Si è svolta Domenica scorsa 31 Agosto la 21ma edizione della Traversata Angera-Arona, una manifestazione inclusa nelle “nobili dei Laghi”
La manifestazione è nata nel 1994, organizzata dalla Pro Loco Arona e dalla Arona Nuoto con il patrocinio del Comune e oggi, la collaborazione dell’Associazione degli Amici del Lago e dei Motoscafisti Basso Lago Maggiore.
Si tratta di una nuotata assolutamente non competitiva aperta a tutti gli appassionati dello sport d’acqua. Ben 1.200 mt da percorrere tra la sponda lombarda e quella piemontese del Lago Maggiore. Partenza da Angera ad arrivo ad Arona presso il porticciolo storico di piazza del Popolo.
Nel corso degli anni la grande popolarità ed il successo di questa iniziativa hanno visto crescere moltissimo il numero dei partecipanti. La prima edizione ha visto partire 120 nuotatori, l’ultima, nel 2013 più di 600!
Record di iscritti invece quella di Domenica, ad Arona, ben 870 nuotatori nel complesso!
Fra i partecipanti, per la prima esperienza nel genere sui 1200 metri che separano le due località del Lago Maggiore, la novarese Alessia Damnotti, classe 2002, una delle più giovani iscritte, emozionata ma determinata, seppur la non competitività della manifestazione.
Dopo il traghettamento sulla sponda lombarda, Alessia asieme ai propri colleghi di nuotata è partita alle ora 11:30 circa, raggiungendo Arona dopo circa 18 minuti, fra i primi 20 nuotatori arrivati a “toccare terra”. L’atleta novarese, che milita però a livello agonistico per Nuoto Club Vigevano presso la piscina Mondetti di Vigevano, seppure come prima esperienza di traversate in acque libere si può ritenere più che soddisfatta del risultato ottenuto nella non competitiva ha già espresso il desiderio, il prossimo anno, di cimentarsi nella distanza agonistica, 2400 metri, Arona-Angera-Arona, che ritiene alla propria portata con l’allenamento specifico del caso. Alessia desidera complimentarsi per l’ottima organizzazione della manifestazione, curata fin nei minimi particolari.
Intervista autorizzata dal Sig. Paolo Damnotti, padre dell’atleta Alessia.
(non abbiamo minimamente modificato le risposte dell’atleta, crediamo nella spontaneetà e nei valori che, i giovani, debbano trasmettere ai propri coetanei.)
Ciao Alessia e benvenuta su cittadinovara.com, ci illustri la traversata di domenica scorsa?
È stata bella, organizzata bene, sinceramente pensavo fosse più pesante sia fisicamente che psicologicamente, visto che la mia gara più lunga era di 400 metri in meno rispetto alla traversata. Era la mia prima esperienza in acque libere, quindi non sapevo come era l’acqua anche perché non ho mai neanche fatto il bagno nel lago. Alla partenza avevo paura perché alcuni miei compagni di nuoto mi avevano detto che spingevano e ti facevi male. In effetti al via spingevano tutti e nuotare era una parola grossa, chi tirava calci, chi sbracciava e chi era esaltato di arrivare per primo. Io ho aspettato qualche minuto a partire (anche perché il via lo hanno dato su una barca molto più in la e io non attenta non ho sentito), appena sono partita ho subito pensato che seguire la folla, non aveva senso, erano tutti più grandi di me o chi della mia età, dovrei superare la maggior parte delle persone, così ho tagliato in due la folla e mi sono messa di lato. Ogni tanto alzavo la testa per vedere il traguardo, avendo gli occhialini di conseguenza il vetro esterno era pieno di gocce, non permettendomi così di vedere chiaramente così guardavo la folla. Avevo avvistato l’ obbiettivo, ma per guardare dove andavo mi ero accorta che mi ero staccata di più una 20ina di metri dalla folla. Non mi sono riattaccata a essa fino a quando non arrivavi fino alla fine che le canoe ti facevano seguire un tracciato ben preciso per poi farti uscire dal lato sinistro (alla mia sinistra) su una rampa in muratura che portava a Piazza del Popolo, dove tutti aspettavano: c’era Radio Blu che teneva aggiornati i risultati, tu dovevi andare a prendere la tua sacca la quale aveva il numero della tua boa legata in vita (il mio era 334) e poi c’era una grossa tavolata piena di cibo e da bere. Nuotare nel lago è stato bellissimo, anche se non posso raccontare molto visto che non si vedeva molto nel lago, era pieno di alghe e plancton. Mi sono divertita tantissimo, poi ero felicissima di avere incontrato l’allenatrice dei più piccoli Desiree Marongiu, con Alberto Patti mio compagno di nuoto del 2005 che ha fatto i 400 costeggiando il bordo del lago e sua mamma Lorena Allegri che mi ha accompagnato sul traghetto per Angera e accompagnato alla partenza un poco più in là di dove il traghetto ci faceva scendere.
Che grado di difficoltà hai riscontrato e che allenamento è necessario per adempiere tale impresa?
Pensavo fosse “peggio” fisicamente la traversata, mi sono tenuta in allenamento tutto Agosto con costanza nella piscina di Trecate, grazie anche agli allenamenti dati dalla mia allenatrice Eliana Rampini
Ci è giunta già la notizia riferita alla tua scelta di compiere la traversata agonistica l’anno prossimo, siamo curiosi di sapere quale “ricetta” concretizzerai per raggiungere l’obiettivo…
Sì, mi piacerebbe. Si tratta di 2400 metri, si parte da Arona e si raggiunge una boa gialla, arrivati alla boa bisogna girarla all’esterno e raggiungere l’altra boa poco distante. Bisogna girare anche intorno anche a quest’ultima e ritornare dove si è partiti. Non penso che richieda più allenamento estivo di quello che ho fatto quest’anno perché quello che conta è quello durante l’anno di allenamento, poi quello estivo è solo per mantenere il lavoro di quello
Quanti anni hai? Che classe frequenti? Come fai a far conciliare studio ed impegni sportivi importanti? Forse troppe domande insieme ma sai che ci piace conoscere ciò che rende una ragazza diligente anche un’autentica sportiva.
Ho 12 anni e devo andare in 2° media. È vero, ho tanti compiti, ma quando hai forza di volontà e vuoi finirli per poi andare a nuotare nessuno mi ferma. Ammetto che ci sono stati dei momenti di difficoltà per i troppi compiti, ma ce l’ho sempre fatta. Per me il nuoto è divertimento e mi scarica dalle tensioni scolastiche. Non posso dire che lo faccio solo per divertimento perché lo faccio anche perché ho degli obbiettivi.
Quanto è importante per te la scuola? Vedi il nuoto nel tuo futuro?
Non posso dire che mi piace la scuola, perché mentirei. Mi piace sì, ma alcune volte pensano che esista solo questa e ti riempiono di compiti, però poi ti incitano a fare sport. Spero e vorrei che il nuoto fosse il mio futuro. Anche perché come già detto in precedenza ho degli obbiettivi che vorrei arrivare, ma alcuni potrò farli solo tra qualche anno.
Nuoto a parte cosa vorresti fare da grande?
Non ho ancora le idee ben chiare, cambio molto spesso, ma in questi ultimi tempi penso o di fare l’architetto, o l’ingegnere, o per rimanere in tema di nuoto mi è sempre piacerebbe insegnare ciò che so su questo sport, quindi mi piacerebbe fare l’istruttrice.
Sei cresciuta all’interno delle società sportive novaresi adesso in forza a Vigevano in Lombardia, come mai questa scelta?
Sono stata costretta, a Novara mi sono trovata bene nella mia vecchia società “dove sono cresciuta” ovvero quella dove andavo ormai 3 anni fa. Poi questa società purtroppo non ce l’ha fatta ed è chiusa. Ho cambiato società e sono sempre andata in una novarese. La piscina dove ci allenavamo non era adeguata all’attività agonistica, tanto che mi sono fatta male, questo male me lo porto ormai dietro da molto. Era l’unica società sopravvissuta e io non mi trovavo bene. Invece adesso mi trovo bene, devo ringraziare i miei soprattutto mio papà che si fa chilometri e chilometri per portarmi agli allenamenti e anche per portarmi alle gare.
In Lombardia è più facile emergere o lo è di più sul territorio piemontese?
È di gran lunga più facile emergere in Piemonte, sia per il numero di iscritti molto inferiore sia per il regolamento diverso. In Lombardia siamo moltissimi se arrivi tra i primi 10 in Lombardia vorrebbe dire tra i primi 5 in Piemonte. Alle finali lombarde accedono solo un tot di atleti una cosa che in Piemonte non c’è quindi è più facile, ma hai un obbiettivo in meno visto che devi arrivare tra quelle tantissime ragazze fra i primi per passare “alla fase successiva”.
Qual’è il tuo portafortuna?
Io ho tanti porta fortuna, alcuni li tengo a casa e altri li porto anche in giro. Il più vecchio è il mio primo costumino di quando non avevo neanche un anno e facevo i corsi con la mamma. Il più recente invece è il puffo sul blocco di partenza con gli occhialini. Poi ho la musica che è il mio portafortuna da sempre.
Il tuo motto? Se ne hai uno…
Non ho un motto vero e proprio.
Gli allenamenti caratterizzati da intensità ed impegno, ti riesce tutto facile o sei costretta a combattere con te stessa per il raggiungimento dei risultati?
Dipende, in alcuni casi durante l’allenamento (soprattutto quando ci dobbiamo preparare per gare importanti) nelle fasi più dure sei pronto ad arrenderti, ma poi pensi quanta fatica hai fatto per arrivare fino a lì e ti ritorna la carica, a me funziona sempre; anche se qualche volta me la prendo con me stessa se non ho fatto il tempo o non ho raggiunto l’obbiettivo che mi ero aspettata mi butto giù con il morale e peggioro solo le cose.
Quanto è importante l’appoggio dei genitori nel conseguimento di ciò in cui credi?
Molto, sono loro che quando mi butto giù, mi fanno capire dove ho sbagliato e perché ho sbagliato. Devo ringraziare mia mamma che è stata lei a farmi conoscere questo mondo, non sto scherzando, ma io ho incominciato a “nuotare” da molto piccola con lei. Aveva paura che io avessi il terrore dell’acqua, ma senza volerlo io mi sono affascinata a questo mondo. Devo un grande grazie ai miei perché mi portano fino a Vigevano ogni giorno e mi sostengono a ogni mia scelta.
Doveroso quanto sentito l’ “in bocca al lupo” ad Alessia dallo staff del nostro sito. Che siano questi i giovani di valore ad essere “maestri” e buon esempio per la gioventù odierna.
Brava Alessia!