di Simone Balocco
Undici giornate nell’economia di trentotto rappresentano il 29% del totale, meno di un terzo: poche, ma comunque abbastanza per poter fare un primo bilancio della stagione.
Dopo undici giornate, il Novara ha 14 punti in classifica frutto di quattro vittorie (due in casa; due in trasferta), due pareggi (in casa contro Carrarese e Juventus Under 23) cinque sconfitte (due in casa; tre in trasferta), con quattordici gol fatti e quindici subiti.
La squadra di Marcolini oggi è decima in classifica (ex equo con il Grosseto, che ha una partita da recuperare), ma alla luce del fatto che alcune squadre devono recuperare delle partite, nella peggiore delle ipotesi gli azzurri potrebbero scendere in classifica e iniziare a sentire l’”odore” della zona play out.
Mancano ancora ventisette giornate alla fine della regular season (con annessi 81 punti a disposizione) e nulla è compromesso (anzi…), ma visto che gli azzurri non vincono più dal 2-3 di Livorno dello scorso 21 ottobre, la squadra appare davvero molto in difficoltà e qualche spunto lo si può trarre.
Nelle ultime cinque giornate, il Novara non solo è all’asciutto di vittorie, ma ha pareggiato due partite (rimontato dalla Carrarese; rimonta interna contro la Juventus Under 23) e perse tre. Oltre tutto in malo modo: a Sesto la squadra sembrava imballata (e non solo per la nebbia), a Lecco è praticamente sparita nella ripresa (unico tiro in porta è stato fatto a ridosso del 90’) e domenica contro il Renate (per carità, la prima della classe e da anni una realtà della Serie C, di cui rappresenta la città più piccola di tutti i gironi) nonostante gli azzurri abbiano avuto (ai punti) più spunti, gli avversari non solo hanno pareggiato, ma al 92′ hanno trovato la via del gol. Se il gol vittoria del Novara fosse arrivato al 92′, non si potrebbe dire nulla, ma visto che a segnare sono stati gli avversari, il discorso cambia.
I tifosi sono molto scontenti, soprattutto delle ultime due sconfitte che hanno visto un Novara incapace di farsi vedere pericoloso dalle parti del portiere avversario. E il cambio di allenatore sembra (addirittura) aver peggiorato le cose, visto che Marcolini ha conquistato un punto in tre giornate. Per non parlare della pochissima lena da parte degli attaccanti, perché a parte Panico e Gonzalez, l’apporto dato fin qua da Cisco e dai nuovi arrivati Lanini e Zigoni è nel complesso negativo: il numero 26 è stato sostituito domenica già nell’intervallo; l’attaccante ex Juventus Under 23 e Como, nonostante l’impegno non incide, e l’attaccante classe 1991 ha sbagliato due gol colossali a tu-per tu-con il portiere brianzolo Gemello. Che per carità, anche i grandi attaccanti sbagliano gol banali, ma Zigoni è da inizio campionato che appare impreciso in area di rigore (e ha segnato solo una rete finora).
Una lancia nei confronti di Marcolini è però da spezzare: allena il Novara dal 3 novembre; non conosce (magari) ancora bene i suoi ragazzi e usa uno schema diverso rispetto a Banchieri e i giocatori devono ancora ingranare. Ma questo discorso in sua difesa vale fino ad un certo punto.
Cosa fare? Molti tifosi rimpiangono Banchieri, altri danno la colpa ad alcuni nuovi giocatori che non sembrano all’altezza della situazione e non sono in grado di far fare (a oggi) il salto di qualità alla squadra, altri sostengono che mister Marcolini abbia commesso degli errori non solo di impostazione della squadra, ma anche di non saper leggere le partite. Ma il tifoso, che non è un addetto ai lavori ma è quello che tifa e vorrebbe la propria squadra vincere sempre, ci mette due secondi a fare riflessioni di questo tipo, mentre per squadra, allenatore e dirigenza il lavoro è più complicato. Per carità, manca tanto alla fine della stagione, ma a oggi il Novara non giocherebbe i play off, il “minimo sindacale” chiesto dai tifosi.
Nonostante queste negatività, nel Novara si sta imponendo un giocatore che sembra essere molto più in palla dei compagni e che sembra essere davvero il giocatore in più. Non è un giocatore arrivato con il mercato estivo, ma uno che nel suo piccolo ha fatto la storia della squadra negli ultimi otto anni e che sembra vivere un’altra giovinezza: Daniele Buzzegoli.
37 anni lo scorso 7 maggio, Buzzegoli, capitano della squadra, è a oggi (insieme ai vecchi Lanni e Bianchi) il giocatore in più di questo Novara, quello imprescindibile, quello più forte, quello più tecnico. In pratica, l’ancora di salvataggio. E i fatti sono dalla sua parte: dodici partite giocatore finora tra Coppa Italia e campionato, con un bottino di cinque reti ed un assist. In pratica, a 37 anni “Buba”, di “professione” mediano, è il top player del Novara.
E pensare che oggi come oggi, Buzzegoli non dovrebbe neanche giocare: il numero 10 toscano si sarebbe dovuto ritirare al termine della scorsa stagione, ma visto che il Covid-19 ha interrotto il campionato a marzo, il giocatore (che aveva un contratto fino al 30 giugno 2020), ha deciso di continuare (di concerto con la società) fino al prossimo 30 giugno: allora, a 38 anni, si ritirerà definitivamente e incomincerà ad allenare.
E oggi Buzzegoli sembra essere l’unico che non solo ha una marcia in più rispetto ai compagni, ma segna con maggiore frequenza (una rete ogni 2,75 partite): lui, mediano, ha segnato quanto Gonzalez, Zigoni, Lanini e Cisco messi insieme, gente che dovrebbe avere un maggior feeling con il gol rispetto ad uno che gioca davanti alla difesa e che deve fare ricominciare le azioni. E anche domenica contro il Renate, il numero 10 azzurro è stato il migliore in campo, anche se al 53’ Marcolini lo ha sostituito con il collega di reparto Mbaye, alla seconda presenza in azzurro.
Molti si sono chiesti come mai il mister abbia tolto il migliore in campo con davanti ancora 35 minuti di match (ed il risultato non ancora in cassaforte) per un compagno di reparto sì più giovane, ma che non ha ancora il ritmo partita nelle gambe (prima di giocare domenica a Lecco gli ultimi minuti di partita, non giocava addirittura dal febbraio 2019).
C’è da dire che Buzzegoli a oggi è diffidato (alla prima ammonizione, salterà il match successivo) ed è giusto preservarlo, ma la scelta ha lasciato tanti (se non tutti) perplessi.
Su Daniele Buzzegoli si sono sprecati gli aggettivi: 175 presenze, ventuno gol, quindici assist e capitano della squadra da quando è tornato sotto la Cupola nel gennaio 2019. I tifosi vorrebbero che qualche scienziato lo clonasse, così da avere sempre un “Buba” di ricambio. In più occasioni è stato decretato man of the match,
37 anni sono sempre 37 anni e, a dirla tutta, anche lui, in queste undici partite di campionato, non è stato sempre perfetto (contro la Juventus Under 23 ha subito la verve dei giovani bianconeri e ha commesso diversi errori), ma Buzzegoli è l’imprescindibilità di questo Novara. Anche perché se si vuole fare bene in Serie C (quindi lottare per i piani alti della classifica e puntare alla promozione in Serie B), non ci si può affidare solo ai giovani, ma in terza serie si va avanti anche grazie a giocatori navigati (leggasi il Novara di Tesser nel 2009/2010, il Novara di Toscano nel 2014/2015 oppure il Monza della scorsa stagione).
Daniele Buzzegoli oggi non solo è il capitano, ma è la guida, il faro, colui che deve prendere per mano la squadra e tirarla fuori da questa crisi di risultati.
Lo ha fatto tante volte in carriera ed i tifosi sperano che non smetta mai di farlo: i tifosi vogliono tornare a sognare e Daniele Buzzegoli da Lastra a Signa ha la testa, i piedi ed il cuore per fare tornare grande il Novara.
Ma anche tutta la squadra deve aiutarlo in questo momento.
immagine in evidenza tratta da www.tgnovara.it