… poi ci sono quei giorni in cui vorrei essere altrove, in un posto silenzioso, ammantato di candida neve, tra boschi verdissimi e cascate di ghiaccio. Un posto dove lo sguardo si perde nei contorni delle montagne e si ha quasi l’impressione di toccare il cielo, a bordo del treno delle nuvole…
IL TRENINO DELLE NUVOLE
Ho solo il tempo di acquistare la prelibata Tuorta de Nusch presso la storica pasticceria Hanselman che già sento il richiamo del treno: siamo in Svizzera e la puntualità è di rigore!
Sono a bordo del trenino Rosso del Bernina e in un attimo St. Moritz è sotto noi: i vagoncini si stanno già arrampicando sulla montagna. Alle nostre spalle la perla dell’Engadina e il suo lago gelato. Il sole fa scintillare la neve e il riverbero è quasi accecante mentre il treno continua a salire sfidando l’altitudine senza l’utilizzo della cremagliera.
La ferrovia retica ha da poco festeggiato il suo centenario e non ha mai smesso di viaggiare sia in estate che in inverno quando la neve, come oggi, ricopre con un manto spesso e soffice tutto il paesaggio intorno. La motrice monta una speciale grande elica che “spolvera” la neve creando suggestivi turbini di fiocchi. In certi punti il treno passa attraverso muri bianchi alti un paio di metri: una vera e propria galleria di neve.
La salita è lenta ma costante, si oltrepassano stazioncine che saltano fuori dal nulla, laghi alpini incastonati ai piedi di maestosi ghiacciati, valli coperte di boschi. Il punto più alto lo si raggiunge a circa metà percorso. Siamo a 2500 metri e il cielo è così azzurro che mi sembra di poterlo toccare. Qui, uomini coraggiosi, costruirono più di 130 anni fa un ospizio, luogo di ristoro per i viandanti che a quel tempo si avventuravano per queste valli impervie.
Riprendiamo la marcia ed inizia la discesa verso la Valtellina. Il treno passa all’interno di un bosco e poi lungo il bel Lago di Poschiavo le cui acque ghiacciate danno l’idea di un grandissimo specchio in cui si riflettono le cime delle montagne che lo sovrastano.
Ancora una sosta e dal finestrino vedo solo una pensilina col tetto rosso e una casupola, credo la stazione, che sembra uscita dalle favole. Il bianco della neve domina l’intero paesaggio e la sola nota di colore sono i vagoni rossi e il blu del cielo.
Scendendo verso Tirano il treno affronta uno dei passaggi più belli del suo percorso, il viadotto elicoidale di Brusio, un ponte in pietra che si attorciglia su se stesso tanto che chi è seduto nei vagoni di testa può vedere chiaramente la coda del treno.
Dopo aver compiuto questo “girotondo” sui binari il treno raggiunge la fine della sua corsa. Tirano ci accoglie con un’ultima, inaspettata meraviglia: la ferrovia è inserita nella stessa sede stradale e il treno sfiora le case e le auto, attraversa la piazza del paese e si ferma, sbuffando, nella sua piccola stazione.
Decisa a non mettere la parola fine a questa giornata emozionante e carica di fascino decido di raggiungere la vicina Bormio e regalarmi un pomeriggio rigenerante ai Bagni Vecchi, un tuffo nella storia del termalismo iniziato coi i Romani che già godevano dei benefici di queste acque che sgorgano a circa 36C°.
Immersa nelle vasche esterne circondate dalla neve ammiro l’ora più bella, il tramonto e saluto il sole che scompare dietro le guglie di granito.
Ho scalato le montagne, su in cima alle Alpi sino a toccare le nuvole, ho attraversato foreste e laghi, ho ammirato panorami estremi e poi sono ridiscesa per godere di un caldo bagno rilassante in una fonte millenaria.
Il mio viaggio è terminato ma il Trenino Rosso domani ripartirà di nuovo senza sosta per collegare in poco più di 50 km e in 2 ore e mezza di percorso emozionante e suggestivo l’Italia e la Svizzera, Tirano e St Moritz.
Vuoi toccare anche tu le nuvole a bordo del Trenino Rosso? saramelito@cittadinovara.com