di Caterina Zadra
“Cammino dei diritti di chi?”
Sembrerebbe questa la questione posta dai genitori dell’Agesc, e la esprimono all’Assessore Patti con estrema pacatezza anche se con profonda perplessità. L’incontro al centro del dibattito e organizzato dal Comune è stato uno degli incontri del ciclo “Il cammino dei diritti”. Francesca Vecchioni, attivista e mamma omosessuale, è stata invitata a parlare di diritti e allo stesso appuntamento sono state invitate le scuole, invito partito dall’assessorato novarese. Ora: nulla vieta alla scrittrice Vecchioni di presentare il suo libro nella bella cornice del Brera di Novara. Sperando che la sua sia stata una presenza gratuita (spiacerebbe poi dover chiedere se il Comune abbia speso i soldi dei contribuenti in questo modo), quello che necessita di chiarezza è quello che chiedono i genitori: «Speriamo vivamente che l’assessorato si sia assicurato che gli istituti coinvolti abbiano ottenuto il consenso informato dei genitori» e poi «quale sia la correlazione fra i diritti dell’infanzia e l’incontro».
Analizzando il primo punto sarebbe utile sapere se l’Assessorato ha agito nel pieno rispetto del consenso informato da circolare Miur. Perché non si possono difendere dei diritti calpestandone degli altri, nella fattispecie informare dettagliatamente circa la natura dell’evento al quale si invitano gli studenti, permettendo ai genitori liberamente di decidere. Speriamo non si sia deciso di nascondere volutamente la delicatezza tematica dell’evento alle scuole o ai genitori (sarebbe il colmo per una amministrazione che dice di essere trasparente). Sarebbe sgradevole dover ipotizzare che i ragazzi siano stati utilizzati, all’insaputa loro e dei loro genitori, per permettere una sala piena e un pubblico ignaro.
Sul secondo punto l’assessore assicura, nella sua lettera ai genitori del 30 Novembre, che non c’e correlazione alcuna fra le date degli incontri e la data dei diritti del fanciullo, perchè scelte liberamente dal Circolo dei Lettori. Bene. Peccato che pochi giorni prima rilascia un comunicato stampa nel quale leggiamo quanto segue: “Nell’imminenza della ricorrenza del 20 novembre, sono state proposte tre iniziative pubbliche, che sottolineano le tematiche della Giornata. La prima iniziativa è un ciclo di incontri promosso dall’assessorato in collaborazione con il Circolo dei Lettori, ed intitolato “Il Cammino dei diritti”. Quattro momenti dal 20 novembre al 10 dicembre, nel corso dei quali il tema dei diritti sarà affrontato secondo diverse angolature visuali. Il primo dei quattro appuntamenti è con Francesca Vecchioni che presenterà il suo libro “T’innamorerai senza pensare” (alle ore 11 presso l’Auditorium dell’istituto civico musicale Brera). I primi tre appuntamenti sono riservati alle scuole (necessaria la prenotazione), mentre l’ultimo sarà aperto al pubblico, ai genitori e a gli educatori.” Quindi la domanda rimane inevasa: di quale diritto si tratta quindi? E di chi?
L’ultimo degli appuntamenti di questo ciclo, considerato appuntamento importante per la formazione indirizzato a insegnanti, educatori e genitori sul tema del contrasto della violenza sulla donna del 4 dicembre sempre inerente al ciclo “Il cammino dei diritti”, sembrerebbe essere stato giudicato poco interessante al di fuori delle 8 presenze nel pubblico, almeno 6 delle quali dell’entourage o simpatizzanti politici della giunta.
L’articolo scritto dalla Stampa interpella anche la scrittrice. Credo non sia questo il problema o un voler cercare antitesi dove non esiste. Lei può parlere ovunque e con chiunque voglia consapevolmente recarsi a quegli incontri. Il punto è qui: chi ha aderito sapeva di quale tematica si parlava? E se ha aderito lo ha fatto consapevolmente? Di quale difesa dei diritti del fanciullo si tratta?
Giustamente, i genitori chiedono chiarezza.