by Simone Balocco
Ieri pomeriggio un gol di testa di Morra, imbeccato da un assist da trenta metri di Ghiglione, ha deciso il derby delle risaie. Un gol pesante che ha spinto nel baratro il Novara e in Paradiso gli ospiti: erano 17 anni che i sesiani non facevano bottino pieno in viale Kennedy, vincendo per la sesta volta in cadetteria quella che è considerata la Partita più importante della stagione.
Per tutta la settimana in città non si è parlato d’altro: tra social network e “muri” vari, l’attesa è stata spasmodica e il pubblico novarese ha risposto nel complesso bene, riempiendo complessivamente 6.000 seggiolini. L’ultima volta che a Novara ci sono stati così tanti tifosi era…il derby dello scorso 12 marzo, con oltre settemila presenze.
Eppure ieri la Pro Vercelli, ultima in classifica e con un allenatore (Gianluca Grassadonia) che in caso di sconfitta sarebbe stato sicuramente esonerato, ha fatto la sua partita da derby: magari tecnicamente inferiori, gli avversari del Novara si sono fatti vedere in molte occasioni dalle parti di Montipò, con lo stesso “portierino” azzurro in due occasioni a compiere due parate prodigiose. La Pro ha fatta la Partita, il Novara no.
Poco grintoso, poco efficace sotto porta, a volte troppo lezioso e, soprattutto, senza cazzimma, ovvero quella voglia di spaccare il Mondo e vincere la partita, il Novara ha giocato la sua peggior partita stagionale. Una delle peggiori degli ultimi anni.
La sconfitta di ieri è per la squadra di Corini la sesta sconfitta stagionale (su tredici partite giocate di campionato), la terza in casa, la seconda consecutiva tra le mura amiche dopo quella contro la Salernitana. Senza contare la partita di Coppa Italia contro il Piacenza, persa in casa lo scorso 6 agosto.
In un “processo”, gli imputati sono mister Corini e la squadra intera: mai in partita, nessun cartellino giallo preso, nessun tiro in porta in 79 minuti di gioco. Nei 94 minuti giocati, si sono fatti vedere dalle parti di Marcone (portiere della Pro Vercelli) solo Calderoni al 79′ (appunto) e una girata di testa di Chiosa poco prima del triplice fischio. Gli ospiti, invece, sono stati più caparbi e sicuri delle loro potenzialità, visto che hanno calciato dalle parti di Montipò almeno cinque volte. Non tantissimo, ma nel calcio vince chi fa un gol in più dell’avversario e ieri è bastato il colpo di testa di Morra a decidere le sorti di un match giocato non a grandissimi livelli, ma comunque sempre un derby.
Sabato gli azzurri saranno di scena al “Liberati” di Terni, un campo osticissimo per il Novara visto che nelle ultime quattro partite giocate in Umbria ha portato a casa solo un punto e nelle sfide in cadetteria gli azzurri non hanno mai vinto. Come dire, dalla padella alla brace: Casarini e compagni sono chiamati a fare risultato proprio dove non ha mai fatto risultato. Si dice che la palla è rotonda e che le partite finiscano con il triplice fischio: vedremo cosa deciderà la dea Eupalla sabato. Fatto sta che un’altra (eventuale) sconfitta sarebbe da evitare.
Quando si perde la colpa è di tutti e mai di un singolo. Mister Eugenio Corini si è preso tutte le responsabilità del caso, ma quello che lascia più amarezza è proprio il non essere stati all’altezza di una partita da vincere. Perché si possono perdere tante partite, giocando bene o male, ma una partita come il derby non si deve perdere assolutamente. Giocando bene, giocando male il derby si deve vincere sempre.
Cosa è mancato ieri? Molte cose: l’attacco innanzitutto. Da quasi un mese, per necessità di cose, il Novara gioca con davanti un classe 1996 (di Mariano) ed un 1997 (da Cruz), con l’innesto di un classe 1998 (Chajia). Ovvero tre giovanissimi (otto gol su quindici segnati complessivamente), ma non prime punte vere e proprie. La prima punta di ruolo vera e proprio è Riccardo Maniero, la punta di diamante del mercato estivo. L’attaccante classe 1987 a oggi ha giocato cinque partite, di cui due da titolare. Il sito di statistiche Transfermkt afferma che il numero 30 di Napoli ha giocato 243 minuti totali, segnando un solo gol (la rete della bandiera nel 1-2 contro l’Avellino) e da cinque partite consecutive non viene convocato. Motivo? Un infortunio serio oltre ad una forma fisica precaria.
A questo si aggiunge anche Gianluca Sansone, coetaneo di Maniero e suo ex compagno di squadra a Bari due anni fa, che di partite ne ha giocate sei (due dal 1′) , servendo un assist e giocando 230 minuti,. Per non parlare di Federico Macheda, l’attaccante più di esperienza di tutto il reparto striker azzurro: una rete segnata, undici partite giocate, sette da titolare per 600 minuti e poco più di gioco.
L’attaccante romano è uno dei più contestati dalla tifoseria. Motivo? Da uno come lui, che lo scorso anno da dicembre a maggio ha segnato sette reti, ci si aspetta sempre quel quid in più. Quid in più che non è mai arrivato, sbagliando anche molto nei tiri verso le porte avversarie. Insomma, la vera delusione stagionale.
Molti supporter, visto che la squadra fa fatica a segnare e a farsi vedere propositiva nelle aree avversarie, spronano la dirigenza ad intervenire sul mercato degli svincolati ora o comunque nel mercato invernale a portare a Novarello uno “che la butta dentro”.
Gli attaccanti del Novara non si sono imbrocchiti di colpo: non saranno Messi e Cristiano Ronaldo, ma neanche degli sprovveduti. Manca molta fortuna, questo si. Ma la fortuna c’è anche da “andare a cercarsela” e la davanti…si cerca poco.
Il centrocampo, a parte la partita di ieri, è ricco di talento ma a volte poco incisivo: il migliore di tutti è (per gol e voti in pagella) Marco Moscati, insieme a Marco Calderoni e Lorenzo Dickmann. Bene anche Casarini e Orlandi: il capitano azzurro è reduce da un serio infortunio ma non è uno che si tira indietro, mentre dall’italo-spagnolo ci si aspetta sempre qualcosa in più. Male l’approccio di Ronaldo, davvero la nota dolente di tutto il Novara e del mercato estivo: lento, macchinoso, poco incisivo.
In difesa, il modulo a tre ha portato ad un declassamento di Magnus Troest, dando spazio a Petar Golubovic e al consolidamento di Andrea Mantovani in mezzo e Marco Chiosa a sinistra. Il serbo, a parte qualche partita incolore, è una delle sorprese di questa stagione, mentre qualche colpo a vuoto di troppo lo sta dando Chiosa.
Molti criticano le prestazioni di Lorenzo Montipò: il portiere frutto del vivaio azzurro, a parte la seconda partita contro il Parma, ha sempre giocato e ha compiuto almeno tre-quattro parate determinanti a partita. Così come ieri. Va bene che se sbaglia un portiere è gol, ma l’estremo difensore classe 1996 è uno di quelli che ha tenuto alta la bandiera finora e grazie alle sue parate il Novara non è più giù in classifica.
Cosa deve fare il Novara? Innanzitutto vincere e segnare. Punto. E tornare a fare il Novara. Altrimenti ci saranno, purtroppo, sempre meno tifosi al “Piola”.
La città e i tifosi sempre presenti in viale Kennedy o in giro per l’Italia non si meritano prestazioni come quelle contro la Pro Vercelli.
Il campionato è ancora lungo, ma il passo deve cambiare.
foto in evidenza tratta da calciodipendenza