L’esperienza e la freschezza: Daniele Cacia e Filippo Nardi

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di Simone Balocco

 

Il Novara targato Viali, alla luce della 24a giornata di campionato (0-0 interno contro il Piacenza domenica), è ottavo in classifica con 34 punti (a pari merito con il Pontedera, ma con gli azzurri avanti negli scontri diretti), ha segnato 29 reti e ne ha subite diciotto. Ma la classifica del campionato potrebbe avere scossoni tellurici non appena chi di dovere si pronunciare sulla questione Pro Piacenza, Cuneo e Lucchese, con gli emiliani prossimi all’esclusione dal campionato e le altre due squadre, se non escluse, fortemente penalizzate in classifica.

Il Novara è in serie positiva da sedici giornate, dal pareggio casalingo contro l’Arezzo dell’11 novembre: da allora 26 punti, alla media di 1.62 punti a partita.

Domenica prossima la squadra del presidente Massimo de Salvo sarà impegnata in un altro impegnativo test casalingo: arriverà la Carrarese del duo Tavano-Caccavallo, ventinove gol in due (sui 50 segnati dai toscani) e quarta in classifica. All’andata i carrarini si imposero 4-2, segnando la prima delle finora tre sconfitte in campionato del Novara, la prima (e finora) unica lontana dalle mura amiche.

Analizzando questo girone A di Serie C, si nota che i distacchi iniziano a diventare importanti tra la prima in classifica (la Pro Vercelli) e la decima (il Pisa): dodici punti tra la squadra che sarebbe promossa (a oggi) direttamente in Serie B e l’ultima della griglia play off promozione del girone. Eppure il campionato (giunto al 63% del suo percorso) non ha ancora una vera squadra-padrona.

Il Novara, partito ad inizio stagione con ambizioni importanti, dopo un autunno difficile dal punto di vista dei risultati, da inizio dicembre ha preso un altro andi: non gioca un grande calcio, fa fatica in molte occasioni ma fa risultato ed in sei casi ha raddrizzato il risultato in suo favore pareggiando lo svantaggio iniziale. E questo è molto importante, visto che i campionati si decidono in base ai punti realizzati e non per il tipo di gioco espresso.

Se analizziamo la rosa azzurra, si nota che la squadra (25 giocatori a disposizione di mister Viali), è un bel mix di giocatori di esperienza, giocatori di categoria e giovani molto interessanti. E anche nel mercato invernale, il diesse Carlalberto Ludi si è mosso bene.

Analizzando la rosa, sono due i calciatori azzurri che stanno facendo un campionato importante (senza nulla togliere agli altri, si intende). Due che ricoprono ruoli differenti (uno attaccante, l’altro centrocampista), nonché di età differente (quindici anni di differenza tra loro). Due giocatori con una carriera diversa alle spalle: uno è forse l’attaccante più forte della categoria (se la gioca con “Ciccio” Tavano, Pablo Granoche e Luigi Castaldo), l’altro uno dei centrocampisti Under 20 più interessanti dell’intera terza serie nazionale e ha davanti a sé (praticamente) tutta la carriera. Uno ha avuto l’onore (il primo e, finora, unico in Italia) di aver segnato sia alla Juventus “A” sia alla Juventus “B” ed è il capocannoniere del Novara con dieci reti, mentre l’altro gioca con personalità a centrocampo nonostante sia molto giovane, confermando ciò che cantava Francesco de Gregori nel ritornello de “La leva calcistica della classe ’68” (“un giocatore lo vedi dal coraggio/dall’altruismo e dalla fantasia”). Stiamo parlando di Daniele Cacia e Filippo Nardi.

Cacia, classe 1983, è il secondo giocatore più agée della squadra (il primo è Daniele Buzzegoli, che ha sei mesi e sedici giorni in più di lui) ed è un vero bomber: prima punta di peso, ha giocato (e segnato) in tutte le categorie professionistiche ed è uno che ha confidenza con il gol. Il giocatore è giunto a Novara (da svincolato) lo scorso 22 agosto (il giorno prima del suo compleanno), reduce da una stagione così così a Cesena, dove aveva disputato solo sedici partite a causa di un alcuni problemi fisici che lo hanno portato a giocare poco, ma il suo curriculum “calcistico” è degno di nota: 444 presenze tra i professionisti, 167 reti segnate complessivamente e attualmente è il secondo marcatore di sempre nella storia della Serie B con 134 reti, una in meno del primatista Stefan Schwoch che detiene il record dalla stagione 2007/2008.

Cacia, come prestazioni, ricorda gli ultimi due bomber-corazzieri del Novara: Andrej Galabinov e Felice Evacuo. E contro la Pro Vercelli, lo scorso 3 novembre, l’attaccante calabrese ha segnato il suo 150° gol da professionista: anche Felice Evacuo segnò il suo centocinquantesimo gol da professionista indossando la maglia del Novara (gol al Monza in casa su rigore l’11 gennaio 2015). La sua prima rete in maglia azzurra è arrivata subito alla prima partita di campionato (in realtà al quarta, secondo il calendario) in casa contro la Juventus B: gol in rovesciata dopo appena trentotto secondi dal calcio d’inizio.

Cacia era già stato anni fa accostato al Novara, ma non ci fu mai un accordo: meglio tardi che mai, visto che il numero 21 azzurro è sempre sul pezzo, tanto da essere ora il capitano della squadra dopo la cessione di Marco Chiosa.

Molti tifosi (anche non del Novara) davano per “bollito” l’attaccante ex Piacenza, Lecce e Ascoli: troppo in là con gli anni, un fisico non più perfetto, una forma lontana dall’essere accettabile e giocatore non in grado di dare quel quid in più alla squadra. E visto il campionato che sta disputando Cacia, le critiche possono essere tutte rimandate al mittente. Alla faccia del “bollito”.

Ma parliamo della bella sorpresa di questo campionato del Novara, Filippo Nardi.

Pippo” ha quindici anni in meno di Cacia ed è nato a Montebelluna il 3 marzo 1998. Al tifoso del Novara, la cittadina di Montebelluna, 31 abitanti in Provincia di Treviso, fa venire in mente una sola persona: Attilio Tesser, uno che non ha bisogno di presentazioni.

Sono tre stagioni che “Pippo” Nardi fa parte del giro della prima squadra del Novara: ha debuttato in azzurro il 6 maggio 2017 quando mister Roberto Boscaglia decise di gettarlo nella mischia contro il Cesena, al “Manuzzi”, alla penultima giornata di campionato, giocando poco più di un quarto d’ora. Nardi, maglia numero 33 sulla schiena, giocò anche un altro quarto d’ora il turno successivo in casa contro la Virtus Entella.

La stagione scorsa il centrocampista veneto non è mai sceso in campo, nonostante abbia ricevuto sette convocazioni, mentre in questa stagione, da metà dicembre, è titolare fisso: un po’ perché qualche giocatore con più esperienza non ha fatto bene, un po’ perché il ragazzo merita di giocare titolare e viene costantemente applaudito ed incitato dai tifosi.

Nardi ha iniziato a giocare nei “pulcini” in una squadra della provincia per poi passare al Treviso, al Vicenza per poi tornare al Montebelluna (squadra che tra il 1982 ed il 1985 era avversario del Novara in Serie C2) in Serie D. Con i veneti, aveva giocato 28 partite e segnato una rete nella stagione 2015/2016, debuttando a 16 anni.

Dal Montebelluna era passato poi a Novarello, militando nella Primavera di Giacomo Gattuso, distinguendosi anche li per personalità, grinta e tocchi interessanti. Strizzando l’occhio al fatto che si sarebbe allenato in un centro sportivo all’avanguardia con il fatto di poter “spiare” i giocatori della prima squadra e tratte spunto per approfondire la tecnica.

Complessivamente, Filippo Nardi ha giocato sedici partite (dodici di campionato), partendo otto volte dall’undici iniziale. Una partita su tutte: la sfida di Coppa Italia contro la Lazio, con il biondo centrocampista in campo per tutti i novanta minuti (più recupero), dimostrando personalità nonostante i suoi avversari a centrocampo avevano nomi pesanti (Leiva e Milinkovic Savic, su tutti). Nelle altre partite disputate, ha sempre preso voti compresi tra la sufficienza e la più che sufficienza.

Se Cacia, nonostante i 35 anni di età, lotta su ogni pallone, è sempre pericoloso e si vede che è un giocatore di esperienza che ha giocato ad alti livelli, Nardi, in compenso, ha tutto dalla sua: voglia di fare; voglia di dimostrare che a 20 anni si può essere una colonna di una squadra che mira alla promozione in Serie B; voglia di aiutare i compagni a fare bene su ogni campo della categoria.

Nardi fa parte di quella schiera di giocatori che dal settore giovanile del Novara hanno fatto il salto in prima squadra: da Mattia Maggio a Paolo Faragò, da Bruno Fernandes a Jacopo Manconi, da Nicolas Schiavi a Francesco Vicari, dai “Lorenzi” Dickmann e Montipò fino a Moustapha Beyé, Antonio Lukanovic, Moutir Chaja e Matteo Stoppa solo per citarne alcuni. E di quelli che oggi non giocano in prima squadra, alcuni giocano in Serie A o in Serie B.

La Primavera azzurra è stata sempre un serbatoio per l’allenatore della prima squadra e in questa stagione (anche per un discorso di “under”), Viali può contare su sette giocatori che lo scorso anno hanno vinto, sotto la gestione Gattuso, il campionato di “Primavera 2” con la promozione nel torneo dei “Primavera” delle squadre di Serie A. Vittoria poi vanificata dai “grandi” retrocessi dalla Serie B alla terza serie nazionale. Stiamo parlando di Filippo Marricchi, Davide Bove, Nicolas Fonseca, Nigel Brian Kyeremateng, Matteo Stoppa, Matteo Bellich e, appunto, Filippo Nardi. Tutti questi finora hanno giocato almeno una partita ufficiale con la maglia del Novara e Davide Bove, a parte il match saltato contro la Lucchese per squalifica del 9 dicembre, gioca titolare dal derby contro la Pro Vercelli del 3 novembre scorso.

Filippo Nardi è un talento in rampa di lancio e pronto ad aiutare la squadra a risalire in classifica e tornare dove le spetterebbe di stare: la Serie B. Il campionato di Serie C, nonostante non abbia una vera padrona, è difficile e complicato, ma il numero 20 trevigiano ha fatto capire di essere uno sul quale puntare. Ed i tifosi sperano che possa ritornare al più presto dall’infortunio che lo tenuto lontano dal campo nel match contro il Piacenza di domenica sera.

Molto rapido e tecnico, Viali ha una bella freccia nel suo arco e per farsi un’idea basta rivedersi la sua prestazione contro Lazio: 90′ giocati con personalità, nonostante il Novara sia tornato dall’”Olimpico” con le ossa rotte, ma con la consapevolezza di aver fatto un’impresa fino a quel momento.

Ovvio che la freccia pregiata per il tecnico di Vaprio d’Adda è Daniele Cacia, ma è risaputo che per fare bene in un campionato difficile come quello di Serie C servono sì i Cacia (e anche gli Eusepi, i Bianchi e i Perrulli), ma servono anche i giovani come Nardi e i suoi “colleghi” della fu Primavera azzurra.

Rispetto a Daniele Cacia, c’è poco da scrivere su Filippo Nardi avendo lui iniziato a giocare tra i professionisti quando l’attaccante di Catanzaro, nella stagione 2016/2017, aveva già in dote otto campionati conclusi in doppia cifra e con la vittoria della classifica marcatori (24 gol) nella stagione 2012/2013, trascinando in Serie A l’Hellas Verona. Ma siamo sicuri che sul centrocampista trevigiano c’è pronta una pagina bianca da riempire di ottime prestazioni.

Se Cacia è cresciuto con il mito dei “gemelli del gol” della Sampdoria campione d’Italia nel 1991, Gianluca Vialli e Roberto Mancini, Nardi è nato nel segno di Andrea Pirlo.

Gli avversari sono avvisati: occhio al numero 21 e al numero 20 che vestono l’azzurro del Novara. Occhio a Daniele e Filippo, quindici anni di differenza ma tanta garra che non guasta mai.

E i tifosi azzurri, sentitamente, ringraziano.

Immagini in evidenza tratte da www.amarantomagazine.it (Cacia) e www.vanovarava.it (Nardi)