by Simone Balocco
Alla fine i tre punti dal “Saleri” di Lumezzane sono arrivati e questo è bastato al Novara per tornare in serie B ad un anno (quasi) dalla sconfitta ai play out contro il Varese che è costato ai ragazzi (allora allenati da Giacomo Gattuso) il ritorno in terza serie dopo quattro stagioni.
Ci ha pensato Simone Corazza a battere Furlan con un destro che ha gonfiato la rete al minuto 53′. Nel frattempo il Bassano Virtus vinceva 3 a 0 contro la Feralpi Salò.
Al triplice fischio del signor Rapuano le due squadre che si contendevano la promozione in serie B avevano gli stessi punti in classifica, 74. Ma grazie al vantaggio negli scontri diretti (pareggio al “Piola” e vittoria in terra veneta), è il Novara a salire direttamente in cadetteria senza dover passare dai play off. Ai ragazzi di Tonino Asta la (magra) consolazione di giocarsi la promozione da migliore seconda.
Novara che raggiunge nella seconda serie nazionale la Salernitana (da tre settimane vincitrice matematica del girone C) ed il Teramo, dallo scorso turno promosso per la prima volta nella sua in serie B.
Il Novara non era da solo in val Gobbia, ma al suo fianco c’erano 1.900 tifosi ripartiti tra dieci pullman, macchine e moto partite alle 10 nel parcheggio dell’antistadio il “Piola” verso il Bresciano per recuperare ciò che lo scorso anno era mestamente (se non tragicamente) “scappato via”. Lo stadio “Saleri” domenica ha visto giocare “in casa” i piemontesi con meno di un centinaio di tifosi locali addossati in una parte di stadio. Per il resto, c’erano due macchie biancoblu’ suglo spalti.
Per l’ultima di campionato Toscano ha deciso di fare qualche innesto rispetto al match contro l’Arezzo: 3-4-3 con Andrea Tozzo tra i pali; difesa con Fabio Gavazzi centrale aiutato da Luca Martinelli e Dario Bergamelli ai lati; centrocampo con Lorenzo Dickmann, “Ago” Garofalo, Simone Pesce e Paolo Faragò; davanti il tridente da 40 reti formato da capitan Felice Evacuo, Simone Corazza e Pablo Gonzalez. Mister Nicolato, subentrato in corso d’opera a Maurizio Braghin, sapeva da tempo che il Lumezzane avrebbe disputato i play out contro la Pro Patria e ha avuto ben cinque giocatori in diffida: un solo cartellino giallo avrebbe compromesso la partita di andata, e di ritorno, contro i tigrotti varesini. Ecco allora il tecnico valgobbino mettere in campo un 4-4-2 con in porta Furlan; linea difensiva con Monticone, Belotti, Nossa e Pantano; centrocampo con Gatto, Alimi, Genevier e Varas; in attacco Sarao e Ekuban.
Sugli spalti, come detto, 2mila tifosi arrivati dal Piemonte. Tra la compagine locale in campo l’ex Novara Genevier e due dei tre mattatori del match di andata, chiusosi sull’1 a 3 per gli ospiti, Alibi e Ekuban. Il terzo, Mogos, diffidato e non in piena forma, è stato tenuto in tribuna e la scorsa estate non ha passato il provino proprio con il Novara. Corsi e ricorsi storici, si direbbe.
Nel suo complesso, partita non bellissima con almeno due recriminazioni arbitrali accadute nel giro di pochi minuti in favore degli ospiti. Il Novara ha cercato di farsi vedere dalle parti di Furlan in alcune occasioni, ma non è stato mai incisivo, mentre gli ospiti hanno avuto almeno un paio di occasioni orchestrate da un buon Genevier.
Ma gli undici in campo ieri in completo bianco ed i cuori azzurri sugli spalti avevano il corpo a Lumezzane…ma l’orecchio a Bassano del Grappa. All’intervallo i giallorossi erano sul 3 a 0: bomber Pietribiasi, Semenzato e capitan Iocolano avevano messo la freccia per la B. Novara “condannato” ai playoff al termine della prima frazione di gioco.
Mister Toscano, uomo che capisce di calcio e che ha fatto tutto l’anno di necessità virtù, ha messo subito dentro della Rocca, the man of the match contro l’Arezzo, ad inizio ripresa: Novara ancora una volta in campo nella ripresa con quattro punte. Del resto, gli azzurri o vincevano o vincevano.
E all’8′ del secondo tempo cambia la storia (calcistica): palla a Simone Corazza che di destro batte Furlan. Giocatori felici ad abbracciare il compagno ma cauti, mentre sugli spalti inizia a montare un delirio di coriandoli e bandiere sventolanti
I supporters non si sbilanciano, ma sanno che sono ad un passo dalla meta, mentre i calciatori sanno che la partita non è ancora finita ed in Lega Pro la sottovalutazione dell’avversario può costare molto caro. Da allora in avanti, partita a ritmi bassi e l’arbitro dopo cinque minuti di recupero manda tutti negli spogliatoi. O meglio, “manda” il Novara in serie B. Per il Lumezzane play out contro la Pro Patria con ritorno a Busto in quanto avanti in classifica e vittorioso 3 a 2 allo “Speroni” contro il Monza.
In campo e nei due settori occupati dai tifosi novaresi è gioia allo stato puro: dopo 38 battaglie, con la zavorra dei tre punti di penalità, il Novara torna a distanza di quasi un anno (era il 13 giugno allora) in serie cadetta.
La notizia giunge subito in città con i primi tifosi che si muovono verso il centro per fare i consueti caroselli e tirare fuori dagli armadi quelle bandiere che tra il 25 aprile 2010 ed il 6 maggio 2012 (3 a 0 al Cesena, serie A, ultima in casa) hanno sventolato incessantemente.
E alle 21 c’è stata la grande festa in piazza Puccini con la squadra e lo staff tecnico al completo sul palco e sotto i tifosi azzurri per una festa che si è conclusa intorno alla mezzanotte.
Dopo 331 giorni dai gol di Pavoletti (ora in A, meritatamente) di acqua ne è passata sotto i ponti di Novarello: la mancata riammissione in B; il debutto shock contro il Monza alla prima di campionato; un Novara che non riusciva a trovare la quadra fino a fine novembre; la paura di non riuscire a recuperare punti su Real Vicenza prima; Alessandria e Bassano dopo in vetta; la penalità di 8 punti che ha scaraventato il Novara dal primo posto solitario ad un anonimo quarto; i 5 punti ridati e i punti recuperati sul Bassano nelle ultime giornate.
Paura unita a terrore e tragedia: un altro anno di Lega Pro avrebbe mandato in depressione squadra, dirigenza e tifosi. Ed invece piano piano il “Real” Novara è venuto fuori alla dìstanza grazie alle parate di Andrea Tozzo, una difesa impenetrabile (30 reti subite in totale, di cui solo otto in casa), un centrocampo guidato da “Buba” Buzzegoli e “SuperSimon” Pesce e le dolcissime sorprese Lorenzo Dickmann (18 anni) e Niccolò Bianchi (classe ’91 giramondo) e davanti un attacco stellare, formato da capitan Felice Evacuo (oltre 150 rete tra i “pro” ed andato per la nona volta in carriera in doppia cifra in classifica marcatori), Pablo Andres Gonzalez, tornato il Pablo che tutti i tifosi conoscevano dopo la pessima stagione scorsa e con un bagaglio tecnico migliorato di partita in partita; Simone Corazza, a volte bomber di scorta ed autore del primo e dell’ultimo gol stagionale (Latina in Coppa Italia il 17 agosto e la rete del “Saleri”). Senza contare l’apporto di “Gigione” della Rocca, viceEvacuo ma davvero un giocatore all’altezza della situazione che ha convinto tutti i tifosi.
Ma il merito di tutta questa promozione va al mister, Domenico Toscano. Amato e “poco compreso” da parte dei tifosi (che hanno sempre ragione, salvo quando fanno loro gli allenatori e i direttori sportivi del caso), ha messo la faccia tutta la stagione, si è preso le responsabilità degli errori, compiendo un vero miracolo sportivo. D’accordo che il Novara era la corazzata del girone A e forse avrebbe dovuto vincere il campionato già a marzo, ma la Lega Pro non è la B e non è la A: qui non conta giocare bene e far vedere “calcio champagne” perchè nei campi tosti di questa categoria, vince chi la mette dentro e vince chi la mette dentro almeno una volta in più dell’avversario. E del resto il tecnico calabrese poche volte ha avuto la squadra al completo e spesso ha dovuto cambiare formazione (a Venezia, lo scorso 19 ottobre, c’erano in campo sei giocatori titolari provenienti dal settore giovanile), ma alla fine i senatori e i giovani stessi non lo hanno tradito. Per il tecnico calabrese seconda vittoria del campionato di Lega Pro dopo quella del 2011/2012 con la Ternana (che aveva in rosa l’attuale giocatore azzurro “Criss” Miglietta).
Tutti ora vorrebbero che si ripetesse la “favola Novara” di Attilio Tesser, ma il tecnico reggino deve fare ancora tanta strada. E starà anche a Massimo de Salvo, e al ds Domenico Teti (uno che ha imparato il mestiere a fianco di un certo Pasquale Sensibile), rinforzare la rosa per fare una serie B dignitosa.
Ma per questo ci sarà da aspettare il 1° luglio quando inizierà il calcio mercato estivo. Prima di allora, il Novara sarà impegnato, insieme a Teramo e Salernitana, nella conquista della Supercoppa di Lega Pro, un mini torneo che inizierà proprio dal “Piola” sabato prossimo con l’arrivo della Salernitana del presidente Claudio Lotito, allenata da Leonardo Menichini (ex Novara anni Settanta) ed avente in rosa nomi del calibro di Riccardo Colombo (ex Novara anche lui), Caetano Calil, Davide Moro e Manolo Pestrin. Le tre squadre a contendersi il trofeo saranno le tre che hanno vinto i gironi di Lega Pro.
Se il Novara pareggiasse o perdesse sabato, giocherebbe mercoledì al “Bonolis” di Teramo, mentre se i ragazzi di Toscano dovessero battere i “cavallucci marini” campani, la coppa si assegnerebbe a Teramo contro di “diavoli” il sabato successivo.
Dopodiché ci sarà il rompete-le-righe generale e poi scatterà l’”operazione serie B” a partire dal luglio con il raduno e il ritiro estivo.