni alla guida della Lazio, è un allenatore che sta salendo alla ribalta come uno dei più preparati e vincenti della sua generazione: con i capitolini ha vinto due Supercoppe italiane ed una Coppa Italia. E la sua Lazio è, a oggi, la grande sorpresa di questo campionato stoppato (per ora) dal Covid-19, essendo seconda in classifica ad un solo punto dalla capolista Juventus. Per non parlare del fatto che la Lazio è la bestia nera della squadra bianconera: i ragazzi di Sarri, in questa stagione, finora hanno perso solo cinque partite, di cui due contro i biancocelesti: 3-1 nella finale di Supercoppa italiana e alla quindicesima giornata di andata. E pensare che la carriera di Simone Inzaghi era nata come “tappabuchi” dopo l’esonero di Pioli nelle ultime sette partite della stagione 2014/2015 per poi essere promesso alla Salernitana, salvo poi essere richiamato ancora alla Lazio dopo la mancata firma di Marcelo Bielsa.

Filippo Inzaghi invece si è ritirato nel 2012 e ha iniziato ad allenare prima la formazione Allievi e poi la Primavera del Milan, per poi prendere le redini della prima squadra nel giugno 2014, chiudendo la stagione al decimo posto senza accesso all’Europa.

Lasciato Milanello, è stato ingaggiato nell’estate 2016 dal Venezia di Joe Tacopina, con l’idea di riportare in alto i veneziani. La prima stagione ha visto la squadra di Inzaghi vincere il campionato di Lega Pro (con dieci punti sulla seconda) e diventando la seconda squadra (dopo il Vicenza) a vincere sia la Coppa Italia “maggiore” e quella si Serie C. Se avesse vinto anche la Supercoppa di Lega Pro, quel Venezia avrebbe fatto un treble incredibile, ma Garofalo (ex Novara) e soci non ci riuscirono.

Al primo anno di Serie B, Inzaghi portò gli arancio-nero-verdi al quinto posto in campionato, qualificandoli ai play off. Play off che li vide uscire in semifinale

La stagione successiva Inzaghi fu ingaggiato dal Bologna, in Serie A, ma alla ventunesima giornata fu esonerato, in tempo però per lo storico match contro la Lazio dove in panchina si sedettero, uno contro l’altro, lui ed il fratello Simone: era il 26 dicembre 2018 e a vincere furono gli ospiti.

Dopo l’esonero con i felsinei, Inzaghi è ripartito dalla Serie B accettando la panchina del Benevento. E il Benevento oggi, quando mancano dieci giornate alla fine del campionato, guida la classifica con venti punti sul Crotone secondo, ha il miglior attacco e la miglior difesa della categoria, il quarto attacco e la seconda difesa tra Serie A e Serie C. I giallorossi hanno più di un piede in Serie A e solo loro (in caso di conclusione della stagione) posso gettare alle ortiche il ritorno in Serie A.

Di questo passo, la prossima stagione ci dovrebbe essere un altro derby in Serie A per i fratelli Inzaghi.

Detto questo, cosa c’entrano Filippo e Simone Inzaghi con il Novara? Di primo acchito niente, ma se si scava nelle loro carriere, si scopre che questi calciatori sono molto legati al Novara. I motivi sono semplici e sono spiegati qua sotto.

Per quanto riguarda Simone Inzaghi, c’è da riavvolgere il nastro della storia alla stagione 1995/1996, una stagione che i tifosi del Novara ricorderanno sempre con piacere perché è stata quella del ritorno, dopo quindici anni consecutivi di Serie C2, della squadra azzurra in Serie C1.

Fu un campionato bello, intenso, sofferto, incredibile e vinto dalla squadra azzurra con una remuntada che l’ha vista chiudere davanti al Lumezzane per un solo punto.

Quel Novara era trascinato da Bini in porta, Turato, Casabianca e di Muri in difesa, Biagianti, Pellegrini, Coti e Scotti a centrocampo ed in attacco tutto era nelle mani (anzi, nei piedi) di Borgobello e Guatteo. Tra gli attaccanti allora in squadra, vi era un giovane Simone Inzaghi.

L’attaccante piacentino, allora 19enne, era al Novara in prestito dal Piacenza dopo una stagione negativa al Carpi (Serie C1) ed era stato spedito sotto la Cupola per farsi le ossa.

In quella stagione, il giovane Simone, disputò ventuno partite (di cui tredici da titolare) segnando anche quattro reti. Inzaghi è da considerarsi, a tutti gli effetti, uno dei “ragazzi del ’96”, la squadra azzurra che tornò in Serie C1 dopo anni di vacche magre e sempre in cerca di quel salto di categoria che non riusciva mai a materializzarsi.

La stagione successiva, Inzaghi non rimase a Novara ma andò al Lumezzane, ancora in Serie C2, dove fu ancora tra i positivi. La stagione 1996/1997 invece fu negativa per il Novara che retrocesse subito in Serie C2 dopo aver perso i play out contro la Pistoiese.

Da allora, il Novara rimase in Serie C2 fino alla stagione 2002/2003. Simone Inzaghi invece debuttò in Serie A con la maglia del Piacenza nella stagione 1998/1999 dove segnò 15 reti e fu acquistato dalla Lazio l’estate successiva per circa 30 miliardi. Rimase a Roma undici stagioni, militando anche sei mesi nella Samp ed una stagione nell’Atalanta. Chiuse la carriera nel 2010, anno della promozione in Serie B del Novara dopo 33 anni.

Da calciatore, Simone Inzaghi non ha mai affrontato il Novara da avversario se non alla guida della Lazio quando, il 12 gennaio 2019, ospitò il Novara di William Viali negli ottavi di finale di Coppa Italia imponendosi con un perentorio 4-1. In più interviste, Simone Inzaghi ha sempre ricordato con grande entusiasmo ed affetto la sua esperienza novarese che ha rappresentato per lui la vittoria del suo primo campionato da professionista.

Ed invece “Superpippo” Inzaghi che legame ha con il Novara? Per due momenti di valenza storica per il Novara e per lui.

Il primo momento è datato mercoledì 13 gennaio 2010 quando al “Meazza”, il Milan di Leonardo ospitò il Novara di Attilio Tesser per gli ottavi di finale di Tim Cup. Per la prima volta, il Novara si qualificava agli ottavi della coppa nazionale e allora la squadra militava addirittura in Lega Pro: era dall’8 settembre 1971, nella fase a gironi di Coppa Italia, che il Novara non affrontava i rossoneri. Fu una partita memorabile che il Milan vinse a fatica 2-1 davanti a 15mila spettatori, di cui 13mila novaresi.

Filippo Inzaghi, in coppia con Huntelaar, guidava l’attacco di un Milan schierato con molte seconde linee ed il numero 9 campione del Mondo in Germania, al minuto 11, prese palla sulla sinistra, scartò Cossentino e batté Fontana con un gran gol. Il match poi fu pareggiato da Gonzalez al primo minuto della ripresa e poi deciso da Flamini con un gran gol che chiuse la contesa al minuto 80.

Il secondo momento è datato 13 maggio 2012: ultima giornata di campionato, ultima partita di Inzaghi con la maglia del Milan (e della sua carriera), ultima partita del Novara in Serie A.

Quella per Inzaghi fu una stagione tribolata che lo vide giocare complessivamente solo sette partite (tutte da subentrato) e segnare una sola rete: non giocò neanche la partita di andata, disputata il 22 gennaio 2012 al “Piola”.

Domenica 13 maggio 2012 fu una domenica calda e le due squadre non avevano più nulla da chiedere al campionato: il Milan era certo del secondo posto dietro la Juventus e della qualificazione alla Champions League; il Novara era retrocesso matematicamente dopo il pareggio di Firenze di undici giorni prima ma era pronto a dare battaglia davanti ai 2mila tifosi giunti dal Piemonte per onorare l’ultima partita in massima serie.

Fu una partita emozionante per i tifosi del Novara, del Milan e del calcio italiano perché al termine avrebbero salutato giocatori che avevano scritto non solo la storia del Milan, ma del calcio internazionale: si sarebbero ritirati Gattuso, Nesta, van Bommel, Zambrotta, Seedorf e lo stesso Inzaghi. E proprio l’ex attaccante della Nazionale segnò il gol della vittoria rossonera contro il Novara, l’unico di quella stagione.

Il Novara era passato in vantaggio nel primo tempo con Santiago Garcia. Gol poi pareggiato al 56′ da Flamini.

Al minuto 82 Inzaghi, subentrato al 67 per Cassano, fece “ venir giù” lo stadio: da quaranta metri, Seedorf mise la classica “palla al bacio” per il compagno di squadra. Il numero 9 rossonero stoppò la palla di petto in area e al volo di destro batté (come due anni e mezzo prima) Fontana.

Il giocatore segnò sotto la curva rossonera la quale impazzì e chi poté si arrampico con Inzaghi sulle balaustre.

Una gioia indescrivibile per tutti. E ancora oggi, lo stesso Filippo Inzaghi, ricorda sempre con piacere quel gol contro il Novara, il suo ultimo gol di una carriera fantastica e vincente. E ogni volta che si guardano gli highlights di quel gol, si vede Inzaghi fronteggiare le maglie azzurre del Novara.

Capito allora perché il legame tra il Novara e i fratelli Inzaghi sarà sempre molto forte?

 

immagini in evidenza tratte da www.goal.com e www.cittaceleste.it