Di Alessandro Berardi
Novara – Giovedì 14 novembre alle ore 18:00, presso il Teatro Coccia di Novara si è tenuto l’interessante evento “L’Artigianato Che Ci Piace”.
Tra i relatori di spicco c’era il Prof. Vincenzo Schettini, fisico e influencer seguito da circa due milioni di persone sui social e YouTube. Schettini, noto per la sua capacità di rendere la fisica una materia coinvolgente e divertente, ha condiviso il palco con il regista e attore Paolo Ruffini, lo psicoterapeuta e Presidente dell’Associazione Nazionale delle Dipendenze Tecnologiche Dott. Giuseppe Lavenia e la giornalista Rai Micaela Palmieri.
L’evento, organizzato in occasione della Settimana del Sociale di Confartigianato, aveva l’obiettivo di promuovere l’artigianato come opportunità di realizzazione personale e professionale per i giovani.
Durante la serata, si è discusso dell’importanza di preservare le professioni tradizionali, come quella del sarto, che rischiano di scomparire. È stato messo in evidenza quanto sia fondamentale suscitare nei giovani l’interesse per queste arti, magari attraverso incontri organizzati dalle scuole che permettano loro di entrare in contatto diretto con tali professionisti e “toccare con mano” il loro lavoro.
“Un tempo, i ragazzini – spiega il Dott. Giuseppe Lavenia – avevano maggiori opportunità di avere un approccio diretto con il mondo del lavoro, ad esempio, aiutando e allo stesso tempo apprendendo quello che facevano la mamma o il papà.
Certe leggi, possono aver limitato esperienze pratiche di lavoro che in passato avrebbero permesso ai giovani di imparare un mestiere direttamente dalle loro famiglie o nelle aziende locali.
Solo con il “contatto diretto”, ci si può appassionare ad alcuni mestieri. Inoltre, la situazione attuale del mondo del lavoro, non aiuta”.
Un altro argomento chiave dell’evento è stato il rapporto dei giovani con internet, i social media e gli smartphone.
Il Dott. Giuseppe Lavenia ha sottolineato che non bisogna proibire questi strumenti, ma piuttosto accompagnare i giovani in un percorso di responsabilizzazione verso un uso più moderato e consapevole.
Ha anche evidenziato l’importanza del ruolo dei genitori nel guidare e supportare i giovani in questo percorso, assicurando che utilizzino queste tecnologie in modo positivo e costruttivo.
Inoltre, ha aggiunto, che l’eccessivo uso degli smartphone, i social media e internet, penalizzano la socializzazione e influiscono su alcuni aspetti caratteriali dei giovani, come ad esempio, il livello d’attenzione.
Il Prof. Schettini, invece, ha parlato delle connessioni tra la fisica e l’artigianato, evidenziando come la conoscenza scientifica possa migliorare le tecniche artigianali e portare a innovazioni nel settore.
Ha anche condiviso aneddoti divertenti e curiosità scientifiche, divertendo e allo stesso tempo, incuriosendo i presenti.
Un altro argomento di cui si è parlato e di come alcune tecnologie, come l’intelligenza artificiale, possano costituire una risorsa in tanti settori ma, allo stesso tempo, sostituire sempre più la mano d’opera dell’uomo.
Paolo Ruffini ha commentato: “L’intelligenza artificiale ha un solo problema: non sbaglia mai. Il bello dell’essere umano è che sbaglia meravigliosamente.”
Infine, l’attore toscano ha parlato della bellezza della parola “artigiano”, che contiene in sé la parola “arte”. Ha condiviso una profonda riflessione: “Il contrario di vita non è morte, ma amore, perché la vita finisce, l’amore resta. L’amore è la parte artigianale della vita.”
Gli spettatori hanno apprezzato la qualità degli argomenti trattati e la possibilità di essere coinvolti e di confrontarsi in modo costruttivo e divertente, sia con il Dott. Lavenia che con i due “ospiti d’onore” Vincenzo Schettini e Paolo Ruffini.
Di seguito, l’intervista con il Prof. Schettini.
In esclusiva, per cittadinovara.com ho il piacere d’intervistare il professore\influencer (ma anche fisico, musicista, docente, youtuber e tiktoker) Vincenzo Schettini.
È autore del libro “La Fisica che ci piace” (edito da “Mondadori”) ed è molto popolare sui social.
Grazie alla sua empatia, semplicità, capacità comunicativa e ad un metodo d’insegnamento innovativo, è riuscito a far appassionare e avvicinare al mondo della fisica, persone di tutte le età.
Da quanto tempo insegna fisica? Come mai si è avvicinato a questa materia?
“Insegno fisica da quasi 20 anni. Mi sono avvicinato a questa materia per gioco, guardando i film di fantascienza che mi attraevano. Da quel momento, mi sono appassionato alla scienza.”
Ha unito i social con la fisica: che cosa l’ha portata a compiere questa scelta?
“La creatività: sono una persona creativa e ho immaginato che la fisica sui social potesse avere successo, e sembra che abbia funzionato (ride)”.
Meglio insegnare in presenza oppure on-line?
“Assolutamente in entrambe le modalità, sia in presenza che online”.
Che cosa pensano i suoi studenti di lei?
“I miei studenti, sono contenti e curiosi. Mi pongono tante domande, fanno lezione con me, mi chiedono le foto, vengono interrogati… Un po’ di tutto (ride)”.
Invece, i colleghi, come hanno giudicato questa sua scelta?
“L’hanno giudicata positivamente, perché mi conoscono. Sanno che sono una persona creativa, quindi si aspettavano questa uscita un po’ “pazza”…”.
Pensa che gli attuali metodi d’insegnamento avrebbero bisogno di un rinnovamento per coinvolgere e far appassionare maggiormente gli studenti alle materie di studio?
“Alcuni metodi sì, anche se ci sono dei metodi d’insegnamento altrettanto validi, alcuni un po’ tradizionali…”.
Lei ha anche scritto un libro, dal titolo “La fisica che ci piace”, proprio come il nome dei suoi canali social, in cui parla di fisica: che cosa l’ha spinta a cimentarsi anche nel mondo della scrittura? Cosa vuole comunicare tramite il suo libro?
“Scrivere il libro è stata una sfida. Mi ha spinto il mio carattere di persona che vuole sfidarsi e ho voluto prendere quest’altra sfida e portarla avanti. Sono contento di averlo fatto perché sono cresciuto. In realtà, chi legge “La Fisica che ci piace” scopre qualcosa in più di me e scopre anche che la fisica ci circonda in ogni momento”.
Una curiosità su quanto accennato anche dal Dott. Lavenia, in merito all’apprendistato e al mondo del lavoro: che cosa ne pensa della situazione attuale?
“Penso che bisognerebbe tornare a fare l’apprendistato come una volta, quando i ragazzi erano più giovani. Si è persa un po’ questa possibilità ed è un vero peccato. Certi mestieri si imparavano da giovanissimi”.