Libertà di stampa e di opinione a Novara
La libertà di opinione è uno di quei valori inalienabili in una società civile. A questa precisa libertà sono dedicati due articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 il cui Art. 19 recita: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere“. L’Art. 21 della stessa Costituzione della Repubblica italiana sancisce che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” e che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure“. E’ bene ricordarlo e ricordare che per questo semplice diritto in molti hanno persola vita. In molti la perdono ancora oggi in luoghi del mondo dove non esiste la democrazia.
Lo ribadisco perché io stessa sono stata vittima nei giorni scorsi di una violenza verbale e scritta per aver osato pubblicare un comunicato stampa di una parte politica (contrapposta a quella del giovane molestatore) come blogger di www.cittadinovara.com. E’ stata presa di mira anche la mia nascita al di fuori dei confini italiani. Un attacco personale in piena regola, discriminatorio per opinione politica e di nascita. In pieno centro cittadino. Non è importante riferire né il nome della persona né i contenuti offensivi. E’ l’episodio che conta, in una Novara democratica e tranquilla. E’ la mia posizione come blogger, sempre e comunque moderata, ad essere stata presa di mira. E’ la giovanissima età della persona che ha inveito contro di me, che mi fa pensare. E il fatto che abbia un ruolo in Regione.
Essere cittadini vuol dire molto. La cittadinanza è un diritto e un dovere. Prevede anche la capacità di azione di un individuo all’interno della comunità nella quale abita ed opera. Quando avevo la giovane età di questo soggetto andavo all’università in un contesto molto difficile. Con orgoglio posso dire che ero lì per mio padre, uno di quegli italiani che ha portato il meglio del lavoro italiano nel mondo: si occupava di centrali idroelettriche. Erano gli anni di Sendero Luminoso e i diritti fondamentali erano stati soppressi dal governo del Paese. Vivevamo in un clima di paura, col coprifuoco, il divieto di riunioni, la supervisione di tutti i media da parte dello stato, le auto bomba, gli atti terroristici. So bene cosa vuol dire avere dei diritti ma so anche cosa vuol dire non averli.
L’atteggiamento arrogante di questa persona mi porta ad alcune riflessioni:
- Forse gli adulti non hanno saputo trasmettere i messaggi corretti di rispetto di ogni idea politica, anche lontana dalla nostra, a questi ragazzi. Probabilmente è un caso isolato ma sono tanti ormai gli episodi di ragazzi novaresi molto giovani che giocano a fare politica, utilizzando lo scherno personale, l’arroganza e l’insulto facile sui social. In un momento sociale e politico grave.
- Sono una persona tranquilla e moderata e mi si critica molto per questo. Amo essere una libera pensatrice, libera quindi di aderire a un progetto politico. O di criticarlo. Sono molto poche le persone che stimo politicamente.
- Deve ancora nascere chi potrà farmi paura. Sono una tranquilla e moderata, ma non abusatene. Potrei sorprendervi.
Caterina Zadra
blogger
www.cittadinovara.com