
Scorcio del Lungomare di Reggio Calabria – Stretto di Messina
di Alessio Marrari
Ogni estate, migliaia di italiani originari del Mezzogiorno che si sono stabiliti al Nord intraprendono il viaggio verso le loro terre natali. Questo fenomeno, oltre a rappresentare un momento di gioia e ricongiungimento familiare, offre l’opportunità di riflettere sul percorso di integrazione e sul contributo di questi cittadini al tessuto sociale ed economico del Nord Italia. Per decenni, pregiudizi e stereotipi hanno alimentato tensioni tra settentrionali e meridionali. Si parlava di divisioni e differenze, contrapponendo gli abitanti delle diverse regioni. Questi preconcetti, oggi largamente superati, hanno rallentato un processo di integrazione che si è rivelato fondamentale per lo sviluppo dell’intero Paese. Oggi, molti di quegli italiani che arrivarono al Nord in cerca di opportunità sono diventati punti di riferimento nelle loro comunità d’adozione. Medici, insegnanti, imprenditori e professionisti di ogni settore hanno dimostrato come il duro lavoro e la determinazione possano abbattere barriere culturali e sociali. Il ritorno al Sud per le vacanze assume quindi un significato profondo. È un viaggio nel tempo e nello spazio, carico di emozioni e aspettative. Chi parte non vede l’ora di riabbracciare genitori, fratelli e amici d’infanzia. L’attesa è palpabile: il profumo del mare, i sapori della cucina tradizionale, i paesaggi mozzafiato che hanno fatto da sfondo ai ricordi più cari. Le tradizioni gastronomiche giocano un ruolo centrale in questo ritorno alle origini. Piatti tramandati di generazione in generazione diventano il pretesto per riunioni dove il cibo è solo un aspetto di un rituale sociale più ampio. Dalla pasta fatta in casa alle grigliate di pesce fresco, ogni boccone è un tuffo nella memoria. Ma non è solo questione di cibo e paesaggi. Ciò che rende unico il Sud è il tessuto di relazioni sociali che si è conservato nonostante i cambiamenti della società moderna. Le chiacchierate in giro fino a tarda notte, feste e movida che coinvolgono intere comunità sono esperienze che lasciano un segno indelebile e che si portano nel cuore anche una volta tornati al Nord. Questo legame con le proprie radici non è in contraddizione con l’integrazione nel tessuto sociale settentrionale. Al contrario, rappresenta una ricchezza culturale utile anche alla comunità di adozione. E’ anche vero che un meridionale, dopo tanti anni vissuti al nord, in molti casi maggiori di quelli trascorsi al sud, venga identificato in Piemonte o Lombardia, Veneto ecc… come calabrese, siciliano o pugliese, mentre a casa propria indicato come “nordico”, snaturando così la sensazione della propria, reale origine, ma questo fa parte dei “format popolari” diffusi negli ultimi decenni, facendo si che in tanti pongano a sé stessi la solita esilarante domanda: “ma di dove sono io adesso?” Le esperienze, i valori e le tradizioni del Sud si fondono con quelle del Nord, creando una sintesi unica che è simbolo dell’Italia unita e plurale. Il rientro al Nord, alla fine delle vacanze, è sempre un momento agrodolce. Ma chi torna porta con sé energie rinnovate, ricordi preziosi e la consapevolezza di appartenere a due mondi che, insieme, formano la sua identità. Un’identità complessa e sfaccettata che rappresenta la vera forza dell’Italia contemporanea. Ed ecco che aeroporti, stazioni ferroviarie ed autostrade trasudano gioia ed aspettative legate ai desideri più svariati: riabbracciare genitori, fratelli ed amici, sentire la salsedine sulla pelle, ricaricarsi con momenti di pregevole socialità, per poi riprendere vita ed abitudini nelle città settentrionali, con l’avvento autunnale e le altre meraviglie che contraddistinguono la vita operosa legata ad altre tradizioni meritevoli di lode, tanto quanto il ritorno alle origini.