Il punto sul Novara Calcio al termine del girone di andata

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by Simone Balocco

tifosi novaraAlzi la mano chi l’11 gennaio 2015, al termine di un brutto 2 a 2 con il Monza al “Piola” e dopo aver perso cinque giorni prima 1 a 3 in casa con il Lumezzane, con la curva che iniziava a “rumoreggiare” per un terzo posto in classifica in Lega Pro, oppure il 15 aprile successivo dopo il -8 di penalità in classifica (poi ridotto a -3), avrebbe scommesso che il 27 dicembre il Novara sarebbe stato terzo in Lega B? Ed alzi la mano chi avrebbe pensato che al termine del girone di andata del campionato cadetto, il Novara di Marco Baroni, dopo un avvio non esaltante in campionato, avrebbe totalizzato gli stessi punti (40) del Novara di Attilio Tesser targato 2010/2011. Ironia della sorte, in quel campionato Ludi e compagni chiusero il girone di andata proprio a Modena, perdendovi anche in quell’occasione: un campo dove il Novara non porta a casa la vittoria dal lontano campionato 1958/1959. E pazienza se al “Braglia” i ragazzi allenati da Crespo hanno dato una sonora “scoppola” ad un Novara che nelle ultime sette partite aveva fatto registrare sei vittorie consecutive ed un pareggio.

galabinovIl Novara di oggi è una squadra che gioca bene a calcio, ben messa in campo, una squadra molto forte, completa in ogni reparto e con un ensemble di giocatori che hanno fatto gruppo sin dal primo giorno di ritiro e che ora, partita dopo partita, stanno disputando un campionato entusiasmante. Anche se il “Piola”, a parte l’ultima “casalinga” contro il Cesena, non ha mai fatto registrare il pubblico delle grandi occasioni nelle dieci partite interne finora disputate.

Dopo un avvio stentato (5 punti in altrettante partite) e con la “spada di Damocle” della penalità di due punti, il Novara ad inizio ottobre era ultimo in classifica e la piazza iniziò a mugugnare contro la guida tecnica, chiedendo la “testa” di mister Baroni. Il Presidente azzurro, Massimo de Salvo, con una lettera aperta ai tifosi, manifestò la volontà della società di continuare il campionato con l’allenatore toscano e che tutti sarebbero dovuti stargli vicino per aiutarlo a superare quella fase di empasse. Morale: dopo la sconfitta del “Liberati” del 3 ottobre (Ternana-Novara 2 a 0), qualcosa è cambiato nella testa sia del tecnico che della squadra, tanto che da allora il Novara è praticamente decollato in classifica, arrivando ad occupare l’odierna terza piazza in classifica.

Il Novara che sta facendo un campionato fin qui sopra le aspettative ha una spina dorsale che è immutata rispetto allo scorso campionato (da Agostino Garofalo a Lorenzo Dickmann; da Daniele Buzzegoli a Paolo Faragò a Simone Pesce; da Felice Evacuo a Pablo Andres Gonzalez a Simone Corazza) e con i nuovi acquisti arrivati in estate sta facendo sognare una piazza che sembra però “freddina” nei confronti della squadra.

La squadra costruita in estate è molto forte e “di categoria”, ma alcuni infortuni capitati nelle ultime giornate di campionato hanno fatto capire che la “coperta” è un po’ corta e forse si necessita di qualche ritocco. L’apertura in data odierna del mercato invernale permetterà al direttore sportivo Domenico Teti di apportare qualche “sistematina” alla rosa e cedere (magari) in prestito alcuni giocatori che hanno trovato sin qui poco spazio.

Molti tifosi azzurri iniziano a sognare, anche perché questo Novara ricorda molto da vicino il Novara della doppia promozione Lega Pro – Serie A allenato da Attilio Tesser che alla guida di quella squadra fece conoscere il “miracolo Novara” a livello nazionale.

Molti vedono una forte similitudine tra i due Novara: stessa “fame” di punti, stessa “fame” di fare bene, stessa “fame” di vittorie, stessa “fame” di gol, stessa “fame” di mettere in difficoltà l’avversario e portare a casa i tre punti. E la cadetteria è un campionato che si vince solo se si ha più “fame” degli avversari.

Da qua alla fine del campionato mancano ancora, ovviamente, altre 21 partite ed si sa che il secondo campionato nazionale è ricco di insidie e di avversari da non prendere assolutamente sotto gamba. Di questo passo, il Novara della premiata ditta “De Salvo-Teti-Baroni” sarà una valida sfidante per la promozione diretta e/o per la zona play off.

E visto che in Lega B, come detto prima, vince chi ha più “fame”, dalle parti di Novarello si spera che la tavola sia sempre più…imbandita.

L’ANDAMENTO – In 21 giornate, il Novara ha conquistato (senza il -2 di penalità) 40 punti (1,9 punti a partita). Gli azzurri hanno totalizzato dodici vittorie, quattro pareggi e cinque sconfitte. Nel dettaglio, i ragazzi di Marco Baroni in casa hanno conquistato 23 punti (sette vittorie, due pareggi, una sconfitta), mentre i punti portati a casa lontano da viale Kennedy ammontano a 17 (cinque vittorie, due pareggi, quattro sconfitte). In base ad una statistica uscita a ridosso della notte di san Silvestro ad opera del sito pescarasport24.it, il Novara è la squadra italiana ad aver collezionato più punti in tutto l’anno solare: 82 contro gli 81 della Juventus, anche se i torinesi hanno giocato due partite in meno degli azzurri.

In queste ventuno partite del girone di andata, i gol messi a segno dal Novara sono stati 30, mentre le reti subite sedici. L’attacco è il quinto della categoria, mentre la retroguardia è la seconda (alla pari con il Crotone) dopo il Perugia (14, ma con una partita da recuperare). I top scorer azzurri sono Andrej Galabinov e Felice Evacuo con sette reti. I gol del numero 32 azzurro sarebbero in realtà sei, in quanto la seconda rete realizzata dall’attaccante di Pompei contro il Trapani sarebbe stata deviata in porta da un avversario (“Lito” Fazio per la precisione), vanificando l’hat trick del giocatore, alla prima tripletta in carriera in Lega B. Fatto sta che l’arbitro della partita, il signor Baracani di Firenze, ha dato al giocatore il pallone della partita, un gesto tratto dal campionato inglese dove chi segna tre reti si porta a casa, come trofeo, la palla usata in campo.

Dopo di loro in classifica compaiono Pablo Andres Gonzalez con quattro marcature e Paolo Faragò con tre. Con due reti ci sono Nicolas Viola e Simone Corazza, mentre con una ci sono Jacopo Manconi, Fabrizio Poli, Magnus Troest, Roberto Rodriguez e Lorenzo Dickmann. Da segnalare un autogol a favore (Fazio del Trapani) e due contro: a segnarli, in entrambi i casi, è stato Davide Faraoni (contro Como e Bari).

La partita forse più importante (dal punto degli stimoli) è stata la vittoria del “Curi” di Perugia contro la squadra allenata da Pierpaolo Bisoli lo scorso 8 dicembre (17a giornata): il grifone, fino al calcio d’inizio della partita, aveva subito solo otto reti in campionato e la difesa perugina era (allora) la prima in Italia, la settima in Europa (al pari di Bayern Monaco e Paris Saint Germain) e non subiva gol in casa da ben quattordici partite. In 84 minuti, del Prete e compagni hanno incassato le reti di Corazza, Evacuo, Faragò e Galabinov. E sia contro Virtus Lanciano (la giornata precedente) che Trapani (il lunedì successivo a Perugia), il Novara si è imposto 4 a 1, tanto da far dire all’allenatore del Trapani (dopo la vittoria in terra umbra) che il Novara era una squadra di “marziani”, per poi provarlo sulla sua pelle.

Vediamo nel dettaglio i vari reparti della squadra come si sono comportati finora in campionato.

PORTIERI – Da Costa batte Tozzo 20 a 1: nel girone di andata, il titolare fisso (ed

Foto LaPresse - Francesco Mazzitello 12/09/2015 Crotone (Italia) Sport Calcio Crotone vs Novara                                                                                    Campionato di calcio serie B  2015-2016ConTe.it-Stadio Scida Crotone nella foto: da costa Photo LaPresse - Francesco Mazzitello 12/09/2015 Crotone (Italy) Sport Soccer Crotone vs Novara Italian football Championship legue 2015-2016 Con Ten.it  Scida Stadium Crotone in the pic:

David da Costa   (Foto LaPresse)

inamovibile) in difesa dei pali è stato il 29enne estremo difensore elvetico-portoghese arrivato a luglio dallo Zurigo, club della massima serie svizzera. Giunto a Novarello tra lo scetticismo di molti, David da Costa ha disputato un girone di andata sopra le aspettative, compiendo molte parate efficaci a partita. Il numero 1 azzurro dispone sempre bene le barriere e consiglia sempre ai propri compagni come mettersi di difesa, nonché incutere sicurezza alla squadra. Non a caso su di lui iniziano a girare voci di mercato che lo vorrebbero già a gennaio lontano da Novara (quella più accreditata vedrebbe il suo passaggio al Napoli, come vice di “Pepe” Reina), ma, intervistato sulla questione, il giocatore ha sempre glissato dicendo che lui la testa ora ce l’ha al Novara e al proseguo del campionato difendendo i colori della squadra nata il 22 dicembre 1908.

Da Costa ha soltanto saltato la partita casalinga contro il Cagliari in quanto la settimana prima, nel post gara di Pro Vercelli-Novara, ha avuto un acceso diverbio con alcuni giocatori bicciolani e l’arbitro di allora, il signor Abisso, lo ha espulso, impedendogli di giocare la partita successiva contro la compagine sarda. In difesa dei pali contro i ragazzi di Restelli c’era uno degli eroi della promozione in serie B, Andrea Tozzo. Il giovane portiere scuola Samp il 17 ottobre contro i sardi era al debutto assoluto in cadetteria e lui ha risposto con una prova convincente, parando anche un paio di palle molto difficili, lasciando inviolata la porta azzurra. Dopo il buon ritiro estivo (complice anche un leggero infortunio di da Costa), molti accreditavano il portiere classe 1992 come titolare, mentre invece ha fatto da secondo allo svizzero. Ma quando è stato chiamato in causa, anche se per una sola partita, ha fatto capire che è pronto per un’altra partita dal primo minuto.

Zero minutaggio invece per il terzo portiere in rosa, Francesco Pacini. Arrivato in estate dal Poggibonsi (Serie D), Pacini non ha avuto l’occasione per giocare, se non in due partite con la Primavera di Giacomo Gattuso. Inoltre, il portiere senese si è infortunato allo psoas a fine settembre ed è stato lontano dai campi da gioco per oltre un mese e mezzo, sostituito in panchina da Mattia Cavana, estremo difensore della formazione di “Jack” Gattuso. Classe 1995, Pacini ha tecnica, qualità ed ampi margini di crescita. Del resto, con davanti due compagni di spessore come da Costa e Tozzo. Il giocatore non può far altro che maturare. Il tutto sotto gli ordini di mister Massimo Cataldi, il preparatore dei portiere, allenatore molto quotato anche a livello nazionale e che è stato uno dei motivi che ha spinto Pacini a venire a giocare a Novara.

DIFENSORI – Mister Baroni, in campionato, ha schierato otto difensori sui nove in rosa, facendo fare anche a Simone Pesce, in una occasione dell’ultimo quarto d’ora della partita casalinga contro lo Spezia, il terzino sinistro “aggiunto”, lui che è un centrocampista mancino. L’unico difensore della rosa a non aver giocato nemmeno un secondo di match è stato il giovane senegalese Moustapha Beye.

La difesa del Novara ha incassato, come detto in precedenza, sedici reti ed è una delle meno battute anche a livello nazionale (la prima è la difesa dell’Inter con undici reti subite).

E’ difficile trovare un migliore tra gli otto difensori impiegati, anche perché tutti hanno impressionato e hanno (quasi) sempre impedito agli avversari di farsi vedere pericolosi dalle parti di da Costa (o Tozzo). Nel calcio si dice che i campionati si vincono grazie alla difesa e quella di Baroni è una delle più forti della categoria.

Al centro delle difesa hanno dettato legge Magnus Troest e Fabrizio Poli: le qualità dei due giocatori era nota (Poli è arrivato l’ultimo giorno di mercato estivo ed era un pilastro del Carpi promosso in A, mentre il danese è stato agli ordini di Baroni quando era a Lanciano e a Novara era molto conosciuto per aver segnato due volte in passato contro gli azzurri) ed il feeling tra i due giocatori si è consolidato di partita in partita. Un girone di andata da “8” in pagella per i due centrali, quindi.

faraoni novaraDa “7,5” il girone di andata, invece, dei due terzini, Marco Davide Faraoni e Cristian dell’Orco: arrivati entrambi l’ultimo secondo del mercato estivo, il primo ha portato in dote grinta, corsa e tecnica, mentre il giovane numero 3 ha “rubato” il posto a Garofalo che ha dieci anni in più e molta più esperienza in cadetteria. Non a caso il tecnico della Under 21, Luigi di Biagio, dopo aver convocato Vicari in estate, ha convocato il ragazzo di Sant’Angelo Lodigiano per due partite di qualificazione ai prossimi campionati europei contro Serbia e Lituania, senza però giocare. Parlare di bella scoperta per l’ex Ascoli è un termine azzeccato e complimenti al direttore Teti per averlo portato sotto la Cupola, anche se solo in prestito, dal Sassuolo. Faraoni ha fatto vedere in questo girone di andata tutta la tecnica che ha migliorato nei suoi anni passati tra Inter, Udinese e Watford: nonostante abbia appena 24 anni, il suo curriculum è da giocatore con molta più esperienza.

Ha trovato sempre più spazio, nelle ultime partite, anche Lorenzo Dickmann. La bellissima sorpresa della scorsa stagione sta ripagando in pieno Baroni, tanto da aver segnato anche una rete, la sua prima in cadetteria, contro il Trapani. Sul classe 1996 si fanno insistenti molte voci di mercato, ma difficilmente il Novara si priverà di un talento cristallino come il ragazzo cresciuto al “Centro Schuster” di Milano e da tre stagioni a Novarello.

Poco, invece, lo spazio lasciato a Francesco Vicari. Il numero 6 romano è alla quarta stagione in prima squadra ed è una colonna nonostante sia un ’94. E’ stato impiegato pochissimo dal primo minuto (cinque partite sulle dieci giocate), complice l’intoccabilità (tecnica) di Poli e Troest. Non positivo contro il Modena, Vicari ha un bagaglio tecnico molto importante, è sempre sul pezzo, è molto prezioso e da qua alla fine del torneo, anche grazie ad un po’ di sano turn over, troverà sicuramente molto più spazio.

Stagione travagliata finora quella di Agostino Garofalo. Prima l’espulsione (immeritata) contro il Latina alla prima giornata, poi una serie di infortuni (con ricadute annesse) e la contemporanea esplosione di dell’Orco (e l’uso di Faraoni e di Poli in caso di assenza del compagno), hanno messo “Ago” nella condizione di vedere spesso le partite o dalla panchina o dalla tribuna (sette le partite giocate in tutto il campionato dall’ex Torino). Quando però è stato chiamato in causa, il terzino ha sempre fatto vedere grinta ed impegno ed il numero 29 azzurro è, anche per questa ragione, sempre di più un idolo della tifoseria.

Carlalberto Ludi alla prima giornata contro il Latina ha giocato 84′. Dopo di allora, il capitano (sul campo) del Novara è entrato a partita in corso il sabato dopo a Crotone, per non trovare mai più spazio. Ma il fatto che “Charly” abbia giocato 84′ contro i laziali (99′ contando anche il suo “subentro” a Crotone) è stata una bella notizia, in quanto il numero 5 di Viadana tornava in campo dal 10 maggio 2014, dal terribile infortunio contro il Modena che gli ha chiuso anticipatamente la stagione e lasciandolo fuori tutta quella successiva. Al decimo anno a Novara, Ludi fa da “chioccia” ai tanti giovani in squadra e se i suoi compagni di reparto stanno facendo bene, lo facendo anche grazie agli insegnamenti, e al “peso”, che ha nello spogliatoi l’esperto difensore mantovano.

CENTROCAMPISTI – Sostenere che la zona nevralgica del campo del Novara sia composta da giocatori che in Serie A potrebbero dire la loro, non è un azzardo: Paolo Faragò, Nicolas Viola, Federico Casarini e Francesco Signori sono i quattro interpreti del centrocampo che si sono alternati finora in campo con una maglia da titolare. E a parte “capitan Futuro”, sono tutti arrivati la scorsa estate. Anzi, Casarini è arrivato dopo metà settembre tramite il mercato degli svincolati (colpaccio vero, signor Teti).

Partito con tre centrocampisti “puri”, mister Baroni, durante il corso della stagione, ha modificato l’assetto tattico, mettendo successivamente due mediani davanti alla difesa e spostando un centrocampista più in avanti ed i risultati sono stati più che positivi.

Nicolas ViolaIn cabina di regia ha compiuto un girone di andata da vero protagonista Nicolas Viola. Il numero 4 calabrese, dopo un inizio di campionato appena sufficiente, a partire dalla partita di Vercelli (settima giornata e match deciso da una sua punizione a giro sotto la curva dei tifosi novaresi) ha preso per mano il centrocampo azzurro, recuperando palloni su palloni, ha segnando due bellissime reti, servendo palloni invitanti ai compagni (ha realizzato cinque assist), con prestazioni sempre da “7,5” in pagella. Dire che Viola è il vero “crack” del mercato estivo non è sbagliato: arrivato a parametro zero dal Palermo (per due anni ha giocato a Terni e ha rescisso a luglio con i rosanero) è il faro del centrocampo azzurro.

Se Viola viaggia con una media del “7,5”, Federico Casarini viaggia sul “7”. Ultimo acquisto del Novara, il ragazzo di Carpi a testa bassa, e con tanto impegno è entrato nella parte di “aiuto-mediano”, recuperando anche lui palloni su palloni (come Viola) e cercando in alcuni casi la via del gol. Il numero 7 ora è in fase calante in quanto da oltre un mese ha dei problemi fisici e la pausa natalizia capita per lui a fagiolo, in quanto ora ha tre settimane per “ricaricare le batterie”. Per affrontare il girone di ritorno al meglio servirà il miglior Casarini, dando giusto un cicinin in più di quello che ha fatto finora. Che è, come si dice in gergo, tanta roba. Con il senno di poi, Bologna cosa ti sei lasciato scappare facendolo svincolare lo scorso 1° luglio…

Francesco Signori è stato il secondo giocatore acquistato nel mercato estivo (il primo è stato da Costa): arrivato dal Modena, con cui ha giocato tre stagioni, è partito titolare ma dopo l’espulsione di Vercelli (come da Costa, a partita finita) ha giocato poche partite dall’inizio anche perché, nel frattempo, era esploso un Faragò devastante. E quando ha giocato, ha fatto sempre bene. Giocatore dai piedi educati e dalla forte intelligenza tattica, è un lusso averlo in panchina ma il suo apporto sarà determinante da qui alla fine del campionato. Del resto, uno che ha alle spalle sette stagioni “piene” consecutive nella seconda serie nazionale, non può che essere utilissimo alla causa.

Un rincalzo di lusso è stato finora Daniele Buzzegoli, e che rincalzo. Chiuso dagli arrivi di Viola e Casarini, “Buba” si è preso ad inizio stagione un numero pesante sulle spalle (il “10”) e, complice anche un infortunio, si è sempre accomodato in panchina senza protestare ed ogni qualvolta che Baroni lo ha gettato nella mischia, ha fatto sempre bene. Prossimo ai 33 anni, a Novara sta bene e anche lui fa parte di quelli che la tifoseria ama di più. E la traversa colpita contro il Cesena nei minuti finali di partita fa ancora rabbia.

Poco spazio invece per Simone Pesce, uno dei “senatori” dello spogliatoio azzurro, nonché quello che ha più esperienza tra tutti i centrocampisti in rosa. Per “SuperSimon” un infortunio ed il poco spazio in campo gli potrebbero anche far decidere di cambiare aria: chiuso anche lui da Viola e Casarini e schierato in uno schema tattico a lui poco congeniale, si vocifera che potrebbe essere ceduto con l’apertura del mercato invernale. Sarebbe un peccato perderlo, in quanto la sua esperienza farebbe al caso dei Baroni boys, visto che comunque ha sempre manifestato un forte spirito di adattamento e la serie cadetta si affronta con mentalità vincente e con grinta, attitudini che al ragazzo di Latina non mancano.

Una sola presenza per Nicholas Schiavi: il talentino di Rafaela ha debuttato in B il 7 novembre contro il Brescia e non ha mai avuto altre occasioni per mettersi in mostra. Chiuso anche lui in uno schema a lui poco congeniale, anche se potrebbe giocare come trequartista o come uno dei tre dietro l’unica punta. Classe ’95, potrebbe venire ceduto anche lui con il mercato invernale, ma in prestito per poi tornare alla base in estate per giocarsi le sue carte. Il talento del Nino è cristallino e il Novara non se ne deve privare assolutamente.

Zero minuti per Krisztián Adorján. Oggetto misterioso sia con Toscano che con Baroni, il centrocampista ungherese è spesso vittima di infortuni che ne hanno bloccato la crescita tecnica. Nonostante qualche partita giocata in estate, il numero 30 azzurro non ha mai visto il campo finora in stagione. Nonostante ciò, il tecnico della Selezione maggiore magiara, Bernd Storck, lo ha convocato lo scorso mese per uno stage in vista dei prossimi Europei francesi, manifestazione che la Nazionale ungherese tornerà a disputare dopo quarantaquattro anni di assenza. Adorján farà in modo di conservare la fiducia del tecnico della Nazionale, ma da qui a maggio dovrà giocare con continuità. Anzi, giocare visto che in partite ufficiali, da quando è a Novara, è sceso in campo solo 39 minuti (in questa stagione, venti minuti in Tim Cup contro l’Udinese, mentre in quella scorsa un minuto in casa contro la Giana Erminio e diciotto contro l’Arezzo, sempre al “Piola”). Il tempo è dalla sua (è un 1993) e rappresentare il proprio Paese in un Europeo per un giocatore è un sogno. Ed i sogni si realizzano, in questo caso, solo giocando.

Last but don’t least, Paolo Pancrazio Faragò. Volutamente lasciato per ultimo nel commentare il girone di andata dei centrocampisti, “Paolino” è stato il migliore ed è la sorpresa più gradita. Classe 1993, è in prima squadra dalla stagione 2012/2013 e da allora è sempre stato titolare o comunque l’allenatore di turno lo ha sempre gettarlo nella mischia, senza mai pentirsene. Faragò ora è un punto fermo di questo Novara e se con il “cannibale” Toscano ha fatto vedere cose pregevoli tra i cinque di centrocampo, con lo “skipper” Baroni il ragazzo di Catanzaro ha trovato la sua definitiva consacrazione, passando da interno di destra a “trequartista” con altri due attaccanti dietro l’unica punta. Ed i risultati sono dalla sua parte, visto che spesso partecipa ad ogni azione gol della squadra ed il suo nome è finito già tre volte nel tabellino dei marcatori. Mai una parola fuori posto, mai sopra le righe, mai cattivo, sempre positivo, sempre con la maglia sudata all’uscita dal campo, sempre un sorriso per tutti i tifosi. Già leader della Nazionale universitaria campione in Corea del Sud la scorsa estate, Faragò gioca con la personalità di un veterano, è uno di quelli che non si arrende mai ed è pronto a ricevere definitivamente i “galloni” di capitano. E tanti tifosi sperano che il numero 8 rimanga per sempre a Novara, diventando un giorno il nuovo capitano della squadra (contro il Trapani, lo scorso 14 dicembre, ha giocato per la prima volta in carriera con la fascia di capitano al braccio sinistro).

ATTACCANTI – Sei attaccanti in rosa, tutti e sei in rete: se non è un record, quasi ci siamo. Il faro dell’attacco è Andrej Galabinov. Bulgaro di Sofia, è arrivato a parametro zero ad agosto dopo l’opaca stagione di Livorno, sempre in cadetteria. Il suo arrivo ha fatto scendere nelle gerarchie Felice Evacuo, grazie al fatto che il numero 16 azzurro ha più esperienza in Lega B del compagno, ha fatto un ottimo precampionato e nelle prime due partite di campionato ha segnato due reti. Qualcosa però si è “inceppato” poco tempo dopo, tanto da far tornare titolare Evacuo. E l’attaccante di Pompei ha preso prima i galloni di capitano (“galloni” che aveva già la scorsa stagione), affermandosi sempre più come uomo-spogliatoio e bomber implacabile. E alla sua seconda stagione in carriera nel campionato cadetto, Evacuo, 34 anni il prossimo 23 agosto, è diventato imprescindibile in questo Novara.

galabinovL’esperienza di Galabinov con la maglia del Novara ha avuto un cambiamento dopo la sconfitta contro la Ternana. Dopo quel 2 a 0, ed una prova pessima da parte della squadra e del giocatore, qualcosa è cambiato nello spogliatoio: il bulgaro ha perso la titolarità accomodandosi in panchina vedendo giocare Evacuo senza mai protestare. E vederlo segnare, per giunta. Ma ogni volta che Baroni lo ha messo in campo (o da subentrante o dall’inizio), anche l’approccio del “ragazzone” bulgaro è cambiato: segna, regala assist diventando il punto nevralgico dell’attacco del Novara ed è molto più pericoloso in fase di manovra. Inoltre, il feeling con Evacuo o si è rafforzato ancora di più, tanto che l’ex Spezia, un uomo ed un calciatore molto carismatico, è sempre tra i primi ad incoraggiare ed abbracciare Galabinov quando segna. Dovrebbe diventare un po’ più freddo davanti al portiere avversario e questa sosta invernale gli dovrebbe servire anche per mettere più cinismo in area. Se in autunno tanti tifosi pensavano che con il mercato di gennaio Galabinov sarebbe stato ceduto, forse ora si dovranno tutti ricredere.

evacuoFelice Evacuo, invece, è arrivato a Novara la scorsa estate ed è stato il top scorer della promozione e sembrava dovesse fare “panca” per la maggior parte delle partite, o entrare a partita in corso. Del resto, è possibile dare fiducia ad un ragazzo di 33 anni che in carriera ha fatto un solo anno in serie B (Frosinone, 2007/2008)? Possibilissimo, infatti dopo la trasferta di Terni, il numero 32 campano ha preso il Novara sotto la sua ala, diventandone uno dei principali interpreti. Un concorso tra i tifosi indetto da uno degli sponsor della società, ha premiato l’ex giocatore di Benevento e Spezia con il 53% dei voti come il giocatore più amato, lasciando dietro di sé Faragò e Viola. Questo premio è segno che il giocatore è amato da tutta la piazza, la quale non vorrebbe che venisse ceduto con il mercato invernale e che invece gli venisse prolungato il contratto in scadenza a giugno.

Anche Simone Corazza e Pablo Andres Gonzalez sono indiscutibilmente utili alla causa: due le reti per l’attaccante friulano (ed un assist), quattro (con cinque assist) quelle del “cartero”. Quella di quest’anno è la prima stagione di “cora cora” in serie B, mentre per l’argentino si tratta del campionato numero quattro in cadetteria, tutti con la maglia azzurra, con la quale ha segnato in totale 69 reti (con 44 assist totali).

Il biondo attaccante pecca del fatto di aver segnato poco in relazione ai minuti giocati, ma il lavoro svolto dall’attaccante ex Sud Tirol è utilissimo in fase di ripartenza e di “sportellate” sulla fascia sinistra, per portare la sfera il più possibile verso la porta avversaria e “smistarla” in mezzo ai compagni. I tifosi però vorrebbero che segnasse come gli altri compagni di reparto, ma se questi segnano è proprio anche grazie all’apporto che il numero 11 da alla fase offensiva della squadra.

gonzalezGonzalez è, come lo scorso anno, un motore diesel: partito in sordina (sbagliando anche un gol incredibile a porta vuota a Crotone), l’argentino piano piano ha risalito la china e ha fatto vedere le solite giocate, le solite “sgaloppate” ed i soliti bei gol, oltre a servire molti assist ai compagni. E’ nel pieno della maturità calcistica e le sue “cavalcate” (vedere l’assist per Galabinov ad Ascoli, giusto per parlare di una sua giocata recente) fanno paura a tutti gli avversari.

Sarebbe bello se i tre “tenori” andassero tutti in doppia cifra come la scorsa stagione, ma sarà molto difficile.

Chi sta riscattando un inizio di campionato difficile è Roberto Rodriguez. Lo svizzero ha patito l’inizio difficile del Novara e sulla sua “coscienza” pesano alcuni gol sbagliati in maniera clamorosa (vedere il gol sbagliato al 5′ di Avellino-Novara alla quarta giornata). Il classe 1990 non si è mai dato per vinto e piano piano ha avuto la fiducia di Baroni che lo ha fatto giocare nell’ultimo mese spesso da titolare. E lui lo ha ripagato con il gol contro la Virtus Lanciano, il primo in maglia novarese. L’attaccante numero 34 non dimenticherà quella rete, in quanto è arrivata due settimane dopo la scomparsa della madre e lui ha voluto dedicarle la sua marcatura. Ironia della sorte, anche suo fratello minore Ricardo, terzino del Wolfsburg, quel sabato 5 dicembre è andato in gol e anche lui ha dedicato la rete alla madre. L’impegno di Rodriguez alla causa è molto forte, anche se dovrà affinare la tecnica. Non manca di personalità e di spirito di sacrificio, visto che spesso e volentieri, nonostante giochi da esterno alto, ritorna nella sua trequarti a prendere palla e o far ripartire la manovra della squadra.

Chi sta deludendo le aspettative è il più giovane degli attaccanti, Jacopo Manconi. L’attaccante milanese ha finora giocato dall’inizio tre partite (Virtus Entella, Avellino, Como), subentrando a partita in corso a Terni e Salerno. Un bottino molto deficitario per il miglior attaccante venuto fuori dalla cantera di Novarello. Nonostante lo scarso minutaggio, l’unica rete segnata dal numero 28 è stata da tre punti, contro la Virtus Entella. Cinque partite su ventuno sono poca roba per chi ha giocato anche alcune partite in Under 20, ma né Toscano prima e né Baroni ora sembrano credere in lui. Ed è un peccato, perché Manconi ha un bagaglio tecnico molto importante e fa specie vederlo relegato in panchina così spesso. Si parla di un suo possibile trasferimento con il mercato invernale, giusto per farlo giocare e farlo crescere. Ma per lui vale il discorso fatto precedentemente per Beye e Schiavi: cessione in prestito e ritorno alla base a giugno per giocarsi le sue carte. A 21 anni si è ancora in rampa di lancio, ma è dallo scorso anno che si sta aspettando che il talento cristallino di Manconi sbocci definitivamente. Il tempo è dalla sua, ma qualcuno sugli spalti inizia a sbuffare.

ALLENATORE – Per quanto riguarda il discorso “allenatore”, non è bello fare paragoni tra tecnici, in quanto ognuno è diverso da un altro per schemi, tattica, motivazioni alla squadra ed altre caratteristiche tipiche di chi sta in piedi davanti ad una panchina

Il Novara lo scorso 23 giugno ha visto un cambio della guardia in panchina: fuori Domenico Toscano, dentro Marco Baroni; fuori il tecnico del double nazionale (campionato e Supercoppa di Lega Pro, come Tesser nel 2010), dentro l’ex tecnico delle abruzzesi Virtus Lanciano e Pescara, con un passato da allenatore delle formazioni Primavera di Siena e Juventus.

La tranquilla piazza novarese si è divisa sul cambio tecnico, in quanto molti volevano ancora il reggino sulla panchina azzurra, mentre molti altri non lo ritenevano adeguato ad allenare una squadra che doveva vincere il torneo di Lega Pro con più giornate di anticipo (e non all’ultima giornata) e che sicuramente in Lega B avrebbe avuto molte difficoltà. Alla fine de Salvo ha deciso e ha dato la panchina della neopromossa Novara al tecnico fiorentino in passato giocatore di Lecce e Napoli.

Baroni ha iniziato la stagione provando e riprovando i giocatori a sua disposizione ed è partito con il modulo a lui più congeniale, il 4-3-3. A Novara alcuni hanno iniziato a dubitare sull’attuazione di questo schema per almeno tre motivi: la sua difficile applicazione; la scarsa adattabilità dei giocatori in rosa; il pessimo precedente con Alfredo Aglietti, l’ultimo allenatore ad averlo utilizzato. E la cabala e la scaramanzia nel calcio sono cose su cui si può scrivere tranquillamente una tesi di laurea.

Ed il campionato non è iniziato bene: 5 punti nelle prime cinque partite e Novara ultimo alla vigilia del derby contro la Pro Vercelli. Dopo la sconfitta interna contro il Como del 28 settembre, molti tifosi hanno iniziato a fischiare all’indirizzo del tecnico, chiedendo la sua “testa” in quanto si era ancora alll’inizio del campionato ed il percorso non era ancora compromesso.

Alla fine, i fatti hanno dato ragione all’allenatore che, nonostante un leggero cambio di modulo (dal 4-3-3 è passato al 4-2-3-1), ora non sente più i mugugni di fine ottobre ma solo applausi ed urla di incitamento. Un modulo non cambia la vita, ma serve a far vincere una squadra e a portare il sorriso in un ambiente depresso quale era quello novarese: con la rosa in mano a Baroni, l’allora ultimo posto in classifica gridava vendetta.

Ovviamente, ça va sans dire, quando si vince, e si convince, è facile giocare bene, ma la squadra azzurra è formata da un Gruppo con la G maiuscola, forte ed unito, pronto a difendersi reciprocamente in caso di problemi: il Gruppo è stato vicino al tecnico nei momenti di crisi; il Gruppo è stato vicino ad Andrej Galabinov quando l’attaccante bulgaro era a secco di gol e pareva un corpo estraneo alla squadra e non appena ha ripreso a segnare, tutti i compagni sono accorsi a festeggiarlo ed abbracciarlo ,dimostrandogli un forte attaccamento; il Gruppo ha festeggiato Simone Corazza dopo le due reti consecutive segnate contro Virtus Lanciano e Perugia (l’attaccante non segnava in campionato dal 10 maggio scorso a Lumezzane). Insomma, uniti si soffre ma uniti si vince.

Ora Baroni ha la fiducia di società e tifosi, anche se molti gli imputano il fatto di aver schierato un Novara troppo aggressivo contro il Modena, per giunta in trasferta e per giunta in un campo dove gli azzurri non vincono dal novembre 1958. Il 4-2-4 di toscaniana memoria in Lega B non funziona, ma il tecnico fiorentino ha fatto di necessità virtù, non avendo a disposizione ben tre centrocampisti di ruolo e adattando Rodriguez e Gonzalez a fare gli “esternoni” di centrocampo.

Ovviamente, una sconfitta (seppur pesante) non può intaccare quanto di buono fatto vedere dal mister dalla sconfitta di Terni a oggi (undici vittorie, due pareggi, due sconfitte). Le giornate storte capitano a tutti. Anche agli “skipper”.

IL MERCATO – Il mercato invernale aprirà oggi e si chiuderà il prossimo 1° febbraio alle ore 23:ventotto giorni in cui tutti i direttori sportivi (e tutti i procuratori dei giocatori, si aggiunga) avranno i cellulari che suoneranno di continuo per cercare l’occasione giusta per cercare una nuova piazza per un giocatore che non ha trovato spazio o che voglia “cambiare aria”. Domenico Teti sarà uno di questi: direttore giovane ma molto attento, dal suo arrivo a Novara (estate 2014, Novara in Lega Pro) ha portato a casa molti giocatori di qualità e di quantità e nelle cessioni è stato attento. In pratica, fino a questo momento, Teti non ha commesso un solo errore sul mercato. Fortuna? Sì, ma in pochissima percentuale.

La storia recente azzurra racconta che non sono mai arrivati giocatori che hanno cambiato la squadra (salvo gli arrivi di Gemiti nel 2010; di Seferovic, Colombo e Crescenzi nel 2013, di Foglio, Gavazzi e della Rocca lo scorso gennaio). E’ difficile fare il colpo “che cambia la vita” ora, ma non impossibile.

Da qualche giorno, sui siti specializzati e in molte trasmissioni sportive si stanno sbizzarrendo su quali giocatori prenderà il Novara e quali saluteranno la Cupola di san Gaudenzio.

Tra i nomi in entrata, è in dirittura d’arrivo la trattativa che porta a Jacopo Dezi. Centrocampista abruzzese, è un classe 1992 ed arriverebbe dal Napoli. Con la squadra di Maurizio Sarri non è riuscito a trovare spazio e avrebbe scelto la piazza di Novara per trovare spazio, maturare definitamente e ambire ad una maglia da titolare con i partenopei il prossimo anno. Già in serie B con il Crotone (due stagioni, 72 presenze con quattro reti) ed con alcune convocazioni in Under 21 in carniere, Dezi arriverebbe alla corte di Baroni in prestito. La domanda che tutti si fanno è: sarà congeniale al Novara un giocatore che ha nelle gambe 0 presenze tra campionato e coppe?

Altri nomi in entrata sono quelli di Fabio Ceravolo della Ternana, Antonio Piccolo della Virtus Lanciano e di Matteo Mancosu del Bologna. Tre giocatori di buonissima levatura che hanno esperienze in B (l’attaccante del felsinei ha vinto la classifica marcatori tre anni fa con 26 reti quando militava nel Trapani) ma che porterebbero alla cessione, nel caso, di almeno un paio di attaccanti. Difficilmente uno dei tre arriverà a Novarello, ma nel calciomercato, estivo o invernale che sia, mai dare tutto per scontato.

Uno dei possibili partenti potrebbe essere Simone Pesce. Il centrocampista di Latina finora ha giocato solo cinque partite (di cui quattro da titolare) ed il fatto di non essere stato convocato per Modena è più di un indizio: si parla di un suo ritorno ad Ascoli, dove ha giocato già tre stagioni e mezzo in passato, di cui una in serie A quando i marchigiani erano allenati (per la parte iniziale di stagione) da Attilio Tesser. Molto legato a Novara, vista l’età non più giovanissima (compirà 34 anni il prossimo 10 luglio) potrebbe trovare nella squadra di Mangia una valida alternativa per giocare con più continuità in cadetteria e poi tornare a Novara a giugno. Con Ludi, è l’unico reduce della stagione in Serie A degli azzurri.

Si parla anche di una cessione di Moustapha Beye. Il difensore centrale doveva già partire in estate, ma alla fine è rimasto a Novarello. Visto che è un 1995, il senegalese potrebbe trovare spazio in una squadra di Lega Pro in prestito che lo facesse giocare e fare esperienza per poi tornare all””ovile”, essendo anche lui un frutto del vivaio azzurro.

Si prevede qualche fuoco d’artificio in attacco, dove sono (o sarebbero) sul piede di partenza sia Evacuo che Manconi, ma se partirà uno l’altro non si muoverà da Novara. Il Pavia parrebbe interessato ai due giocatori ed il numero 28 piace anche al Catania, squadra che ha in rosa già tre ex Novara (Bastrini, Bergamelli, Garufo).

Al club dell’elefante piaccio anche Pesce (per lui sarebbe un ritorno sotto l’Etna) e per Schiavi, mentre il Torino ha lanciato qualche “segnale” per Viola.

Insomma, voci ed insinuazioni di vario genere: da oggi la palla passa a Domenico e starà a lui, grazie anche ai “portafogli” di Massimo de Salvo, portare a casa la trattativa giusta.